Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.
Andare da Lecce a Venezia e ritorno. Sarà possibile se Ve.Le, la ciclovia ideata dall'Università di Teramo, verrà realizzata. Per farlo servirà la cooperazione di istituzioni, enti, privati e singoli cittadini. Un'opportunità da non perdere per valorizzare il territorio e rilanciare il turismo "slow" in Italia.
1.100 chilometri in bicicletta: da Lecce a Venezia. È questo un nuovo progetto, noto con la sigla Ve.Le, che è nato all'interno del dottorato internazionale in Sociology of regional and local development dell'Università di Teramo.
L'ideatore è l'architetto Raffaele Di Marcello che, al momento, sta completando uno studio di fattibilità, che comprende anche una stima dell'investimento economico necessario per realizzare il progetto. Il ricercatore si sta anche occupando di creare un network tra istituzioni, enti, associazioni, imprese e cittadini in modo da attivare politiche di sviluppo sociale.
L'idea prende spunto da VenTo, il percorso ciclabile che dovrebbe collegare Venezia a Torino passando per Milano e che si vorrebbe realizzare in occasione di Expo2015. Un progetto che, nonostante i bassi costi di realizzazione (80 milioni di euro da dividere tra investimenti pubblici e privati) fa ancora fatica a vedere la luce.
La ciclovia che collegherà la Puglia al Veneto è stata disegnata sulla base di percorsi tracciati da Fiab – Federazione italiana amici della bicicletta per la rete cicloturistica BicItalia. Alcuni di questi tracciati sono già realizzati, mentre altri sono in fase di progettazione.
Il percorso preventivo corre, per la maggior parte, accanto alla strada statale n. 16 "Adriatica" e coincide con il ramo n. 6 di BicItalia che collega Santa Maria di Leuca (Le) a Ravenna. Incluse nell'itinerario ci sono diverse aree naturali e il parco nazionale del Gargano, oltre a decine di città storiche e artistiche.
Un'occasione importante per valorizzazione il territorio e fare business. Basta guardarsi in giro per rendersi conto che investire nelle due ruote conviene. Vienna ha guadagnato 71,8 milioni di euro nel 2010 grazie all'indotto derivante dalla ciclovia del Danubio. E anche in Italia, solo grazie alla ciclabile del Garda, si sono avute ricadute economiche per oltre 75 milioni di euro nel 2009.
Un'opportunità da non perdere, dunque, per rilanciare il turismo leggero e "slow" in Italia.
fonte: Virgilio
L'invenzione della coppia di San Francisco sfrutta invece un paio di anelli per l'interno e l'esterno di ogni ruota. Ciascuno dei cerchi è equipaggiato con una serie di 12 Led: quando tutto è pronto, la bici disporrà di 48 luci pronte a splendere. Sfornando effetti a dir poco spaziali.
Ovviamente, non tutte le luci si accendono in contemporanea: una combinazione di magneti e accelerometri tiene sotto controllo il movimento e la pedalata in modo da metterne in funzione solo otto per ruota, a seconda della posizione. Il tutto per creare l'effetto visibile nelle foto, vale a dire una simmetria fra la ruota anteriore bianca e quella posteriore rossa.
Anche l'avventura di Revolights, come ormai moltissime piccole-grandi idee che stanno rivoluzionando design e progettazione, è scattata grazie a una campagna su Kickstarter: "Il calcio d'inizio è stato battuto da una vittoriosa campagna sul portale di crowdfunding, che ha coinvolto oltre 1.400 generosi sostenitori, per un totale di 215mila dollari", racconta la coppia di designer, che lavora all'ida da un paio d'anni.
Alla fine, il sistema – che si perfezionerà in futuro: Frankovich e Pettler stanno già pensando di aggiungere una dinamo per eliminare la batteria e rendere Revolights autonomo – è acquistabile negli Stati Uniti e in Canada e presto sbarcherà, mano a mano che si adeguerà alle normative locali, anche in Europa. Questo non toglie, ovviamente, che lo si possa acquistare online. E iniziare bearsi della propria pedalata notturna.
fonte: wired
Ma ci sono dei consigli per ridurre al massimo i rischi.
Le luci non sono un optional, meglio i fanali con la dinamo, luce bianca davanti, luce rossa dietro, che non si scaricano.
Altre soluzioni ecologiche: le pettorine o bretelle rifrangenti.
Sembra una banalità, ma uno degli errori più frequenti è seguire gli stessi itinerari che si percorrono in auto, per avere la mappa delle piste ciclabili in tutta Italia, potete consultare il sito internet: piste-ciclabili.com.
Dai sensi vietati ai semafori: riguardano anche i ciclisti, trasgredirle mette a repentaglio la sicurezza, non violate, quindi, il codice della strada.
Guardate sempre dentro le auto vicine per rendervi conto se chi guida vi ha individuato o è distratto.
Non state troppo a destra: non è un controsenso, perchè se la via ha molte traverse chi si mette nella vostra corsia tende a guardare al centro, per controllare se arrivano auto, e potrebbe non vedervi.
Attenti ai veicoli parcheggiati: osservate se nell'auto ferma c'è qualcuno per anticipare aperture improvvise della portiera.
Ai semafori fermatevi nei punti visibili: piazzatevi davanti e a destra dell'auto o dei camion e segnalate i cambi di direzione.
Attenti agli angoli ciechi, i blind corner: sono gli spazi attorno ai veicoli che non sono visibili dal posto di guida.
Se vi trovate in queste zone il conducente non si accorge della vostra presenza.
Fonte: cervelliamo.blog
La bici elettrica promette di rivoluzionare il modo di vivere la città e sono all'ordine del giorno politiche che la favoriscono e iniziative e finanziamenti che ne agevolano l'uso e l'acquisto.
La bicicletta elettrica funziona come una bici normale, ma ha incorporato un motore elettrico che consente la pedalata assistita. Questo permette di spostarsi con più facilità e di affrontare anche tragitti più impervi. Una bicicletta elettrica Donauer Solar, ad esempio, è disponibile in diversi modelli, dai più semplici ai più tecnologicamente evoluti, che potranno soddisfare le esigenze delle diverse pedalate.
In che modo la bicicletta elettrica cambia lo stile di vita dei cittadini? Con l'agevolazione della pedalata assistita la bicicletta elettrica può diventare un modo per sostituire l'auto o i mezzi pubblici, che sono sempre più costosi. La bicicletta non produce nessun inquinante o gas serra e si propone quindi come mezzo ecologico per eccellenza.
Sono molte le città che, oltre a promuoverne l'utilizzo con incentivi per l'acquisto, stanno anche procedendo in due direzioni.
La prima riguarda la creazione di una rete di bike sharing: un numero di biciclette a disposizione dei cittadini che possono prenderle in un luogo della città e lasciarle in un altro, pagando con una tessera magnetica a scalare o con abbonamenti. Per questo sono in fase di progettazione e installazione delle apposite pensiline per ricaricare le batterie delle bici.
La seconda strategia riguarda la percorribilità delle città in bicicletta. Se pensiamo a Roma, per esempio, non ci viene certamente in mente una città a misura di bicicletta. Ma questo problema non riguarda solo le grandi metropoli: a volte anche le piccole cittadine sono prive di piste ciclabili. Eppure negli ultimi mesi si assiste ad una maggiore cura di questo aspetto da parte delle amministrazioni con la creazione di zone di rispetto, zone pedonali, zone a traffico limitato, e piste ciclabili ben strutturate che aiutino i cittadini a fare della bicicletta non più solo un modo per rilassarsi o fare sport, ma un vero e proprio mezzo per la mobilità cittadina.
Un esempio è quello di Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma, che ha proposto un piano per la realizzazione di 1650 chilometri di pista ciclabile in alcune zone della città. A Roma infatti c'è ancora molto da fare: solo 4 persone su 1000 si muovono in bicicletta. A Berlino invece, sono 10 su 100.
Fonte: Gaia News
La tratta13, l´Iron Curtain Trail è la più entusiasmante: tutto nasce dal progetto dell'eurodeputato tedesco dei Verdi Michael Cramer, che impegnato in campagne per ridurre le emissioni di Co2, dal 1979 vive senza automobile. La cortina di ferro che ha diviso negli ultimi cinquant'anni l'Europa dell'Est e dell'Ovest dà oggi il nome ad un percorso ciclabile che una volta completato si estenderà per oltre 10 mila km dal Mare di Barents al Mar Nero, attraversando 20 paesi, 14 dei quali dell'Unione europea. L'Iron Curtain Trail offre una varietà incredibile di paesaggi e la possibilità di incrementare un turismo sostenibile in aree particolari, come nella European Green belt. Un corridoio che si snoda per più di 12 mila km collegando 24 paesi lungo l'ex cortina di ferro. Si tratta di una zona in cui non essendoci stata attività umana per molti anni, hanno trovato rifugio specie animali e vegetali minacciate di estinzione. L'Iron Curtain Trail garantisce quindi uno sviluppo regionale sostenibile, promuove la tutela del patrimonio naturale europeo, e stimola un turismo "verde" che non incide negativamente su ecosistemi e habitat importanti per la biodiversità. Il progetto è ambizioso: non solo esempio di soft mobility, ma anche simbolo della riunificazione e dell'identità europea. Una volta completato l'Iron Curtain Trail dovrebbe portare un milione di vacanze in bici e 5.3 milioni di daytrips, per un totale di 521 milioni di euro.
Con uno sviluppo non omogeneo in Europa, il ciclo turismo cresce in Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Svizzera e Paesi Bassi. Ad aumentare non sono soltanto i percorsi, ma anche il numero di agenzie che offrono questo tipo di vacanze: si calcola che ogni anno sono circa 20 milioni le vacanze in bici, per un costo totale di 9 milioni di euro. Un turismo più che sostenibile sì, ma costoso. In media un cicloturista genera il 66% di Co2 in meno rispetto al turista classico, ma ci si sta muovendo affinché un numero maggiore di Paesi europei permetta il trasporto di bicilette nei treni, autobus e traghetti. L'obiettivo è quello di incoraggiare ad utilizzare trasporti pubblici per raggiungere le ciclo destinazioni, con un impatto ambientale minore rispetto a quello che si avrebbe usando automobili private o il trasporto aereo. Proprio grazie alle conseguenze estremamente positive a livello ambientale ma anche sociale ed economico l'EuroVelo può portare, nel 2011 il Parlamento Europeo e la Commissione Trasporti e Turismio ha votato affinché venisse inserito nel TEN Trans-European transport network.
di Benedetta Michelangeli - blog.rinnovabili
Una mattina d'autunno gli allievi della terza R Costruzioni Ambiente e Territorio dell'Istituto Erasmo da Rotterdam di Nichelino, accompagnati da tre impavidi professori (Isabella Alessi, Anna Maria Romeo e Roberto Belli), si sono ritrovati nel cortili della scuola tutti muniti di bicicletta.
Il tempo ci ha assistiti e la legge per il momento ci ha risparmiato l'utilizzo dei caschi protettivi, ma non quello dei giubbotti catarifrangenti, ormai indispensabili. Il viaggio è stato effettuato in tutta sicurezza, preceduto da un apposito corso sulle norme stradali, tenuto in classe dal prof. Belli.
Il percorso era interamente su pista ciclabile, in mezzo alla natura, attraverso i parchi del Boschetto di Nichelino, delle Vallere e del Valentino dove si è concluso il viaggio di andata.
La visita al borgo medioevale di Torino è stata interessante perché la nostra guida aveva una grande capacità di coinvolgere noi ragazzi, grazie alle notizie curiose ed interessanti, diverse da quelle studiate abitualmente a scuola. A fine mattinata, sempre in bici, siamo rientrati a scuola un po' delusi dopo aver scoperto che quel bellissimo borgo è in realtà una ricostruzione. Per il resto l'uscita è stata molto suggestiva, divertente ed istruttiva. Speriamo che questa bella esperienza si possa ripetere.
Mattia D'Agnielli
Justina Sarà
Luca Sgambelluri
Dejanira Trotta
Fonte: Comune di Nichelino
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