Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.
E' quanto sostenuto dalla Carta di Bruxelles, il documento firmato nell'Europarlamento il 15 maggio 2009 durante la giornata conclusiva della XV Conferenza internazionale sulla ciclabilità Velo-City, che si prefigge di incentivare l'uso dei "pedali" per gli spostamenti in città.
Le città firmatarie, compresa la città di Torino, si sono impegnate araggiungere almeno il 15% di spostamenti in bici nel proprio territorio entro il 2020.
Per raggiungere un obiettivo di questa portata è indispensabile un forte echiaro impegno politico. Il piano ciclistico della città (Biciplan) è lo strumento fondamentale per dar corpo a questo impegno, è l'insieme organico di progetti e azioni volte a incrementare l'utilizzo della bicicletta sia attraverso soluzioni tecniche sia con attività promozionali e culturali. Rendere più facile e sicura la mobilità con particolar attenzione all'utenza debole, pedonale e ciclabile, è un obiettivo importante dell'amministrazione. Il piano ciclistico può diventare lo strumento perché questo avvenga.
Infatti il piano si configura come l'insieme organico di progetti e azioni utili a rendere più facile e sicuro l'uso della bicicletta in città; il Piano si inquadra all'interno del Piano della Mobilità sostenibile (PUMS)ed in coerenza con lo stesso definisce le priorità d'intervento. Già a partire dai primi anni '90, la città aveva investito risorse e realizzato percorsi ciclabili in parte lungo alcuni assi viabili, in parte lungo le sponde dei fiumi e nei parchi. A fine 2003 la rete ciclistica cittadina aveva uno sviluppo di circa 60 Km lungo la viabilità, e di circa 20 km nei parchi urbani e fluviali. Nel febbraio del 2004, la Città ha approvato il "Piano degli itinerari ciclabili", quale piano di dettaglio del Piano Urbano del Traffico.
A fine 2012 la città è dotata di un sistema di piste/ percorsi ciclo-pedonali e aree pedonali, per uno sviluppo complessivo di circa 175 km (125 lungo la viabilità e 50 nei parchi).
Scarica le slide (Pdf) del piano della mobilità coclabile Biciplan
Fonte: Direzione Infrastrutture e Mobilità del comune di Torino
Provvedimenti anti-smog: la proposta del coordinamento Bike Pride
Le 5 pedonalizzazioni "shot".
Premessa
Sulla questione smog proponiamo un cambio di approccio al problema. Inquinamento, viabilità, trasporti e problemi di inefficienza del traffico, urbanistica e fruizione degli spazi pubblici ma anche sicurezza stradale fanno parte in modo organico dello stesso sistema: inutile ogni volta trattarli separatamente o a compartimenti stagni.
La proposta
In linea con le proposte dell'amministrazione e con la volontà dei cittadini proponiamo che vengano individuati 5 isolati con opportuni requisiti nelle zone centrali e limitrofe al centro da chiudere al traffico attraverso un intervento di pedonalizzazione parziale che chiamiamo "pedonalizzazione shot" (piccola, rapida, efficace).
Un modo per portare avanti interventi strutturali e lungimiranti ma con tempistiche d'urgenza, a basso costo e reversibili.
Un esempio.
1. Individuare 5 isolati di quartiere dotati di caratteristiche attraenti rispetto la pedonalità e la socialità (es. esercizi commerciali, di ristorazione, di ricreazione, ecc)
2. Chiudere un accesso alla via con elementi di arredo urbano (dissuasori, fioriere). Lasciare parzialmente libero l'accesso nella parte opposta (creando magari un effetto "portale" attraverso altre fioriere). Togliere i parcheggi.
3. Rendere più piacevole lo spazio con interventi di arredo (panchine, altre fioriere, rastrelliere per le biciclette). Complicare la possibilità di parcheggio abusivo (o si compromette l'esperimento).
4. Verificare l' "attratività sociale e commerciale" dell'isolato scelto dopo un periodo di prova. La chiusura alle auto e lo spazio riconsegnato alla pedonalità, nonostante la mancata riqualificazione totale, ha attratto movimento, passaggi, socialità, commercio?
5. Se la risposta è affermativa si procede con la pedonalizzazione totale e la posa del porfido (o altri materiali pregiati) secondo la disponibilità di fondi. Se la risposta è fortemente negativa la dismissione dell'area parzialmente pedonale non comporterebbe grandi sacrifici economici.
Perché questa proposta ?
Un metodo consolidato per ridurre il traffico (e i problemi legati ad esso) è arginare la fittizia scorrevolezza delle strade di quartiere. Il traffico ad alto scorrimento deve essere indirizzato verso le grandi arterie. L'utilizzo della viabilità di quartiere come scappatoia ai grandi corsi è deleterio per la vivibilità di zona e non comporta alcun beneficio alla residenzialità e al commercio. I piccoli isolati pedonali limitano questo uso improprio degli spazi e delle strade riconsegnando le aree ad un uso più sociale e intelligente .
Nel lungo, riduce il traffico complessivo (e quindi l'inquinamento) e induce a comportamenti più intelligenti/efficienti. A differenza di quanto si è portati a pensare, limitare gli spazi ad una forma di traffico non comporta uno spostamento del medesimo in altre aree ma, nel lungo termine, determina una diminuzione dello stesso derivante dal cambiamento di modello e di comportamenti relativo ai minori privilegi e alla minore disponibilità di spazio per esercitarli.
E' un provvedimento trasversale e democratico che può accontentare gli operatori del commercio e i residenti di zona.
E' un provvedimento strutturale e a basso costo che si può attuare in tempi rapidi. E' sufficiente un periodo di concertazione che permetta la scelta degli isolati (scelta che in parte può essere adeguata ai progetti già in stesura negli uffici dell'amministrazione).
E' un provvedimento reversibile. Se non funziona si torna indietro.
E' un provvedimento scalabile e migliorabile nel tempo a seconda delle risorse disponibili.
E' un provvedimento che non guarda solo alle soglie di pm10 ma più in generale alla qualità della vita.
Alcuni suggerimenti:
1. Via Roma, isolati fra Piazza Castello e Piazza San Carlo come già individuato dall'amministrazione (3 isolati)
2. Via Verdi da Via Roero di Cortanze a Via Giulia di Barolo (1 isolato). Tratto con poco traffico e alto numero di studenti e attività culturali, ricreative e di ristorazione.
3. Via Mazzini da Via Accademia Albertina a via San Massimo (1 isolato). Tratto di strada già in porfido con forte vocazione commerciale ma limitata da traffico e auto in sosta.
4. Via Baretti fra Largo Saluzzo e Via St. Anselmo (2 isolati). Area molto utilizzata a livello pedonale e sociale. Poco traffico e pochi posti auto da eliminare.
5. Via Principe Amedeo fra Via Delle Rosine e Via San Massimo. (1 isolato) Isolato di locali, con pista ciclabile e una forte presenza pedonale e con poco traffico.
6. Via Gaudenzio Ferrari (primo isolato tra via montebello e via st. Ottavio). A fianco della Mole Antonelliana, a differenza della parallela Via Verdi che attrae pedonalità e movimento, Via Ferrari si presenta quasi deserta, nonostante la posizione centralissima e i 5 locali commerciali.
7. Via Monferrato (isolato tra Via della Regina e Via ..). Angolo di alto pregio, costellato da numerose attività commerciali, sfrutta male la propria posizione e inclinazione, presentandosi come una strada gravata da parcheggi e traffico.
Fonte: biciebasta
Le rive dei laghi prealpini, con i parchi delle antiche ville, completano la grande offerta turistica di questa regione. Per cui pedalare in Piemonte suscita un interesse non solo culturale e ambientale, ma anche gastronomico. Una delle zone più interessanti per i cicloturisti, ancora poco conosciuta, è quella del biellese. Si tratta di una zona collinare a ridosso delle montagne che offre percorsi misti adatti a tutti immersi in un paesaggio di eccezionale bellezza. La panoramica Zegna, tra Rosazza e Trivero passando per Bielmonte, è ritenuta una delle strade più suggestive d'Italia, si snoda lungo fianchi di monti selvaggi tra scorci panoramici stupendi. L'Oasi Zegna, inaugurata nel 1993, che si estende tra Trivero e la Valle del Cervo nelle Alpi biellesi, in qualsiasi stagione ha sempre qualcosa da offrire, sia per una vacanza nel verde che per una gita domenicale. Molti dei 27 sentieri che attraversano l'Oasi, tutti accuratamente segnalati, sono percorribili in Mtb, la loro versatilità si adatta sia all'amatore più giovane, sia al biker esperto offrendogli anche passaggi estremi. A Torre Pellice in provincia di Torino segnaliamo tra i percorsi per mountain bike il sentiero che arriva al Barbara, raggiunge il Colle Barant per poi scendere al Pra, arrivare a Bobbio Pellice e ritorno. Per la bici da strada segnaliamo per gli amanti del pedale l'emozionante percorso Torre Pellice – Pinerolo – Perosa Argentina – Prali e ritorno.
Fonte: italybikehotels
Per conoscere nel dettaglio i percorsi ciclistici del Piemonte clicca qui
Percorsi CAI
Percorsi ATL
Tutto sta ovviamente a sapere come comportarsi in presenza di neve o ghiaccio sulle strade. Ecco qualche consiglio:
1. Freni: In caso di neve o ghiaccio l'uso dei freni dovrebbe essere circoscritto al minimo indispensabile. Frenare su superfici scivolose aumenta la probabilità di bloccare le ruote e, quindi, di perdere il controllo della bici. Il freno anteriore, in particolare, può rivelarsi il vostro peggior nemico: in caso di ghiaccio può bastare sfiorarlo appena per ritrovarsi sdraiati in mezzo alla strada a sguazzare nella poltiglia.
2. Evitare parti metalliche: tombini, grate e altre superfici metalliche d'inverno rischiano di trasformarsi in vere e proprie lastre di ghiaccio. Quando pedalate, cercate di mantenervi su asfalto, cemento e terra battuta.
3. Mantenere posizione verticale: fare delle curve in piega è una sensazione magnifica, ma è meglio riservarla per la stagione asciutta. In caso di neve o ghiaccio è quindi meglio rallentare prima di affrontare una curva in modo da restare in posizione perpendicolare alla strada evitando di sbilanciarci e sfruttando la massima superficie di contatto dello pneumatico sulla pavimentazione.
4. Le giuste coperture: con l'avvicinamento della stagione invernale è buona idea utilizzare delle coperture che garantiscono maggiore aderenza alla superficie stradale. Gli pneumatici tassellati da mountain bike o da ciclocross possono servire egregiamente allo scopo: la sezione maggiore e la mescola morbida tipica di queste coperture sono sinonimo di una maggiore tenuta di strada. Prima di uscire in strada è buona norma controllarne la pressione: se le gomme sono leggermente sgonfie hanno una maggiore superficie di contatto con la pavimentazione stradale che, ancora una volta, si traduce in una maggiore aderenza. Se la vostra bici ha i freni a disco potete montare delle fascette da elettricista attorno agli pneumatici per aumentare l'aderenza.
5. Usare i parafanghi. Può sembrare un consiglio scontato, ma per molti il parafango fa molto "sfigato". Se le strade sono sporche il rischio però è di ritrovarsi coperti in men che non si dica da quell'odiosa mescola di neve, terra, sale e morchia. Vale la pena chiedersi se fa più sfigato montare i parafanghi sulla bici o arrivare a destinazione sporchi e bagnati.
6. Meglio la fissa? Proprio per il pericolo che l'uso dei freni rappresenta per chi pedala sulla neve e sul ghiaccio, un'ottima soluzione può essere ricorrere ad una bicicletta a scatto fisso che costringendo ad un controllo costante della pedalata, svolge la funzione di una specie di ABS. Questo consente di avere dei rallentamenti progressivi impensabili utilizzando delle bici a ruota libera. Anche quando usiamo una bicicletta a scatto fisso, ricordiamoci però che il codice della strada impone la presenza dei freni su entrambe le ruote.
7. Mantenere i piedi caldi e asciutti. Pedalare con la pioggia o con la neve rischia di trasformarsi in un vero incubo se non teniamo al caldo le estremità del nostro corpo. Per proteggerci esistono diverse soluzioni: anfibi, scarpe in gore-tex o, addirittura, calzini impermeabili. Se non avete budget da spendere ma volete lo stesso tenere i piedi all'asciutto potete ricorrere al vecchio sistema di avvolgere i piedi in buste di plastica prima di indossare le scarpe e/o avvolgere le scarpe in sacchetti di plastica dopo averle indossate come se fossero delle galosce. Non sarà chic, ma i vostri piedi vi ringrazieranno.
8. Occupa il centro della corsia. è una buona pratica da adottare anche con il bel tempo: occupare il centro della corsia significa rendersi più visibile ed evitare di essere sorpassati in modo azzardato. In caso di neve diventa di fondamentale importanza: ai bordi della strada tendono ad accumularsi detriti e montagne di neve, pedalare sulla destra in queste circostanze significa aumentare il rischio di forature o di urtare inavvertitamente con i pedali oggetti o cumuli di neve perdendo in questo modo l'equilibrio.
9. Prediligi un rapporto leggero. In caso di fondo molle o sconnesso, un rapporto troppo duro può causare movimenti bruschi causando una perdita di equilibrio. Un rapporto leggero vi consentirà di reagire meglio agli imprevisti.
10. Pulizia e manutenzione: durante l'inverno, per scongiurare il pericolo di formazione di ghiaccio, le strade vengono abitualmente cosparse di sale che cercherà di infilarsi in tutte le parti meccaniche della vostra bicicletta corrodendole. Per evitarlo, curate la manutenzione della vostra bici mantenendola pulita e ingrassando accuratamente le parti meccaniche più esposte.
11. Sorridete. Pedalare è una gioia, anche d'inverno, anche con la neve o con la pioggia. Sorridete soprattutto quando in città superate le auto incolonnate a causa di qualche centimetro di neve: dimostrerete a tutti non solo che utilizzare la bicicletta è bello, ma anche che è il modo più veloce per attraversare la città, con qualunque tempo.
fonte: amicoinviaggio
I commercianti tedeschi hanno capito già da tempo che è vero invece esattamente l'opposto, e collaborano attivamente con le amministrazioni comunali per promuovere l'uso della bicicletta. Se ancora ce ne fosse bisogno, un nuovo studio, questa volta dagli Stati Uniti, conferma che a guadagnare da una diffusione dell'uso delle bici sono, fra gli altri, anche i commercianti.
Tutto il mondo è paese, e anche a Portland, città di più di 500'000 abitanti nello stato dell'Oregon, i commercianti sono soliti ostacolare ogni iniziativa che riduca il traffico o le aree per il parcheggio delle automobili. La dottoressa Kelly Clifton, della locale università, ha deciso di analizzare scientificamente la questione; con il suo team di giovani ricercatori, ha condotto una approfondita inchiesta sulle abitudini dei clienti di bar, ristoranti e "convenience stores", simili ai piccoli supermercati di quartiere.
I risultati della ricerca sono chiari: chi si reca negli esercizi commerciali in bici spende, al mese, una cifra maggiore, circa il 25% in più. L'incremento maggiore si registra nei "convenience stores": mentre l'automobilista medio vi spende 79,37 dollari al mese, questa cifra sale a 105,66 dollari per i ciclisti. La spiegazione di questo fenomeno è semplice: i ciclisti fanno meno acquisti in ogni singola visita, ma proprio per questo tornano più spesso al negozio; in questo modo, hanno più occasioni di fare acquisti imprevisti, e alla fine del mese spendono quindi di più.
È importante quindi continuare questi studi anche in altre città, per diffondere il messaggio che le bici fanno bene anche al commercio. D'altra parte, chi vorrebbe passeggiare, guardare le vetrine, entrare nei negozi, lungo una strada rumorosa, trafficata e puzzolente?
Fonte: amicoinviaggio
Fonte: bicisnob
Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.