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Inaugurato un tratto da 1 chilometro e 800 metri in via Panciatichi. Collegherà la zona del Nuovo Pignone con la stazione di Rifredi e anche il Palagiustizia di Novoli. Porfido rosso e antiscivolo ecco la nuova pista ciclabile. C'è ancora molto da fare, ma è un primo passo verso la città a portata di pedali che sognano i ciclisti di Firenze. Un chilometro e ottocento metri di pista ciclabile lungo via Panciatichi tutta per i pendolari che si muovono fra la stazione di Rifredi, il polo universitario di Sesto Fiorentino, la zona industriale di Firenze Nova e fra poco anche il nuovo Palagiustizia di Novoli. Inaugurato dal sindaco Matteo Renzi, il tratto è costato al Comune 150mila euro, e nei prossimi due anni ne arriveranno molti altri.
Il nuovo ramo della rete ciclabile cittadina parte dall'angolo con via Pancaldo e si distende fino a via Fanfani. Sei mesi di lavori per una pista dalle caratteristiche particolari. Realizzata con un asfalto di porfido rosso di una grana spessa, la nuova strada per le bici è costituita da materiale antiscivolo molto più duraturo rispetto all'asfalto comune. "Ci consentirà una migliore manutenzione - dice Giampiero Gallo, consigliere comunale delegato alla bici - e una visibilità molto più alta".
"Una pista ciclabile molto importante - dice Renzi - perché consente di collegare la stazione di Rifredi con il polo industriale e in prospettiva si avranno ulteriori collegamenti con il Polo universitario di Sesto Fiorentino e con il nuovo Palazzo di giustizia. Avere più piste ciclabili non è importante solo per i ciclisti ma anche per una città che vuole essere veramente europea". All'altezza del cimitero di Rifredi, una diramazione della pista prosegue all'interno di un giardino pubblico e consente di raggiungere il sottopasso pedo ciclabile della stazione di Rifredi, stabilendo così un rapido collegamento fra quest'ultima e l'ingresso principale del Nuovo Pignone.
Per la prima volta il caratteristico fondo rosso della pista non è stato ottenuto impiegando la comune vernice, ma un conglomerato bituminoso colorato ed inerti di porfido rosso. I vantaggi sono essenzialmente due: migliore aderenza e colore duraturo, che consentirà alla pista di rimanere ben visibile per molti anni senza richiedere una riverniciatura periodica.

Fonte: firenze.repubblica.it

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"Il Comune acquisterà 732 kit bici sicura". L'annuncio è di Alvaro Ancisi, capogruppo del gruppo consiliare Lista per Ravenna, che lo scorso ottobre aveva presentato al sindaco il progetto "BiciSicura" per risolvere l'annoso problema del furto di bicilette.
Il piano ha lo scopo di rendere riconoscibili le biciclette e di consentirne la rapida restituzione ai proprietari, dopo il loro recupero. "A ciascun proprietario di bicicletta assistito è consegnato un kit - spiega Ancisi - Comprende una targhetta adesiva con un codice indelebile personale da apporre sul telaio della bicicletta, in modo da identificarne il proprietario; il libretto su cui trascrivere i dati della bicicletta (marca, numero di targa, numero del telaio, descrizione), da conservare per identificarla in seguito a furto o smarrimento; le istruzioni per comunicare i dati della bicicletta e del proprietario al RIB (Registro Italiano Biciclette), un sistema informativo consultabile su internet o per telefono dalle forze dell’ordine e dall’iscritto al servizio per collegare la bicicletta recuperata al legittimo proprietario”. I 732 kit costeranno circa 4mila euro.

Fonte: Il resto di carlino

Martedì, 20 Dicembre 2011 10:08

I love Bike! il calendario 2012 di Easybike

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Dopo il contest I LOVE BIKE!, rendiamo disponibile in download gratuito il calendario del 2012 con le migliori fotografie pervenute alla nostra redazione. Vogliamo ringraziare quanti ci hanno inviato le loro foto, regalandoci le emozioni di un immagine capace di narrarci storie, viaggi e pensieri.

Il calendario è free, non è un'iniziativa a scopo di lucro pertanto invitiamo tutti a condividerlo con la stessa filosofia. Gli autori e le autrici sono indicati nelle pagine del calendario

Ancora grazie a tutt*

Buon 2012

La Redazione di Easybike

scarica il calendario

note: il calendario è in A3 - per faciliutarne la stampa e la riproduzione personale

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«Spegni l'auto e metti in moto il tuo cervello» è lo slogan della campagna del Comune di Torino per incentivare l'uso dei mezzi pubblici, delle biciclette e di ogni altra forma di trasporto alternativo all'automobile privata. Una campagna che punta anche a rispondere alle accuse rivolte al Comune, di non fare nulla per l’emergenza inquinamento, che vede Torino da anni sempre agli ultimi posti in Italia per la qualità dell’aria.
Non c’è quasi bisogno di leggere le statistiche, basta girare le strade della città per rendersi conto di quanto l’aria sia mefitica, specie nelle ore di punta, che sono poi i momenti della giornata nei quali la maggior parte dei cittadini, bambini compresi, si muove e respira polveri sottili in concentrazione elevata.
È facile dire “lasciate l’auto a casa” e usate biciclette e mezzi pubblici. Specie se chi lo dice non ha l’esperienza diretta di cosa significa muoversi con mezzi alternativi. L’uso della bici è sicuramente aumentato in questi anni. Grazie anche al bike sharing, il TO-Bike. Ma la rete delle piste ciclabili è praticamente ferma da anni. La nuova mappa dei percorsi ciclabili, distribuita dal Comune, riporta una lunghezza di percorsi inferiore rispetto alla mappa distribuita anni fa. Molte piste ciclabili sono in condizioni non accettabili (fate un giro in Corso Settembrini, in Corso Agnelli o le piste del centro come Via verdi). Non ha senso mettere nel programma elettorale l’estensione della rete ciclabile e poi dire che purtroppo non ci sono i soldi per farlo. Un candidato sindaco serio dovrebbe mettere nel programma le cose che sa ragionevolmente di poter fare. Se no prende in giro i cittadini elettori. Non ha senso dire ai cittadini “usate di più la bicicletta”, se mancano le infrastrutture che servono.
Alla Conferenza FIAB di Pordenone è stata illuminante l’esperienza di Bolzano. Solo dopo aver realizzato una vera rete di piste ciclabili (addirittura con semafori a sensori che fanno scattare il verde quando il ciclista si avvicina all’incrocio), la quota di chi si muove in bici in quella città è salita al 29%.
Per creare le condizioni perché i cittadini usino di più la bicicletta non mancano risorse e spazio, manca il coraggio e la visione dei pubblici amministratori. Nel febbraio 2009 si è tenuto a Torino il Convegno “Mobilityamoci – Percorsi europei per la mobilità sostenibile”, organizzato dalla Provincia. Durante il suo intervento, Hans Voerknecht dell’olandese FietsBeraad, ha raccontato che gli organizzatori gli avevano chiesto cosa ne pensasse delle piste ciclabili torinesi e la sua risposta era stata “Quali piste ciclabili?” perché lui girando per la città non ne aveva notate. Come dire che se le piste ciclabili non si notano, significa che non c’è una vera rete. Voerknecht aveva notato i grandi corsi di Torino e aveva osservato che lo spazio non manca, basterebbe utilizzare parte dei corsi e delle vie più larghe per ricavare ampie e comode piste ciclabili. È una questione di scelte dell’amministrazione.
Chi ha la responsabilità dia l’esempio. Il video della campagna «Spegni l'auto e metti in moto il tuo cervello» ha come testimonial una bambina di 7 anni. Ma non è credibile. Quanti sono i bambini che usano la bicicletta per andare a scuola ogni giorno? A Bolzano, ci hanno spiegato, solo da quando c’è una vera rete ciclabile, i genitori si fidano a lasciare uscire i loro figli in bicicletta. I pubblici amministratori di Torino, che invitano i cittadini a “utilizzare i mezzi pubblici, o il servizio di bike-sharing o le vostre biciclette”, ci mettano la loro faccia, diano per primi l’esempio, come il sindaco di Londra ad esempio (nella fotografia). Smettano di andare in auto e prendano il bus e la bicicletta, senza cercare scuse. Pubblichino sul sito del comune le abitudini di spostamento di ciascun assessore e dirigente dei servizi. Saranno di esempio per i torinesi e si renderanno conto, sulla loro pelle, dei problemi concreti che ciascun cittadino incontra se vuole spostarsi in città in modo sostenibile.
Alla Conferenza FIAB di Pordenone, il sindaco della città Claudio Pedrotti, ingegnere elettronico, responsabile europeo dell’information technology alla Zanussi-Electrolux, ci ha spiegato che lui utilizza la bicicletta ogni giorno per muoversi in città: “Non potrei farne a meno – ha detto - ; agli appuntamenti, anche istituzionali, arrivo sempre prima di quelli che usano l’auto”.
Diciamo di più: chi occupa posizioni di responsabilità negli enti e aziende che operano nel settore della mobilità, dovrebbero obbligatoriamente muoversi con i mezzi pubblici per recarsi al lavoro e per i loro impegni di lavoro. Dovrebbero anche, una volta alla settimana, fare un viaggio su una diversa linea di trasporto pubblico o su un percorso ciclabile.

Fonte: www.biciebasta.com

Lunedì, 19 Dicembre 2011 11:13

Mobilita' e Biciclette

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Sabato 17 dicembre  in piazza De Ferrari a Genova si è svolta la manifestazione: "Mobilità e Biciclette". Genova è sempre stata una di quelle città che i ciclisti temono e rispettano. E a ragione: certe salite (via Assarotti, via Caffaro, via Montaldo ecc.), se non affrontate con l’ausilio di ascensori e funicolari, metterebbero in difficoltà anche gli scalatori più puri che volessero andare a lavorare in bici.
Ma le cose stanno cambiando: si chiama nuova mobilità urbana, sostenibilità, smart city. Sarà la crisi, sarà una maggiore responsabilità per l’ambiente (o le accise sulla benzina), i tagli del governo (e quelli delle corse Amt), ma i ciclisti urbani genovesi negli ultimi anni sono aumentati. Certo, non siamo ai livelli di Torino, Bologna, Ferrara, ma non è difficile scorgere qualche bicicletta percorrere via XX Settembre o il centro storico. E sono molti quelli che caricano le bici sul treno o sull’ascensore per andare a lavorare. Il vero dissuasore della bici a Genova non sono le salite, è il traffico.
Ad oggi, però, l’unico a non essersene accorto sembra proprio il Comune di Genova. Così i ciclisti urbani genovesi hanno pensato difarsi sentire e vedere, di cominciare a contarsi, e hanno organizzato un bike mob in piazza De Ferrari per sabato 17 dicembre alle 16.30.
Bike mob (da flash mob): parola azzeccata, perchè si parlerà di mobilità e biciclette, di aprire la città a un modo di spostarsi differente dagli scooter, dagli autobus e soprattutto dalla dittatura delle auto e Suv. Forse tutti ne gioverebbero, non solo chi va in bicicletta per fare sport.
Ma dal Comune di Genova non arriva nessun aiuto: niente percorsi sicuri, niente ciclo posteggi (ma, anzi, minacce di rimozione delle bici legate a ringhiere e paletti, come qualche settimana fa in piazza Fontane Marose). Ovunque sempre più auto e parcheggi, anche nelle zone pedonali, come in piazza Matteotti, a danno di tutti. L’unica apertura alle biciclette è stato il progetto Mo-bike, che però sta miseramente fallendo.
I ciclisti urbani genovesi chiedono che l’intermodalità venga migliorata. Tradotto: che sia incentivato il trasporto della bicicletta su ascensori, funicolari, treni e mezzi pubblici oltre a un piano della ciclabilità per tutto il terrotitorio comunale.
Per questo si incontreranno sabato in piazza De Ferrari alle 16.30. È una bella sfida: attraversare il centro in pieno shopping natalizio, senza arrecare alcun disturbo, per far vedere che Genova e biciclette possono convivere.
I ciclisti urbani non vogliono disturbare o entrare in conflitto con gli automobilisti, vogliono solo far vedere che ci sono anche loro. In programma nessuna protesta, ma un piccolo tour in centro (De Ferrari, via 25 aprile, Salita Santa Caterina, Fontane Marose e ritorno a De Ferrari).
E un’iniziativa speciale: verrà deposta una ruota di bicicletta alla statua di Garibaldi. Gli eroi delle due ruote omaggiano l’Eroe dei due mondi, con il motto “Se Garibaldi avesse avuto la bicicletta, sarebbe sceso da cavallo!”.
L’iniziativa è organizzata dal Circolo FIAB Amici della bicicletta di Genova con Annemmu in bici a Genova, ed è aperta a tutti i gruppi e ai ciclisti urbani. Appuntamento sabato 17 dicembre alle 16.30 in Piazza De Ferrari.

Fonte: http://genova.mentelocale.it

Lunedì, 19 Dicembre 2011 10:49

EUROPA EUROPA

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