Redazione

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Venerdì, 20 Gennaio 2012 12:30

Mestieri in bicicletta

Quando si parla di mestieri in bicicletta il pensiero va subito a professioni antiche come l'arrotino, il barbiere, il castagnaro, il lattaio.  Lavori che rivelano, in tutta la loro drammaticità, lo sforzo e la fatica per risolvere i problemi della quotidianità di un tempo e ricominciare a vivere, con il sudore del proprio lavoro, una esistenza dignitosa nei periodi difficili del dopoguerra della prima e della seconda guerra mondiale. L'arrotino in passato spesso si spostava con una sorta di biciclo-carretto dotato di una grossa ruota di legno, rivestita da un cerchione di ferro; il carretto, una volta giunto sul luogo di lavoro, veniva letteralmente ribaltato su sé stesso e si trasformava nello strumento di lavoro; il barbiere dei nostri nonni usavano la bicicletta per raggiungere la clientela; nelle feste di paese i castagnari arrostivano le castagne su biciclette dotate di apposite fornacelle; i lattai ambulanti erano soliti arrivare fin dalle prime ore del mattino con le loro biciclette sule quali erano sistemati due grossi tini di alluminio pieni di latte fresco che vendevano per le strade.  Da un po' di tempo qualcosa sta cambiando e i lavori su pedali ricominciano ad affacciarsi nelle città, complici la crisi, il traffico che rende gli spostamenti in auto sempre più lenti e una nuova coscienza ecologica. Primo fra tutti, il corriere su due ruote, l'eroico "bike messenger" che negli Stati Uniti consegna pacchi e documenti da un cliente all'altro già dagli anni '80, ma che ultimamente si è radicato anche in Europa ora è arrivato in Italia. Veloci perché ovviano al problema del traffico e possono transitare nel centro storico e nelle zone chiuse ad auto e moto, trasportano tutto ciò che trova posto nelle borse da bici. Da San Francisco a New York, passando per Parigi, Londra e Berlino, Milano da qualche anno presente anche Bari. Ma oltre alle consegne, ci sono altri lavori che si possono fare su due ruote. Ad esempio la guida turistica o unità di polizia in bici. Per riscoprire i vecchi lavori su due ruote (quelli che si facevano non tanto per coscienza ecologica, ma per necessità), si può fare un giro al 'Museo dei Mestieri in Bicicletta' di Fabriano che espone i mezzi originali usati, dagli anni '20 agli anni '60 del secolo scorso, dall'accalappiacani al barbiere o una passeggiata sul sito www.mestieriinbicicletta.it. Le 66 biciclette della collezione di Luciano Pellegrini provengono da tutta Italia e rappresentano un curioso inventario di botteghe su due ruote.

Fonte: mestieriinbicicletta.it

Venerdì, 20 Gennaio 2012 12:10

Un anno a Soho e la bicicletta scompare

Cose così succedono tutti i giorni, soprattutto nelle grandi città. Vederlo in fotografia però fa sorridere. Nel video la storia di una bicicletta di New York è documentata con 365 immagini. Rossa, sellino nero e cestino sul davanti, è ritratta sempre nello stesso posto, nel cuore di Soho. E dopo un anno guardate cosa rimane

a cura di Lorenza Castagneri - fonte: Repubblica

Venerdì, 20 Gennaio 2012 11:29

BICICRAZIA - PEDALARE PER LA LIBERTA

BICICRAZIA - PEDALARE PER LA LIBERTA
Autore: SOVILLA ZENONE
Prezzo: € 10,00
Pagine: 154
Editore: Nonluoghi libere edizioni

 

Uno dei risultati del pensiero unico neoliberista applicato alla società è l'esplosione del traffico motorizzato. Le conseguenze dannose di questo fenomeno si articolano su vari livelli: tra i più vistosi, il soffocamento dei centri abitati, che genera malattia e morte di esseri umani. In un sistema complessivo nel quale l'individuo e la collettività devono accollarsi i costi sociali provocati dalle dinamiche del mercato, sono in ritardo anche le iniziative istituzionali per rendere all'universalità dei cittadini l'aria pulita. I fallimenti di queste politiche sono addebitabili, tra l'altro, all'ottuso ostruzionismo nei riguardi di uno strumento come la bicicletta, che viene ancora relegato al rango di giocattolo per il tempo libero. L'Autore, avvalendosi di una mole di dati empirici e delle testimonianze di numerosi esperti stranieri, dimostra che la bicicletta può essere, al contrario, il mezzo di trasporto sano attorno al quale costruire una svolta radicale, per una mobilità libera e pulita.

http://www.nonluoghi.info/old/libri.html

Chi per caso ha visitato l’Olanda o i Paesi Bassi, avrà notato quanto siano diffuse le bici e le piste ciclabili. Ciclisti, ma anche pedoni e mezzi pubblici hanno assolutamente la priorità rispetto alle auto. Le strade sono strette e dominate dal traffico pedonale o su due ruote. Infatti l'Olanda, viene anche chiamato il Paese delle biciclette, le numerose piste ciclabili offrono un'incredibile possibilità di esplorazione tra natura e bellezza. Uno dei periodi migliori per visitare l'Olanda in bicicletta, tra campi di tulipani e mulini, distese interminabili di polders e dune sabbiose, è la primavera. A differenza di numerosi Paesi Europei, Italia compresa, le automobili sono ai margini. I limiti di velocità sono tenuti volutamente bassi, i controlli puntuali e severi, le strade a senso unico rendono la guida talvolta complessa e poco piacevole. Di contro, sono cresciute in numero le aree pedonali e le piste ciclabili protette. I trasporti si basano su un sistema tranviario e metropolitano eccellente e le persone sono ben felici di lasciare a casa l’auto o addirittura non possederla. 
E ‘un modello che dovrebbe essere adottato ovunque, non solo nelle metropoli ma anche nelle città più piccole. Se veramente si vuole raggiungere la sostenibilità in tutti i settori, saremo costretti a cambiare le nostre abitudini e andare sempre più spesso a piedi, in bicicletta, autobus e in treno.
Sarebbe una buona idea guardare al modello Paesi Bassi nel suo complesso per cercare di modificare le politiche di trasporto. 

Fonte tuttoscienze

Giovedì, 19 Gennaio 2012 10:26

Non passate in quella via!

Potremmo inserire questa classifica tra i tanti motivi per cui non utilizzare l’auto e utilizzare sempre di più la bici. Questa triste classifica, stilata dall’osservatorio Tom Tom ovvero il navigatore satellitare più famoso del mondo, non lascia spazio a dubbi, ricavando una top ten delle vie più trafficate d’Italia. Calcolo cinico quanto veritiero visti i dati trasmessi in tempo reale.

Sono le strade più trafficate d’Italia, almeno secondo quanto rilevato dall’Osservatorio TomTom, che per il secondo anno consecutivo ha monitorato il flusso delle città e delle vie più intasate del Belpaese. Una mappatura piuttosto attendibile, giacché si basa sui dati raccolti in tempo reale dal sistema HD Traffic incrociati con il database ricavato dal servizio IQ Routes, due fra i servizi di punta del navigatore olandese per la gestione in real-time della viabilità.
La città più trafficata d’Italia si conferma Milano: da marzo 2011 le sue arterie principali si sono intasate del 4,4% in più rispetto allo scorso anno. Al secondo posto Napoli, che supera Roma raggiungendo il 30,4% di congestionamento (+ 4,2% rispetto lo scorso  anno).
Alla città eterna, però, spetta il non invidiabile primato della strada più intasata d’Italia: è la Via Tiburtina, 6.000 metri infiniti che portano da Piazzale Tiburtino verso la periferia romana in direzione Pescara. All’altezza di via Monti Tiburtini – spiega l’Osservatorio TomTom – l’epicentro della paralisi: uno stretto budello imprigiona infatti gli automobilisti che, dalle 7 alle 9 del mattino, arrivano a impiegare il 350% del tempo in più per percorrere di tratto di strada, passando dai normali 7 minuti e mezzo ai 34 minuti.
Milano e il suo hinterland, quasi a giustificare il primato complessivo in classifica, piazzano ben quattro vie nella top ten: in 3° posizione Via Vittorio Veneto, a Cassano d’Adda, periferia est di Milano, in quarta posizione Viale Lunigiana, tratto della circonvallazione esterna,  al nono posto via Porpora e al decimo e via Pontaccio.
Torino si trova al quinto posto come dato complessivo e  Via Cigna, la via che dalla periferia punta al centro cittadino tagliando Porta Palazzo, si classifica settima.
La classifica completa delle 10 città più trafficate:
  1. Milano
  2. Napoli
  3. Roma
  4. Genova
  5. Torino
  6. Bologna
  7. Padova
  8. Modena
  9. Verona
  10. Bari


Le 10 vie più trafficate:

  1. Via Tiburtina, Roma
  2. Corso Umberto I°, Napoli
  3. Via Vittorio Veneto, Cassano d’Adda (MI)
  4. Viale Lunigiana, Milano
  5. Viale Giosuè Carducci, Livorno
  6. Via Amendola, Bari
  7. Via Francesco Cigna, Torino
  8. Via Stelvio, Morbegno (SO)
  9. Via Nicola Antonio Porpora, Milano
  10. Via Pontaccio, Milano

Fonte: Corriere della Sera, Panorama

Giovedì, 19 Gennaio 2012 10:19

Biella Outdoor

All'interno del panorama Biella Outdoor, vi trovate ora nel portale dell'ATL Biellese dedicato alla Mountain Bike.
Il Biellese è una zona che ben si presta alle escursioni in mountain bike sia per la varietà dei percorsi, adatti a soddisfare le esigenze più disparate, sia per la tranquillità dei luoghi, oltre che per la bellezza dei suoi panorami. I tracciati proposti alternano tratti di fondo sterrato a tratti in asfalto ed attraversano zone ricche di boschi, prati, colline e aree pianeggianti. La vocazione del territorio Biellese per gli sport all'aria aperta è confermata dai percorsi, dalle infrastrutture e dai servizi dedicati a tutte le principali attività outdoor. Per gli appassionati di Mountain Bike c'è solo l'imbarazzo della scelta; tra luoghi suggestivi, più di 1000 km di percorsi ciclabili, dalle facili carrarrecce che attraversano i boschi della Serra ai più impegnativi single-track della fascia alpina. Itinerari multiformi, ricchi di saliscendi, che presentano difficoltà tecniche differenziate fra i quali il ciclista potrà scegliere i più adatti alle proprie condizioni fisiche e di allenamento.

  • sito internet
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  • P.zza V. Veneto, 3 - 13900 Biella Tel. 015/351128 Numero Verde  800 811 800 Fax 015/34612
Giovedì, 19 Gennaio 2012 10:14

Bici Club 2000 Borgomanero

Il Bici Club 2000 Borgomanero sorse nel 2000, come dice la denominazione, con primo presidente Luigi Cerutti, scomparso il giorno di Natale del 2006, che rimane sempre legato all'immagine della squadra che creò con Carluccio Briolotti.

Ormai arrivata al decimo anniversario la società cerca di portare avanti il suo progetto di formazione di nuovi atleti capaci di portare in alto il nome della Squadra.

  • sito internet
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  • sede: V.LE MARCONI 89 28021 - BORGOMANERO - NO Telefono: 0322 842137 Fax: 03221983194
VIA GRAVERE,16, TORINO, Piemonte, 10145, Italy
Phone: 0119348016
Fax: 0119348016
Email:
 
 
Giovedì, 19 Gennaio 2012 09:54

L'Associazione Worldbike

Il 7 giugno 2005 abbiamo deciso di costituire l’Associazione “Worldbike”, una libera Associazione a fini culturali, educativi e sportivi, apartitica e apolitica, con durata illimitata nel tempo e senza scopo di lucro. L’Associazione ha come scopo lo sviluppo e il coordinamento della disciplina del ciclismo e di tutte le attività culturali, formative e ricreative ad essa correlate collaborando con enti e istituzioni, nell’ambito pubblico e nell’ambito privato, sia per la difesa e la conservazione del territorio che per svolgere attività educativa a tutela del patrimonio ambientale e culturale.
L’Associazione persegue inoltre altri scopi particolari ma essenziali quali:
- proporsi come luogo di incontro e di aggregazione nel nome di interessi culturali comuni assolvendo alla funzione sociale di maturazione e crescita umana e civile, attraverso l’ideale dell’educazione permanente;
- allargare e completare gli orizzonti didattici di educatori ed operatori sociali e culturali affinché sappiano trasmettere l’amore per l’ambiente e per lo sport come un bene per la persona ed un valore sociale. - promuovere e favorire scambi di informazione di interesse comune tra gli associati e tra essi ed altri enti economici e finanziari in Italia e all’estero;
- compiere ed incoraggiare studi, pubblicazioni e raccogliere dati e notizie anche in campo internazionale, che possano interessare l’attività dell’Associazione;
- tutelare gli interessi morali, professionali e giuridici dei propri associati;
- svolgere in genere tutte le attività che si riconoscono utili per il raggiungimento dei fini che l’Associazione si propone.
L’Associazione, per il raggiungimento dei suoi fini, intende promuovere varie attività, in particolare a titolo esemplificativo e non tassativo:
- attività di formazione: con corsi di perfezionamento e aggiornamento teorico/pratici per tutti gli associati, educatori, insegnanti, operatori sociali ed economici o semplici appassionati.

  • sito internet
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  • sede: Via Elva 18. Valle VARAITA - Sampeyre (CN)
Giovedì, 19 Gennaio 2012 09:44

Tra la Val Grande di Lanzo e Valle Tesso

Percorso ad anello, dallo sviluppo kilometrico contenuto, ma che affronta un buon dislivello in relazione alla lunghezza e che permette di cimentarsi con tutte le varianti in cui si può imbattere il cicloescursionista. Si percorreranno tratti su sentieri lastricati, sterrati e discese su scalini; tratti di asfalto e facili sterrati, nonché un tratto in salita su sentiero non ciclabile da affrontare con bici a spalla.

 

  • Partenza Pessinetto (To) - Parcheggio di fronte Trattoria "l Circul"
  • Dislivello 1140 m
  • Sviluppo 24 km
  • Difficoltà: BC/BC+ (Scala di difficoltà)
  • Periodo Da aprile a ottobre
  • Cartografia IGC 1:50.000 n. 2 Valli di Lanzo e Moncenisio
  • Accesso SP Valli di Lanzo
  • Descrizione

Valdostane Lasciata l'auto sul parcheggio antistante la Trattoria "'l Circul" (canoa appesa alla facciata), si percorrono pochi metri sulla Provinciale in direzione Ceres per imboccare subito una stradina in discesa e quindi il sottopasso della ferrovia a sx. Si attraversa quindi il bel ponte in legno sulla Stura (visibile dal parcheggio) e quindi si va a dx sulla vecchia mulattiera che congiungeva Pessinetto all'abitato di Mezzenile (fare attenzione al fondo scivoloso in caso di pioggia recente).
In leggera salita si supera una Cappella e quindi un caratteristico ponte in pietra e si prosegue fino a trovare l'asfalto di Via Murasse che scende da Mezzenile. Sulla destra imbocchiamo una larga scalinata in pietra che ci permette di raggiungere la fraz. Sabbioni. Si costeggia la ferrovia su asfalto, si attraversa la Stura e si giunge alla Provinciale che si percorre in salita (sx) fino al semaforo dove andremo a dx per Procaria. All'inizio del paese si imbocca Via Vernetti sulla dx e quindi subito a sx, Via Passiolo, che si inoltra nel bosco, dapprima su asfalto e quindi su sterrato.
Ad una radura (km 3,43 - 708 m) lo sterrato inizia a scendere e raggiunge la provinciale nei pressi dell'abitato di Fè. Si scende per un centinaio di metri a sx sulla provinciale fino a superare un paio di case: sulla dx, delimitata da una catena, scende una pista erbosa che, dopo un paio di tornanti supera un torrentello e si inoltra in un fitto bosco fino a costeggiare un depuratore di recente costruzione. Di qui parte uno sterrato carrozzabile fino ad un'azienda agricola dove ritroviamo l'asfalto. Lo abbandoniamo subito per attraversare un ponte pedonale in legno sulla Stura. Si gira subito a dx prima delle case poste sull'altra sponda (Regione Ponti) su un sentiero che attraversa prima un cortile e poi un prato (fare attenzione se vi è l'erba alta in quanto la traccia potrebbe essere poco visibile) e si raggiunge l'asfalto di Via Cantoira. Si riattraversa la Stura e si risale fino a Fè, dove si attraversa la Provinciale e si seguono le indicazioni per Cernesio.
Giunti nei pressi dell'abitato, si va a dx in Via Brusiera e si prosegue su ripido asfalto con numerosi tornanti nel bosco tralasciando tutte le deviazioni. Giunti a quota 950m, dopo 8,5 km si lascia l'sfalto (che prosegue verso il Passo della Croce e Chiaves) e si svolta a sx su sterrato (catena) seguendo le indicazioni per S. Giacomo. La salita alterna tratti più ripidi ad altri meno impegnativi, fino ad un nuovo bivio a dx (indicazione per S. Giacomo) dove si affrontano stretti tornanti erbosi fino a quota 1195m (km 10,50). Qui, in prossimità dell'ultimo tornante (proseguendo sulla strada si sale ancora per 200m e si giunge ad una baita dove la strada finisce), si imbocca la mulattiera che si stacca sulla sx (segni biancorossi sugli alberi e sulle rocce) e si risale, bici in spalle o a fianco, dove la larghezza del sentiero lo permette, fino ad un gruppo di baite dove e possibile risalire in sella per pochi metri. Si riprende a salire nel bel bosco di faggi, si attraversa una pietraia e si intravede tra gli alberi più radi la Baita San Giacomo, di proprietà del CAI di Lanzo che l'ha ristrutturata negli ultimi anni.
Il sentiero raggiunge un bello sterrato erboso poco a monte della Baita dove è possibile rifornirsi di acqua. Si sale ancora in un bellissimo bosco di betulle con sottobosco di mirtilli (e genziane fiorite tra aprile e maggio), fino ad un bivio: scendendo sulla sx si raggiunge in poche centinaia di metri la Chiesetta di San Giacomo, ben visibile e da cui si può ammirare il bellissimo panorama sulle testate della Val Grande e della Val d'Ala separate dalla dorsale che culmina nel Santuario di Santa Cristina, proprio davanti a noi.
Proseguendo sulla destra si costeggia una baita ristrutturata con un bel murales e si giunge ad un nuovo bivio: a sx si scende verso Vru e Cantoira, mentre a dx con poche pedalate raggiungiamo il Colle San Giacomo, ampia radura erbosa che divide la Val Grande di Lanzo dalla Valle Tesso (1458 m - 12,2 km). Scendiamo su sterrato (o in alternativa su un bel sentierino ciclabile più diretto che corre a sx della strada) fino alla carrozzabile che da Chiaves porta al Lago di Monastero, la attraversiamo e proseguiamo su un sentiero (segni biancorossi) che scende sulla dx in prossimità di un cippo eretto in ricordo di due partigiani caduti nel corso dell'ultimo conflitto.
Il sentiero è in gran parte ciclabile (80%), ma occorre prestare molta attenzione, soprattutto nella prima parte in quanto vi sono roccette affioranti e qualche salto che sconsigliano di rimanere in sella, a meno di essere dotati di ottima tecnica. La seconda parte risulta più scorrevole fino a raggiungere un più ampio sterrato che proviene dal Santuario di Marsaglia. Si prosegue in discesa fino a ritrovare l'asfalto in prossimità di un Pilone votivo. Si scende ancora fino alla Fontana Sistina (acqua) e quindi a Chiaves.
Dalla piazza del paese si affronta una breve salita in direzione Gisola e su ampio sterrato si scende sulla cresta spartiacque tra le due valli. Ad un primo bivio si trascura la deviazione di dx, che porta direttamente a Gisola, ma si prosegue sulla sx fino ad incontrare l'asfalto, evitando le numerose deviazioni che portano ad abitazioni sparse sulla montagna. Prima di giungere all'abitato di Tortore, dominato dall'imponente struttura del Santuario di Sant'Ignazio, ben visibile anche dalla pianura avvicinandosi alle valli di Lanzo, si imbocca una stretta stradina asfaltata sulla dx che dopo pochi metri finisce al cancello di una villa. Su sterrato si costeggia il muro di cinta della villa, purtroppo invaso da vegetazione e rovi per un breve tratto, percorrendo la vecchia mulattiera che univa Tortore a Gisola. Superata la villa il sentiero ritorna ben ciclabile e termina a Gisola, dopo aver superato un nuovo tratto di pochi metri invaso dai rovi. Si attraversa un piccolo campo sportivo e, attraverso la case del paese, si sbuca di fronte alla chiesa e di qui si raggiunge la SP 30 che unisce Pessinetto a Sant'Ignazio.
Si scende in direzione Pessinetto ed al secondo tornante si abbandona l'asfalto e ci si inoltra sulla dx nel bosco imboccando la bella mulattiera, recentemente ripulita dal CAI di Lanzo, che unisce Gisola con Pessinetto Fuori. E' necessario fare attenzione in quanto non è segnalata e non risulta visibile dalla strada a causa della folta vegetazione. La mulattiera scende con moderata pendenza ed è interamente ciclabile con un minimo di tecnica in prossimità di tratti più sconnessi o piccoli gradini di roccia fino ad un bivio: ci manteniamo sulla dx con indicazioni per Fraz. Costa, mentre proseguendo a sinistra si scende al Funtanass, sulla SP 30. Un bel sentiero a mezzacosta, interrotto in tre punti che ci obbligano a scendere dalla bicicletta per pochi metri a causa di frane e torrentelli, ci porta ad attraversare un prato e quindi ad un pilone votivo con bivio per Procaria. Si scende a sx ed in breve si giunge alle prime case della frazione Costa dove occorre scendere dal mezzo per affrontare una ripida scalinata con curva che termina davanti alla chiesetta di San Giuseppe. Di qui si raggiunge la SP 30 che si percorre a dx in discesa fino alle case di Pessinetto Fuori. Attraversato il paese si scende ancora su Pessinetto giungendo in breve alla SP delle Valli di Lanzo in prossimità del parcheggio dove abbiamo lasciato le auto.
Varianti Per chi non se la sentisse di affrontare lunghi tratti tecnici, scendendo dal Colle San Giacomo, giunti all'asfalto che porta al lago di Monastero, è possibile seguirlo in discesa fino a Chiaves ed evitare la prima mulattiera. Analogamente, dall'abitato di Gisola si può scendere su asfalto fino a Pessinetto evitando la seconda mulattiera che porta a frazione Costa. Note Itinerario sconsigliato in caso di pioggia.

 


Legenda difficoltà bici da corsa

  • Legenda difficoltà BICI DA CORSA
    Legenda difficoltà BICI DA CORSA

    Difficoltà: La valutazione della difficoltà dei percorsi in bici da corsa prende in considerazione la lunghezza e il dislivello del percorso.

Scala cicloturismo in MTB

Legenda difficoltà trial

  • Legenda difficoltà TRIAL
    Legenda difficoltà TRIAL

    Singletrail-Skala: comprende sei gradi di difficoltà che vanno da S0 fino a S5 e valuta esclusivamente le difficoltà tecniche che riguardano un sentiero, sia esso pianeggiante, in salita o in discesa.

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