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Da Santa Margherita Ligure a Paraggi, alla piazzetta di Portofino, a Camogli , ma anche Ruta e San Rocco. È il Tigullio che, con il nuovo servizio di bike sharing presentato in mattinata nella seicentesca Villa Durazzo, a Santa Margherita Ligure, apre gli angoli più suggestivi dell’area Parco di Portofino a turisti e residenti in un modo nuovo: pedalando in bicicletta. 

Con una sessantina di mezzi a due ruote a pedalata “assistita” da un motore elettrico e una decina di ciclo stazioni di posteggio dislocate nelle varie località e accessibili 24 ore su 24, il servizio Portofino Park&Bike nato su iniziativa dei comuni di Santa Margherita Ligure e Camogli e l’Ente Parco di Portofino che sarà inaugurato sabato prossimo, 23 marzo 2013, per l’assessore regionale Renata Briano “è una forma di mobilità sostenibile per il turismo all’aria aperta destinata in futuro a trovare seguaci anche negli altri parchi della Liguria. Portofino Park&Bike, ha aggiunto la Briano, è infatti una iniziativa di grande prestigio per tutto il comparto eco-turistico ligure”.
Il servizio, che partirà in modo sperimentale, è gratuito per la prima mezz’ora, con un costo di un euro all’ora per quelle successive, ma con una serie di convenienti abbonamenti settimanali, mensili anche per famiglie. Il progetto di bike sharing, gestito da Santa Progetti, costa circa 400 mila euro, di cui 300 mila frutto di un finanziamento del Ministero dell’Ambiente. Il sindaco di Santa Margherita Roberto De Marchi ha annunciato di aver fatto già la propria scelta: “Visto che una postazione sarà nella piazza del comune, userò la bicicletta come taxi”.
Dopo che il sindaco, nel 2009, donò l’auto blu al comune di Popoli, in provincia di Pescara, colpito dal terremoto dell’Abruzzo, nasce ora in Liguria la “bicicletta blu”. 

Fonte: genova24.it

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Compratevi una bicicletta!” il libro di Federico Del Prete, che uscirà (contrariamente a quanto riportato nel video), il 28 marzo prossimo.

Scendi dalla macchina e monta in bicicletta: scoprirai un mondo nuovo, darai una svolta alla tua vita. A metà tra guida pratica e saggio semiserio, “Compratevi una bicicletta” riesce pienamente nel suo intento: convincervi che l’auto fa male. Con l’auto spendi e ingrassi; con la bici risparmi e sei in forma. Non ci credi? Leggi questo libro! Un motociclista convinto si trasferisce da Roma a Milano e si converte alla bicicletta. Partendo dalla propria esperienza e dalle due metropoli messe a confronto nei loro vizi e virtù sulla mobilità, Federico Del Prete ci insegna ad affrancarci dall’uso compulsivo della macchina, abbracciando in modo liberatorio e costruttivo la mobilità ciclistica; spiega come liberarsi definitivamente delle spese per l’automobile investendo in una bicicletta solida ed efficiente; con un linguaggio caustico e dissacrante, mette in evidenza le anomalie di comportamento che regolano la mobilità individuale di base nelle grandi città. Non soltanto attraverso dati statistici e prove scientifiche, ma anche dando voce a dialoghi e ad aneddoti raccolti sia dall’esperienza dell’autore sia dalla cronaca, questo libro dimostra come l’uso indiscriminato della viabilità a motore non sia più sostenibile e appartenga a un mondo già vecchio. È ora di cambiare. 

Fonte: ediciclo.it

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Compratevi una bicicletta!” il libro di Federico Del Prete, che uscirà (contrariamente a quanto riportato nel video), il 28 marzo prossimo. 

Scendi dalla macchina e monta in bicicletta: scoprirai un mondo nuovo, darai una svolta alla tua vita. A metà tra guida pratica e saggio semiserio, “Compratevi una bicicletta” riesce pienamente nel suo intento: convincervi che l’auto fa male. Con l’auto spendi e ingrassi; con la bici risparmi e sei in forma. Non ci credi? Leggi questo libro! Un motociclista convinto si trasferisce da Roma a Milano e si converte alla bicicletta. Partendo dalla propria esperienza e dalle due metropoli messe a confronto nei loro vizi e virtù sulla mobilità, Federico Del Prete ci insegna ad affrancarci dall’uso compulsivo della macchina, abbracciando in modo liberatorio e costruttivo la mobilità ciclistica; spiega come liberarsi definitivamente delle spese per l’automobile investendo in una bicicletta solida ed efficiente; con un linguaggio caustico e dissacrante, mette in evidenza le anomalie di comportamento che regolano la mobilità individuale di base nelle grandi città. Non soltanto attraverso dati statistici e prove scientifiche, ma anche dando voce a dialoghi e ad aneddoti raccolti sia dall’esperienza dell’autore sia dalla cronaca, questo libro dimostra come l’uso indiscriminato della viabilità a motore non sia più sostenibile e appartenga a un mondo già vecchio.

È ora di cambiare. 

Fonte: ediciclo.it

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Mercoledì, 13 Marzo 2013 11:27

A BRESCIA PIÙ BICI CHE AUTO

Maggiore attenzione all’ambiente da parte di tutti? Voglia di mettersi in forma? Mezzo più economico per eccellenza? Forse sì, sono tutti buoni motivi per cui gli italiani sempre più spesso scelgono di utilizzare la bicicletta, una rivoluzione nello stile di vita che segna l’inversione di rotta legato ai mezzi di trasporto. 

Era dal Dopoguerra infatti che – merito anche del boom economico dell’epoca – le automobili rimanevano indiscutibilmente regine incontrastate delle vendite nella nostra Penisola. Gli ultimi dati disponibili (Censis) però hanno rivelato il cambiamento di rotta: 1.750.000 le biciclette vendute contro 1.748.143 di automobili immatricolate. Ma nello specifico come si comportano sulle strade e cosa ne pensano i cittadini della provincia lombarda che utilizzano le due ruote quotidianamente? L’ultima ricerca dell’Osservatorio Linear dei Servizi dà la parola al popolo dei ciclisti bresciani.
Partiamo dalla scelta del modello: la più amata dai cidnei risulta la mountain bike (52%) economica, robusta e facile da usare sia in città che su strade più tortuose mentre al secondo posto troviamo, la city bike (35%) veloce e agile nel traffico urbano, al terzo posto troviamo l’indistruttibile bicicletta “del nonno” (11%), un classico intramontabile e sempre amato, come confermato dai dati: 200 mila restauri solo nel 2011 (Confindustria Ancma).
Capitolo sicurezza: strade cittadine ancora non sicure, lo dichiarano ben 7 bresciani su 10 (66%), questa la fotografia che emerge dall’Osservatorio Linear. I motivi principali? Il 24% dei ciclisti si lamenta dello stato delle strade, dissestate e prive di manutenzione, il 19% non si sente sicuro per via degli automobilisti, a loro avviso indisciplinati, l’8% si lamenta delle piste ciclabili, troppo poche o addirittura inesistenti. Ma la sicurezza deve essere anche proattiva, sebbene ben il 65% degli intervistati afferma di non utilizzare il caschetto ed un 37% confessa di segnalare la propria presenza sulle strade con le luci di posizione molto raramente.
Cosa non sopportano i ciclisti bresciani degli automobilisti: al primo posto il mancato utilizzo delle frecce di direzione (47%), un 41% invece indica l’apertura delle portiere senza curarsi della loro possibile presenza, per il 34% sono sempre nervosi alla guida e parcheggiano spesso in doppia fila (27%).
Cosa non sopportano gli automobilisti cidnei dei ciclisti: i gruppi di ciclisti che circolano anche in modo affiancato non va giù al 59% degli intervistati, i quali rinfacciano agli utilizzatori delle due ruote di non segnalare mai i cambi di direzione (40%) e la loro presenza sulle strade con le luci (27%). 

Fonte: giornaledibrescia.it

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Avevano ragione gli antichi Romani che in bici non ci andavano nemmeno: mens sana in corpore sano sembra essere una legge fisio-psicologica sempreverde. Negli States alcune compagnie assicurative particolarmente lungimiranti, oltre dieci anni fa, proponevano sconti sulle assicurazioni sanitarie a chi raggiungeva il luogo di lavoro in bicicletta. Dai benefici sul corpo a quelli sulla mente il passo è breve ed ecco che una ricerca dell’Oregon Transportation Research and Education Consortium va oltre, spiegando come i “pendolari” in bicicletta siano i più felici. 

Oliver Smith, dottorando della State University di Portland, ha condotto l’indagine su 828 persone (intervistate fra il gennaio e il febbraio del 2012) tenendo conto di diversi parametri di misurazione: 

  1. grado di stress;
  2. la fiducia sull’orario di arrivo;
  3. l’entusiasmo;
  4. il paragone con gli altri pendolari;
  5. eccitazione;
  6. piacere;
  7. facilità del viaggio. 

Al termine dell’indagine i ciclisti sono risultati i più felici, seguiti dai pedoni, segno evidente che l’attività fisica, anche se minima, migliora l’umore oltre che lo stato di forma. Al terzo posto e al quarto gli utenti dei bus espressi e treni, probabilmente favoriti dalla deresponsabilizzazione che il ruolo di passeggeri comporta. Fanalini di coda gli automobilisti: al penultimo posto quelli in car pooling, all’ultimo quelli solitari (nello specifico dell’indagine il 58% dei lavoratori di Portland). Insomma l’auto non solo è il veicolo in assoluto più caro, più pericoloso e più responsabilizzante: è anche il modo di viaggiare più stressante che ci sia. Ma siccome la ricerca è stata condotta negli Stati Uniti che, sebbene in crisi, restano pur sempre il Paese simbolo dei valori capitalisti, Smith ha analizzato i dati anche sotto il profilo dei guadagni, notando come i lavoratori con uno stipendio superiore ai 75mila euro accettino più volentieri il disagio di qualsiasi genere di pendolarismo. La scoperta dell’acqua calda? Beh, forse. Ma se è vero che i sorrisi non si possono comprare, è statisticamente più facile che arrivi felice al lavoro un ciclista al verde piuttosto di un benestante reduce da un ingorgo autostradale.

link all'indagine 

Fonte: ecoblog.it
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A scuola per 3 mesi in bicicletta con Ciclomurgia. Torna l'iniziativa per gli studenti delle scuole Bovio e Baldassarre. 

Anche quest’anno, le scuole primarie e secondarie di Trani, sono coinvolte in Cicloattivi@scuola, il progetto dell’assessorato alle infrastrutture strategiche e mobilità della Regione Puglia, per una riduzione del traffico intorno agli istituti scolastici nelle ore di entrata e di uscita degli studenti, e per promuovere l’abitudine a utilizzare, per i piccoli spostamenti quotidiani, modalità di trasporto eco-compatibili. Sono tre gli istituti coinvolti nel progetto "Trani a p(i)edali": la scuola primaria Monsignor Petronelli e le scuole secondarie di primo grado, Ettore Baldassarre e Giovanni Bovio coadiuvati dagli operatori dell’associazione CicloMurgia di Trani e ElaborAzioni.org di Bari. Gli operatori di Ciclomurgia daranno il via alle attività del Bici bus, accompagnando a scuola in bicicletta, ogni giorno per tre mesi gli alunni delle due scuole secondarie di primo grado, seguendo percorsi sicuri concordati con il Comune di Trani (partner istituzionale del progetto) e con la Polizia locale. Sarà poi la volta degli operatori di ElaborAzioni, che avvieranno il Piedibus, lungo percorsi pedonali sicuri casa-scuola con i genitori dei piccoli alunni della scuola primaria Monsignor Petronelli. Tutti gli alunni coinvolti, parteciperanno poi ad attività volte all’acquisizione delle capacità pedonali e conoscenza del codice della strada, oltreché a conquistarsi porzioni di autonomia imparando le prime nozioni di ciclo meccanica, ossia le basi dell’autoriparazione della bicicletta. 

Fonte: traniweb.it
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Mercoledì, 06 Marzo 2013 10:34

BIKE ECONOMICS

La bicicletta crea ricchezza e nuovi posti di lavoro. In attesa di strade più sicure, c'è chi ha scommesso, con successo, sulle due ruote: pony express, agenzie turistiche, stilisti e designer. 

La bicicletta crea ricchezza e nuovi posti di lavoro. In attesa di strade più sicure, c'è chi infatti ha scommesso sulle due ruote: agenzie turistiche, stilisti, pony express e officine. E ha successo. Come la cooperativa vicentina Girolibero, che si occupa di cicloturismo: ha 42 dipendenti e dal 2002 i clienti sono cresciuti ogni anno del 20%. Alla Stazione delle biciclette di San Donato Milanese oggi lavorano sette persone, era una sola dieci anni fa. Storie che Terre di mezzo - street magazine racconta in "Bike economics", l'inchiesta del numero di marzo secondo cui in estate i 370 chilometri di piste ciclabili del Trentino sono percorsi ogni giorno da 10mila persone: sei su dieci hanno scelto questa regione proprio perché possono pedalare in lungo e in largo in sicurezza. Il loro contributo all'economia locale è di circa 78 milioni di euro, compresi i pernottamenti. Anche i ladri si sono resi conto che la bicicletta può essere un business: Terre di mezzo ha contato almeno 20 grandi furti nel 2012 tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna a costruttori o negozi specializzati, con danni per oltre 1,5 milioni di euro. Legambiente stima che ogni anno vengano rubate 1,2 milioni di bici. Sono 12mila persone i lavoratori delle 250 fabbriche che producono bici, con un fatturato di circa 1 miliardo all'anno. Dal 1997 le vendite oscillano tra 1,5 milioni e 1,9 milioni di pezzi. "Il settore tiene, con fatica -spiega Pietro Nigrelli, responsabile dell'area bici dell'Associazione ciclo e motociclo (Ancma), aderente a Confindustria. Ma potrebbe crescere se nelle nostre città ci fosse più spazio per loro". Il mondo della bici è in surplace: aspetta in equilibrio il momento giusto per scattare. Il problema non è solo legato alla mancanza di piste ciclabili: la bicicletta non è ancora considerata un mezzo di trasporto. Nel Regno Unito (la cui popolazione, 58 milioni, è simile a quella italiana) la bici produce, secondo uno studio del 2011 del Ministero dei trasporti, una ricchezza pari a 3,3 miliardi di euro all'anno. Fa' la cosa giusta!, la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, dedica la sezione speciale di quest'anno alla mobilità sostenibile, con un'attenzione particolare alle biciclette. Sarà possibile provare gli ultimi prototipi delle bici elettriche, sono previsti spettacoli per bambini sull'educazione stradale, una piéce teatrale che racconta storie di vita quotidiana a bordo della bicicletta. Ci saranno anche stand di pony espress su due pedali, agenzie di cicloturismo e si potrà imparare a riparare o a personalizzare la propria bicicletta. 

Fonte: magazine.terre.it
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Lunedì, 04 Marzo 2013 11:07

BOOM DI CICLISTI A ROMA

Numeri di un’indagine ancora non pubblicata, ma che l'Adnkronos è in grado di anticipare, dell'Agenzia per i servizi alla mobilità del Campidoglio: ogni giorno in bici 170.000 persone. A occhio l'hanno notato tutti, ma adesso ci sono anche i numeri a confermarlo. A Roma è aumentato enormemente il numero dei ciclisti urbani abituali.

Numeri contenuti in un’indagine, ancora non pubblicata ma che l'Adnkronos è in grado di anticipare, in possesso dell'Agenzia per i servizi alla mobilità del Campidoglio. L'indagine, realizzata durante i mesi di aprile, maggio e giugno 2012, fa parte del “Rapporto 2012, il punto sulla ciclabilità a Roma”, che raccoglie il lavoro di un pool di giovanissimi professionisti in tirocinio al Dipartimento politiche ambientali del comune e ha prodotto risultati inaspettati: dall'ultima rilevazione ufficiale, tra 2010 e 2011, che evidenziava una quota di spostamento abituale in bici dello 0,4%, si è passati improvvisamente a quasi il 4%, con una forchetta numerica che varia tra le 150.000 e le 170.000 persone. Il rapporto del pool, guidato dagli architetti Roberto D'Alessandria e Maria Luigia Convertino e dal designer Matteo Rapisarda, ha come l'obiettivo - si legge nella premessa - di “fornire un valore aggiornato e attendibile sul numero degli attuali utenti e la relativa frequenza di utilizzo della bicicletta per gli spostamenti”. Per spostamenti abituali, si legge nell'indagine, si intende almeno 5 spostamenti a settimana. E anche qui è sorprendente il dato di picco: almeno 40.000 persone effettuano almeno 10 spostamenti settimanali in bicicletta. Il campione, oltre 5.000 interviste, è stato suddiviso sia in fasce d'età che in fasce territoriali, queste ultime riguardanti 4 macrozone: zona a traffico limitato più mura Aureliane; anello ferroviario; confini entro il Grande raccordo anulare; confini comunali extra Gra. Le età considerate sono state invece suddivise in tre fasce: giovani sotto i 24 anni; adulti tra 24 e 60 anni; anziani sopra i 60 anni. La massima parte dei utilizzatori abituali di bici, ciclisti urbani a pieno titolo, si situa naturalmente nella seconda fascia, con una percentuale tra il 6 e il 7% dell'intera popolazione romana. L'incrocio delle due componenti, età e territorio, “evidenzia - si legge - il primato della zona 1 (ztl più mura Aureliane), con un picco del 10% tra gli anziani e una media complessiva dell'8%. Tale valore diminuisce allontanandosi dal centro”, in media 5,4% entro l'anello ferroviario, 4,6% entro il Gra per poi risalire nell'area compresa all'interno dei confini comunali al 5,4%. La percentuale di spostamenti calcolata, avvisa l'indagine è determinata dal numero complessivo di ciclisti, che secondo le proiezioni ponderate assommano alla cifra di 1.001.165 persone che usano la bici anche sporadicamente, e dalla loro frequenza di utilizzo del mezzo, media ponderata del numero di spostamenti settimanali dichiarati per il tasso di rappresentatività di ciascuna intervista. Il numero degli spostamenti giornalieri in bicicletta è stato confrontato con l'insieme complessivo degli spostamenti compiuti nel comune di Roma avendo assunto - si legge ancora - un indice di mobilità pari a 2,4 spostamenti al giorno per cittadino. Il totale considerato degli spostamenti all'interno di Roma è quello quotidiano misurato nel 2010, equivalente a 7 milioni, ma secondo i dati del 2011 il totale è sceso a 5 milioni, rendendo dunque ancora più elevata - ma questo punto, avvertono i ricercatori, è controverso all'interno dell'Agenzia mobilità - la quota percentuale di ciclisti urbani rispetto a chi usa altri mezzi. Nel 2012, c'è da ricordare, il dato sulle immatricolazioni di automobili e dei consumi di carburante è sceso del 20%, mentre la vendita di biciclette è aumentata del 10%. Dati sorprendenti, che non mancheranno di provocare polemiche tra chi si batte per misure per la ciclabilità e l'amministrazione. L'aumento, conclamato dai dati ma percepito empiricamente da tutti, avviene in assenza di politiche per la ciclabilità, dunque spontaneamente e malgrado la mancanza di azioni amministrative - attacca infatti Simone Dini, uno degli esponenti di spicco di #salvaiciclisti e tra i principali organizzatori del bis della manifestazione del movimento, quest'anno a Milano dopo il successo dell'anno scorso proprio a Roma, sui Fori Imperiali - se ci fossero politiche per la ciclabilità il dato sarebbe immensamente moltiplicato. Ma la tendenza è ormai inarrestabile, anche se gli amministratori fanno finta di niente. Secondo Dini, occorre favorire la ciclabilità con politiche davvero efficaci, senza agitare la bandiera demagogica dei km di piste ciclabili per raggranellare consenso tanto facile quanto disinformato: non è solo una questione di tutela di ciclisti, per quanto priorità assoluta, ma un modo per iniziare a ragionare sulle reali esigenze di spostamento delle persone, e non più sulla gestione dei flussi di automobili. 

Fonte: adnkronos

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Venerdì, 01 Marzo 2013 11:08

BOLOGNA: BICI E UNIVERSITÀ

UniBike Bologna: a partire da sabato 2 marzo fino al 13 aprile, un ciclo di lezioni sul mondo della pedalata con escursioni e asta finale di bici usate. 

Si chiama UniBike l’università della bicicletta nata a Bologna da un’idea dell'Associazione SalvaICiclisti Bologna per favorire l'uso del mezzo di trasporto meno inquinante e più salutare che c'è e per salvaguardare la vita e la sicurezza di chi lo utilizza. A livello nazionale, il movimento #salvaiciclisti, nato spontaneamente e indipendente da partiti e associazioni, si compone di tanti altri gruppi locali, totalmente autonomi e chiede alla politica interventi mirati per aumentare la sicurezza dei ciclisti sulle strade italiane. Tutto parte dall'iniziativa Cities fit for cyclists del Times e dal manifesto di 8 punti che viene ripreso dai blogger italiani e rilanciato in rete sotto il nome di #salvaiciclisti. UniBike Bologna organizza corsi di alta formazione di ciclismo urbano e mobilità nuova. I corsi sono dedicati a chi vuole andare in bici, ma non sa come cominciare; a chi già ci va ma vuole conoscere meglio il pianeta della bicicletta e a chi vuole una mobilità nuova e sostenibile a Bologna. Lo scopo? Avere sempre più ciclisti in città, che siano più cittadini e più consapevoli. Il ciclo di lezioni si terrà presso l'Urban Center Bologna - Sala Borsa - in Piazza del Nettuno, nei sabati 2, 9, 16, 23 Marzo - 6 e 13 aprile. La prima giornata prevede una lezione di guida e controllo della bici, gestione dell'equilibrio, efficienza, consapevolezza delle differenze tra varie tipologie di veicoli, comprensione dei meccanismi psicologici degli utenti motorizzati, spazi viabili alternativi alla sede stradale, conoscenza delle opportunità intermodali e si concluderà con un giro Pratico delle piste ciclabili di Bologna. Nei sabati successivi si parlerà di accessori opzionali per l'uso urbano, dotazioni di legge, abbigliamento, biciclette reclinate, di come riparare e manutenzionare le bici (con esercitazioni pratiche!) e di come insegnarlo ai bambini, ma si parlerà anche di città sostenibili, di energia, verranno presentati libri, insomma dopo questo ciclo di lezioni la bici e il suo mondo non avranno più segreti. Infine, la serie di giornate di studio si concluderà con un'asta di biciclette e con un una "ciclo-lotteria". L'iniziativa è organizzata in collaborazione con Urban Center Bologna - Ufficio Mobilità Reggio Emilia - Consulta della Bicicletta - SRM Reti e Mobilità - Bologna Pedonale - Monte Sole Bike Group - L'Altra Babele Studenti - Pedalalenta - A.S.D. Bitone - Legambiente – Pedalando. 

Fonte: ilgiornaledellaprotezionecivile.it
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Venerdì, 01 Marzo 2013 09:17

L'IPhone si ricarica pedalando

Qualcuno di voi ha mai pensato che la dinamo della bici nel 2012 potesse ricaricare non più la luce ma il telefonino? Twin Heads Srl, azienda padovana, ha creato questo nuovo sistema green per ricaricare smartphone e telefonini senza sprecare energia collegabile facilmente a tutte le dinamo per bicicletta già esistenti sul mercato. “Lightcharge”, questo il nome del nuovo prodotto, è stato interamente ideato e creato in Italia, e vanta una grande funzionalità grazie alle ridotte dimensioni, senza dimenticare alta tecnologia ed ecologia. L’innovativo caricatore, grazie al sistema USB con codifica DCP (riconosciuto come standard europeo), può funzionare con la stragrande maggioranza dei cellulari e smartphone compresi gli IPhone 4 e 4S.
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