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Seo Young-Deok si laurea nel 2010 al dipartimento di Scultura Ambientale presso l’Università di Seoul, ma già dal 2008 ha esposto in molte gallerie della Corea del Sud ottenendo un grande successo. Le vecchie catene di biciclette rinascono nelle sculture: questa l'idea del coreano Seo Young Deok che vende on line - con prezzi che vanno da 40 mila dollari in su - le sue opere d'arte. Busti e corpi di donna le sue specialità.
Egli raffigura corpi umani, interi o in parte, sempre realizzati saldando prevalentemente catene di biciclette, con le  quali costruisce con fatica le sue opere 

Fonte: Seo Young-Deok blog

Domenica, 11 Marzo 2012 10:16

Pedalando verso il cambiamento

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Andrea Zanchetta, attivista di “Salva i ciclisti, movimento nato a seguito dell’iniziativa proposta dal quotidiano britannico The Times, promotore della campagna Cities Fit for Cycling (Città a misura di ciclisti) e sostenuta anche dal Fatto Quotidiano, intervistato dal Fatto Quotidiano dice:
"Ci siamo da subito appassionati a questa iniziativa, sin dal primo approccio abbiamo riconosciuto un forte slancio al cambiamento. Questa campagna internazionale propone una trasformazione che potrebbe realmente cambiare la visione dellenostre città, rendendole a misura d’uomo, dove un semplice cambiamento personale possa essere in grado di mutare la qualità della vita non solo del singolo, ma anche di chi lo circonda. Un cambiamento in cui le persone vengono per prime, basato su principi di condivisione degli spazi più equi, vivibili e soprattutto non dominati dal solo mezzo a motore. Una riqualificazione di un mezzo utile al corpo, all’umore e all’ambiente, economico e quindi popolare!
Un’iniziativa non certo isolata, ma rafforzata piuttosto dalla nascita di diverse associazioni no-profit, da un numero crescente di ciclofficine autogestite e sempre più cittadini che, attraverso azioni comuni di sensibilizzazione, blog e mezzi multimediali si fanno promotori dell’iniziativa, dimostrando una partecipazione nuova e motivata alla società civile.
Andrea Zanchetta racconta qualcosa in più di questa realtà e del cambiamento a cui mira. Tv popolare sposa gli stessi valori e lo stesso desiderio, e per questo vogliamo dare anche dalla nostra spazio e sostegno alla campagna.
Questo fino a venti giorni fa, quando il prestigioso quotidiano britannico The Times si annuncia promotore della campagna Cities Fit for Cycling (Città a misura di ciclisti), con il fine di chiedere interventi strutturali in materia di sicurezza per la viabilità su due ruote. In Italia, sotto il nome di “Salva i ciclisti“, l’iniziativa viene ripresa da oltre 40 blog che trattano di cultura della bici e di mobilità sostenibile e sostenuta da migliaia cittadini di ogni parte d’Italia riuniti nel gruppo su Facebook.
Un esempio straordinario di partecipazione alla vita civile in versione 2.0. Solo successivamente arriva l’appoggio mediatico di testate giornalistiche nazionali e il timido sostegno di alcuni sindaci delle maggiori città italiane, Milano e Firenze tra le prime.
Ma salvaiciclisti, dall’hashtag di Twitter, non si limita a sensibilizzare l’opinione pubblica e gli amministratori: in meno di quindici giorni dall’inizio della campagna diventauna proposta di legge presentata in Parlamento e ora in attesa di approvazione. Tempi da record, soprattutto se abituati alla politica nostrana.
Questa la cronaca. Ma nel quotidiano chi sceglie la mobilità sostenibile in città, che sia ciclista o pedone, si trova ingabbiato in un contesto pensato esclusivamente ad uso e consumo dell’autotrasporto privato. In questo senso, negli ultimi anni diventano significativi due fenomeni che dimostrano l’effettiva necessità di provvedimenti strutturali.
Da una parte, nascono molte associazioni no-profit e ciclofficine autogestite, impegnate nella diffusione la cultura della bici come mezzo di trasporto e nel trasferire alle municipalità le esigenze di coloro che fanno questa scelta. Dall’altra, le municipalità iniziano a distribuire vademecum nel tentativo di “riorganizzare” il traffico ciclistico, con risultati molto deludenti. La prassi vuole che tali vademecum si traducano in una mera lista di doveri senza alcun diritto, con qualche suggerimento informale e superficiale su come schivare le auto e – ciliegina sulla torta – in una lista di sanzioni a cui si potrebbe essere soggetti in caso non si seguissero le indicazioni appena esposte.

Fonte: www.ilfattoquotidiano.it

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Avrebbero dovuto essere 10 chilometri di nuove piste ciclabili ogni anno: 25 adesso, a mezzo mandato della giunta Renzi. Ne sono stati fatti in tutto 7, secondo il consigliere per la bicicletta Giampiero Gallo, o 5, secondo l’associazione dei ciclisti Firenzeinbici (www.firenzeinbici.net). Comunque, da poco più di un terzo a un quinto di quanto promesso dal sindaco Renzi con la firma, in campagna elettorale, del Patto per la bicicletta con Firenzeinbici. Obiettivo: «Mobilità ciclabile come parte integrante della mobilità in generale». Che significa, avere un piano generale integrato, adeguarsi agli standard europei, vedi percorsi protetti e lineari, incroci sicuri. Altrimenti uno abbandona il mezzo non inquinante e non ingombrante e riacchiappa l’auto.

Niente. Eppure sono in aumento i già 30 mila che pedalano fai da te. Potrebbero crescere ancora di più se molti non avessero paura del caos o di rimetterci le penne appena usciti dalla Ztl . Le piste ciclabili sono 60 chilometri, in realtà assai meno: 15 sono vialetti di parchi come le Cascine o l’Anconella, altre piste, come per esempio in viale Duse, sono così malfatte da risultare inutilizzabili (a Hannover, più meno a misura di Firenze, ci sono 600 chilometri di piste, a Modena 190). Mancano, nonostante che per norma le piste debbano essere continuate e dirette, gli attraversamenti ciclabili agli incroci (dipinti dello stesso colore della pista e distinti dai pedonali): non fatti nelle nuove piste, spariti dalle vecchie, cancellati in punti nevralgici come tra viale Lavagnini e viale Strozzi alla Fortezza. Fino all’assurdità di rendere, nelle ultime pedonalizzazioni, la vita impossibile ai ciclisti.

 

Fonte: firenze.repubblica.it

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Il movimento salvaciclisti si espande viralmente sulla rete e sulle strade tanto che persino il sindaco di Torino Piero Fassino negli scorsi giorni si è detto favorevole all’adesione alla campagna nata sul Times di Londra qualche settimana fa. Che Torino sia la città leader in Italia fra le grandi aree metropolitane lo si sa da tempo ma nei prossimi anni ci sarà un’ulteriore accelerazione in positivo della rete infrastrutturale che porterà a 300 chilometri di piste ciclabili (oggi sono 175) e a ben 120 le stazioni di bike sharing. Da qualche giorno è online un blog che non usa perifrasi nel titolo http://vadainbicicazzo.wordpress.com/ e che va a caccia di auto, furgoni e camioncini che abusano del loro maggiore peso specifico per occupare le sedi deputate al traffico ciclistico. Ecco, dunque, le immagini di via Bertola, via Cavour (vedi foto) e di via Bertola, quest’ultima da una dozzina d’anni croce e delizia dei ciclisti che, a forza di rimostranze e sit-in, ottennero l’innalzamento della fascia ciclabile in modo da impedire il costante parcheggio in doppia fila, con il conseguente passaggio delle auto sulla pista in senso contrario alla marcia dei pedalatori. Ora la protesta è 2.0 e gli scatti del giustiziere del sellino non sono sui pedali ma sul clic della macchina fotografica.

Fonte: www.quotidianopiemontese.it

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La bicicletta è il mezzo di trasporto ideale, il più economico, il più ecologico e sicuramente il più salutare.
Vi permette di percorrere comodamente anche lunghe distanze, senza bisogno di grande allenamento. All’estero, specialmente nel nord Europa, quella della bicicletta è una vera a propria filosofia di vita. Andare in bici porta innumerevoli benefici, sia a livello fisico che psicologico.
Se siete d'accordo con noi, date un'occhiata al nuovo sito realizzato da GUEST, la Web Agency di Riccione: I Love Bike.
I Love Bike è un negozio online per amanti della bicicletta, che desiderano acquistare su Internet accessori per la bici, abbigliamento e pezzi di ricambio. Inoltre potrete trovare biciclette classiche, retrò, pieghevoli, bmx, elettriche e a scatto fisso. Chiunque potrà trovare la bicicletta che preferisce.
GUEST, nella realizzazione del commercio elettronico "I Love Bike" ha posto particolare attenzione agli aspetti della navigabilità e della facilità di utilizzo.
La bicicletta, ancora prima di essere un mezzo di locomozione, è un simbolo di libertà e di contatto diretto con la natura. Pedalando si può godere del paesaggio e dare maggiore valore al viaggio. Tutto questo rispettando l'ambiente.
Proprio a questo si è ispirata GUEST nella realizzazione della grafica di "I Love Bike". Il design è semplice e lineare, sulle tonalità naturali del verde e del blu, su sfondo bianco.

  • Fonte: www.informazione.it
  • comunica stampa
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Venerdi mattina in occasione della presentazione alla stampa di Motodays e Bici@romaexpo, manifestazione dedicata alle due ruote che si sta tenendo alla Fiera di Roma dall’8 all’11 marzo, sono intervenuti tra gli altri anche il presidente della FCI Renato Di Rocco e Francesco Moser, presente in qualità di testimonial della manifestazione.
Complimenti a chi ha avuto il coraggio e la tenacia di organizzare una fiera dedicata alla bicicletta qui a Roma perché questa città rappresenta un laboratorio difficile per quanto riguarda la mobilità” ha esordito nel suo intervento il presidente Di Rocco. “Siamo convinti che la bicicletta può contribuire alla crescita culturale e turistica di un territorio. E’ importante però lavorare sulla sicurezza. Per questo la FCI da tempo è impegnata in progetti come Pinocchio in bicicletta, ovvero di conoscenza del codice della strada soprattutto tra i più piccoli. Realizzare spazi protetti per gli utenti della bicicletta significa ricavare luoghi, all’interno delle città, fruibili da più soggetti: anziani, bambini, diversamente abili, contribuendo al miglioramento della qualità della vita. Per questo motivo mettiamo volentieri a disposizione di Fiera di Roma e degli organizzatori la nostra esperienza e il nostro marchio, nella speranza che questo appuntamento diventi riferimento fisso per tutto il Centro Sud.”

Il tema della sicurezza è stato ripreso anche da Francesco Moser nel suo intervento.

Nell’ambito della presentazione c’è stato anche spazio per illustrare, da parte dell’avv. Gianluca Santilli, procuratore federale e presidente di Bici Italia Team, della Granfondo di Roma, manifestazione che si terrà il 13 e 14 ottobre e che si preannuncia come un dei massimi eventi della stagione sportiva nella Capitale.

La Federazione Ciclistica Italiana è partner istituzionale di Bici@romaexpo e, oltre ad essere presente con un proprio stand, animerà diverse iniziative, tra cui anche ”Passione e Mobilità”, un forum che si terrà la mattina di sabato 10 marzo e che presenterà diverse storie di personaggi che attraverso la bicicletta hanno dato vita ai loro sogni.

Fonte: www.dotcycle.it

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