Giovedì, 18 Aprile 2013 11:35

Bici aiutata dal motore elettrico, come fare le scelta giusta

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In primavera si potrebbe provare a lasciare in garage l’auto e affidarsi ai muscoli, anche nel caso non siano troppo allenati, delle nostre gambe, che con l’aiutino del motore elettrico non devono temere i chilometri fatti di pavé e saliscendi del classico tragitto casa-lavoro/scuola/università o supermercato. 

Pedelec o bipa
Insomma, la bici a pedalata assistita (detta anche pedelec o bipa) ci stuzzica: una bicicletta equipaggiata con un motore elettrico a batteria che sostiene (e non sostituisce) l’azione propulsiva delle gambe mentre pedaliamo, rendendoci la fatica meno dura. Un po’ come avere il vento sempre a favore. Il motore interviene solo ed esclusivamente quando si pedala grazie a un sistema di sensori, il cosiddetto P.A.S. (Pedal Assist System), la cui presenza è necessaria per rendere legale la bici elettrica. E già, perché se il motore si potesse azionare indipendentemente dalla pedalata (tanto da decidere di usare “solo” il motore elettrico) a rigor di legge si dovrebbe parlare, non più di “pedelec”, ma di bici elettrica, un mezzo che in Italia come nel resto dell’Unione europea è equiparato ai ciclomotori e come tale richiede l’omologazione e l’immatricolazione, il pagamento del bollo e dell’assicurazione e, per chi guida, l’obbligo di indossare il casco e di possedere il “patentino”. Insomma, tutta un’altra storia.

I criteri di scelta
Ma come si fa a scegliere bene una pedelec nel mare magnum delle offerte del mercato? Il budget a disposizione è certamente determinante, dato che si trovano bici a pedalata assistita di ogni prezzo. Ma la prima scriminante è proprio questa: un prezzo troppo basso, sotto i 600 euro, spesso nasconde un prodotto di scarsa qualità e dunque pericoloso (ricordiamoci che raggiungono la velocità di 25 km/h). Spendere poco per una pedelec e poi vederla cadere a pezzi, con tutti i rischi per la nostra e l’altrui incolumità, non è il massimo. Di solito, telaio, plastiche e sistema batteria/motore di buona qualità si trovano in bici dai 1.000 euro in su. Anche il peso conta: in caso di batteria scarica o guasto al motore ci toccherà pedalare e un telaio in alluminio è garanzia di leggerezza. La batteria, poi, è il “cuore” della pedelec: quelle al piombo stridono con il concetto di eco-mobilità e sono piuttosto pesanti. Meglio scegliere quelle al litio, specie di ultima generazione, anche se più care. Durata, modalità e tempi di ricarica (a una normale presa di corrente) variano da modello a modello, ma il concetto è sempre lo stesso: le soluzioni più avanzate costano di più ma assicurano migliori prestazioni e tempi di ricarica ridotti (3 ore). Occhio anche alla garanzia: deve essere di 2 anni su tutta la bicicletta. Ed è bene verificare che vi sia un’efficiente rete di assistenza del negoziante e del distributore nazionale. L’uso che pensiamo di farne è argomento decisivo: percorsi urbani e gite fuori porta (anche impegnative), tragitti lunghi e quotidiani e tragitti brevi e sporadici richiedono mezzi e caratteristiche diversi, computer di bordo con poche e semplici funzioni o altri più complessi, con differenze di prezzo notevoli: una mountain bike biammortizzata può costare anche 4.000 euro. 

Ma attenzione che sia a norma di legge
Per la direttiva europea 2002/24/CE, recepita in Italia con decreto 31 gennaio 2003 del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la bicicletta a pedalata assistita, dotata di motore elettrico ausiliario, deve avere queste caratteristiche:
potenza nominale massima continua del motore elettrico: 0,25 kW;
alimentazione del motore progressivamente ridotta e quindi interrotta al raggiungimento dei 25 km/h: la bici a pedalata assistita può dunque superare questa velocità solo con la forza delle gambe;
alimentazione del motore interrotta prima dei 25 km/h se si smette di pedalare. In pratica, il funzionamento del motore deve essere sempre subordinato alla pedalata. 

Garanzia e affidabilità: il rebus delle low cost
“Il nostro mercato è invaso al 90% da prodotti cinesi acquistabili facilmente su internet, ma privi di documentazione o con certificati falsi. Il prezzo è basso, ma è un rischio acquistarli. Non c’è garanzia o assistenza in caso di rottura”. Marco Buscemi, responsabile commerciale della Aspes, storico marchio acquisito dalla Menzaghi Motors nel 2008, che a breve presenterà la nuova gamma di pedelec di ultima generazione, non nasconde quanto sia difficile orientarsi oggi in un acquisto del genere. Possibile che non vi sia alcun controllo? “Oggi, per essere commercializzate in Europa, le bic provenienti dalla Cina devono ottenere una certificazione di conformità con le norme Ue da un ente esclusivamente europeo. Prima invece arrivavano sul mercato con certificazioni rilasciate da enti cinesi non riconosciuti in Europa”. Certo, la facilità di acquisto sul web non semplifica le cose. Ma tra tutto quello che arriva dalla Cina, materiali di alta qualità e più modesti, occorre saper scegliere e, per stare alle regole, acquistare solo prodotti certificati da enti europei e con garanzia di 2 anni. 

Fonte: regione.emilia-romagna.it

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