Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.
Centinaia di famiglie in 4 città italiane si sono date appuntamento il 29 novembre per la "Bike to school", iniziativa nazionale per la rivendicazione di una mobilità più sostenibile. Molti i partecipanti anche a Roma che hanno deciso di portare i bambini a scuola con la bicicletta
L'iniziativa Bike to school ha avuto un riscontro davvero incredibile di partecipazione e mediatico. L'idea milanese ha fatto proseliti. A Roma le scuole coinvolte sono 38 sparse in 9 municipi: da Prati all'Esquilino, dal centro storico a San Giovanni, Trionfale, Salario, Tor Pignattara, Fonte Laurentina, Valle Aurelia, Boccea . Adesioni che sono aumentate anche grazie al tam tam sui social network, Facebook in testa. Solo per citare alcuni istituti: Di Donato, Bonghi, Buzzati-Serratella, Fonte Vittorino, Celio Azzurro, Nido San Gregorio, Principe di Piemonte, Montessori Villa Paganini, Pisacane, Regina Margherita.
Anna Becchi, mamma e attivista ciclista spiega: "L'evento lo abbiamo organizzato il 20 settembre con l'aiuto dei vigili in bicicletta che ci hanno dato le pettorine. Un'iniziativa piaciuta anche al Comune". Combattere il traffico della metropoli, ma non solo. A Napoli gli attivisti si sono attivati alla scuola Quarati, nel quartiere Vomero, a fine ottobre: "La nostra idea non è quella di intralciare il traffico — spiega il ciclista Francesco Busco — Ci siamo mossi in fila indiana, rispettosi, e abbiamo accompagnato i piccoli in sicurezza. Volevamo ispirarci alla critical mass originaria, come nacque a San Francisco: ovvero all'idea di chi voleva solo andare a lavoro in modo sicuro sicuro".
Connessi via Facebook, questi gruppi — molti dei quali sono vicini al movimento #salvaiciclisti — parlano, si influenzano ed esportano l'idea in altre città. Come a Bologna, dove quattro famiglie si stanno organizzando per far conoscere l'iniziativa in almeno altrettante scuole cittadine per essere pronti all'evento del 29 novembre, giornata in cui — più o meno contemporaneamente — le quattro città faranno partire serpentone di ciclisti e bambini in orario mattutino. Lontano dalle metropoli, comunque, realtà più piccole si organizzano già da tempo. Dal 2003 a Reggio Emilia il bicibus è una realtà solida e ben organizzata dal Comune: quattro linee che servono decine di scuole, con nonni, genitori e volontari che accompagnano i piccoli lungo percorsi stabiliti, segnalati e messi in sicurezza.
Fonte: roma.corriere.it
Dal 1985 signor Filiberto recupera i vecchi telai e regala una seconda vita a quegli oggetti abbandonati. Si definisce, ricorrendo a un termine bolognese, "solfanaio", una specie a metà tra il rigattiere e il riparatore. La sua passione è quella di rimettere a posto le biciclette. Si rivolgono a lui soprattutto gli studenti, quelli che non vanno in piazza Verdi a comprare biciclette rubate, spezzando così il fastidioso mercato nero delle due ruote.
Di solito impiega due settimane per rimetterle in sesto. Un telaio, che spesso assomiglia a una carcassa, viene "salvato" da Filiberto, pulito dalla ruggine. Poi rimette a nuovo i freni, i pedali e la catena. Le ruote le va a prendere a Imola. Fa il viaggio in treno e poi ritorna a casa caricandosi sulle spalle venti copertoni. "Quello è il numero massimo che riesco a portare. Purtroppo a Bologna non trovo copertoni di quella qualità, ma questi durano anni, lo posso garantire". Basco nero in testa, le mani impastrocchiate d'olio, Filiberto ha lavorato per una vita al mercato ortofrutticolo di Bologna, come facchino. Poi dopo aver detto addio all'automobile, rimane folgorato dalla bicicletta. Pur dedicando gran parte del suo tempo alla famiglia - "non riesco a stare lontano da mio nipote" - quattro ore al giorno le passe nel suo garage in periferia. Il motto, in salsa emiliana, è "non si butta via niente". Filiberto ritaglia dalla superficie dei divani la stoffa necessaria per coprire un sellino, oppure realizza dei cestini adattando vecchie scatole di metallo. Ha riparato biciclette degli anni Quaranta, oggi ancora perfettamente funzionanti. "Io non ne sapevo niente di biciclette. Poi ci ho messo le mani sopra e non me ne sono più allontanato", racconta mentre poggia sull'asfalto l'ultimo "ferro vecchio" vestito di nuovo.
Fonte: bologna.repubblica.it
Per fermare le stragi sulle strade si alleano la Rete per la Mobilità Nuova (cartello di oltre 150 associazioni), Aci e Ania. Primo obiettivo - da raggiungere nel nuovo Codice della Strada, ma anche da anticipare con ordinanze emesse direttamente dai sindaci - la riduzione a 30 km/h del limite all'interno delle aree urbane (o comunque la creazione di estese "Zone 30"). Una misura di civiltà e "salva vita" perché, come certifica l'Organizzazione Mondiale della Sanità, una riduzione del 5% della velocità media sulla rete viaria di una nazione può portare automaticamente alla riduzione di un terzo degli incidenti stradali mortali.
Così, mentre l'Aci aveva già firmato un impegno con Legambiente «per promuovere politiche di moderazione della velocità in ambito urbano», ora anche l'Ania - che associa le compagnie assicurative - concorda sulla validità delle misure di "rallentamento" delle auto in città. Di questo si parlerà oggi, dalle 9.30, in un dibattito promosso dalla Rete per la Mobilità Nuova presso la sede dell'Aci in via Marsala 8 a Roma. Con l'occasione saranno presentate le proposte di modifica al Codice della Strada elaborate da parte delle associazioni e verranno presentati i risultati della raccolta di firme lanciata lo scorso luglio, che è andata a gonfie vele. Intanto sono saliti a sette i capoluoghi di provincia italiani che hanno messo un freno alla velocità (Torino, Udine, Reggio Emilia, Ferrara, Catanzaro, Arezzo e Caserta); mentre la prima città ad aver introdotto il limite di 30 km/h su tutto il territorio comunale è stata Saronno all'inizio del 2011. L'esperienza torinese del quartiere Mirafiori ha dato risultati incoraggianti: incidenti ridotti al minimo e qualità della vita dei residenti nettamente migliorata.
Le esperienze all'estero
La prima città al mondo a introdurre il limite di 30 km/h sull'80% delle proprie strade è stata nel 1992 l'austriaca Graz. Parigi ora ha annunciato che entro fine autunno 560 km di strade saranno a 30 o 20 km/h. A Berlino le Zone 30 coprono circa l'80% delle strade secondarie; mentre a Londra ci sono più di 400 Zone 30 (l11% della rete cittadina).
Fonte: www.metronews.it
EuroVelo15 è probabilmente l’itinerario della rete Eurovelo in condizioni migliori, ed anche quello che è stato più facile realizzare, perchè esisteva già. EuroVelo15 infatti ricalca interamente la pista ciclabile del Reno. Il Reno è uno dei più importanti fiumi d’Europa, dal punto di vista geografico come da quello storico: è stato infatti uno dei confini geopolitici più importanti in Europa, e la valle del Reno è stata teatro di numerose battaglie, dai tempi dei Romani (e anche prima probabilmente) fino alla Seconda Guerra Mondiale.
Afghan Cycles, il film documentario sulle donne dell' Afghan Women's National Cycling Team, ambientato a Kabul e realizzato dalla giornalista Shannon Galpin, vincitrice del 2013 National Geographic Humanitarian of the Year.
Dalle pericolose strade afgane piene di camion e poi attraverso una tipica giornata a Kabul , il film condivide la storia intima di queste giovani donne coraggiose e passionali che si sentono libere solo quando sono in sella alle loro biciclette, destinate a vivere altrimenti in una realtà cruda ed opprimente.
La riforma del Codice della Strada è finalmente avviata. Il 2014 sarà l'anno del Codice della Strada, ma prima del Codice arriverà un decreto ministeriale che chiarirà molti aspetti e soprattutto potenzierà l'offerta di ciclabilità, settore importante e in crescita: negli ultimi due anni, dopo 50 anni, l'acquisto delle biciclette ha superato l'acquisto delle automobili, segnale che gli italiani sono più avanti della politica". Così all'Adnkronos il sottosegretario ai Trasporti Erasmo D'Angelis, a margine dell'incontro di oggi "Una velocità nuova per la sicurezza" organizzato da Rete Mobilità Nuova presso la sede Aci di Roma.
Di riforma del codice della strada e delle misure da adottare per ridurre il numero di incidenti stradali gravi si è parlato, settimana scorsa, a Roma al convegno organizzato dalla Rete Mobilità Nuova, coalizione che raggruppa circa 200 sigle nazionali e locali. Al centro dell'incontro le proposte avanzate in tema di mobilità dalle associazioni, in particolare proprio quella relativa al limite dei 30 km orari in città previsto dalla proposta di legge presentata dalla Rete, sostenuta da una petizione che ha raccolto 90mila firme.
"Le nostre richieste fondamentali sono quelle sulla sicurezza e sull'istituzione di zone 30 in area urbana, eccetto viabilità principale, una norma che non ha controindicazioni e che si comporta come un 'ombrello' che protegge non solo ciclisti, ma tutte le utenze deboli della strada - spiega all'Adnkronos Valeria Pulieri di Rete Mobilità Nuova - Una proposta fondamentale per adeguarci a un panorama europeo dove le zone 30 sono diffuse e portano moltissimi benefici anche economici perché favoriscono l'economia locale, la fruizione del territorio, la condivisione degli spazi".
"Vogliamo che le zone 30 - aggiunge Valeria Pulieri - diventino lo strumento attraverso il quale innescare un'invesrione di tendenza nella mobilità ad oggi rappresentanta quasi esclusivamete da quella automobilistica. "Oggi ribadiamo l'importanza di adeguarsi a questa nuova tendenza che ha visto aumentare i numeri della ciclabilità in Italia e che necessita soprattutto di nuove regole per essere favorita, incentivata e protetta".
Fonte: www.adnkronos.com
Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.