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Mercoledì, 13 Marzo 2013 11:27

A BRESCIA PIÙ BICI CHE AUTO

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Maggiore attenzione all’ambiente da parte di tutti? Voglia di mettersi in forma? Mezzo più economico per eccellenza? Forse sì, sono tutti buoni motivi per cui gli italiani sempre più spesso scelgono di utilizzare la bicicletta, una rivoluzione nello stile di vita che segna l’inversione di rotta legato ai mezzi di trasporto. 

Era dal Dopoguerra infatti che – merito anche del boom economico dell’epoca – le automobili rimanevano indiscutibilmente regine incontrastate delle vendite nella nostra Penisola. Gli ultimi dati disponibili (Censis) però hanno rivelato il cambiamento di rotta: 1.750.000 le biciclette vendute contro 1.748.143 di automobili immatricolate. Ma nello specifico come si comportano sulle strade e cosa ne pensano i cittadini della provincia lombarda che utilizzano le due ruote quotidianamente? L’ultima ricerca dell’Osservatorio Linear dei Servizi dà la parola al popolo dei ciclisti bresciani.
Partiamo dalla scelta del modello: la più amata dai cidnei risulta la mountain bike (52%) economica, robusta e facile da usare sia in città che su strade più tortuose mentre al secondo posto troviamo, la city bike (35%) veloce e agile nel traffico urbano, al terzo posto troviamo l’indistruttibile bicicletta “del nonno” (11%), un classico intramontabile e sempre amato, come confermato dai dati: 200 mila restauri solo nel 2011 (Confindustria Ancma).
Capitolo sicurezza: strade cittadine ancora non sicure, lo dichiarano ben 7 bresciani su 10 (66%), questa la fotografia che emerge dall’Osservatorio Linear. I motivi principali? Il 24% dei ciclisti si lamenta dello stato delle strade, dissestate e prive di manutenzione, il 19% non si sente sicuro per via degli automobilisti, a loro avviso indisciplinati, l’8% si lamenta delle piste ciclabili, troppo poche o addirittura inesistenti. Ma la sicurezza deve essere anche proattiva, sebbene ben il 65% degli intervistati afferma di non utilizzare il caschetto ed un 37% confessa di segnalare la propria presenza sulle strade con le luci di posizione molto raramente.
Cosa non sopportano i ciclisti bresciani degli automobilisti: al primo posto il mancato utilizzo delle frecce di direzione (47%), un 41% invece indica l’apertura delle portiere senza curarsi della loro possibile presenza, per il 34% sono sempre nervosi alla guida e parcheggiano spesso in doppia fila (27%).
Cosa non sopportano gli automobilisti cidnei dei ciclisti: i gruppi di ciclisti che circolano anche in modo affiancato non va giù al 59% degli intervistati, i quali rinfacciano agli utilizzatori delle due ruote di non segnalare mai i cambi di direzione (40%) e la loro presenza sulle strade con le luci (27%). 

Fonte: giornaledibrescia.it

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Da Londra ad Hong Kong in bicicletta. È l'avventura intrapresa da Rob Lutter, fotografo e scrittore britannico che ha intenzione di girare il mondo su due ruote: partito da Londra nel settembre 2011, ha pedalato per 550 giorni percorrendo 15mila chilometri e attraversando 21 Stati. 

"Sono nel mezzo dell'Himalaya ed è bellissimo", dice rivolto alla camera del suo smartphone, unico compagno di viaggio insieme alla tenda e alla bici. Ma se per strada Lutter era da solo, virtualmente sta attraversando il mondo in compagnia di migliaia di persone che stanno seguendo il suo percorso pedalata dopo pedalata su Internet, in particolare tramite Twitter e Instagram. Lutter nelle sue cronache racconta di aver dovuto vedersela con serpenti, scorpioni, iene e quasi una trentina di gomme forate. Ma non si è arreso anche perché a spingerlo non c'è solo la voglia di avventura ma la volontà di raccogliere fondi per due associazioni "Water aid" e "British mental health charity". Ora Lutter prosegue verso l'Australia per continuare il suo giro lungo in tutto 30mila chilometri. Il suo viaggio è solo a metà strada. 

Fonte: yahoo.com

Martedì, 12 Marzo 2013 11:50

BIKE+, LA BICI ELETTRICA SENZA RICARICA

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E-novia, spinoff del Politecnico di Milano, presenta alla rassegna Fa' la cosa giusta (in programma dal 15 al 17 Marzo) due prototipi brevettati di bici che potrebbero innovare la mobilità urbana. L'innovazione di questi prodotti è a partire dalla ricarica delle batterie, fino ad ora necessaria per le bici elettriche che in Italia non hanno avuto il successo sperato. 

Bike+, a differenze delle bici elettriche, si ricarica con una pedalata e non ha bisogno di nessuna batteria. La centralina acquisisce segnali provenienti dalla pedalata e in base all'efficienza del ciclista entra in gioco la batteria fornendo ausilio. Il motore elettrico funziona, talvolta come dinamo, talvolta come motore. Bike+ è un progetto che sposa a 360° le nuove tecnologie e così, grazie ad uno smartphone collegato alla centralina, si può gestire al meglio la pedalata. "In base a un algoritmo si riesce ad ottimizzare l'energia del corpo umano" spiega Sergio Matteo Savaresi, alla guida della sezione sistemi di controllo del Dipartimento di Elettronica e informazione del Politecnico. Bike+ può essere considerata una bicicletta ad impatto 0 proprio perché riesce a mantenere lo stato di carica costante della batteria andando a sfruttare i salti di efficienza del corpo umano. Ancora più evoluta è Senza, altro prototipo di ebike, definita dal Prof. Savaresi come: "l'anello di congiunzione tra la bicicletta elettrica e lo scooter elettrico". Senza è in sostanza una e-bike con un sistema di trazione completamente elettrico; non è dotata di catena e le pedalate servono a ricaricare la batteria e l'energia prodotta viene gestita grazie all'ausilio di uno smartphone collegato alla bici via bluetooth. La centralina elettronica è in grado di gestire l'energia prodotta con le pedalate e la potenza del motore, interpretando l'intenzione del ciclista sulla base delle customizzazioni personali, eseguite tramite smartphone. Il ciclista decide il comportamento della propria "Senza" simulando salite e discese; a seconda dell'energia che il ciclista decide di mettere spingendo i pedali la batteria può scaricarsi, ricaricarsi, o rimanere invariata. E-novia è in procinto di firmare accordi con costruttori di bici e con sistemi di bike-sharing; Giappone, Germania e paesi nordici i mercati più promettenti. 

Fonte: ibtimes.com

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Copenaghen si appresta a predisporre quello che sarà un eco-progetto futuristico, legato alla mobilità sostenibile e alla tutela dell’ambiente. Un piano ecosostenibile legato al bike-sharing che consentirà ai danesi di avere a disposizione – entro il 2015 – 25.000 nuove biciclette. Il progetto prevede la disposizione delle bici all’interno di solchi installati sulle pareti di edifici pubblici o sotto la strada. Le bici saranno dotate di dispositivo GPS collegate tra loro in una Lan. 

Il bike-sharing è una forma di mobilità sostenibile estesa, i cui vantaggi e benefici sono, orami noti: usare la bicicletta negli spostamenti urbani non produce inquinamento, riduce la pressione del traffico e fa bene alla salute. Il fenomeno – nato a Parigi – sta dominando nelle principali città europee. Copenaghen, infatti, si candida a capitale futuristica ed ecosostenibile a emissione zero nei prossimi tre anni, con 25.000 nuove biciclette con lo scopo di inculcare maggiormente la mobilità a impatto zero nel tessuto urbano. Rafael Schmidt, designer svizzero, ha elaborato un concept innovativo che potrebbe presto rivoluzionare la concezione del bike-sharing danese ed europeo. Si tratta di un sistema che modifica la tradizionale sistemazione delle bici; prevede di collocarle sotto il manto stradale – all’interno di recessi – o perfino in verticale sulle pareti degli edifici pubblici impedendo una sorta d’inquinamento visivo. Le bici sono fornite di sistema GPS e collegate tra loro in una Lan; informano il ciclista sugli ingorghi del traffico o sulle rastrelliere libere più vicine. Il dispositivo servirà a evitare furti e smarrimenti e assicurare il numero di bici nelle varie postazioni cittadine per soddisfare sempre i cittadini. Inoltre, la bicicletta sarà munita di un motore elettrico per garantire una percorrenza di 15 km e di lampadine LED. L’Amministrazione di Copenaghen, aspira a sostituire il vecchio sistema tradizionale del bike-sharing con questo modello futuristico entro il 2015, ma occorrerà nel frattempo, trovare degli spazi urbani idonei dove costruire i recessi e collocare le biciclette. L’idea in embrione prevede una serie di punti strategici come fermate di bus o zone limitrofe alle stazioni ferroviarie. Il nuovo servizio di bike-sharing prevede l’utilizzo di una carta di credito per prenotare le bici e l’importo verrà addebitato automaticamente in caso di maggiore utilizzo. In caso di furto o danneggiamento saranno addebitate sulla carta stessa le cifre corrispondenti. 

Fonte: tuttogreen.it
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Avevano ragione gli antichi Romani che in bici non ci andavano nemmeno: mens sana in corpore sano sembra essere una legge fisio-psicologica sempreverde. Negli States alcune compagnie assicurative particolarmente lungimiranti, oltre dieci anni fa, proponevano sconti sulle assicurazioni sanitarie a chi raggiungeva il luogo di lavoro in bicicletta. Dai benefici sul corpo a quelli sulla mente il passo è breve ed ecco che una ricerca dell’Oregon Transportation Research and Education Consortium va oltre, spiegando come i “pendolari” in bicicletta siano i più felici. 

Oliver Smith, dottorando della State University di Portland, ha condotto l’indagine su 828 persone (intervistate fra il gennaio e il febbraio del 2012) tenendo conto di diversi parametri di misurazione: 

  1. grado di stress;
  2. la fiducia sull’orario di arrivo;
  3. l’entusiasmo;
  4. il paragone con gli altri pendolari;
  5. eccitazione;
  6. piacere;
  7. facilità del viaggio. 

Al termine dell’indagine i ciclisti sono risultati i più felici, seguiti dai pedoni, segno evidente che l’attività fisica, anche se minima, migliora l’umore oltre che lo stato di forma. Al terzo posto e al quarto gli utenti dei bus espressi e treni, probabilmente favoriti dalla deresponsabilizzazione che il ruolo di passeggeri comporta. Fanalini di coda gli automobilisti: al penultimo posto quelli in car pooling, all’ultimo quelli solitari (nello specifico dell’indagine il 58% dei lavoratori di Portland). Insomma l’auto non solo è il veicolo in assoluto più caro, più pericoloso e più responsabilizzante: è anche il modo di viaggiare più stressante che ci sia. Ma siccome la ricerca è stata condotta negli Stati Uniti che, sebbene in crisi, restano pur sempre il Paese simbolo dei valori capitalisti, Smith ha analizzato i dati anche sotto il profilo dei guadagni, notando come i lavoratori con uno stipendio superiore ai 75mila euro accettino più volentieri il disagio di qualsiasi genere di pendolarismo. La scoperta dell’acqua calda? Beh, forse. Ma se è vero che i sorrisi non si possono comprare, è statisticamente più facile che arrivi felice al lavoro un ciclista al verde piuttosto di un benestante reduce da un ingorgo autostradale.

link all'indagine 

Fonte: ecoblog.it
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A scuola per 3 mesi in bicicletta con Ciclomurgia. Torna l'iniziativa per gli studenti delle scuole Bovio e Baldassarre. 

Anche quest’anno, le scuole primarie e secondarie di Trani, sono coinvolte in Cicloattivi@scuola, il progetto dell’assessorato alle infrastrutture strategiche e mobilità della Regione Puglia, per una riduzione del traffico intorno agli istituti scolastici nelle ore di entrata e di uscita degli studenti, e per promuovere l’abitudine a utilizzare, per i piccoli spostamenti quotidiani, modalità di trasporto eco-compatibili. Sono tre gli istituti coinvolti nel progetto "Trani a p(i)edali": la scuola primaria Monsignor Petronelli e le scuole secondarie di primo grado, Ettore Baldassarre e Giovanni Bovio coadiuvati dagli operatori dell’associazione CicloMurgia di Trani e ElaborAzioni.org di Bari. Gli operatori di Ciclomurgia daranno il via alle attività del Bici bus, accompagnando a scuola in bicicletta, ogni giorno per tre mesi gli alunni delle due scuole secondarie di primo grado, seguendo percorsi sicuri concordati con il Comune di Trani (partner istituzionale del progetto) e con la Polizia locale. Sarà poi la volta degli operatori di ElaborAzioni, che avvieranno il Piedibus, lungo percorsi pedonali sicuri casa-scuola con i genitori dei piccoli alunni della scuola primaria Monsignor Petronelli. Tutti gli alunni coinvolti, parteciperanno poi ad attività volte all’acquisizione delle capacità pedonali e conoscenza del codice della strada, oltreché a conquistarsi porzioni di autonomia imparando le prime nozioni di ciclo meccanica, ossia le basi dell’autoriparazione della bicicletta. 

Fonte: traniweb.it

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