Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.
“Compratevi una bicicletta!” il libro di Federico Del Prete, che uscirà (contrariamente a quanto riportato nel video), il 28 marzo prossimo.
Scendi dalla macchina e monta in bicicletta: scoprirai un mondo nuovo, darai una svolta alla tua vita. A metà tra guida pratica e saggio semiserio, “Compratevi una bicicletta” riesce pienamente nel suo intento: convincervi che l’auto fa male. Con l’auto spendi e ingrassi; con la bici risparmi e sei in forma. Non ci credi? Leggi questo libro! Un motociclista convinto si trasferisce da Roma a Milano e si converte alla bicicletta. Partendo dalla propria esperienza e dalle due metropoli messe a confronto nei loro vizi e virtù sulla mobilità, Federico Del Prete ci insegna ad affrancarci dall’uso compulsivo della macchina, abbracciando in modo liberatorio e costruttivo la mobilità ciclistica; spiega come liberarsi definitivamente delle spese per l’automobile investendo in una bicicletta solida ed efficiente; con un linguaggio caustico e dissacrante, mette in evidenza le anomalie di comportamento che regolano la mobilità individuale di base nelle grandi città. Non soltanto attraverso dati statistici e prove scientifiche, ma anche dando voce a dialoghi e ad aneddoti raccolti sia dall’esperienza dell’autore sia dalla cronaca, questo libro dimostra come l’uso indiscriminato della viabilità a motore non sia più sostenibile e appartenga a un mondo già vecchio. È ora di cambiare.
Fonte: ediciclo.it
“Compratevi una bicicletta!” il libro di Federico Del Prete, che uscirà (contrariamente a quanto riportato nel video), il 28 marzo prossimo.
Scendi dalla macchina e monta in bicicletta: scoprirai un mondo nuovo, darai una svolta alla tua vita. A metà tra guida pratica e saggio semiserio, “Compratevi una bicicletta” riesce pienamente nel suo intento: convincervi che l’auto fa male. Con l’auto spendi e ingrassi; con la bici risparmi e sei in forma. Non ci credi? Leggi questo libro! Un motociclista convinto si trasferisce da Roma a Milano e si converte alla bicicletta. Partendo dalla propria esperienza e dalle due metropoli messe a confronto nei loro vizi e virtù sulla mobilità, Federico Del Prete ci insegna ad affrancarci dall’uso compulsivo della macchina, abbracciando in modo liberatorio e costruttivo la mobilità ciclistica; spiega come liberarsi definitivamente delle spese per l’automobile investendo in una bicicletta solida ed efficiente; con un linguaggio caustico e dissacrante, mette in evidenza le anomalie di comportamento che regolano la mobilità individuale di base nelle grandi città. Non soltanto attraverso dati statistici e prove scientifiche, ma anche dando voce a dialoghi e ad aneddoti raccolti sia dall’esperienza dell’autore sia dalla cronaca, questo libro dimostra come l’uso indiscriminato della viabilità a motore non sia più sostenibile e appartenga a un mondo già vecchio.
È ora di cambiare.
Fonte: ediciclo.it
A scuola? Meglio andarci in bici. Saranno 400 gli studenti che dal prossimo 21 marzo prenderanno parte al progetto promosso da Comune e Bicinsieme a favore della due ruote e della mobilità sostenibile.
Dal prossimo 21 marzo per gli studenti della don Milani, San Vitale e dell'istituto Puccini la sfida sarà arrivare in classe servendosi della bici, contribuendo così ad abbattere l'inquinamento e promuovendo l'uso della due ruote. Torna per il settimo anno il progetto “Biciantismog” promosso dal Comune di Parma e l'associazione Bicinsieme, con la collaborazione di Infomobility. Fino al 21 maggio tutti in sella dunque, totalizzando più viaggi possibile, in una vera e propria gara verde. I 400 ragazzi che prenderanno parte all'iniziativa riceveranno una scheda dove appuntare un bollino rosso ogni volta che useranno la bici, o cammineranno, per andare a scuola. A fine maggio un premio per tutti, ma i migliori - nelle edizioni passate c'è chi ha riempito tutta la scheda - avranno ulteriori premi e riconoscimenti. Al progetto - indirizzato a elementari e medie - parteciperanno le 17 classi della scuola Don Milani, cinque/sei classi della Iacopo San Vitale e le prime classi medie ed elementari del comprensivo Puccini. L'iniziativa - come illustrato dal presidente dell'associazione Andrea Mozzarelli - rientra nel progetto europeo “Asmartbike” e mira a promuovere l'uso della bicicletta così da ridurre l'inquinamento. “L'obiettivo è educare e abituare i ragazzi all'uso della mobilità sostenibile, utilizzando negli spostamenti, la bici”. Ulteriore cappello all'evento sarà la presenza, sabato 16 marzo al Puccini, dello scrittore-ciclista Emilio Rigatti, fondatore della filosofia dello spostarsi in modo lento, e autore de “La strada per Istanbul”, narrazione del viaggio a due ruote - insieme a Paolo Rumiz e Francesco Tullio Altan - da Triste a Istanbul.
“La mobilità sostenibile - spiega l'assessore all'Ambiente Gabriele Folli - interessa molto quest'Amministrazione. Stiamo cercando di fare tutto il possibile, compatibilmente con il bilancio, per spostare verso l'uso del trasporto pubblico e di mezzi come la bicicletta, che vogliamo far crescere proprio partendo dalla nuove generazioni”.
Fonte: Raffaele Castagno di parma.repubblica.it
Brescia è una città di ciclisti. Una ricerca condotta da Amici della Bici e Regione Lombardia, conferma la tendenza. In città quindici biciclette ogni cento automobili. In provincia gli «Amici» aprono sezioni a Pompiano e Borgosatollo.
A testimoniare la passione dei bresciani per le due ruote sostenibili sono i numeri in continuo aumento degli iscritti agli Amici della Bici, l'associazione ciclo-ambientalista fondata nel 1989 da Corrado Ponzanelli e presieduta da Giorgio Guzoni, che oggi ha aperto due nuove sedi distaccate a Borgosatollo e Pompiano. Secondo i dati di uno studio condotto in collaborazione con Regione Lombardia, sono oltre 20 mila i passaggi quotidiani di ciclisti che entrano ed escono da uno dei quattro punti di monitoraggio cittadini. In città la media è più che positiva, con il passaggio di 15 biciclette ogni 100 automobili. Se si considera che a Bolzano, la città più virtuosa d'Italia in fatto di biciclette, la percentuale è di 22 a 100, «ci si rende conto della grande e crescente passione dei bresciani per la bicicletta». Passione che in città trova una rete di strutture ad essa dedicate: prima fra tutte BiciMia, che solo nello stallo della Stazione ferroviaria ha media di 171 operazioni giornaliere in quattro ore di rilevazione, ma anche le decine di rastrelliere sparse in giro per la città e l'innovativa pensilina della Stazione che permette di parcheggiare il proprio mezzo in tutta sicurezza. Un modello comunque migliorabile. Specie nell'intermodalità tra la nuova metropolitana e le biciclette. Per gli Amici della Bici sarebbe sufficiente intervenire in tre direzioni: innanzitutto «lasciare libero l'accesso delle bici ai treni del Metrobus senza limitazioni orarie (al massimo mezz'ora durante l'orario di punta del mattino), ma anche istallare nuove postazioni di BiciMia all'interno dei quartieri, specie dove la distanza dalla prima fermata del Metrobus richiede 15 o 20 minuti di strada a piedi». A ciò andrebbero aggiunto "un ulteriore implemento delle rastrelliere vicino alle stazioni metropolitane, magari con la videosorveglianza". Oltre ai suggerimenti rivolti alle istituzioni, gli Amici della Bici per il 2013 propongono un calendario di eventi ricco di possibilità e calibrato sulle esigenze dei più allenati ma anche di chi non può e non vuole fare troppa fatica. Si va dalla gita alla scoperta delle superstiti mura bresciane e delle torri cittadine organizzata in collaborazione con gli Amici della Fondazione Civiltà Bresciana (17 marzo) al percorso Gimondi Bike e Montisola (28 aprile) fino alle più impegnative gite in Val Valeriana (26 maggio), Val Brembana (9 giugno) e Val Rendena 825 agosto). Il programma completo delle manifestazioni è consultabile sul sito www.amicidellabicibrescia.it. Tra le iniziative dell'associazione anche una raccolta fondi per sostenere il progetto della Fiab in aiuto ai terremotati dell'Emilia Romagna che prevede la realizzazione "di una pista ciclabile che unisca i comuni terremotati e si colleghi alla già esistente ciclopista del sole", ha ricordato il vicepresidente bresciano Gianni Busecchian. Ma non è tutto. Nelle scorse settimane gli Amici della Bici di Brescia hanno lanciato una nuova campagna per il recupero di tutte le biciclettine, seggiolini o carrellini che i bambini non utilizzano più e che, invece, se donati all'associazione "potranno essere riutilizzati dai figli e dai nipoti dei nostri associati".
Fonte: Elisabetta Bentivoglio di bresciaoggi.it
Maggiore attenzione all’ambiente da parte di tutti? Voglia di mettersi in forma? Mezzo più economico per eccellenza? Forse sì, sono tutti buoni motivi per cui gli italiani sempre più spesso scelgono di utilizzare la bicicletta, una rivoluzione nello stile di vita che segna l’inversione di rotta legato ai mezzi di trasporto.
Era dal Dopoguerra infatti che – merito anche del boom economico dell’epoca – le automobili rimanevano indiscutibilmente regine incontrastate delle vendite nella nostra Penisola. Gli ultimi dati disponibili (Censis) però hanno rivelato il cambiamento di rotta: 1.750.000 le biciclette vendute contro 1.748.143 di automobili immatricolate. Ma nello specifico come si comportano sulle strade e cosa ne pensano i cittadini della provincia lombarda che utilizzano le due ruote quotidianamente? L’ultima ricerca dell’Osservatorio Linear dei Servizi dà la parola al popolo dei ciclisti bresciani.
Partiamo dalla scelta del modello: la più amata dai cidnei risulta la mountain bike (52%) economica, robusta e facile da usare sia in città che su strade più tortuose mentre al secondo posto troviamo, la city bike (35%) veloce e agile nel traffico urbano, al terzo posto troviamo l’indistruttibile bicicletta “del nonno” (11%), un classico intramontabile e sempre amato, come confermato dai dati: 200 mila restauri solo nel 2011 (Confindustria Ancma).
Capitolo sicurezza: strade cittadine ancora non sicure, lo dichiarano ben 7 bresciani su 10 (66%), questa la fotografia che emerge dall’Osservatorio Linear. I motivi principali? Il 24% dei ciclisti si lamenta dello stato delle strade, dissestate e prive di manutenzione, il 19% non si sente sicuro per via degli automobilisti, a loro avviso indisciplinati, l’8% si lamenta delle piste ciclabili, troppo poche o addirittura inesistenti. Ma la sicurezza deve essere anche proattiva, sebbene ben il 65% degli intervistati afferma di non utilizzare il caschetto ed un 37% confessa di segnalare la propria presenza sulle strade con le luci di posizione molto raramente.
Cosa non sopportano i ciclisti bresciani degli automobilisti: al primo posto il mancato utilizzo delle frecce di direzione (47%), un 41% invece indica l’apertura delle portiere senza curarsi della loro possibile presenza, per il 34% sono sempre nervosi alla guida e parcheggiano spesso in doppia fila (27%).
Cosa non sopportano gli automobilisti cidnei dei ciclisti: i gruppi di ciclisti che circolano anche in modo affiancato non va giù al 59% degli intervistati, i quali rinfacciano agli utilizzatori delle due ruote di non segnalare mai i cambi di direzione (40%) e la loro presenza sulle strade con le luci (27%).
Fonte: giornaledibrescia.it
Da Londra ad Hong Kong in bicicletta. È l'avventura intrapresa da Rob Lutter, fotografo e scrittore britannico che ha intenzione di girare il mondo su due ruote: partito da Londra nel settembre 2011, ha pedalato per 550 giorni percorrendo 15mila chilometri e attraversando 21 Stati.
"Sono nel mezzo dell'Himalaya ed è bellissimo", dice rivolto alla camera del suo smartphone, unico compagno di viaggio insieme alla tenda e alla bici. Ma se per strada Lutter era da solo, virtualmente sta attraversando il mondo in compagnia di migliaia di persone che stanno seguendo il suo percorso pedalata dopo pedalata su Internet, in particolare tramite Twitter e Instagram. Lutter nelle sue cronache racconta di aver dovuto vedersela con serpenti, scorpioni, iene e quasi una trentina di gomme forate. Ma non si è arreso anche perché a spingerlo non c'è solo la voglia di avventura ma la volontà di raccogliere fondi per due associazioni "Water aid" e "British mental health charity". Ora Lutter prosegue verso l'Australia per continuare il suo giro lungo in tutto 30mila chilometri. Il suo viaggio è solo a metà strada.
Fonte: yahoo.com
E-novia, spinoff del Politecnico di Milano, presenta alla rassegna Fa' la cosa giusta (in programma dal 15 al 17 Marzo) due prototipi brevettati di bici che potrebbero innovare la mobilità urbana. L'innovazione di questi prodotti è a partire dalla ricarica delle batterie, fino ad ora necessaria per le bici elettriche che in Italia non hanno avuto il successo sperato.
Bike+, a differenze delle bici elettriche, si ricarica con una pedalata e non ha bisogno di nessuna batteria. La centralina acquisisce segnali provenienti dalla pedalata e in base all'efficienza del ciclista entra in gioco la batteria fornendo ausilio. Il motore elettrico funziona, talvolta come dinamo, talvolta come motore. Bike+ è un progetto che sposa a 360° le nuove tecnologie e così, grazie ad uno smartphone collegato alla centralina, si può gestire al meglio la pedalata. "In base a un algoritmo si riesce ad ottimizzare l'energia del corpo umano" spiega Sergio Matteo Savaresi, alla guida della sezione sistemi di controllo del Dipartimento di Elettronica e informazione del Politecnico. Bike+ può essere considerata una bicicletta ad impatto 0 proprio perché riesce a mantenere lo stato di carica costante della batteria andando a sfruttare i salti di efficienza del corpo umano. Ancora più evoluta è Senza, altro prototipo di ebike, definita dal Prof. Savaresi come: "l'anello di congiunzione tra la bicicletta elettrica e lo scooter elettrico". Senza è in sostanza una e-bike con un sistema di trazione completamente elettrico; non è dotata di catena e le pedalate servono a ricaricare la batteria e l'energia prodotta viene gestita grazie all'ausilio di uno smartphone collegato alla bici via bluetooth. La centralina elettronica è in grado di gestire l'energia prodotta con le pedalate e la potenza del motore, interpretando l'intenzione del ciclista sulla base delle customizzazioni personali, eseguite tramite smartphone. Il ciclista decide il comportamento della propria "Senza" simulando salite e discese; a seconda dell'energia che il ciclista decide di mettere spingendo i pedali la batteria può scaricarsi, ricaricarsi, o rimanere invariata. E-novia è in procinto di firmare accordi con costruttori di bici e con sistemi di bike-sharing; Giappone, Germania e paesi nordici i mercati più promettenti.
Fonte: ibtimes.com
Copenaghen si appresta a predisporre quello che sarà un eco-progetto futuristico, legato alla mobilità sostenibile e alla tutela dell’ambiente. Un piano ecosostenibile legato al bike-sharing che consentirà ai danesi di avere a disposizione – entro il 2015 – 25.000 nuove biciclette. Il progetto prevede la disposizione delle bici all’interno di solchi installati sulle pareti di edifici pubblici o sotto la strada. Le bici saranno dotate di dispositivo GPS collegate tra loro in una Lan.
Il bike-sharing è una forma di mobilità sostenibile estesa, i cui vantaggi e benefici sono, orami noti: usare la bicicletta negli spostamenti urbani non produce inquinamento, riduce la pressione del traffico e fa bene alla salute. Il fenomeno – nato a Parigi – sta dominando nelle principali città europee. Copenaghen, infatti, si candida a capitale futuristica ed ecosostenibile a emissione zero nei prossimi tre anni, con 25.000 nuove biciclette con lo scopo di inculcare maggiormente la mobilità a impatto zero nel tessuto urbano. Rafael Schmidt, designer svizzero, ha elaborato un concept innovativo che potrebbe presto rivoluzionare la concezione del bike-sharing danese ed europeo. Si tratta di un sistema che modifica la tradizionale sistemazione delle bici; prevede di collocarle sotto il manto stradale – all’interno di recessi – o perfino in verticale sulle pareti degli edifici pubblici impedendo una sorta d’inquinamento visivo. Le bici sono fornite di sistema GPS e collegate tra loro in una Lan; informano il ciclista sugli ingorghi del traffico o sulle rastrelliere libere più vicine. Il dispositivo servirà a evitare furti e smarrimenti e assicurare il numero di bici nelle varie postazioni cittadine per soddisfare sempre i cittadini. Inoltre, la bicicletta sarà munita di un motore elettrico per garantire una percorrenza di 15 km e di lampadine LED. L’Amministrazione di Copenaghen, aspira a sostituire il vecchio sistema tradizionale del bike-sharing con questo modello futuristico entro il 2015, ma occorrerà nel frattempo, trovare degli spazi urbani idonei dove costruire i recessi e collocare le biciclette. L’idea in embrione prevede una serie di punti strategici come fermate di bus o zone limitrofe alle stazioni ferroviarie. Il nuovo servizio di bike-sharing prevede l’utilizzo di una carta di credito per prenotare le bici e l’importo verrà addebitato automaticamente in caso di maggiore utilizzo. In caso di furto o danneggiamento saranno addebitate sulla carta stessa le cifre corrispondenti.
Fonte: tuttogreen.itAvevano ragione gli antichi Romani che in bici non ci andavano nemmeno: mens sana in corpore sano sembra essere una legge fisio-psicologica sempreverde. Negli States alcune compagnie assicurative particolarmente lungimiranti, oltre dieci anni fa, proponevano sconti sulle assicurazioni sanitarie a chi raggiungeva il luogo di lavoro in bicicletta. Dai benefici sul corpo a quelli sulla mente il passo è breve ed ecco che una ricerca dell’Oregon Transportation Research and Education Consortium va oltre, spiegando come i “pendolari” in bicicletta siano i più felici.
Oliver Smith, dottorando della State University di Portland, ha condotto l’indagine su 828 persone (intervistate fra il gennaio e il febbraio del 2012) tenendo conto di diversi parametri di misurazione:
Al termine dell’indagine i ciclisti sono risultati i più felici, seguiti dai pedoni, segno evidente che l’attività fisica, anche se minima, migliora l’umore oltre che lo stato di forma. Al terzo posto e al quarto gli utenti dei bus espressi e treni, probabilmente favoriti dalla deresponsabilizzazione che il ruolo di passeggeri comporta. Fanalini di coda gli automobilisti: al penultimo posto quelli in car pooling, all’ultimo quelli solitari (nello specifico dell’indagine il 58% dei lavoratori di Portland). Insomma l’auto non solo è il veicolo in assoluto più caro, più pericoloso e più responsabilizzante: è anche il modo di viaggiare più stressante che ci sia. Ma siccome la ricerca è stata condotta negli Stati Uniti che, sebbene in crisi, restano pur sempre il Paese simbolo dei valori capitalisti, Smith ha analizzato i dati anche sotto il profilo dei guadagni, notando come i lavoratori con uno stipendio superiore ai 75mila euro accettino più volentieri il disagio di qualsiasi genere di pendolarismo. La scoperta dell’acqua calda? Beh, forse. Ma se è vero che i sorrisi non si possono comprare, è statisticamente più facile che arrivi felice al lavoro un ciclista al verde piuttosto di un benestante reduce da un ingorgo autostradale.
Fonte: ecoblog.itA scuola per 3 mesi in bicicletta con Ciclomurgia. Torna l'iniziativa per gli studenti delle scuole Bovio e Baldassarre.
Anche quest’anno, le scuole primarie e secondarie di Trani, sono coinvolte in Cicloattivi@scuola, il progetto dell’assessorato alle infrastrutture strategiche e mobilità della Regione Puglia, per una riduzione del traffico intorno agli istituti scolastici nelle ore di entrata e di uscita degli studenti, e per promuovere l’abitudine a utilizzare, per i piccoli spostamenti quotidiani, modalità di trasporto eco-compatibili. Sono tre gli istituti coinvolti nel progetto "Trani a p(i)edali": la scuola primaria Monsignor Petronelli e le scuole secondarie di primo grado, Ettore Baldassarre e Giovanni Bovio coadiuvati dagli operatori dell’associazione CicloMurgia di Trani e ElaborAzioni.org di Bari. Gli operatori di Ciclomurgia daranno il via alle attività del Bici bus, accompagnando a scuola in bicicletta, ogni giorno per tre mesi gli alunni delle due scuole secondarie di primo grado, seguendo percorsi sicuri concordati con il Comune di Trani (partner istituzionale del progetto) e con la Polizia locale. Sarà poi la volta degli operatori di ElaborAzioni, che avvieranno il Piedibus, lungo percorsi pedonali sicuri casa-scuola con i genitori dei piccoli alunni della scuola primaria Monsignor Petronelli. Tutti gli alunni coinvolti, parteciperanno poi ad attività volte all’acquisizione delle capacità pedonali e conoscenza del codice della strada, oltreché a conquistarsi porzioni di autonomia imparando le prime nozioni di ciclo meccanica, ossia le basi dell’autoriparazione della bicicletta.
Fonte: traniweb.itTutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.