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«Spegni l'auto e metti in moto il tuo cervello» è lo slogan della campagna del Comune di Torino per incentivare l'uso dei mezzi pubblici, delle biciclette e di ogni altra forma di trasporto alternativo all'automobile privata. Una campagna che punta anche a rispondere alle accuse rivolte al Comune, di non fare nulla per l’emergenza inquinamento, che vede Torino da anni sempre agli ultimi posti in Italia per la qualità dell’aria.
Non c’è quasi bisogno di leggere le statistiche, basta girare le strade della città per rendersi conto di quanto l’aria sia mefitica, specie nelle ore di punta, che sono poi i momenti della giornata nei quali la maggior parte dei cittadini, bambini compresi, si muove e respira polveri sottili in concentrazione elevata.
È facile dire “lasciate l’auto a casa” e usate biciclette e mezzi pubblici. Specie se chi lo dice non ha l’esperienza diretta di cosa significa muoversi con mezzi alternativi. L’uso della bici è sicuramente aumentato in questi anni. Grazie anche al bike sharing, il TO-Bike. Ma la rete delle piste ciclabili è praticamente ferma da anni. La nuova mappa dei percorsi ciclabili, distribuita dal Comune, riporta una lunghezza di percorsi inferiore rispetto alla mappa distribuita anni fa. Molte piste ciclabili sono in condizioni non accettabili (fate un giro in Corso Settembrini, in Corso Agnelli o le piste del centro come Via verdi). Non ha senso mettere nel programma elettorale l’estensione della rete ciclabile e poi dire che purtroppo non ci sono i soldi per farlo. Un candidato sindaco serio dovrebbe mettere nel programma le cose che sa ragionevolmente di poter fare. Se no prende in giro i cittadini elettori. Non ha senso dire ai cittadini “usate di più la bicicletta”, se mancano le infrastrutture che servono.
Alla Conferenza FIAB di Pordenone è stata illuminante l’esperienza di Bolzano. Solo dopo aver realizzato una vera rete di piste ciclabili (addirittura con semafori a sensori che fanno scattare il verde quando il ciclista si avvicina all’incrocio), la quota di chi si muove in bici in quella città è salita al 29%.
Per creare le condizioni perché i cittadini usino di più la bicicletta non mancano risorse e spazio, manca il coraggio e la visione dei pubblici amministratori. Nel febbraio 2009 si è tenuto a Torino il Convegno “Mobilityamoci – Percorsi europei per la mobilità sostenibile”, organizzato dalla Provincia. Durante il suo intervento, Hans Voerknecht dell’olandese FietsBeraad, ha raccontato che gli organizzatori gli avevano chiesto cosa ne pensasse delle piste ciclabili torinesi e la sua risposta era stata “Quali piste ciclabili?” perché lui girando per la città non ne aveva notate. Come dire che se le piste ciclabili non si notano, significa che non c’è una vera rete. Voerknecht aveva notato i grandi corsi di Torino e aveva osservato che lo spazio non manca, basterebbe utilizzare parte dei corsi e delle vie più larghe per ricavare ampie e comode piste ciclabili. È una questione di scelte dell’amministrazione.
Chi ha la responsabilità dia l’esempio. Il video della campagna «Spegni l'auto e metti in moto il tuo cervello» ha come testimonial una bambina di 7 anni. Ma non è credibile. Quanti sono i bambini che usano la bicicletta per andare a scuola ogni giorno? A Bolzano, ci hanno spiegato, solo da quando c’è una vera rete ciclabile, i genitori si fidano a lasciare uscire i loro figli in bicicletta. I pubblici amministratori di Torino, che invitano i cittadini a “utilizzare i mezzi pubblici, o il servizio di bike-sharing o le vostre biciclette”, ci mettano la loro faccia, diano per primi l’esempio, come il sindaco di Londra ad esempio (nella fotografia). Smettano di andare in auto e prendano il bus e la bicicletta, senza cercare scuse. Pubblichino sul sito del comune le abitudini di spostamento di ciascun assessore e dirigente dei servizi. Saranno di esempio per i torinesi e si renderanno conto, sulla loro pelle, dei problemi concreti che ciascun cittadino incontra se vuole spostarsi in città in modo sostenibile.
Alla Conferenza FIAB di Pordenone, il sindaco della città Claudio Pedrotti, ingegnere elettronico, responsabile europeo dell’information technology alla Zanussi-Electrolux, ci ha spiegato che lui utilizza la bicicletta ogni giorno per muoversi in città: “Non potrei farne a meno – ha detto - ; agli appuntamenti, anche istituzionali, arrivo sempre prima di quelli che usano l’auto”.
Diciamo di più: chi occupa posizioni di responsabilità negli enti e aziende che operano nel settore della mobilità, dovrebbero obbligatoriamente muoversi con i mezzi pubblici per recarsi al lavoro e per i loro impegni di lavoro. Dovrebbero anche, una volta alla settimana, fare un viaggio su una diversa linea di trasporto pubblico o su un percorso ciclabile.
Fonte: www.biciebasta.com