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La bicicletta rossa
Autore: Ugo Sestieri
Prezzo: Euro 8,50
Pagine: 160
Editore: Montedit
Lunghezza: 14,43 Km
Tempo percorrenza: 2h15'
Cartografia: ISTITUTO GEOGRAFICO CENTRALE Carta dei sentieri e dei rifugi 1:25.000 n. 104 Bardonecchia Monte Thabor Sauze d'Oulx
Periodo consigliato: maggio - settembre
Tipo: asfalto (4,59 km - 32%), sterrato (9,84 km - 68%)
Dislivello: circa 350 metri
Effettuato il: 4 Luglio 1999
Località di partenza: Oulx
Accesso: dall'uscita Oulx Est dell'autostrada del Frejus (A32) si raggiunge dopo 2 km una piazzetta rotonda nel paese dove occorre svoltare a destra seguendo le indicazioni per Bardonecchia (corso Montenero). Superato il ponte sulla Dora Riparia si incontra subito il bivio con indicazioni Cotolivier (punto di partenza). Lasciare la vettura nelle vicinanze.
Descrizione: Si passa una zona edificata ignorando un senso vietato ed alcune vie a fondo cieco sulla sinistra (via Seguret, via Fraiteve...). La strada successivamente si restringe (0,7 Km) entrando in un fitto bosco di larici. Si affrontano alcuni tornanti trascurando una deviazione sulla destra (1,62) con indicazioni per Villaretto / Chateau (percorso "D") e svoltando a quella successiva (3,59) per Chateau (percorso "E") / Fontana del Buon Vino. Prima di arrivare a quest'ultima si incontra una fontana dell'ANA (2,52) e, nei pressi di un guard-rail, un punto panoramico che ci offre una splendida veduta dall'alto della cittadina di Oulx. Percorsi 150 metri si incontra la deviazione, sulla sinistra, che, superata una sbarra in legno, conduce su largo sentiero pianeggiante, in pochi minuti, alla fontana (4,04). Il giorno che ci siamo stati non usciva neanche un goccio d'acqua! Una lapide, protetta da uno steccato, e' stata posata dall'ANA Oulx a ricordo di tutti i caduti. Torniamo nuovamente indietro alla precedente sterrata ripartendo da 4,33 km. Questa si mantiene pianeggiante toccando due cappelle dalle dimensioni lillipuziane: Boncharle (6,82) e Côte Rouge (7,56). 600 metri oltre quest'ultima si ignora una deviazione sulla sinistra con cartello "Cotolivier h 2". 70 metri piu' avanti scendiamo a destra lungo una stradina inerbita (cartello Savoulx percorso "D"). Siamo vicini alle case di Chateau tra le quali spicca il campanile della parrocchiale di S. Bartolomeo. Giunti ad un crocicchio (8,51) si continua diritto attraversando un ponte in legno. Il sentiero scende con qualche tratto ripido, specialmente nell'affrontare una serie di tornanti, che costringeranno a scendere in piu' di una occasione dalla sella: si raccomanda di fare attenzione e di essere prudenti. Affianchiamo una parete rocciosa dal fondo della quale sentiamo provenire il rumore di un corso d'acqua. Intorno ai 10 km il sentiero si fa pianeggiante e piu' largo. Nei pressi di un prato si ignora un bivio sulla sinistra (10,38) confluendo su una larga sterrata (10,51). La seguiamo a destra fino ad una curva (10,80) che precede un ponte. Presso tale curva si dipartono sulla destra due stradine: prendiamo quella piu' a sinistra (10,83 - indicazioni Oulx - l'altra conduce invece a Villaretto).La strada, che in un paio di occasioni, si sdoppia, passa sotto il recente viadotto della circonvallazione (12,87), per poi costeggiare la ferrovia. Dopo aver superato l'ingresso del Lago Smeraldo (pesca alla trota - 13,04) e quello del Lago Verde (13,23) continua, nei pressi di un fabbro, su asfalto (via Pellousiere - 13,43). Giunti allo STOP (13,83 - passaggio a livello nelle vicinanze) si prosegue a destra raggiungendo il punto di partenza (14,43).
Lunghezza: 33,63 km
Tempo percorrenza: 6h
Cartografia: ISTITUTO GEOGRAFICO CENTRALE Carta dei sentieri e dei rifugi 1:25.000 n. 104 Bardonecchia Monte Thabor Sauze d'Oulx - Fraternali Editore 1:25.000 n. 2 Alta Valle Susa Alta Val Chisone
Periodo consigliato: maggio - settembre
Tipo: asfalto 13,43 km (40%) - sterrato 20,20 (60%)
Dislivello: 1420 metri effettivi
Difficoltà: OCA (difficile)
Effettuato il: luglio e agosto 2009
Località di partenza: Oulx incrocio SS24 con via San Giuseppe (parcheggiare in piazza Aldo Garambois salvo mercoledì, giorno di mercato)
Accesso: autostrada del Frejus (A32) uscita Oulx Est.
Descrizione: dall'incrocio tra la SS24 e la via San Giuseppe si imbocca la strada che porta alla località Sotto la Rocca (0 Km - cartello). Superato il ponte sulla Dora Riparia si prende a destra (0,11). Giunti allo stop si imbocca a sinistra la via Cotolivier (0,46). Tralasciando le vie laterali si entra presto in un fitto bosco di larici. Ignorate due deviazioni sulla destra in corrispondenza di altrettanti tornanti (la prima, 2,01, con indicazioni per Villaretto/Chateau e la seconda, 3,98, per Chateau/Fontana del Buon Vino) si giunge a Pierremenaud (4,77) dove segnaliamo l'oratorio di S. Antonio da Padova, adiacente ad una fontana con lavatoio. Al bivio che segue (5,13 - bacheca) si tiene la destra. Tralasciata una strada in discesa sulla sinistra (6,59) si giunge a Vazon (7,45), dove si trova il rifugio alpino "La Chardouse". Nei pressi del parcheggio a monte della borgata la strada diventa finalmente a fondo naturale (7,83). Si affrontano ora i tornanti che risalgono il versante meridionale della Serra dell'Orso, ignorando una sterrata senza indicazioni sulla destra (8,95) e quella sulla sinistra che porta a Lozet (9,39). Davanti ai nostri occhi e' ben riconoscibile l'imponente sagoma del Monte Chaberton. Raggiunto il bivio di quota 2048 (12,69) si ignora a destra la deviazione che porta alla cappella dedicata a Notre Dame de Lumiere (m 2106), meglio conosciuta con il nome di Madonna del Cotolivier, dalla quale si gode uno splendido panorama (se si ha tempo si puo' eventualmente farci un salto). La sterrata prosegue ora con un lungo traverso passando a monte della Gr. Pourachet finche', superata una sbarra (13,82), degenera a sentiero franato in qualche punto. Seguendo le indicazioni del sentiero F1 si lascia una diramazione sulla sinistra (15,56) e poi quella sulla destra (15,60) che porta alla croce di S. Giuseppe. Dopo un paio di tornanti si affronta un tratto esposto in cui sarebbe preferibile procedere a piedi. Tenere in un paio di occasioni la sinistra (16,15 e 16,39) e quindi scendere al pianoro sottostante (fondo sassoso - prudenza!). Al termine del pianoro si sale a spinta raggiungendo, in meno di un quarto d'ora, il lago Desertes (17,50). Lasciarlo sulla sinistra e raggiunto il colletto del Lago (17,67) iniziare la discesa che ci porterà alla strada Fenils-Chaberton. Seguirla a sinistra (19,87) e toccando Pra Claud (22,52) e C. la Porta (23,22) raggiungere Fenils. Seguendo il cammino principale asfaltato si risale alla SS24 (25,94) che andrà percorsa a sinistra. Poco dopo il bivio per Amazas si imbocca una sterrata sulla destra (29,60). Al primo bivio andare diritto (30,32) ed al secondo ignorare la strada sulla destra che porta a Malafosse Alta (31,80). Si attraversa poi la borgata S. Marco e giunti alla strada che porta a Sauze d'Oulx (32,34 - capppella) si va a sinistra. Prima della curva imboccare la carrareccia dissestata che si stacca sulla sinistra (32,73) e che porta alla parrocchiale di Oulx (33,10). Da qui procedere a destra percorrendo dapprima la via des Ambrois e poi la via S. Giuseppe (33,45). In breve si perviene alla SS24 dove il giro ha avuto inizio (33,63).
Mappa: Interattiva JPG PDF PDF 3 pagine (consigliato per stampa).
Fonte: www.peverada.it
Lunghezza: 19,49 Km
Tempo percorrenza: 2h andata + 40' ritorno
Cartografia: ISTITUTO GEOGRAFICO CENTRALE Carta dei sentieri e dei rifugi 1:50.000 n. 1 Valli di Susa Chisone e Germanasca - 1:25.000 n. 105 Sestriere Claviere Prali
Periodo consigliato: maggio - ottobre
Tipo: asfalto 3,23 km (17%) - sterrato 16,26 km (83%)
Dislivello: circa 500 metri
Difficolta': B.C.
Effettuato il: 29 giugno 2003
Località di partenza: Traverses (fraz. di Pragelato)
Accesso: da Torino con la SS23 sino a Traverses. Al termine della borgata si svolta per la val Troncea parcheggiando l'auto dopo un centinaio di metri.
Descrizione percorso: la Val Troncea e' una diramazione laterale della val Chisone. Le vette che la circondano sono fra le piu' elevate della zona, con altezze che raggiungono o superano i 3000 metri di altitudine. E proprio su una di esse, il Monte Barifreddo (m 3028), si trovano le sorgenti del torrente Chisone che attraversa tutta la vallata. La Val Troncea ospita anche un Parco Naturale che si estende su una superficie di circa 3250 ettari, tutti compresi nel territorio comunale di Pragelato. Qualora vi venisse la voglia di effettuare qualche variante di vostra iniziativa, tenete bene a mente che e' vietato percorrere i sentieri del parco con le biciclette. Il dislivello risulta piuttosto diluito fatta eccezione per gli ultimi km dove si concentrano tutti gli sforzi. Dalla SS23 (0 Km) seguiamo la strada di fondovalle che tocca gli abitati di Plan (0,61) e Pattemouche (1,11). Giunti al Ponte Daz Itrei (1,83), lo si attraversa costeggiando ora il Chisone sul lato opposto. Nei pressi del "punto informazioni" del Parco si ignora la deviazione per Laval (3,26) e successivamente quella per Troncea (5,16), entrambe sulla sinistra. La strada transita quindi nei pressi di alcune sorgenti e successivamente attraversa il torrente per ben due volte. Con un paio di erti tornanti ravvicinati va' infine a terminare dinnanzi alla costruzione dell'Alpe Mey (9,69) dove e' possibile acquistare burro e formaggio prodotti in loco. Per il ritorno si ripercorre la strada della salita finche', circa 350 metri oltre la deviazione per Troncea, si svolta a sinistra su una sterrata chiusa da sbarra (14,60) che attraversa il Chisone. Poco oltre si transita nei pressi dei ruderi della Fonderia della Tuccia dove veniva un tempo lavorato il materiale estratto dalle miniere di rame del Beth. Si ritrova quindi il Ponte Daz Itrei (17,65) dal quale si ritorna velocemente alla partenza.
Mappa formato GIF (757 x 1500 - 23 KB).
Fonte: www.peverada.it
Lunghezza: 19,04 Km
Tempo percorrenza: 3 ore e 30'
Cartografia: ISTITUTO GEOGRAFICO CENTRALE 1:25.000 n. 110 LANZO VIU' CHIALAMBERTO LOCANA CIRIE' BASSE VALLI DI LANZO - 1:50.000 n. 2 VALLI DI LANZO e MONCENISIO
Località di partenza: Chiaves
Dislivello: 700 metri effettivi
Difficolta': B.C.A.
Tipo: asfalto 6,98 Km (37%) - sterrato 12,06 (63%)
Periodo consigliato: primavera - estate - autunno
Effettuato il: 8 dicembre 2001 e 3 febbraio 2002
Accesso: da Lanzo Torinese (raggiungibile facilmente da Torino con la "direttissima" delle Valli di Lanzo) si prosegue per Monastero e poi per Chiaves, sulla cui piazza si parcheggia la vettura.
Descrizione: l'itinerario ruota attorno ad uno dei monumenti simbolo delle Valli di Lanzo (un altro e' il Ponte del Diavolo) che si erge sulla vetta strategica e panoramica del Monte Bastia o Castellazzo, ad una quota di 931 metri. In origine vi era una cappella votiva, eretta dai valligiani nel 1629. In quel tempo, la zona era infestata dai lupi, i quali erano soliti attaccare i bambini dediti alla guardia dei greggi di pecore. Gli abitanti iniziarono allora a pregare Sant'Ignazio di Loyola, il fondatore dei Gesuiti, la cui devozione era in quel periodo molto diffusa, invocando l'incolumita' per i loro piccoli e tutta la comunita'. Nel giro di pochi anni i lupi sparirono dalla valle. Le suppliche al santo sconfissero anche un'epidemia che aveva colpito il bestiame, il "neiret", senza possibilita' di cura. In segno di ringraziamento, ai primogeniti veniva imposto quale voto il nome del Santo (ancor oggi molto diffuso in zona) e si provvide inoltre ad erigere la cappella. L'attuale edificio risale invece al 1720, per iniziativa dei Gesuiti, i quali si erano accorti che ormai la chiesetta era diventata troppo piccola. Il Santuario venne costruito in modo che al centro, dal pavimento, emergesse per un'altezza di cinque metri la cima del monte, sormontata dalla statua del Santo, sul quale doveva convergere la luce proveniente dalle finestre. Ultimamente, a seguito di una ristrutturazione, l'opera e' stata spostata annullando tale effetto scenografico. Questo giro stravolge lo schema classico dei percorsi per MTB in quanto presenta la parte iniziale tutta in discesa, con recupero del dislivello solamente nella fase conclusiva. Dalla piazza prendiamo la stradina che si diparte in direzione sud (0 Km - in salita), verso il Parco degli Alpini, passando ai piedi della chiesa di S. Giovanni Evangelista, che domina dall'alto tutto l'abitato. Lasciata la deviazione del sentiero 335 per Pessinetto/Procaria (0,30) e, nei pressi di una nicchia con immagine sacra (Maria SS. delle Rose), quella bassa per Gisola (0,63), si tagliano le pendici di Punta Serena (alla cava, 0,75, tenere la destra). Quando si incontra l'asfalto, si lasciano tre deviazioni sulla sinistra (2,00 - 2,39 - 2,55) arrivando nei pressi di alcuni garage (2,84 - prima dello STOP): qui si devia sulla sterrata di destra che conduce ad una casa. Poco prima del cancello, nei pressi di un pilone, si affronta il sentiero comunale per Gisola (3,01 - cartello) che, passando dietro il piccolo cimitero della frazione, ci fa pervenire dinnanzi alla chiesa di S. Giacomo Maggiore (3,68), una delle prime parrocchie delle Valli di Lanzo. La chiesa primitiva (forse eretta a sua volta su un preesistente tempio pagano dedicato al Dio Sole) venne quasi completamente abbattuta nel 1859 per far posto a quella attuale. Allo STOP (3,78), ci portiamo verso il tornante dove continuiamo la discesa (3,82). Prima del successivo, si svolta a sinistra (4,00), transitando tra le abitazioni. Oltre queste si supera una sbarra (4,12) su fondo diventato sterrato. La stradina termina presso un cancello, prima del quale dobbiamo necessariamente deviare su un sentierino (4,57) che va ad aggirare sulla destra alcune baracche per poi riportarsi sulla sterrata abbandonata in precedenza (4,79). Prestare attenzione dopo circa 300 metri, prima di un tornante, ad intraprendere il sentierino segnalato da cartelli indicanti S. Ignazio / Germagnano (5,07), realizzato negli anni '30 con il rimboschimento dei Monti Momello e Bastia, seguendo una ipotetica linea tagliafuoco. La prima parte, giacche' pianeggiante, e' la piu' facile. Poi, superate le deviazioni per S.Ignazio/Gisola (5,56) e Pian del Rozzello/Ponte di Traves (6,16), la ciclabilita' degenera, soprattutto nell'affrontare alcuni tornanti. Ad una stima, considerando l'intero sentiero, la parte da fare a piedi rimane contenuta entro il 20%. Molto pericolose risultano alcune pietre, affioranti dal terreno e poste di traverso, che si vedono solo all'ultimo momento e sulle quali si rischia di impattare con la ruota. Il sentiero e' anche uno stupendo balcone panoramico: riconosciamo ai nostri piedi la centrale elettrica di Funghera, il Turu, il Ponte del Diavolo ed in lontananza i terrazzi dell'ex amiantifera di Balangero. Raggiunte le case Maddalene (9,21), si continua su asfalto sino alla chiesetta di S. Giovanni (9,56). Si prosegue superando una catena, per poi affrontare il sentierino con indicazioni per Fontana del Monte / Lanzo Centro (9,61). Al trivio nei pressi di un pilone con scritta "Favero Giovanni 1945" continuare diritto in discesa (9,78). Con alcuni tornantini si arriva all'asfalto che si segue a destra (10,11). Superato il ponte sul rio Uppia andare a sinistra (10,20) e quindi, dopo circa 200 metri, ancora a sinistra (10,41 - cartello via Fontana del Monte dal civico 35 al 47). Si svolta alla prima strada sulla destra (10,64 - sbarra generalmente aperta). Giunti all'ultimo tornante che precede la casa (10,88), circa 1 metro sotto la sede stradale, si individua un sentiero che va seguito in salita. Quando i rovi tendono ad ostruire il passaggio, si sfrutta una sterrata laterale (11,02). Quando questa curva, tirare diritto sulle erbacce (traccia) guadagnando l'asfaltata che collega Momello con la SP 30 (11,21 - proseguendo sulla sterrata ci si troverebbe dinnanzi ad un cancello chiuso). Seguendo l'asfalto a destra arriviamo alla Provinciale dove proseguiamo in salita (11,72). Si passa Praile e quindi, superato un tornante con fontana, si svolta a destra sulla antica strada per S. Ignazio (12,96), ormai in disuso. Dopo una serie di tornanti si e' nuovamente sulla Provinciale (14,57). Arrivati in cima alla salita, si evita la deviazione per Tortore (15,73), e, ad una curva, si imbocca il sentierino segnalato da cartelli indicanti Gisola/Mombresto/Pessinetto Fuori (15,90). Chi vuole raggiungere il Santuario di S. Ignazio deve continuare sino al piazzale-parcheggio e quindi percorrere la via alberata che risale il monte Bastia (se il cancello e' chiuso basta scavalcare il muretto). Raggiunta la strada per Tortore (16,00), percorrerla in salita. Al tornante continuare diritto seguendo le indicazioni per Chiaves (16,17), sulla strada percorsa all'andata, sino alla piazza di partenza (19,04).
Fonte CAILANZO
L'itinerario prende il nome dalla zona che attraversa ricca di miniere di talco, la frazione di Vrù era un paese di minatori, in zona esiste un museo-miniera.Avvicinamento: da Lanzo si sale a Monastero e quindi a Chiaves dove sulla piazzetta si può lasciare l'auto. Dalla piazza si prosegue per Sistina e dopo le case Curchiatto si raggiunge un piazzale molto grande con una fontana famosa in tutta la valle, l'itinerario parte dal fondo piazza con un lungo tratto su strada asfaltata su un tratto iniziale con tornanti e poi a mezzacosta sino a che aggirato il costone si raggiunge la frazione di Menulla, costituita da abitazioni sparse. Lasciato il paesino con ampie svolte su una strada sterrata si raggiunge la cresta dove è sistemato un cippo alla memoria dei partigiani, di quì lo sguardo spazia sulla val grande e sulla val d'ala, mentre a destra si contempla tutta la val tesso. Di quì tenendosi sul versante di Ceres si imbocca un sentiero pianeggiante per il primo tratto che poi dopo un ripetitore scende tra betulle e prati sino all'alpe S.Barbara contraddistinta da una grande fontana con abbeveratoio per mucche. Scendere sulla strada che taglia il prato e arrivati al colle daviare a destra (seguire cartelli indicatori Baita S.Giacomo) ora la strada sterrata si fa più bella sino a raggiungere un incrocio e proseguire a destra (cartello indicatore Vru) dopo un tratto tutto in leggera discesa a mezzacosta si giunge ad un alpeggio dove finisce la strada sterrata. Di quì sempre a destra si imbocca il sentiero attraverso un pianoro che dopo un breve tratto entra in un bel bosco di faggi e si raggiunge la frazione di Blinant, caratteristica la teleferica che la collega a Cantoira per i rifornimenti durante il periodo invernale quando la frazione è isolata dalla neve. Dopo aver attraversato la borgata si imbocca lo sterrato in prossimità della teleferica e si scende rapidamente su una strada a forte pendenza, viene così raggiunta la frazione di Vru' (si suggerisce di fare una piccola deviazione di 10 minuti seguendo a valle le indicazioni "miniera" e di visitare la frazione Rivirin con le caratteristiche riproduzioni della mole antonelliana e seguendo le indicazioni è possibile visitare il presepe meccanico aperto tutto l'anno. Si prosegue quindi in direzione Cantoira su una strada asfaltata, raggiunto il paese si prosegue verso il fondovalle per Ceres, prima di giungere alla frazione Fe si gira a sinistra per Cernesio su strada in forte salita, arrivati al paese in prossimità di un piccolo giardino con cabina telefonica girare a destra sempre su strada asfaltata per via Brusiera, il percorso è ora su sterrato alternato a tratti asfaltati solo sui tornanti più ripidi, si raggiungono numerose case isolate sino ad arrivare su un piazzale sovrastato da una antenna la borgata Croce di Chiaves, al fondo dello spiazzo inizia la strada asfaltata che conduce alla piazza di Chiaves dove è parcheggiata l'auto.
Fonte CAILANZO
L'energia del fuoco, l'avventura della strada. Lo spettacolo purificatore del fuoco: l'oro, il giallo, il blu, il rosso delle fiamme. Sulla strada, conoscere camminando. Camminando, vedere. Prendere le misure, scoprire. Ci si può spingere verso montagne distanti, nei luoghi dove si sono avventurati in pochi. Ma è nelle strade, la vera forza: tempo, mistero, amore, fame, denaro. Percorrerle all'infinito è quasi come essere immortali. All'improvviso lo spettacolo grandioso e terrificante di un cavallo in fuga. O l'incendio in una notte limpida e fredda, accanto allo zio, fino all'alba. Nell'incendio il concerto delle fiamme. Fuoco: dalla fiamma del fiammifero alla potenza del sole. Fuoco: forma e stile, e ritmo, come il cammino della strada.
Finalmente anche Sinnai, Settimo e Maracalagonis saranno collegate da piste ciclabili. I soldi ci sono, il progetto pure. Entro il 2012 diventerà realtà. Le piste ciclabili sono tra indicatori fondamentali di vivibilità di un’area metropolitana. I tre paese hanno presentato il progetto alla Provincia. A gennaio saranno finanziati. Sarà prontamente cantierabile. Ieri si è tenuto un incontro tra gli assessori dei tre paesi per definire gli ultimi dettagli. Il finanziamento è di quasi 400mila euro. Maracalagonis è il paese capofila. "Settimo e Sinnai, dice il sindaco di Sinnai, Barbara Pusceddu, saranno collegate dal tratto che parte dalla stazione delle metropolitana a Settimo e arriva praticamente all’ingresso della Pineta. Tratto che dovrà essere bituminato. Poi il percorso attraverserà Sinnai dove il limite di velocità dovrà essere ridotto a trenta chilometri orari. Mentre la pista ciclabile che va da Sinnai a Maracalagonis", continua l’assessore Pino Floris, sarà attuata nella vecchia strada, da asflaltare ma che non necessità di nessun altro intervento essendo abbastanza larga. La pista Sinnai-Mara-Settimo, è in avvicinamento quindi alla futura stazione della metropolitana leggera in costruzione a Settimo San Pietro e che condurrà a Cagliari". Per quanto riguarda la viabilità il sindaco Pusceddu sottolinea anche la proposta di realizzare una rotaia presso la zona industriale, necessaria per ridurre incidenti.
Fonte unionesarda
Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.