Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.
L'Europa sembra destinata ad avere una rete paneuropea di piste ciclabili entro il 2020, dopo un voto favorevole al Parlamento europeo il 25 dicembre del 2011.
"Nel 1995 abbiamo avuto una visione di sviluppare una rete europea di pista ciclabile, da completare entro il 2020. Con la richiesta del Parlamento di integrare EuroVelo nella rete transeuropea dei trasporti (TEN-T), questa visione ha compiuto un grande passo avanti per diventare realtà. "Dice Bernhard Ensink, Segretario generale ECF. A proposito di TEN-T e perché è importante per EuroVelo
TEN-T è un'area politica dell'UE all'interno DG MOVE progettato per concentrare i soldi sul sostegno transeuropee sviluppo delle infrastrutture di trasporto considerato di importanza strategica da parte dell'UE. ECF stima che la finalizzazione del 14 rotte di rete EuroVelo, per un totale di circa 70.000 km, sarebbe venuto ad un prezzo di circa € 1,5-2 mld. I soldi non a buon mercato, ma poco rispetto ai benefici economici annuali stimato di circa € 5 miliardi che i turisti in bicicletta passavano lungo gli itinerari EuroVelo quando è completo.
Il voto in plenaria ha inoltre ribadito la sua richiesta alla Commissione di:
* Presentare proposte entro il 2013 per sviluppare iniziative che promuovono piedi e in bicicletta soprattutto nelle città, con l'obiettivo di raddoppiare il numero degli utenti;
* Sviluppare politiche volte a dimezzare le vittime della strada entro il 2020, con particolare attenzione ai "vulnerabili" utenti della strada.
* Presentare entro il 2014 una proposta di fornire per l'internalizzazione dei costi esterni di tutti i modi di trasporto di merci e passeggeri.
* Presentare una proposta in cui è fatto "sostegno [mobilità urbana] progetti subordinato alla presentazione da parte delle autorità locali dei piani di zona urbana sostenibile e built-up per la mobilità dei passeggeri, che contribuiscono ad una riduzione dei volumi di traffico, incidenti , inquinamento atmosferico e rumore ... "
Sorprendentemente, il Parlamento europeo vuole anche tagliare le emissioni di CO2 di un quinto entro il 2020 uno, usando la legge del 2008 come linea di base. Le emissioni di CO2 dai trasporti sono aumentate tra il 1990 e il 2008 da circa il 35%.
Uno studio fondamentale è stato condotto da ECF sul potenziale del ciclismo per ridurre le emissioni di CO2. Si dimostra che un trasferimento modale verso la bicicletta può aiutare l'UE a raggiungere il 25% della sua riduzione delle emissioni mirati per il trasporto.
Nel corso della prossima presidenza danese nella prima metà del 2012, ECF continuerà a lavorare con le istituzioni europee e gli Stati membri dell'UE ad un miglioramento della rete transeuropea dei trasporti.
Fonte administrator
EuroVelo, la rete europea di pista ciclabile, è un progetto della Federazione della European Cyclists '(ECF). Il progetto è sponsorizzato dal gruppo ACCELL con la sua bicicletta marchi Batavus, Koga, Sparta, Ercole e Winora.
Lo scopo del progetto EuroVelo ECF è di promuovere e coordinare la creazione e gestione di una rete completa europea pista ciclabile, la rete EuroVelo, attraversa e unisce tutto il continente europeo. Questo è davvero sostenibile la rete transeuropea dei trasporti.
Gli obiettivi del ECF nel progetto EuroVelo sono:
* Per garantire l'attuazione di una altissima qualità di piste ciclabili in tutti i paesi d'Europa, portando le migliori pratiche europee attraverso le frontiere e armonizzare gli standard
* Per comunicare l'esistenza di questi itinerari ai potenziali utenti, promuovere e commercializzare l'uso delle biciclette
* Per incoraggiare un gran numero di cittadini europei nell'uso della bici, ed essere promotori del messaggio viaggiare sano e sostenibile
Per informazioni più dettagliate sul progetto EuroVelo, assicuratevi di visitare il sito Web: www.eurovelo.org.
Il 12/01/2012 si terrà la quarta serata del Bici Film Festival. Quale film sarà proposto stasera agli amici di B&D che abbia la bicicletta come protagonista principale o non? Come in ogni concorso che si rispetti ci sarà un vincitore decretato dal pubblico in sala che voterà al termine di ciascuna proiezione, il film che avrà ricevuto più voti sarà proclamato vincitore della II edizione del Bici&Dintorni Film Festival. Le proiezioni avverranno alle ore 20.15, come di consueto, presso la sala meeting del V.S.S.P. di via Giolitti 21 Torino. E' richiesto un contributo organizzativo ad offerta libera di almeno 1€ agli spettatori in sala. Nella sezione Prossimi Appuntamenti di questo sito il volantino dell'iniziativa. Vi aspettiamo numerosi, da novembre a febbraio, per non perderci di vista durante la pausa invernale delle attività ciclistiche. I 3 film di questa edizione sono stati: "Ladri di saponette" di Maurizio Nichetti proposto da Mario A., "Il postino" proposto da Annarosa R., "Totò al giro d'Italia" proposto da Davide e Paola.
[Volantino festival cinema.pdf]
Fonte biciedintorni
Il Presidente della FIAB, Antonio Dalla Venezia fa appello al Governo Monti di prestare la massima attenzione ai temi della mobilità sostenibile e di cogliere l’occasione di crisi nazionale come opportunità di cambiamento e di rilancio della mobilità eco-compatibile a partire da quella ciclistica. Ciò che non è stato fatto in questi anni da tutti i passati governi.
Mentre la crisi economica fa sentire pesantemente i suoi effetti, il nostro Paese affronta con una rinnovata compagine di Governo questa delicatissima fase. Si annunciano nuovi sacrifici con tre parole d’ordine: rigore, sviluppo, equità. Questo dovrebbe escludere quei “tagli lineari” che, tante volte, hanno penalizzato senza alcun criterio settori già duramente colpiti.
Ma le preoccupazioni non mancano. La manovra finanziaria che verrà illustrata a breve dal presidente del Consiglio Mario Monti conterrà tagli importanti anche in un settore già fortemente penalizzato come quello del trasporto pubblico. Le prime indiscrezioni dicono, infatti, che il trasporto pubblico locale (TPL), per il quale sono stati previsti finora trasferimenti solo per 400 milioni di euro, non sarà alimentato da altre risorse: perderebbe dunque più di 1 miliardo e mezzo rispetto agli anni passati. Che si aggiungono ai pesanti tagli agli enti locali, e rischiano di compromettere definitivamente anche l’erogazione di servizi per la mobilità collettiva.
In fatto di mobilità, riteniamo doveroso invitare il Governo Monti a prestare la massima attenzione a cogliere l’occasione data da questa crisi come opportunità di cambiamento e di rilancio della mobilità sostenibile. Ciò che non è stato fatto in questi anni da tutti i passati governi.
In questo quadro, riteniamo profondamente sbagliato operare tagli orizzontali sul trasporto pubblico locale. E riteniamo altrettanto miope non guardare alla ciclabilità, da sempre considerata in Italia con una certa indifferenza salvo che nei convegni e nei periodi elettorali, come a una risorsa per la mobilità, sia urbana che turistica e del tempo libero.
Il nostro Paese continua, di fatto, a dipendere da una mobilità costosa, inquinante ed energivora, mentre tuttora mancano politiche virtuose a livello nazionale, e le sinergie positive regionali e locali, che sappiano operare con lungimiranza, rendendo possibile quel cambiamento che, in altri Stati europei, è in atto da diversi decenni.
Questo è il modello culturale che impone l’auto privata come unico o principale mezzo di mobilità, prioritario rispetto a tutti gli altri, privando di fatto i cittadini di una seria valutazione delle possibilità alternative e anzi limitandone ed ostacolandone l’offerta.
E’ necessario riequilibrare l’uso dello spazio urbano a favore della mobilità sostenibile e riconvertire in tale direzione anche le aree metropolitane, i dintorni delle città. La mobilità ciclistica è virtuosa poiché consente anche investimenti con bassa spesa ed alta resa per favorire città più sicure e meno inquinate, riduce i consumi ed il fabbisogno energetico, e la bolletta che tutto il Paese paga, oltre ad abbattere decisamente i costi per la salute dei cittadini.
I ventilati nuovi tagli al TPL comporteranno un aumento del traffico veicolare. Tralasciando le considerazioni più ovvie (peggioramento della qualità della vita, aumento del fabbisogno energetico, riduzione dell’efficienza degli spostamenti), possiamo provare a quantificare l’efficacia dell’intervento.
Ogni auto incide annualmente sulla collettività per circa 1.000 euro di spesa sanitaria per gli incidenti (30 miliardi €/anno per morti e feriti) e per circa 2.500 euro di costi ambientali (rumore e inquinamento atmosferico sono i principali). Se i tagli previsti porteranno il 30% dei pendolari ad usare l’auto invece dei mezzi pubblici, la tassa occulta cui i cittadini saranno sottoposti sarà pari a circa 15 miliardi di euro. Tassa odiosa perché fatta di morti, inquinamento e congestione dei centri urbani, esternalità negative che si aggiungono ai costi diretti. Per essere più precisi spenderemo 4 € in più per ogni euro tagliato.
Le cose vanno “meglio” dal punto di vista della mobilità ciclistica, dove il saldo resta invariato: a zero investimenti di ieri corrispondono zero investimenti di oggi! Ma anche in questo caso l’assenza di una politica dei trasporti sostenibili ci discosta drammaticamente dal resto dell’Europa che punta a raggiungere il 15% di composizione modale per la mobilità ciclistica entro il 2020 (si vedano in proposito gli impegni sottoscritti con la Carta di Bruxelles). In questo settore ogni euro investito viene decuplicato in termini di risparmio per la spesa pubblica: sarebbero sufficienti anche piccoli interventi a costi contenuti per le amministrazioni pubbliche per dare l’opportunità a molti più cittadini di scegliere serenamente la bicicletta come mezzo per gli spostamenti quotidiani con un indubbio vantaggio anche per le economie familiari così duramente provate da questa crisi.
Tutto si tiene: economia, ambiente, lavoro.
Non riuscire a cogliere il valore di tutto ciò, sarebbe ancora un imperdonabile errore politico destinato a privarci del nostro futuro.
Antonio Dalla Venezia
Presidente FIAB
Federazione Italiana Amici della Bicicletta onlus
Fonte Comunicato stampa
Il progetto Dolomiti Lagorai Bike, comprende 1000 chilometri di percorsi fuori strada tra boschi, pascoli, laghetti alpini e due Parchi Naturali:
L’area abbraccia il Trentino orientale, distendendosi tra le valli di Fiemme, Fassa e Valsugana e i percorsi si spingono sino a duemila metri di quota, tra le cime selvagge della catena del Lagorai, e le vette dolomitiche del Latemar, del Catinaccio e del Gruppo del Sella, riconosciute dall’Unesco patrimonio dell’Umanità. Dei 36 percorsi Mountain Bike 7 sono facili, 16 di media difficoltà e i restanti 13 sono impegnativi. Tutti sono dotati di segnaletica sui crocevia: cartine plastificate, roadbooks, tracce GPS che possono essere scaricate gratuitamente dal sito www.dolomitilagoraibike.it e persino l’Applicazione per iPhone sono gli strumenti messi a disposizione per guidare passo passo, pedalata dopo pedalata, gli amanti della due ruote. Servizi di navetta e di taxi collettivo permettono di raggiungere i punti di partenza delle singole escursioni così come il ritorno in albergo. Impianti di risalita adatti al trasporto bici consentono di affrontare dislivelli importanti e giungere in quota senza fatica.
Fra i percorsi Dolomiti Lagorai Bike ve ne sono due particolarmente spettacolari, facilmente fruibili grazie all’efficienza dei trasporti. Il primo è la Pista ciclabile delle Dolomiti che, lungo i suoi 47 chilometri, collega la Val di Fiemme con la ladina Val di Fassa, attraverso prati, ruscelli e masi di montagna. Dalla pista partono anche tours su strada. La ciclabile è servita per quattro giorni la settimana dal Bike Express Fassa-Fiemme, una navetta dotata di rimorchio per la bici e l’attrezzatura. La ciclabile è adatta a tutti, ai professionisti e a chi vuole pedalare e godersi con spensieratezza il paesaggio.
La ciclopista della Valsugana, invece, congiunge il lago di Caldonazzo con Bassano del Grappa: 80 chilometri circa lungo un itinerario fatto di storia, cultura e natura, a cavallo fra Trentino e Veneto. Pedalando si possono ammirare antichi castelli, come quello di Pergine, e le bellezze di valore inestimabile che costituiscono il patrimonio del territorio.
E’ possibile anche scegliere di fare una sosta presso uno dei centri termali e balneari che si trovano nei pressi dei laghi di Caldonazzo e Levico. La ciclopista della Valsugana coincide, in alcuni tratti, con la via Claudia Augusta, l’antico asse di comunicazione del I sec. d.C., su cui sopravvivono diverse testimonianze storiche e archeologiche.
Sul territorio Dolomiti Lagorai Bike vi sono anche percorsi riservati ai bikers, che prevedono discese adrenaliniche nel bosco, tracciati di downhill e cross country e due itinerari freeride. Inoltre scuole MTB certificate, organizzano corsi di mountain bike e uscite giornaliere guidate.
Le strutture ricettive e turistiche sono tutte a misure di biker: un’infinità di servizi e di opportunità sono interamente dedicati agli amanti delle due ruote.
Fonte tuttogreen
Viaggiare in bicicletta è sicuramente il modo più economico per scoprire luoghi e atmosfere nuove, per apprezzare paesaggi inediti e per riprendere una forma fisica invidiabile dopo mesi trascorsi dietro ad una scrivania. Ma soprattutto, è l’occasione perfetta per divertirsi proteggendo l’ambiente da gas nocivi ed emissioni inquinanti. E può essere una maniera davvero efficace di confezionare un’offerta turistica rivolta a quei segmenti di mercato rappresentati dalle sempre più numerose persone consapevoli dal punto di vista ambientale, che cercano una vacanza a contatto con la natura, come ha fatto per esempio il Tirolo. La Svizzera sembra essere stata inventata proprio per il “cicloturismo”: con 9 percorsi nazionali, 53 regionali e 45 locali è la meta ideale per soddisfare le esigenze di grandi e piccini. Una dei percorsi più affascinanti è il Giro dei Laghi che collega il lago di Ginevra a quello di Costanza, passando per dieci specchi d’acqua e regalando agli esploratori paesaggi da cartolina. Un’alternativa forse più impegnativa ma sicuramente di maestosa bellezza è il percorso del Reno che attraversa il paese costeggiando il fiume dalla sorgente al porto di Basilea. Un circuito di altrettanta bellezza si estende anche lungo il fiume Rodano, attraverso il quale i provetti ciclisti riescono ad immergersi completamente nella natura e nei frutteti del Paese. All’interno del portale turistico My Switzerland si trovano diverse proposte di vacanza in bici nella Confederazione Elvetica. Per quanto riguarda le vacanze in mountain bike, va segnalato in particolare l’innovativo motore di ricerca che consente di selezionare percorsi e proposte in funzione della propria forma fisica e della difficoltà del percorso. Una vacanza in bicicletta può essere anche il modo di riassaporare la vita ad un ritmo più lento. E quando la stanchezza prende il sopravvento non bisogna disperare perché lungo ogni percorso ci sono punti di assistenza e di ristoro, oltre che fermate di bus, battelli e treni.
Fonte: tuttogreen
In Friuli Venezia Giulia è stata progettata la prima pista ciclabile low cost. Questo lungo itinerario di ottantaquattro chilometri, attraversa una terra di confine ricca di fascino, rimasta vergine da costruzioni e insediamenti umani. Inoltre, offre numerose attrattive turistiche, culturali e culinarie che potrebbero favorire lo sviluppo economico del settore turistico della zona. La Regione Friuli e Legambiente, così, propongono un modello di infrastruttura attrezzata a ricevere in Italia quel nuovo tipo di turismo ecologico, che sta prendendo piede all’estero e che appassiona giovani e meno giovani: il cicloturismo. Che il business delle vacanze sulle due ruote (pedalando) sia una prospettiva concreta, ce lo ricordano gli stessi dirimpettai austriaci e svizzeri, che quest’anno stanno strutturando fior di pacchetti di offerte turistiche rivolte a chi vuole stare a contatto con la natura ed il silenzio. La novità della pista “riciclabile” è il riutilizzo delle strade locali meno trafficate e delle vie di campagna, sterrate e silenziose, che necessitano solo di un intervento di manutenzione stradale. I costi delle operazioni, così, si riducono ad un terzo della spesa prevista per la costruzione di una ciclabile ex novo. La pista low-cost friulana, così, potrebbe diventare un modello esportabile anche in altre regioni italiane, perché è indubbiamente un modo efficace di conservare il territorio e, allo stesso tempo, di sviluppare un nuovo sistema economico e turistico legato al rispetto dell’ambiente e del territorio.
Fonte tuttogreen
Chi non lo avesse ancora visitato, può cogliere l'occasione di ammirare le bellezze naturalistiche del comprensorio friulano del DolceNordEst percorrendone in bicicletta i favolosi sentieri in un week end all'insegna del benessere e dalla natura.
Facilmente raggiungibile in treno dalle stazioni di Udine, Tarcento e Cividale, il DolceNordEst è un vasto territorio ricco di fascino, esteso lungo il confine italo-sloveno. Terra di frontiera, dunque, ricca di memorie storiche e bellezze paesaggistiche capaci di ammaliare qualunque visitatore. Trascorrere tre giorni in questi luoghi può riservare, infatti, tante sorprese. E non c'è che l'imbarazzo della scelta tra le tante attività praticabili, tutte all'insegna della natura, la buona tavola e la tradizione di un territorio ricco tesori.
Immancabili sono le degustazioni dei vini e dei prodotti tipici in una delle tante cantine del posto, seguite magari da una visita al "Giardino Commestibile" a Tarcento (Udine), alla scoperta dell'utilizzo delle piante in cucina e a scopo curativo. Appena il tempo di riposare un po' e si riparte alla scoperta della natura, della storia e delle tradizioni del dolceNordEst, accompagnati da guide esperte pronte a svelare tutti i segreti di questo affascinante territorio friulano. Dopo due giorni trascorsi tra tipicità culinarie, le bellezze naturalistiche e i borghi dal grande valore storico-artistico, è ora di montare in sella ad una bicicletta e dedicare un'intera giornata alle escursioni cicloturistiche lungo i valichi del confine italo-sloveno: Uccea, Ponte Vittorio, Robedischis e Stupizza. Da qui si parte alla scoperta dei panorami mozzafiato del Gran Monte, del Monte Musi, delle piane di Campo di Bonis e delle Fracadizze, immersi in una natura incontaminata tra le acque limpide delle sorgenti del Torre e del Natisone, attraversando gli ormai dismessi valichi di terza e seconda categoria del confine italo sloveno per arrivare alle magnifiche cittadine slovene di Bovech e Caporetto.
Fonte tuttogreen
Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.