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Il sito The Active Times, ha pubblicato la classifica delle 10 città migliori per andare in bicicletta. Le 10 città bici-friendly offrono piste ciclabili ben mantenute e un numero crescente di abitanti che vi si muove solo in bicicletta.
Negli ultimi 15 anni le città europee del vecchio continente, hanno subito un nuovo impulso a rendere le città più bici-friendly, sia per i residenti che per i tursiti. Sono tante le città che propongono servizi di bike-sharing, di solito gratuiti per la prima mezz’ora o poco più, che rendono facile spostarsi da un angolo all’altro delle città europee, in modo rapido ecologico e salutare. Un viaggio su due ruote alla scoperta dell’arte, della natura e delle bellezze tipiche di una località, è un’esperienza unica ed emozionate, che offre un punto di vista nuovo, più autentico e coinvolgente.
Secondo il sito The Active Times, la città migliore per i ciclisti è Amsterdam, nei Paesi Bassi. Più della metà dei suoi abitanti usa la bici almeno una volta al giorno. Qui le politiche a favore dei ciclisti sono state avviate negli anni sessanta. Nella capitale olandese i chilometri di pista ciclabile raggiungono quasi i 500 chilometri. Nei Paesi Bassi le aree di parcheggio delle auto separano quasi sempre la pista ciclabile dalla strada, tanto da creare una barriera tra il traffico e gli stessi ciclisti. A Copenaghen, dove l’amministrazione municipale sta implementando le piste ciclabili già esistenti, i semafori per i ciclisti si attivano un poco prima di quelli per le auto, così le biciclette che attraversano la strada sono più visibili. Il 32 per cento degli abitanti di Copenaghen va al lavoro in bicicletta. I ciclisti percorrono in tutto 600 mila chilometri ogni giorno ed hanno una segnaletica dedicata appositamente a loro. Ci sono perfino dei poggiapiedi per i ciclisti fermi agli incroci. La spesa per le infrastrutture utili alle biciclette è di 10-20 milioni di euro all’anno.
La classifica
Ecco la classifica completa delle dieci migliori città per ciclisti compilata da Active Times<
1. Amsterdam, Paesi Bassi.
2. Portland, Oregon - Capitale statunitense delle biciclette, grazie a decenni di politiche e progetti a favore delle due ruote (il 10 per cento degli spostamenti totali si fa in bici e ci sono più di 400 chilometri di piste ciclabili). Ha vinto la medaglia di platino della Lega dei ciclisti statunitensi.
3. Copenaghen, Danimarca - Il 32 per cento degli abitanti va al lavoro in bici. I ciclisti percorrono in tutto 600mila chilometri ogni giorno e hanno una segnaletica pensata apposta per le ciclabili. Ci sono perfino dei poggiapiedi per i ciclisti fermi a un incrocio. La spesa per le infrastrutture utili alle bici è di 10-20 milioni di euro all’anno.
4. Boulder, Colorado - Trecento giorni di sole all’anno e quasi 500 chilometri di percorsi ciclabili, oltre a un programma che promuove l’uso della bicicletta per andare a scuola.
5. Davis, California - Città di riferimento per i ciclisti statunitensi, la prima degli Stati Uniti a promuovere le piste ciclabili (nel 1967), che oggi sono presenti nel 95 per cento delle strade cittadine. Negli ultimi dieci anni ha speso 14 milioni di dollari per progetti legati alle due ruote. Oggi ospita la U.S. Bicycling Hall of Fame.
6. Trondheim, Norvegia - Ogni giorno 32mila persone usano la bici. C’è anche un ascensore per bici (il primo al mondo, sul modello dello skilift) che permette di salire sulle colline della città senza pedalare.
7. Minneapolis, Minnesota - Un programma di bike-sharing, cittadini pazzi per la bici e percorsi per le biciclette dentro e fuori la città (incluso il Cedar Lake Trail, considerato il più bel tragitto per ciclisti degli Stati Uniti).
8. Berlino, Germania - Più di 400mila berlinesi percorrono ogni giorno 620 chilometri di piste ciclabili per andare al lavoro e il governo investe ogni anno 3 milioni di euro per la mobilità su due ruote. Si può consultare il sito dei trasporti della città per capire come spostarsi in bici.
9. Barcellona, Spagna - Ha un “ring-verde” di cento chilometri pensato solo per le biciclette, un efficiente programma di bike-sharing, Bicing, e percorsi ad hoc anche per i turisti. Barcellona ha installato su una delle vie principali un “contabici” che segna quante ne passano ogni giorno e quanto manca per raggiungere il numero di tragitti in bici fissato per quell’anno.
10. Basilea, Svizzera - Piste ciclabili in tutta la città, corsie di svolta a sinistra per i ciclisti e percorsi da fare in bici anche fuori la città.
Come ci si poteva aspettare nemmeno un città italiana è tra le prime 10 di questa classifica riportata da Internazionale. Rispetto a qualche anno fa l’uso della bici in Italia ha fatto enormi passi avanti. Se guardiamo, però, agli altri paesi europei il divario è ancora notevole soprattutto in relazione alle piste ciclabili. Basti pensare che 'Monaco di Baviera può contare su circa 1000 km di pista ciclabile mentre Roma forse su un centinaio. Chissà se prima o poi anche qualche città italiana riuscirà ad entrare nella classifica delle città bici-friendly.
Fonte: theactivetimes.com, internazionale.it
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Lunedì, 17 Giugno 2013 08:42

La bicicletta conquista i Piemontesi

Per un Piemontese su due la bici è sinonimo di rispetto dell’ambiente e ben il 70 per cento degli utilizzatori abituali delle due ruote arriva a percorrere anche fino a 5 km al giorno. Aiuta a fare una vita meno sedentaria, consente di risparmiare tempo e denaro, trasmette benessere fisico e mentale. Per i piemontesi è “bici-mania” e il 70% dei ciclisti arriva a percorrere anche 5 km al giorno cavalcando la tendenza del momento, ovvero il “Well-biking”. Circa 2 su 10 (21%) dichiarano di utilizzare la bicicletta almeno 3 volte a settimana sia che si tratti di andare a fare la spesa (36%) o una semplice passeggiata (52%) e 2 piemontesi su 10 (20%) la scelgono anche come mezzo migliore per i suoi spostamenti. Per quasi 6 piemontesi su 10 (62%) l’uso della bicicletta aiuta soprattutto a stare in forma e in salute, mentre circa il 49% inforca le due ruote per promuovere il rispetto dell’ambiente e stare in contatto con la natura (38%). I vantaggi dell’andare in bici? Il relax mentale che ne consegue (46%), risparmiare i soldi della benzina e dei mezzi pubblici (33%) e rappresenta un modo piacevole di stare in forma (40%). É questo quanto emerge da uno studio promosso da Beltè, condotto attraverso circa 265 interviste telefoniche su un campione casuale di piemontesi che usano la bicicletta, in età tra i 18-65 anni, per verificare tic e manie dei piemontesi in bici. La bella stagione favorisce senz’altro i piemontesi a prendere dimestichezza con le due ruote (43%) ma qual è il motivo principale che li spinge a prendere la bici? La maggioranza (51%) sale in sella per farsi la classica passeggiata al parco. Ma adesso, anche tra i piemontesi, prende piede anche l’abitudine di utilizzarla per le attività pratiche della vita quotidiana come fare la spesa (36%,) e mezzo ideale per spostarsi (27%). E non mancano coloro che sono spinti a pedalare dalla voglia di tenersi in forma fisicamente (39%) e mentalmente (41%).

Quali sono le problematicità che incontrano nell’andare in bici?
Circa 4 piemontesi su 10 (38%) indicano soprattutto l’imprudenza degli automobilisti, seguita dalla mancanza di piste ciclabili e corsie preferenziali in città. Nonostante ciò ben 7 piemontesi su 10 (70%) arrivano a pedalare fino a 5 km. Il 17% degli intervistati percorre dai 5 ai 10 km, mentre il 7% si attesta in media tra i 10 e i 15 km. Dove si e’ soliti andare in bicicletta? Strano ma vero si pedala di piu’ per le vie trafficate della citta’ (40%), rispetto alla periferia e alla campagna, che insieme arrivano al 24%, e al parco (19%). Quante volte alla settimana i piemontesi decidono di prendere la bici? Circa 2 su 10 (21%) si muovono in bicicletta almeno tre volte alla settimana, mentre gli stakanovisti dei pedali che la utilizzano tutta la settimana sono il 14% e infine l’11% degli intervistati la riscopre solo nei week end.
Ma quali sono i vantaggi dell’andare in bici? Dalle risposte emerge come l’aspetto salutistico sia il più associato al mondo delle biciclette; secondo la maggioranza, infatti, pedalare rilassa e trasmette benessere interiore (46%), aiuta a fare una vita meno sedentaria (31%), a stare in forma facilmente, con gusto e in modo piacevole (40%). Ad emergere è anche l’altra anima delle bici, quella volta maggiormente alla cura dell’ambiente; i piemontesi preferiscono i pedali per salvaguardare l’ambiente (50%) e stare piu’ a contatto con la natura (38%) e perché è il modo più facile e immediato per abbassare l’inquinamento in città (22%).
Alla domanda su quale oggetto ritengono indispensabile avere con sé quando si è in bici, i piemontesi non si smentiscono e mettono al primo posto il telefonino o lo smartphone (47%), seguito da una percentuale consistente (32%) che non rinuncerebbe mai a portarsi dietro una bibita fresca, soprattutto acqua minerale (89%) e thè freddo (7%), di gran lunga preferiti a integratori (3%) e succhi di frutta (1%).

Fonte: www.localport.it

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La bici come ultima e più intensa frontiera dell'avventura, tra chi vuole cambiare il mondo e chi vuole riscoprirsi e riscoprirlo. E' questo il tema dell'inchiesta sul numero di Giugno di BC, la rivista della Federazione Italiana Amici della Bicicletta che a cadenza bimestrale racconta tutto sul mezzo di trasporto più green che esista.
Poi i dati sul numero sempre più crescente di italiani che hanno deciso di passare sui pedali le vacanze, la scoperta delle Vias Verdes, le antiche ferrovie spagnole riconvertite a piste ciclabili, ma soprattutto il racconto di Gianpaolo Ormezzano sul contributo che Gino Bartali diede ai partigiani grazie alla sua abilità ciclistica e al suo sangue freddo. L'ultimo a partire - rilanciato dai media la settimana scorsa - è stato Stefano Cucca, ex-ironman, 300 tappe, 30mila chilometri per raccontare la sostenibilità. E il viaggio in bicicletta si conferma sempre più l'ultima frontiera dell'avventura. C'è chi parte per cambiare il mondo, chi per cambiare se stesso; c'è chi si tira fuori dal lavoro e dalla vita di sempre, chi ne viene espulso. Il racconto corale di questo esercito di 'ciclonauti' è il tema della cover story sul numero di Giugno di BC, il magazine di FIAB, la Federazione Italiana Amici della Bicicletta, in distribuzione. Un'inchiesta senza numeri, che di questo manipolo di anti-eroi racconta motivazioni, incontri, sensazioni di viaggio. E le difficoltà del rientro: perché, come racconta a BC Francesca di Pietro, psicologa dei turismo e viaggiatrice, "se partire è difficile, tornare lo è ancora di più; anche perché chi rimane a casa comprende con difficoltà l'esperienza del viaggio".
BC, rivista bimestrale nata nel 2011, è il primo periodico italiano che sostiene l'uso quotidiano della bicicletta, in città e nel tempo libero, per una mobilità sostenibile, per il benessere di chi pedala, per la salute dell'ambiente. Sul numero di giugno, affianca all'inchiesta sui ciclonauti servizi e proposte di viaggio alla portata dell'esercito - anche questo crescente - di italiani che hanno deciso di passare sui pedali le vacanze 2013 (+5,1% sul 2012 secondo una recente indagine Trademark Italia): un viaggio nei Paesi Baschi, alla scoperta delle Vias Verdes, le antiche ferrovie spagnole riconvertite a pista ciclabile, e percorsi all'interno di tre Parchi nazionali italiani (Appennino tosco-emiliano, Gran Paradiso, monti Sibillini) che si distinguono per la ricchezza di servizi e ospitalità bike friendly.
Il personaggio del mese è Gherardo Colombo, l'ex magistrato che si è liberato da scorta e auto blu, gira solo in bicicletta e racconta ai ragazzi il valore della regole, mentre la città sotto esame dal punto di vista della ciclabilità è questo mese Lecce, capitale del barocco, non ancora delle due ruote. In sommario anche la collezione di bici degli antichi mestieri raccolte a Lecco da Nello Sandrinelli; l'avveniristica due ruote 'senza fili' di Jonny Mole. Pro e contro della decrescita, solari e buone regole per progeggersi in sella dal sole d'estate, e un racconto di Gianpaolo Ormezzano sul Bartali segreto, amico dei partigiani sono tra gli argomenti della sezione finale, che allarga il campo ai temi più generali della salute, dell'ambiente, della sostenibilità. BC, di proprietà della FIAB, è edita dal team di Vistosistampi che ha curato il progetto del magazine, ed è diretta da Giancarlo Marini. La tiratura è di 20mila copie, distribuite a tutti i 15mila soci delle associazioni federate dalla FIAB, e in abbonamento postale (un anno, 6 numeri a 24 euro).
Alternativa Sostenibile: portale di informazione sullo sviluppo durevole e sostenibile.
Fonte: www.alternativasostenibile.it

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La Magnalonga è un'iniziativa nata e promossa in molte località del nord Italia che vede gruppi di persone passeggiare, per boschi o per paesi, alla scoperta delle bellezze e delle prelibatezze gastronomiche dei luoghi visitati.
Il circolo Legambiente Mondi Possibili e l'associazione di promozione sociale Tavola Rotonda hanno deciso di riproporre l'evento in una realtà decisamente meno “comoda”, quale quella romana, puntando anche alla mobilità sostenibile; per questo è nata la Magnalonga in bicicletta.
Al desiderio di riscoprire vie, piazze e parchi romani si è aggiunta, già dalla prima edizione, la prerogativa di far incontrare associazioni e produttori locali, al fine di creare una rete di persone che condividessero le stesse passioni o che, spinti dalla curiosità, volessero approfondire la conoscenza di un mezzo ancora scarsamente utilizzato in città o cercassero un momento di svago e “condivisione democratica”; perché, si sa, mangiando e ridendo, si è “tutti più uguali”.
Durante la prima edizione abbiamo scelto di concentrarci sui produttori di cibi biologici provenienti dal Lazio: cibi a chilometri zero, sani e, talvolta, poco conosciuti mettendo in rete le piccole associazioni sul territorio.
La seconda edizione si è concentrata sulle ville storiche romane: Villa Glori, Villa Ada, Villa Borghese viaggiando attraverso i cibi e le tradizioni dei piccoli comuni del Lazio.
La terza edizione si è occupata di intercultura: i protagonisti sono stati i cittadini della cosiddetta Roma multietnica. Con “Magnamondo – il Mondo a portata di bici” abbiamo unito le culture dei cinque continenti, ponendo al centro la bicicletta e puntando a gettare le basi per una più stretta cooperazione con quanti, spesso, per ragioni culturali o linguistiche, sono costretti all'esclusione.
Il tema della quarta edizione è stato duplice: la promozione del ciclo-turismo nelle regioni italiane, e la volontà - nata dal circolo Legambiente Mondi Possibili - di creare un modello di municipio, e in seguito di città, a misura d’uomo, in cui la qualità della vita e dell’ambiente sia elevata. Il tutto nasce dalla presentazione del documento “Il municipio II (noi)” firmato dalle associazioni del II municipio, che si ispira ad un nuovo modello cittadino dove muoversi non vuol dire necessariamente essere vittime dello stress e della musica ritmata dei clacson.
Tra i temi al centro di questa edizione ci sarà l’intermodalità urbana, ovvero la possibilità di integrare la bicicletta ai mezzi pubblici, quali treni o autobus, ma anche mezzi di bike e car sharing, l’unica vera alternativa per una città più sostenibile.
Il percorso della Magnalonga, che si snoda per 25-30 km, è diviso in tappe durante le quali, per circa 30 minuti, si sosta in un'area prestabilita nella quale vengono offerti prodotti messi a disposizione, gratuitamente, dai produttori e dalle associazioni che offrono supporto, con l'ausilio dei volontari della nostra associazione. Tra una tappa e l'altra il cordone di ciclisti si snoda per le vie della città e la colora, rivendicando la possibilità di utilizzare le due ruote anche in una metropoli caotica come Roma e dimostrando che esiste una schiera di persone che, oltre a fare scelte azzardate, decidendo di sfidare traffico e una ciclabilità limitata, desidera valide e possibili alternative. L'ultima tappa coincide con la cena durante la quale giochi, musica e, neanche a dirlo, ancora cibo, alleviano i ciclisti urbani dalle fatiche della giornata.
Nel corso degli anni è cresciuta esponenzialmente l'attenzione delle istituzioni e dei media nei confronti dell'iniziativa che è diventata, oltre a un'occasione di divertimento, un veicolo di comunicazione che permette di rendere nota la nostra posizione rispetto alle scelte che speriamo vengano fatte e alle voci che, chiediamo, vengano ascoltate.
L'evento è diretto a tutti gli amanti della bicicletta, a chi la usa abitualmente, così come ai neofiti, a tutti coloro interessati ai trasporti eco-compatibili, a coloro che amano vedere la città attraverso percorsi insoliti e anche, più semplicemente, a quanti vogliano passare una giornata in allegria pedalando per la città, curiosi di assaggiare piatti della cucina regionale. I frequentatori abituali della Magnalonga sono bambini, ragazzi, adulti, anziani.
Gli obiettivi che ci proponiamo sono:
Utilizzare la bicicletta come strumento che crea senso d’appartenenza al contesto cittadino, conoscendo le varie espressioni culturali di cui ciascuno è portatore.
Promuovere il cicloturismo come pratica sostenibile e ricreativa.
Promuovere l’uso della bicicletta e valorizzare i diversi sistemi di mobilità pubblica (intermodalità con i mezzi pubblici e con il Bike Sharing; le nuove ciclostazioni)
Promuovere la rete dei percorsi ciclabili presente sul territorio italiano
Promuovere le tipicità regionali come veicolo di scoperta di prodotti e tradizioni locali
Creare un modello di città, maggiormente vivibile e attivare percorsi di riscoperta dei territori.

Comunicato Stampa www.magnalonga.net
Per maggiori informazioni e per preiscriversi: www.magnalonga.net/

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In primavera si potrebbe provare a lasciare in garage l’auto e affidarsi ai muscoli, anche nel caso non siano troppo allenati, delle nostre gambe, che con l’aiutino del motore elettrico non devono temere i chilometri fatti di pavé e saliscendi del classico tragitto casa-lavoro/scuola/università o supermercato. 

Pedelec o bipa
Insomma, la bici a pedalata assistita (detta anche pedelec o bipa) ci stuzzica: una bicicletta equipaggiata con un motore elettrico a batteria che sostiene (e non sostituisce) l’azione propulsiva delle gambe mentre pedaliamo, rendendoci la fatica meno dura. Un po’ come avere il vento sempre a favore. Il motore interviene solo ed esclusivamente quando si pedala grazie a un sistema di sensori, il cosiddetto P.A.S. (Pedal Assist System), la cui presenza è necessaria per rendere legale la bici elettrica. E già, perché se il motore si potesse azionare indipendentemente dalla pedalata (tanto da decidere di usare “solo” il motore elettrico) a rigor di legge si dovrebbe parlare, non più di “pedelec”, ma di bici elettrica, un mezzo che in Italia come nel resto dell’Unione europea è equiparato ai ciclomotori e come tale richiede l’omologazione e l’immatricolazione, il pagamento del bollo e dell’assicurazione e, per chi guida, l’obbligo di indossare il casco e di possedere il “patentino”. Insomma, tutta un’altra storia.

I criteri di scelta
Ma come si fa a scegliere bene una pedelec nel mare magnum delle offerte del mercato? Il budget a disposizione è certamente determinante, dato che si trovano bici a pedalata assistita di ogni prezzo. Ma la prima scriminante è proprio questa: un prezzo troppo basso, sotto i 600 euro, spesso nasconde un prodotto di scarsa qualità e dunque pericoloso (ricordiamoci che raggiungono la velocità di 25 km/h). Spendere poco per una pedelec e poi vederla cadere a pezzi, con tutti i rischi per la nostra e l’altrui incolumità, non è il massimo. Di solito, telaio, plastiche e sistema batteria/motore di buona qualità si trovano in bici dai 1.000 euro in su. Anche il peso conta: in caso di batteria scarica o guasto al motore ci toccherà pedalare e un telaio in alluminio è garanzia di leggerezza. La batteria, poi, è il “cuore” della pedelec: quelle al piombo stridono con il concetto di eco-mobilità e sono piuttosto pesanti. Meglio scegliere quelle al litio, specie di ultima generazione, anche se più care. Durata, modalità e tempi di ricarica (a una normale presa di corrente) variano da modello a modello, ma il concetto è sempre lo stesso: le soluzioni più avanzate costano di più ma assicurano migliori prestazioni e tempi di ricarica ridotti (3 ore). Occhio anche alla garanzia: deve essere di 2 anni su tutta la bicicletta. Ed è bene verificare che vi sia un’efficiente rete di assistenza del negoziante e del distributore nazionale. L’uso che pensiamo di farne è argomento decisivo: percorsi urbani e gite fuori porta (anche impegnative), tragitti lunghi e quotidiani e tragitti brevi e sporadici richiedono mezzi e caratteristiche diversi, computer di bordo con poche e semplici funzioni o altri più complessi, con differenze di prezzo notevoli: una mountain bike biammortizzata può costare anche 4.000 euro. 

Ma attenzione che sia a norma di legge
Per la direttiva europea 2002/24/CE, recepita in Italia con decreto 31 gennaio 2003 del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la bicicletta a pedalata assistita, dotata di motore elettrico ausiliario, deve avere queste caratteristiche:
potenza nominale massima continua del motore elettrico: 0,25 kW;
alimentazione del motore progressivamente ridotta e quindi interrotta al raggiungimento dei 25 km/h: la bici a pedalata assistita può dunque superare questa velocità solo con la forza delle gambe;
alimentazione del motore interrotta prima dei 25 km/h se si smette di pedalare. In pratica, il funzionamento del motore deve essere sempre subordinato alla pedalata. 

Garanzia e affidabilità: il rebus delle low cost
“Il nostro mercato è invaso al 90% da prodotti cinesi acquistabili facilmente su internet, ma privi di documentazione o con certificati falsi. Il prezzo è basso, ma è un rischio acquistarli. Non c’è garanzia o assistenza in caso di rottura”. Marco Buscemi, responsabile commerciale della Aspes, storico marchio acquisito dalla Menzaghi Motors nel 2008, che a breve presenterà la nuova gamma di pedelec di ultima generazione, non nasconde quanto sia difficile orientarsi oggi in un acquisto del genere. Possibile che non vi sia alcun controllo? “Oggi, per essere commercializzate in Europa, le bic provenienti dalla Cina devono ottenere una certificazione di conformità con le norme Ue da un ente esclusivamente europeo. Prima invece arrivavano sul mercato con certificazioni rilasciate da enti cinesi non riconosciuti in Europa”. Certo, la facilità di acquisto sul web non semplifica le cose. Ma tra tutto quello che arriva dalla Cina, materiali di alta qualità e più modesti, occorre saper scegliere e, per stare alle regole, acquistare solo prodotti certificati da enti europei e con garanzia di 2 anni. 

Fonte: regione.emilia-romagna.it

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Mercoledì, 17 Aprile 2013 11:47

Donauradweg: la pista ciclabile del Danubio

Se siete degli appassionati delle due ruote e avete una settimana di vacanze, magari per il ponte del 25 aprile, potete abbinare sport e visite d’arte lungo la Donauradweg, la pista ciclabile del Danubio, interamente percorribile in bicicletta dalla fonte di Donaueschingen al delta sul mar Nero, tra Romania e Ucraina. Tuttavia il tratto più frequentato, segnalato e accessibile perché quasi interamente pianeggiante è quello che parte dalla città bavarese di Passau, in Germania, e arriva nella capitale austriaca dopo 330 chilometri. 

Durante questo tratto panoramico di ciclovia si possono visitare castelli, monasteri, borghi e vedere paesaggi incantevoli; un po’ ovunque si sosta nelle fattorie per pranzi tipici o nei piccoli alberghi per ciclisti o negli hotel con Spa per la notte. Si parte da Passau (oppure al contrario da Vienna), città tedesca soprannominata la “Venezia bavarese” per la presenza di numerosi canali. La città, infatti, sorge alla confluenza dei fiumi Inn e Ilz con il grande Danubio, il secondo fiume più lungo d’Europa, a pochi chilometri dal confine con l’Austria. Prima di partire in bicicletta lungo il Danubio meritano una visita il duomo di santo Stefano in stile barocco, che ospita il più grande organo al mondo; il museo Wilden Mann, ricco di preziose ceramiche austriache e boeme e la fortezza di Oberhaus con torre panoramica, sull’altra sponda del fiume. Da Passau si pedala in direzione Linz, in Alta Austria, costeggiando il fiume Danubio e avvistando numerosi castelli e deliziosi borghi dove fermarsi, come Haibach ob der Donau, il monastero cistercense di Wilhering e Feldkirch con la chiesa gotica di St. Nikolaus e il castello medievale di Schattenburg. Per godere dei paesaggi incantevoli che ricoprono l’intero tratto del Danubio ogni tanto conviene passare dall’altra parte del fiume: i passaggi sono favoriti da ampi ponti o dai Fahradfähren, i traghetti per le biciclette. Ovunque spuntano castelli e rovine di antichi monasteri e a ogni curva si gode della bellezza dei vigneti e delle verdi rive punteggiate da alberi e cespugli fioriti. Linz, capoluogo di regione e terza città d’Austria, sembra sia stata creata proprio per i ciclisti: qui, a ogni incrocio, la precedenza spetta sempre alle due ruote che possono viaggiare in tutto il centro storico su piste create apposta per loro con semafori, indicazioni stradali e officine fisse per la manutenzione delle biciclette. Prima di lasciare la città è bene fare una passeggiata nel centro storico barocco fin alla Hauptplatz con gli eleganti palazzi e la scenografica colonna della Trinità. Meritano una visita anche l’Alter Dom dove il musicista Bruckner lavorava come organista, e la Stadtpfarrkirche con la tomba di Federico III, entrambe chiese con pitture e affreschi preziosi. Numerose sono le chiese presenti in città: la Martinskirche d’origine carolingia, il Neuer Dom con il campanile più alto d’Austria e la chiesa dei Minoriti. Da pochi giorni, inoltre, è stato inaugurato il nuovo Musiktheater Linz am Volksgarten, il teatro dell’opera più moderno in Europa, che si sviluppa su cinque piani, di cui due interrati e vanta una torre del palcoscenico che comprende altri tre livelli. La facciata abbraccia l’edificio come un enorme sipario, mentre il palcoscenico di 32 metri è girevole e multifunzionale. Viaggiando per circa 20 chilometri a est da Linz e con una deviazione di altri dieci chilometri, si raggiunge l’ex-campo di concentramento di Mauthausen, il più grande campo che i nazisti fecero costruire in Austria: per visitare il lager-museo, tuttavia, bisogna affrontare una salita un po’ faticosa, che si può fare anche con un pullman. Una breve deviazione lungo la sponda meridionale del Danubio porta alla cittadina medievale di Enns, il centro più antico d’Austria; tornando sulla ciclabile del Danubio e attraversando il Strudengau si incontrano sulla sponda settentrionale altri borghi che meritano una sosta come Steyeregg e Grein, famoso per il castello e le corti a loggiato. Proseguendo il viaggio si scorge il borgo di Werfenstein, il cui castello vigila dall’alto il corso del fiume. Dopo pochi chilometri si giunge nella cittadina di Ybbs e, dopo qualche altra curva, si arriva a Melk, che merita una lunga sosta per visitare la grandiosa abbazia benedettina, uno dei monasteri barocchi più belli d’Europa con una ricca biblioteca di antichi manoscritti, che sorge su una rupe affacciata sul Danubio. Ai piedi dell’abbazia, nel centro storico della città, si possono ammirare palazzi d’epoca rinascimentale e il più bell’edificio postale del Paese. Uscendo da Melk e proseguendo lungo il fiume si attraversa l’ultima parte della celebre regione vinicola della Wachau e si lambisce la valle chiamata Nibelungengau, quale omaggio al Canto dei Nibelunghi, la famosa saga germanica del XIII secolo che ispirò scrittori, poeti e il genio musicale di Wagner. Tra terrazze coltivate a vigneti e caratteristici villaggi si attraversano i borghi di Spitz e Weissenkirchen e si avvistano le rovine dell’antico castello di Dürnstein. Immersa tra i vigneti patrimonio dell’Umanità per l’Unesco si arriva alla cittadina medievale di Krems, alle porte di Vienna, tra rovine di manieri, abbazie e antichi monasteri. Dopo pochi chilometri si termina il viaggio a Vienna, la capitale, anch’essa pensata per chi si muove sulle due ruote, con più di mille chilometri di piste ciclabili e corsie preferenziali. Piacevole è pedalare lungo la strada panoramica del Ring, che costeggia il centro e tocca i monumenti più emblematici della città, dal palazzo imperiale asburgico al museo delle Belle Arti. Il ritorno a Passau si può fare anche in treno: le ferrovie austriache mettono a disposizione dei treni speciali per i ciclisti che in modo economico ripercorrono in poche ore i chilometri fatti in bicicletta. A partire da maggio, inoltre, è possibile viaggiare con la propria bicicletta imbarcandosi per due giorni da Vienna fino a Passau, pernottando a Linz. 

Per maggiori informazioni:www.donau-radweg.info 

Fonte: Ida Bini de l'Ansa
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Aumentare del 10-20% la quota di attività fisica quotidiana riduce del 33% il rischio di andare incontro a sindrome metabolica, preludio di gravi disturbi cardiovascolari: a spiegarlo è la presidente di ALT, l'Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle Malattie Cardiovascolari, Lidia Rota Vender, in vista della giornata nazionale contro la lotta alla Trombosi che sarà celebrata il 17 maggio. 

In un'affollata piazza Duomo, riscaldata dal sole primaverile, ieri pomeriggio si è svolto Pedala con il cuore, l'evento unconventional realizzato da ALT-Onlus, in collaborazione con bikeMi, una sorta di flash mob per dire no alle auto e si alla bicicletta, come mezzo sostenibile e salutare per muoversi ogni giorno per andare a scuola e al lavoro. Un'iniziativa di scienza e buon senso, come recita lo slogan della Giornata, che ha coinvolto donne, bambini, giovani e turisti, sensibilizzandoli a condurre uno stile di vita più sano utile a prevenire le malattie cardiovascolari da Trombosi.
Tutti noi siamo chiamati a questa battaglia contro l'epidemia del nostro secolo, che sono le malattie da trombosi come Infarti e Ictus - ha spiegato Lidia Rota Vender - e ognuno deve fare la sua parte abbandonando vecchie abitudini, sin da piccoli, perché un bambino in sovrappeso ha un rischio doppio di andare incontro a un evento cardiovascolare da adulto e quintuplicato di sviluppare il diabete”. 

Fonte: ansa

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Bicicletta, ecco un mezzo di trasporto dai numerosi vantaggi, non soltanto dal punto di vista ambientale. Se preferire la bici all'auto contribuisce a ridurre le emissioni inquinanti nelle nostre città, le pedalate quotidiane di andata e ritorno per recarsi al lavoro rappresentano un vero e proprio toccasana per la salute. 

Compiere movimento ed esercizio fisico con regolarità rappresenta un fondamentale pilastro per il nostro benessere. Secondo uno studio recente, risulta per noi più semplice ampliare il tempo dedicato al movimento nelle nostre giornate scegliendo un mezzo di trasporto dinamico per i nostri spostamenti, piuttosto che decidendo di iscriverci in palestra. A trarne vantaggio sono soprattutto i pendolari della bici, vale a dire coloro che ogni giorno pedalano per recarsi sul luogo di lavoro e lungo il tragitto di ritorno verso la loro abitazione, una volta conclusi gli impegni della giornata. Scegliere la bici come mezzo di trasporto principale aiuta a mantenersi in forma ed in salute e non presenta alcun costo economico aggiuntivo nel bilancio famigliare, al di là dell'eventuale acquisto del mezzo di trasporto. Secondo Takemi Sugiyama, esperto australiano alla guida di uno studio condotto di recente riguardo agli spostamenti sulle due ruote più ecologiche, scegliere la bici come mezzo di trasporto quotidiano rappresenta un vero e proprio esercizio vantaggioso per il nostro corpo, anche per coloro che compiono altre attività fisiche durante la settimana.
Lo studio in questione, pubblicato tra le pagine dell'American Journal of Preventive Medicine, si è svolto per una durata di quattro anni ed ha riguardato 822 persone adulte, evidenziando come coloro che si recavano regolarmente al lavoro in auto accumulassero peso in maniera maggiore rispetto a coloro che si dirigevano al lavoro in bicicletta o a piedi, sebbene svolgessero esercizio fisico regolare. Decidendo di optare per la bicicletta per recarsi al lavoro, o per raggiungere altri luoghi in cui ci si rechi ogni giorno o di frequente durante la settimana, sostituendo le due ruote più ecologiche all'auto, le opportunità di dedicarsi al movimento si incrementano naturalmente, a beneficio di tutto il corpo. Se dunque non si dispone di tempo a sufficienza per praticare regolarmente uno sport o un'attività fisica, muoversi in bici è l'alternativa migliore per mantenere il proprio corpo agile e forte più a lungo. 

Fonte: greenme.it

Pubblicato in IN EVIDENZA
Mercoledì, 27 Marzo 2013 14:59

EUROPA. CAPITALI A TUTTA BICI

Da Parigi a Vienna, da Amsterdam a Linz, guida alle grandi (e medie) città europee a misura di esplorazione a due ruote. Anche grazie a formule di noleggio sempre più sofisticate. 

«La vita è come andare in bicicletta. Per mantenere l'equilibrio devi muoverti». Lo diceva Albert Einstein in una lettera al figlio Eduard, nel 1930. Noi potremmo aggiungere che per dare anche più equilibrio ad una vacanza, vale la pena andare su due ruote. In punta di pedale si arriva veramente ovunque e si scoprono le città in maniera ravvicinata. Ecco le nostre mete in Europa dove questo economico mezzo di trasporto è non solo protagonista ma anche molto amato, tanto che ci sono persino hotel a misura di "turista-ciclista". 

Parigi
Nella Ville Lumière tutto è all'insegna della ecologia e dei ritmi lenti e si moltiplicano le piste ciclabili: 371 chilometri (è in progetto di aumentare il numero fino a 600 chilometri entro fine anno). Utilizzare questo servizio è semplicissimo dato che ci sono molte stazioni per il noleggio sparse per la città ed è possibile acquistare ticket giornalieri o abbonamenti. Inoltre, durante i weekend, alcuni quartieri come Montmartre, il canale Saint-Martin e le vie lungo la Senna, solitamente riservati al transito di veicoli a motore, si trasformano in vie per altri mezzi di trasporto (non solo la bici, ma anche skateboard e roller). Ogni venerdì sera dall'Hôtel de Ville parte un originale tour gratuito per le strade illuminate. Si replica ogni terza domenica di ogni mese alle 10.30. Tutti gli altri giorni le guide di Paris à Vélo c'est sympa accompagnano i ciclisti in percorsi insoliti alla scoperta di scorci fioriti, atéliers di artisti, cortili nascosti e angoli di città lontani dal traffico. Alla bicicletta provvede Vélib, la formula self service con un parco bici che conta ben 10648 "vetture". Per i più pigri Paris Charms & Secrets propone circuiti romantici a bordo di bici elettriche.
Info: www.franceguide.com.

Valencia
Nella città tra le più verdi d'Europa, andare in bicicletta permette di entrare a contatto con un arcobaleno di colori. Ad iniziare dai giardini del Turia, dove tra un'infinità di alberi e prati, campi da gioco e fontane, si snodano diverse piste ciclabili (10 chilometri). Si va dalla zona del mare fino al Bioparc, una delle attrazioni imperdibili della città spagnola. Un luogo all'aperto senza gabbie ma con barriere naturali, che dà la possibilità di attraversare la savana africana, la foresta equatoriale e il cuore del Madagascar e di conoscere da vicino gli animali che vivono in questi luoghi e gli ultimi nati del parco: la piccola figlia della giraffa "Ramses" e il baby gorilla "Ebo". Con Doyoubike, BEbike e  Valencia Bikes è possibile noleggiare la propria bicicletta con tariffe a partire da 1,90 euro. La sera si può raggiungere Plaza de la Virgin, con la fontana illuminata e si può fare una sosta golosa in uno dei tanti ristoranti che propongono la paella, il piatto valenciano per eccellenza. Tra questi Orio Restaurant, tapas bar tipico, specializzato in "pinchos", stuzzichini su una base di pane.
Info:
www.turisvalencia.es. 

Linz e Vienna. Austria
I ciclisti a Linz hanno sempre la precedenza agli incroci e questo fa capire l'importanza di questo mezzo nella cittadina austriaca. Tutto il centro cittadino di Linz ha corsie ciclabili, semafori per ciclisti e maniglie per sostenersi ai semafori (in modo da non appoggiare i piedi a terra). Ci sono, inoltre, due officine fisse per piccole sistemazioni della bici (mercato Uhrfahr e ingresso del vecchio municipio) con chiavi a frugola, pompe, kit per riparazione della camera d'aria, cacciavite. Nel vecchio municipio sono a disposizione 55 armadietti ad uso dei ciclisti: si possono lasciare gratuitamente le proprie cose e recuperarle durante la giornata. Una buona idea per chi non vuole portarsi dietro tutto il giorno pesi o borse. Sempre gratuitamente ci sono trailer (Carrettini) per trasportare bambini, animali o la spesa. Con la bici si va ovunque, si fa facilmente amicizia, si scoprono angolini deliziosi, si fa sosta in locande dove gustarsi una buona birra artigianale o uno sciroppo di sambuco fatto in casa. Linz, inoltre, è il cuore della pista ciclabile del Danubio, punto centrale del tratto più scenografico della ciclovia, quello tra Passau, in Germania, e Vienna. Sono circa 330 chilometri da percorrere in cinque, sette, dieci, quattordici giorni. Lungo il tragitto ci si ferma in monasteri e chiesette, si assapora la cucina locale e l'ospitalità di fattorie, alberghi a misura di ciclisti o splendi wellness hotel. Le offerte sono tante e a misura di tutte le tasche.
Anche Vienna è a misura di ciclisti: oltre 1.000 km di piste ciclabili e corsie preferenziali. Una bella esperienza è la ciclabile panoramica del Ring, che lungo il maestoso viale, largo fino a 56 metri, costeggia il centro storico, toccando alcune fra le più importanti attrazioni della capitale, tra cui Hofburg, il palazzo imperiale asburgico, il museo delle Belle Arti e quello di Storia Naturale con in mostra grandi scheletri di dinosauri (partenza e arrivo dal ponte Marienbrücke, in un itinerario di 5 chilometri. Le biciclette possono essere noleggiate presso uno dei circa 60 bike-terminal in posizione centrale, di solito nelle prossimità delle stazioni metropolitana, e restituite in qualsiasi altro bike-terminal. Per il noleggio bisogna acquistare una Citybike Tourist Card (€ 2) con cui si può ritirare la bici. La prima ora è gratuita 

Amsterdam
La città delle biciclette d'Europa. Così è chiamata Amsterdam per l'elevato numero di bici in circolazione. I numeri parlano da soli. Si conta che i 750.000 abitanti di Amsterdam abbiano più di 600.000 bici. Un record. Anche la rete di piste ciclabili è piuttosto estesa: circa 400 km, di cui 150 km a senso unico e 250 a doppio senso. Ci sono ben 120 bici d'acqua (pedalò) e esiste perfino un coordinatore per l'utilizzo della bicicletta in costante contatto con l'associazione dei ciclisti e dei quartieri, per garantire sempre sicurezza e comodità. Ovunque si possono noleggiare e c'è anche un grande parcheggio, il "Fietsflat", un edificio di quattro piani (costa circa € 1 al giorno per bici) dove il colpo d'occhio è su una marea di modelli e colori. Certo bisogna fare molta attenzione, soprattutto nell'attraversare. I ciclisti non si fermano mai e vanno sempre velocemente. Anzi, si infastidiscono non poco se qualche pedone "taglia" loro la strada. Vale la pena percorrere il più lungo ponte ciclabile del mondo con una lunghezza totale di 780 metri sul Rijnkanaal, un ponte sospeso con un'arcata di 164 metri. È accessibile solo per pedoni e ciclisti e unisce la "terra ferma" di Amsterdam con il quartiere di Ijburg ricco di isole. Gli abitanti lo chiamano "Palingbrug" (ponte dell'anguilla) per le sue linee serpeggianti. E pedalando si può percorrere la cerchia dei canali, iscritti nel Patrimoni Mondiale dell'Unesco, che quest'anno festeggiano i 400 anni dalla creazione. Ricco il calendario di eventi per i festeggiamenti. Da non perdere una visita al Museo Het Grachtenhuis che, attraverso una mostra multimediale e interattiva (in italiano, con spiritose voci nel dialetto milanese, pugliese, romano) illustra la storia di questi affascinanti navigli. Uno speciale pacchetto lo propone Funactive, in una formula bici più barca. Circa 70 km di facile percorso (4 giorni/3 notti, con guida), attraversando un tappeto colorato di tulipani. Sosta per visitare un mulino a vento (da 379 euro per persona). Anche Klm offre voli a prezzi speciali per la primavera per raggiungere la capitale olandese (in aprile riapre il Rijksmuseum, mentre il primo maggio riapre il Museo Van Gogh).
Info:www.holland.com. 

Malmo
A Malmö, a detta delle mamme, i piccoli iniziano a pedalare forse anche prima di camminare. Una ironia che però testimonia quanta attenzione ci sia verso le due ruote. Nella terza città per importanza in Svezia, affacciata sul Mar Baltico e collegata alla capitale danese Copenaghen, in soli 20 minuti, tramite il ponte sullo stretto di Öresund, gli abitanti si muovono quasi esclusivamente in sella ai loro velocipedi, bambini compresi. Ben 430 chilometri di ampie ciclabili e numerosi ponti dedicati alla mobilità dolce. Così non ci si può lasciare sfuggire l'occasione di prendere una bici a noleggio. Del resto, pedalare è il modo migliore per visitare questa città (nella regione della Scania), che si lascia misurare a giri di ruota, nonostante sia una delle aree metropolitane più dinamiche ed estese del Nord Europa. Quartieri riqualificati, vecchie strutture recuperate e grande attenzione all'ambiente e alla sostenibilità: questo il segreto del make-up di Malmö. La prima tappa non può che essere il quartiere medievale, che si dirama dalla piazza grande di Stora Torget e dalla piazzetta medievale di Lilla Torg, cinta dalle caratteristiche case quattrocentesche a graticcio. Altra zona, altra atmosfera. L'area industriale, Västra Hamnen, che, un tempo, ospitava i cantieri navali della Kockums, costituisce la "città del domani", con edifici dotati di spazi per la raccolta differenziata e fa uso di biogas prodotto come risorsa energetica. Questo moderno e affascinante quartiere, che guarda al mare, è ad alto tasso di vivacità, attorno al celebre Turning Torso. È un titanico grattacielo "a spirale" di 190 metri di altezza e 54 piani (con una torsione di 90° gradi dalla base alla cima), opera dell'architetto spagnolo Santiago Calatrava che si è ispirato proprio ad un torso umano. Rappresenta il simbolo cittadino e si staglia in tutta la sua altezza sull'orizzonte piatto di Svezia e Danimarca. La zona è invasa da centinaia di persone sedute a prendere il sole lungo i gradini che danno sul lungomare. Alla sera, invece, si ritrovano per frequentare i numerosi ristoranti, caffé, bar e locali notturni moderni. Ovunque una marea di bici parcheggiate.
Info:www.visitsweden.com. 

Helsinki
La capitale finlandese è una "metropoli tascabile" (come la definiscono gli stessi abitanti) che ha i suoi punti di forza nella tecnologia, nel design e nella natura. È questo il periodo migliore per visitarla, complici temperature più alte, per girare comodamente in maniera sostenibile (è completamente pianeggiante), con la luce che non finisce mai (il sole nordico soprattutto in estate splende 19 ore su 24). La luminosità cambia di continuo, accende di riflessi ogni cosa e mostra un volto sempre nuovo di negozi, gallerie, case atelier, boutique. In centro si trovano delle citybike gratuite dietro pagamento di un piccolo deposito che poi viene restituito. La maggior parte delle attrazioni turistiche di Helsinki è comodamente raggiungibile e ci sono numerosi parchi, tra cui quello intitolato a Jean Sibelius (sulla via Mechelininkatu), compositore di spicco dell'identità nazionale. Esistono, inoltre, dei veri e propri circuiti, 27 in totale, la cui distanza varia tra i 12 e 25 chilometri, pensati per scoprire la città (peccato che solo 4 siano anche in inglese). Se non vi sentite così sicuri di girare la città da soli, ci si può affidare a Helsinki Cityride che propone un Gran Tour di Helsinki, che si percorre in tre ore, al costo di 39 euro, nolo della bicicletta compreso. Anche i mezzi pubblici sono attrezzati per ospitare le due ruote: nell'area urbana il trasporto è gratuito. Per una sosta golosa e recuperare energia puntate a piazza del Mercato, Kauppatori, a due passi dal porto. Sotto i tendoni dei chioschi, si può ordinare una famosa ciambella munkki, molto zuccherata.
Info:www.visitfinland.com. 

Fonte: viaggi.repubblica.it

Pubblicato in IN EVIDENZA
Venerdì, 22 Marzo 2013 11:07

IL TRENO VERDE DI LEGAMBIENTE CELEBRA LA BICI

Vince ancora la bicicletta. È l’esito di una gara ideata dal Treno Verde di Legambiente che metteva a confronto i diversi sistemi di spostamento. Il Trofeo Tartaruga – i cui partecipanti concorrevano utilizzando vari mezzi di trasporto – celebra il mezzo ecologico per eccellenza: la bici inquina poco, è veloce ed è economica. Il Treno Verde, messo a disposizione dalle Ferrovie dello Stato, accompagna l’Associazione ambientalista che monitora a livello nazionale i tassi d’inquinamento atmosferico e acustico delle maggiori città italiane. 

Il Trofeo Tartaruga se l’è aggiudicato un giornalista di Metro, Lorenzo Grassi, che ha impiegato 20 minuti per giungere al traguardo; al secondo posto, con 29 minuti, si piazzano la Consigliere della Regione Lazio Cristiana Avenali e il direttore Regionale Trenitalia Lazio Aniello Semplice, che hanno optato per i mezzi pubblici. Sul terzo gradino del podio sale, con 33 minuti, un volontario di Legambiente che ha invece impiegato uno scooter.
Il nostro impegno è quello di realizzare nell'arco dei primi mesi della legislatura, più precisamente nei primi 120 giorni, il piano trasporti per una mobilità sostenibile. Si tratta di un’esigenza non più rinviabile per migliorare la qualità della vita degli stessi cittadini, nonché per ridurre l'inquinamento della nostra città. Occorrono sicuramente fondi e investimenti importanti, ma occorre anche attivare servizi ugualmente strategici e di più semplice realizzazione come parcheggi di scambio e bike-sharing”.
L’itinerario prevedeva 5 km di tragitto che attraversava una delle zone più trafficate e inquinate della Città Eterna: da piazza Gondar al binario I di Roma Termini, con una tappa intermedia alla stazione Tiburtina.
Si tratta di un percorso che attraversa le zone più critiche della città di Roma per quanto riguarda l'inquinamento atmosferico e la mobilità - ha sottolineato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio - dove poco o nulla è stato fatto per la riduzione del traffico. Anche oggi è stato dimostrato che il treno metropolitano resta sempre di più un'infrastruttura centrale per la città, ma in attesa dell'entrata in funzione della linea C è venuto il momento di ridiscutere di come migliorare la qualità del servizio, come tornare a investire sul trasporto su ferro, non solo in città ma nell'area romana più ampia. Da anni, invece - ha continuato Parlati- si è fermi con gli investimenti in questo settore: la Regione investe solo lo 0,13 per cento del suo bilancio, pari a circa 35 milioni di euro, su questo servizio vitale per la mobilità dei cittadini. Occorre lavorare e investire non solo sull'infrastruttura ma anche sugli stessi mezzi, ormai invecchiati. La Regione prenda in mano la situazione e affronti un tema imprescindibile per la qualità della vita delle persone che è invece stato abbandonato nella scorsa legislatura. Altra sfida importante è quella legata ai tram. Anche qui registriamo una totale assenza di programmazione e di interventi: da anni è nascosto in un cassetto un progetto di riorganizzazione della rete tramviaria. Lo si riprenda, se ne discuti e si affronti finalmente il tema della mobilità in maniera seria e responsabile”, ha concluso Parlati. 

Fonte: greenreport.it
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