Sabato, 10 Marzo 2012 10:03

Il blog segnala gli abusi degli automobilisti

Vota questo articolo
(0 Voti)

Il movimento salvaciclisti si espande viralmente sulla rete e sulle strade tanto che persino il sindaco di Torino Piero Fassino negli scorsi giorni si è detto favorevole all’adesione alla campagna nata sul Times di Londra qualche settimana fa. Che Torino sia la città leader in Italia fra le grandi aree metropolitane lo si sa da tempo ma nei prossimi anni ci sarà un’ulteriore accelerazione in positivo della rete infrastrutturale che porterà a 300 chilometri di piste ciclabili (oggi sono 175) e a ben 120 le stazioni di bike sharing. Da qualche giorno è online un blog che non usa perifrasi nel titolo http://vadainbicicazzo.wordpress.com/ e che va a caccia di auto, furgoni e camioncini che abusano del loro maggiore peso specifico per occupare le sedi deputate al traffico ciclistico. Ecco, dunque, le immagini di via Bertola, via Cavour (vedi foto) e di via Bertola, quest’ultima da una dozzina d’anni croce e delizia dei ciclisti che, a forza di rimostranze e sit-in, ottennero l’innalzamento della fascia ciclabile in modo da impedire il costante parcheggio in doppia fila, con il conseguente passaggio delle auto sulla pista in senso contrario alla marcia dei pedalatori. Ora la protesta è 2.0 e gli scatti del giustiziere del sellino non sono sui pedali ma sul clic della macchina fotografica.

Fonte: www.quotidianopiemontese.it

Letto 2204 volte

Potrebbero interessarti anche

  • Aosta: nuova pista ciclabile in arrivo

    18 chilometri di pista ciclabile, 21 km2 di area interessata e un + 11 rispetto agli attuali 7 km, sono i numeri del nuovo progetto di mobilità sostenibile che riguarderà la Valle d’Aosta.

  • Adotta una pista monitorando lo “status” delle piste ciclabili

    Torino al passo coi tempi! Adotta una Pista è un’iniziativa finalizzata a promuovere la mobilità sostenibile attraverso l’incremento, la manutenzione e il monitoraggio delle piste ciclabili.

  • Solo piste ciclabili a tutti i costi?

    I tempi per la realizzazione di una ciclabile sono lunghi e noi abbiamo invece l'urgenza di accelerare i tempi di realizzazione di un sistema di mobilità ciclistica che metta in sicurezza chi sceglie la bicicletta come mezzo di trasporto. Le piste ciclabili andrebbero fatte, e anzi sono indispensabili, solo là dove non si può fare altrimenti, dove si affiancano a grosse strade di collegamento.

    E quindi quello che necessita una città come Monza sono le corsie ciclabili, economiche, facili e veloci da realizzare. Una semplice separazione disegnata con la vernice sull'asfalto. Possiamo unire le piste ciclabili esistenti, sia con tratti di pista se necessario, oppure con una semplice corsia ciclabile, che unita alla moderazione del traffico ha il doppio ruolo di tutelare il ciclista e rallentare sensibilmente la velocità dei mezzi motorizzati, in modo che siano rispettati più facilmente i limiti di velocità cittadini troppo spesso ignorati. 

    Potremmo così facilmente unire gli spezzoni di ciclabili, la cui disgregazione attuale è pericolosa per il ciclista che si trova improvvisamente a contatto del traffico, dopo aver percorso un tratto sicuro, realizzando percorsi ciclabili che raggiungono i punti di interesse generale della città molto facilmente e in modo economico.

    Sulle arterie di grande comunicazione saranno ancora necessarie le piste ciclabili, ma al di fuori di queste avremo creato, con la moderazione del traffico e le corsie ciclabili, degli spazi condivisi da tutti. Insomma una città molto diversa da quella in cui viviamo oggi, una città dove in modo naturale, con l'aiuto dell'amministrazione e la consapevolezza dei cittadini, si ridurrà il numero sia delle auto circolanti che ferme ad occupare spazio nelle strade.

    Come afferma il presidente di Monzainbici, Giuseppe Piazza,  "la mobilità ciclistica non si aggiunge, ma si integra al resto della mobilità".

    Spesso basterebbe semplicemente copiare da altre città con esperienze analoghe che hanno dato  frutti positivi. Senza prendere come esempio le solite città europee lontane da noi, ci sono comuni italiani che solo qualche anno fa si trovavano nelle nostre stesse condizioni ma che hanno saputo reagire a situazioni particolarmente negative: pensiamo a Milano, che pur non avendo una situazione idilliaca per la mobilità ciclistica sta sperimentando con successo tanti interventi indirizzati verso una maggior tutela della mobilità dolce, come le corsie ciclabili e i controsensi permessi ai ciclisti. 

    Quindi corsie ciclabili semplicemente disegnate, rifiutando l'idea che le corsie senza una separazione fisica possano essere poco rispettate.

    Dobbiamo rinunciare all'idea che la segnaletica sia insufficiente a garantire sicurezza? Noi pensiamo che al contrario è venuto il momento, e crediamo che ormai ci sia la cultura giusta, per iniziare un nuovo percorso, non ci mancano né le possibilità, né l'intelligenza per uscire da comportamenti che per troppo tempo hanno condizionato le nostre vite.

    Monza, come molte altre città, ha bisogno di una svolta decisa e radicale in tema di mobilità. Questo è il momento giusto. 

    Massimo Benetti - Ufficio Stampa FIAB MonzaInBici

Itinerari

Tuttobike

Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.