Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.
La Critical school, è un'iniziativa-gruppo creata per condividere e sostenere il progetto di diffusione di questa bella abitudine, dell'andare in bici.
Tutto è partito dal web, anzi da Facebook: una mamma chiedeva ad alcuni attivisti milanesi di Critical mass di poter fare andare a scuola in bici il proprio bambino che, però, abita in viale Monza, una delle strade più trafficate di Milano. Dal primo bambino, al primo gruppo, l'iniziativa è partita rapidamente, grazie al tam tam dei social network: «Non facciamo la Critical mass – chiarisce Marco Mazzei, uno dei ciclisti volontari che accompagna bambini e genitori a scuola -, ma semplicemente scortiamo bambini, mamme e papà, mettendoli in sicurezza». Questo l'appello sulla pagina Facebook:
Dopo il primo appuntamento in viale Monza e in via Solari sono pronti i nuovi appuntamenti. martedì 29 in via Ariberto (qui l'evento); Infine giovedì 31 in viale Monza, ma ancora da confermare.
Fonte: www.02blog.it
Secondo l'analisi di BikeDistrict, realizzata a partire dai dati del modello di rete ciclabile, nel comune di Milano sono circa 130 i chilometri di piste ciclabili, ma solamente 25,9 km sono quelli presenti all'interno della circonvallazione esterna, il cuore urbano della città.
Se si restringe ulteriormente l'area di indagine fino all'Area C (area a traffico moderato), ci sono un totale di 119.6 chilometri di rete stradale, praticamente la metà in pavé, e soli 8 km di piste ciclabili.
Nello specifico, abbiamo rappresentato nella terza dimensione le densità (in metri lineari per metro quadro), di: piste ciclabili; percorsi tracciati nei parchi urbani; percorsi pedonali condivisi con i ciclisti (rispettando i pedoni!); itinerari verdi.
Dalla mappatura emerge come la densità più elevata si registri nei parchi urbani dove si concentrano i percorsi liberi da automobili. Sono evidenti le direttrici principali delle poche dorsali ciclabili urbane di Milano quali: la ciclabile della Martesana a Nord, il sistema ciclabile di Via Melchiorre Gioia – Via S. Marco, Via Monterosa ad Ovest, l'Alzaia del Naviglio Grande a Sud-Ovest, Viale Argonne ad Est, la bike lane circolare intermittente di Via Santa Sofia – Via Francesco Sforza.
Risulta altrettanto evidente la carenza di infrastrutture dedicate alla mobilità leggera in aree quali:
zona Bande Nere – Selinute, lungo la direttrice del Sempione e limitrofi, zona Loreto e Lambrate, sconnessi dalla città soprattutto a causa dell'assenza di una ciclabile su Buenos Aires, e la zona Sud di Milano che, pur contando su un minimo sindacale di piste, risulta totalmente disconnesso dalla rete dei percorsi urbani.
Fonte: http://blog.bikedistrict.org
Ignazio Marino, in occasione del convegno organizzato da Sel alla Casa dell'architettura 'La conversione ecologica', ha annunciare le prossime novità che riguarderanno via dei Fori Imperiali. A dicembre inizieranno i lavori in via dei Fori Imperiali per l'ampliamento dei marciapiedi e per la realizzazione della pista ciclabile.
"Sono convinto che il cambiamento possa nascere dalle città - dice Marino - Roma vuole diventare capitale di un futuro possibile: siamo partiti dalla chiusura del traffico privato in via dei Fori Imperiali e vogliamo arrivare ad una città a misura di pedone, di bambino. Penso poi a una mobilità pubblica veloce, pulita e sicura - ha aggiunto Marino - non è un'impresa facile a Roma. Ma il cambiamento passa anche per il coraggio di assumersi certe responsabilità. La nuova metropolitana deve essere realizzata in anni e non in alcuni decenni, ma poi servono anche tram, car sharing, piste ciclabili e isole pedonali".
Fonte: http://roma.repubblica.it
Secondo i dati di NPR, in 23 dei 27 Paesi dell'UE le biciclette sono state più vendute delle auto nel 2012. Nell'anno scorso la sorpresa più grande è arrivata dalla Germania, il Paese produttore di auto per eccellenza. Nonostante la presenza di grandi marchi come Mercedes, BMW e Volkswagen, i tedeschi hanno comprato poco più di 3 milioni di automobili, ma quasi 4 milioni di biciclette. Il distacco è ancora più netto in Gran Bretagna dove, a fronte di circa 2 milioni di auto vendute nel 2012, si sono vendute oltre tre milioni e mezzo di biciclette. Il fenomeno è dovuto sia ad una riscoperta della cultura delle due ruote, ma soprattutto alla crisi economica. Vi sono alcuni Paesi in Europa dove l'uso della bicicletta, anche per andare a lavorare, è qualcosa di normale, basti pensare ad Amsterdam o anche a Parigi o Ferrara. Se poi si pensa che in Danimarca vi sono addirittura delle autostrade per ciclisti, allora si capisce che il fenomeno non è poi così raro e il mezzo a due ruote ha il vantaggio di non essere inquinante.
Ora anche altri Paesi europei stanno iniziando ad intraprendere questa strada. In Spagna ad esempio, come riporta NPR, pian piano stanno aumentando le biciclette che si vedono per strada e da noi in Italia, per la prima volta dopo la Seconda Guerra Mondiale, sono state vendute più biciclette che auto.
Dati alla mano infatti, il fenomeno appare chiaro negli stati dell'Unione Europea. Ad eccezione del Belgio e del Lussemburgo, lo scorso anno le biciclette hanno venuto più delle macchine.
Fonte: www.npr.org www.greenstyle.it
Il «Cycling Industry Club» di ECF è un fondo di sostegno per la bici in Europa. I membri intendono costituire un fondo finanziato da aziende del settore in Europa che potrà avere un impatto enorme sui governi a tutti i livelli. Oltre che da aziende mondiali della bici è supportato anche da aziende che si occupano di infrastrutture come Velopa, il più grande costruttore di parcheggi per bici nei paesi del Benelux. Il 23 ottobre sono state ufficializzate altre due nuove adesioni al Cycling Industry Club, il Club fondato durante Eurobike 2011 dalla ECF (European Cyclists' Federation). I due nuovi marchi sono in un certo senso delle novità: si tratta di Muc-Off, produttore di lubrificanti per la pulizia e il lavaggio delle bici, e GoCycle, azienda produttrice di bici elettriche, le prime rispettivamente del proprio settore ad aderire al Cycling Industry Club.
Le aziende fondatrici del Cycling Industry Club sono state: Schwalbe, Trelock (Germania), Accell Group (Olanda), SRAM, Trek (Stati Uniti), DT Swiss (Svizzera) e l'italiana Selle Royal.
Nel 2012 sono entrate a far parte del Cycling Industry Club anche Giant, azienda americana-taiwanese produttrice di bici, e Velopa, la più grande dei Paesi Bassi nel settore delle rastrelliere. Nel 2013, infine, ha aderito al Club anche Cycleurope, produttore svedese di biciclette proprietario tra l'altro di alcuni famosi marchi come Bianchi e Gitane.
"Sostenere l'attività di advocacy è fondamentale per rafforzare il mercato ciclistico – ha dichiarato l'amministratore delegato di GoCycle Paul Stratta – c'è bisogno di sicurezza nelle strade se vogliamo avere più ciclisti, per quanto riguarda il nostro target in particolare stazioni di ricarica per le bici elettriche ed infrastrutture dedicate. Per perseguire questo obiettivo è importante sostenere le attività dell'ECF e tutte le aziende produttrici di e-bike dovrebbero aderire al Cycling Industry Club."
Fonte: www.bikeitalia.it
Anche la Presidente della FIAB, Giulietta Pagliaccio, interverrà al Convegno "Bikenomics" previsto per lunedì 28 ottobre 2013 con inizio alle 16.30 a Milano, presso la Fabbrica del Vapore - Sala Corridoio - nell'ambito della prima edizione di Citytech.
All'iniziativa, moderata da Paolo Pinzuti di Clickutility on Earth, interverranno inoltre: Alfredo Drufuca, Amministratore Delegato Polinomia; Enrico Durbano, Sales Manager Eco-Counter; Paolo Gandolfi, parlamentare, componente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati; Federico Lia, Ricercatore Poliedra - Politecnico di Milano; Kevin Maine, Direttore Sviluppo della European Cyclists' Federation; Piero Nigrelli, Direttore Settore Ciclo ANCMA; Francesca Racioppi, Senior Policy and Programme Adviser dell'Organizzazione Mondiale della Sanità; Vincent Truter, Cycology.
La presidente FIAB dichiara: "Quando si parla di economia della bicicletta il primo pensiero va subito al cicloturismo. Nei paesi dove in tempi non sospetti sono state realizzate infrastrutture e servizi per i ciclisti, il cicloturismo ha prodotto un'economia dai numeri significativi. I tedeschi rappresentano il mercato cicloturistico più importante in Europa, ma l'Italia non è ancora nei primi dieci paesi europei preferiti dai tedeschi per le loro vacanze in bici, perché da noi mancano gli standard che loro ricercano".
Ma economia della bici vuol dire anche minori costi per la salute, minor pressione ambientale, minor consumo di suolo. E forse sarà anche la crisi del mercato dell'auto a dare rilancio all'economia della bicicletta. Ora o mai più.
"Sono piuttosto ottimista - prosegue la presidente FIAB - sul fatto che il cambiamento è in atto anche in Italia. Osservo un'economia, per ora ancora piccola, che si sta inventando un nuovo modo di stare nel mercato e fare business, sta creando nuove attività, sta producendo nuovi prodotti. Questo è il sintomo che il nuovo stile di vita legato alla mobilità quotidiana in bici sta producendo effetti sul mercato economico. Una piccola rivoluzione industriale è in atto: solo chi saprà adeguarsi a queste nuove esigenze, in modo anche un po' visionario come i grandi pionieri del passato, può contare su un radioso futuro economico".
Fonte: http://fiab-onlus.it/
Il Sustainable Development Solutions Network (SDSN) sotto l'egida delle Nazioni Unite, introduce il secondo rapporto sulla Felicità nel mondo (il primo nel 2012), quella con la "F" maiuscola, che non tiene conto solo dello stipendio ma di tanti fattori, spesso invisibili o dati per scontati da chi se lo può permettere.
I risultati di quest'anno sono più precisi grazie alla combinazione di tre fonti: i sondaggi Gallup, i dati forniti dagli stessi stati e l'aiuto dell'organismo internazionale per lo sviluppo OECD
Secondo l'indagine condotta da John F. Helliwell, Richard Layard e Jeffrey D. Sachs, i primi cinque paesi europei tra i più felici del mondo sono: Danimarca, Paesi Bassi, Svezia, Finlandia, Germania, Belgio e Austria, mentre agli ultimi posti, sempre tra gli stati europei, figurano: Lituania, Cipro, Portogallo, Spagna, Romania, Bulgaria e Malta.
Per qualcuno potrebbe essere un caso che i paesi più o meno felici secondo la classifica del World Happiness Report sono, rispettivamente, quelli in cui si verificano le percentuali più alte e più basse di spostamenti in bicicletta, ma secondo l'ECF (European Cyclists' Federation), non si tratta di un caso. E' vero, non ci sono prove scientifiche che correlano i dati della felicità con quelli dei livelli di ciclismo in una nazione, ma la somiglianza tra le due classifiche è così marcata che vale la pena analizzare uno ad uno i parametri scelti dai tre studiosi per capire se e come un alto utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto può influire sulla percezione della felicità.
1) Aspettativa di vita. Questo il primo parametro considerato dalla classifica del World Happiness Report. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità i due terzi della popolazione mondiale non raggiunge i livelli raccomandati di attività fisica. Il risultato, secondo l'OMS, è che solo in Europa l'inattività fisica priva i cittadini di circa 8 milioni di giorni di salute all'anno, in media. Negli Stati Uniti, secondo l'American Heart Foundation, il 32% degli adulti non svolge alcuna attività fisica nel tempo libero e tra il 34 % e il 68,4 % (a seconda del livello di istruzione) degli americani non compie la quantità minima di esercizio fisico giornaliero. Ora, gli effetti benefici dell'uso della bicicletta sulla salute sono noti ed ecco perché, almeno per questo primo parametro, non è poi così avventato ipotizzare una correlazione tra uso della bicicletta e felicità.
2) Supporto sociale. I tre ricercatori hanno descritto questo fattore come il "poter contare su qualcuno nei momenti di difficoltà". Forse questa correlazione è meno immediata della precedente e difficilmente dimostrabile scientificamente, ma meno traffico motorizzato non corrisponde ad un ambiente più vivibile favorendo quindi la quantità e la qualità delle relazioni umane? L'Università di San Francisco, negli States, ha condotto uno studio nel 1995 che dimostrerebbe come, in media, i bambini che vivono in strade poco trafficate hanno circa il triplo tra amici e conoscenti rispetto ai loro coetanei residenti in quartieri molto trafficati. Uno studio del 2006 su New York della Transportation Alternatives ha confermato questa tesi.
3) Benessere mentale. Secondo i tre studiosi un cattivo stato di salute mentale è la prima causa di infelicità. Circa il 10 % della popolazione mondiale soffre di qualche forma di disturbo psicologico, la depressione colpisce 404 milioni di persone in tutto il mondo e 272 milioni di persone soffrono di ansia. Questo parametro è strettamente legato al precedente poiché spesso è la scarsità delle interazioni umane la causa di depressione e infelicità. Va da sé che andare in bici favorisce la relazioni tra le persone (che sono in comunicazione tra loro e con l'ambiente senza la barriera di un'auto), per non parlare poi dell'effetto diretto sul buon umore grazie al rilascio delle endorfine (gli ormoni della felicità).
4) Interazione sociale. Oltre a coloro che vanno in bici, anche gli utenti del trasporto pubblico sono più propensi all'interazione rispetto agli automobilisti, a differenza di questi ultimi infatti si spostano costantemente in compagnia. Secondo l'ECF, inoltre, i ciclisti trascorrono più tempo in compagnia non essendo tutelati in strada e dovendo quindi continuamente riunirsi in associazioni e movimenti per rivendicare i loro diritti.
5) Indipendenza. Sulle limitazioni alle libertà di azione e movimento, coloro che usano l'auto sono sicuramente i più penalizzati, non potendo accedere in molte aree della città chiuse al traffico, perdendo tempo per cercare parcheggio e sottraendolo alle varie attività, provando frustrazione per le ore perse in fila. Anche gli utenti del trasporto pubblico però non possono rivendicare una vera indipendenza nei movimenti e libertà di azione, poiché rispetto ai ciclisti è l'autobus o il mezzo in questione che li porta in giro.
6) Benessere economico. E qua non ci volevano nemmeno grossi studi. E' noto che andando in bici quotidianamente si risparmiano i soldi dell'automobile stessa, del bollo, assicurazione, benzina, parcheggio, manutenzione, multe, future cure mediche (influendo positivamente sulla spesa sanitaria nazionale).
7) Giustizia sociale. Secondo l'ECF, la bicicletta aiuta a ridurre le disuguaglianze sociali, fornendo anche ai cittadini con un basso reddito la possibilità di muoversi in modo indipendente con un mezzo che non richiede una particolare manutenzione. La correlazione fra disparità sociale e felicità è già da tempo oggetto di studio degli psicologi e oggi l'idea che i paesi con meno differenze tra le classi sociali (si pensi alla Scandinavia e ai suoi sistemi fiscali e previdenziali) hanno livelli più elevati di felicità tra la popolazione, è ormai accettata universalmente.
Rapporto 2103 in lingua inglese
Fonte: www.bikeitalia.it
life.wired.it Piccole università di ciclismo crescono. Con tanto di specializzazione nell’offerta formativa. A dare il via a questo fenomeno è stato il Libero ateneo del ciclismo urbano di Roma, seguito a ruota da Unibike, nata e maturata in una città, Bologna, che l’università ce l’ha nel dna. “ Per molti di noi andare in bicicletta è la cosa più normale del mondo”, racconta a Wired, Simona Larghetti, Sui Simo nella bike community, una delle organizzatrici di Unibike e anima bolognese di Salvaiciclisti. “ Un giorno ci siamo chiesti: come mai non è così per tutti? Abbiamo cominciato a riflettere sui possibili deterrenti e ci siamo resi conto che, spesso, si rinuncia alla bicicletta per mancanza di informazioni. Perché non si sa come fare, sostanzialmente. Per rispondere a questo bisogno è nata Unibike”. L’ateneo bolognese, nel giro di una anno, ha già organizzato tre corsi, andando a calibrare sempre di più l’offerta in base alle esigenze cittadine. Il capoluogo emiliano è una città relativamente piccola, con una solida tradizione ciclistica e una popolazione studentesca, spesso proveniente da fuori città, che ha nella bicicletta un mezzo di trasporto ideale. “ Proprio per questo, credo che dovrebbe essere l’università stessa a farsi carico di quello che oggi facciamo noi”, continua Sui Simo. “ La mobilità dovrebbe essere una priorità del diritto allo studio, esattamente come lo è la casa. Uno studente al primo anno difficilmente sa come muoversi in città, che tipo di servizi ci sono, quali sconti sono previsti per gli abbonamenti ai mezzi pubblici. Tutto questo, in futuro, potrebbe diventare un fattore importante al momento di scegliere dove andare a studiare”.
Con l’inverno alle porte, non poteva mancare un corso dedicato ai quei ciclisti che non intendono mollare la loro affezionata due ruote neppure durante i mesi più freddi. Si chiama Resta in sella!, quattro appuntamenti – il primo è stato sabato scorso – per scoprire i segreti della guida e dell’abbigliamento invernale, qualche dritta meccanica e le nozioni di base per la manutenzione. Ma non solo. Siccome dall’esperienza c’è sempre da imparare, il corso prevede anche un modulo Community, curato da Paolo Pinzuti, ideatore di Salvaiciclisti, per fornire spunti e suggerimenti su come fare rete. Invece con Bibi Bellini, coordinatore regionale della Federazione italiana amici della bicicletta, si approfondiranno i temi dell’intermodalità, vale a dire quelle soluzioni intelligenti che prevedono l’uso della bicicletta insieme a quello di altri mezzi di trasporto, tipicamente il treno, ma anche il bus o l’auto provata.
“ Gli spunti per questi temi vengono soprattutto dalle nostre esperienze personali”, conclude Sui Simo. “ Salvaiciclisti mi ha permesso di conoscere tantissime persone e, grazie a questi incontri, ho fatto scoperte preziose. Per esempio le cargo-bike, le biciclette da carico, con cui una signora accompagnava a scuola i suoi figli. Adesso me ne sto per comprare una e la userò per scarrozzare i tre bambini a cui faccio da baby sitter”. E i temi individuati da Unibike devono essere azzeccati visto che in classe sono arrivate fino a 120 persone alla volta.
Per quanto riguarda Resta in sella! la formula prescelta è quella del seminario, con un numero massimo di 40 partecipanti (per informazioni e prenotazioni scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.). Tutte le lezioni, comunque, sono in streaming sul canale YouTube di Unibike Bologna. Come dire: le università della bicicletta si sono già attrezzate per la formazione a distanza. E magari queste lezioni farebbero bene anche a qualche funzionario amministratore pubblico.
La culla del Rinascimento con la sua grande ZTL e vaste aree ciclo-pedonali nel centro storico vanta una quota relativamente alta di utilizzo della bici (modal split quasi 9%), che porta ogni giorno sulle strade di Firenze fra 25.000 e 30.000 persone in sella.
Nonostante l'offerta (rete ciclabile, facilitazioni viabilistiche e di sosta ecc) sia ben al di sotto della domanda già esistente, ed ancor più di quella potenziale, si tratta di un quadro che si colloca nella fascia medio-alta per l'Italia.
Nel capoluogo toscano è anche presente una delle più grandi associazioni Fiab d'Italia (la terza, con quasi 700 iscritti), molto attiva in costanti e non sempre facili negoziati con l'Amministrazione, per es. su nuove realizzazioni per la ciclabilità, con ampia risonanza sui media locali, iniziative, eventi ecc.
Di recente c'è qualcosa di nuovo all'orizzonte, che potrebbe rivelarsi una piacevole sorpresa: viene lanciata dal Comune una campagna di promozione della bicicletta. Si chiama 'BeCycle' la nuova campagna di comunicazione del Comune di Firenze per avvicinare al mondo della bicicletta. I manifesti saranno affissi in centro e in periferia in diverse declinazioni che rappresentano la bici in tanti modi: carica come un Suv, ma anche adatta per portare fuori la fidanzata con tanto di mazzo di rose nel portapacchi. BeCycle è stata ideata prendendo esempio dalle campagne sociali già attive in altre città del mondo come Monaco, Malmö, Siviglia o Groningen.
Gli strumenti messi in campo sono vari: un sito istituzionale (www.becycle.comune.fi.it), annunciato in un comunicato stampa ufficiale (vedi), un filmato, ed una serie di attività in programmazione per la promozione, fra cui manifesti nelle strade.
Il sito web fornisce anche informazioni utili, per es. una pianta della rete ciclabile, la dislocazione delle rastrelliere ecc. L'aspetto visivo della campagna rappresenta la bici in tanti modi: carica come un Suv, ma anche adatta per portare fuori la fidanzata con tanto di mazzo di rose nel portapacchi.
Fonte: fiab-onlus.it
Anche oggi la quantità di biciclette in giro per Firenze era stupefacente, a occhio forse quasi il doppio rispetto a prima dei Mondiali.
Grazie a questa manifestazione I fiorentini hanno riscoperto quanto sia pratico, veloce – e anche piacevole e “cool” – muoversi in bici soprattutto in centro (e lo sarebbe ancora di più se ci fossero più rastrelliere…), un po’ meno in periferia dove il traffico a motore minaccia l’incolumità dei ciclisti cittadini nell’assenza di piste ciclabili lungo le direttrici principali.
I dati poi sul boom delle vendite delle bici confermano come i fiorentini siano pronti a una rivoluzione epocale che veda la bici protagonista della mobilità privata in città e non più i mezzi a motore, con i relativi ingorghi, l’aria avvelenata e le minacce alla salute e alla salvaguardia dei nostri monumenti. Particolarmente pesante è la responsabilità che abbiamo verso i nostri bambini, con la mobilità basata soprattutto sui motori stiamo crescendo una generazione di futuri malati, come i pediatri continuano inutilmente a far presente…
Per non dispendere l’esperienza di questi giorni è ora fondamentale realizzare gli interventi che l’Associazione Città Ciclabile va da anni suggerendo, prima di tutto la redazione di un piano generale delle piste ciclabili e della sosta, e non più andare avanti a “spizzichi e bocconi”, con i relativi fondi e tempi di realizzazione.
Fonte: www.firenzecittaciclabile.org
Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.