Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.
Se siete degli appassionati delle due ruote e avete una settimana di vacanze, magari per il ponte del 25 aprile, potete abbinare sport e visite d’arte lungo la Donauradweg, la pista ciclabile del Danubio, interamente percorribile in bicicletta dalla fonte di Donaueschingen al delta sul mar Nero, tra Romania e Ucraina. Tuttavia il tratto più frequentato, segnalato e accessibile perché quasi interamente pianeggiante è quello che parte dalla città bavarese di Passau, in Germania, e arriva nella capitale austriaca dopo 330 chilometri.
Durante questo tratto panoramico di ciclovia si possono visitare castelli, monasteri, borghi e vedere paesaggi incantevoli; un po’ ovunque si sosta nelle fattorie per pranzi tipici o nei piccoli alberghi per ciclisti o negli hotel con Spa per la notte. Si parte da Passau (oppure al contrario da Vienna), città tedesca soprannominata la “Venezia bavarese” per la presenza di numerosi canali. La città, infatti, sorge alla confluenza dei fiumi Inn e Ilz con il grande Danubio, il secondo fiume più lungo d’Europa, a pochi chilometri dal confine con l’Austria. Prima di partire in bicicletta lungo il Danubio meritano una visita il duomo di santo Stefano in stile barocco, che ospita il più grande organo al mondo; il museo Wilden Mann, ricco di preziose ceramiche austriache e boeme e la fortezza di Oberhaus con torre panoramica, sull’altra sponda del fiume. Da Passau si pedala in direzione Linz, in Alta Austria, costeggiando il fiume Danubio e avvistando numerosi castelli e deliziosi borghi dove fermarsi, come Haibach ob der Donau, il monastero cistercense di Wilhering e Feldkirch con la chiesa gotica di St. Nikolaus e il castello medievale di Schattenburg. Per godere dei paesaggi incantevoli che ricoprono l’intero tratto del Danubio ogni tanto conviene passare dall’altra parte del fiume: i passaggi sono favoriti da ampi ponti o dai Fahradfähren, i traghetti per le biciclette. Ovunque spuntano castelli e rovine di antichi monasteri e a ogni curva si gode della bellezza dei vigneti e delle verdi rive punteggiate da alberi e cespugli fioriti. Linz, capoluogo di regione e terza città d’Austria, sembra sia stata creata proprio per i ciclisti: qui, a ogni incrocio, la precedenza spetta sempre alle due ruote che possono viaggiare in tutto il centro storico su piste create apposta per loro con semafori, indicazioni stradali e officine fisse per la manutenzione delle biciclette. Prima di lasciare la città è bene fare una passeggiata nel centro storico barocco fin alla Hauptplatz con gli eleganti palazzi e la scenografica colonna della Trinità. Meritano una visita anche l’Alter Dom dove il musicista Bruckner lavorava come organista, e la Stadtpfarrkirche con la tomba di Federico III, entrambe chiese con pitture e affreschi preziosi. Numerose sono le chiese presenti in città: la Martinskirche d’origine carolingia, il Neuer Dom con il campanile più alto d’Austria e la chiesa dei Minoriti. Da pochi giorni, inoltre, è stato inaugurato il nuovo Musiktheater Linz am Volksgarten, il teatro dell’opera più moderno in Europa, che si sviluppa su cinque piani, di cui due interrati e vanta una torre del palcoscenico che comprende altri tre livelli. La facciata abbraccia l’edificio come un enorme sipario, mentre il palcoscenico di 32 metri è girevole e multifunzionale. Viaggiando per circa 20 chilometri a est da Linz e con una deviazione di altri dieci chilometri, si raggiunge l’ex-campo di concentramento di Mauthausen, il più grande campo che i nazisti fecero costruire in Austria: per visitare il lager-museo, tuttavia, bisogna affrontare una salita un po’ faticosa, che si può fare anche con un pullman. Una breve deviazione lungo la sponda meridionale del Danubio porta alla cittadina medievale di Enns, il centro più antico d’Austria; tornando sulla ciclabile del Danubio e attraversando il Strudengau si incontrano sulla sponda settentrionale altri borghi che meritano una sosta come Steyeregg e Grein, famoso per il castello e le corti a loggiato. Proseguendo il viaggio si scorge il borgo di Werfenstein, il cui castello vigila dall’alto il corso del fiume. Dopo pochi chilometri si giunge nella cittadina di Ybbs e, dopo qualche altra curva, si arriva a Melk, che merita una lunga sosta per visitare la grandiosa abbazia benedettina, uno dei monasteri barocchi più belli d’Europa con una ricca biblioteca di antichi manoscritti, che sorge su una rupe affacciata sul Danubio. Ai piedi dell’abbazia, nel centro storico della città, si possono ammirare palazzi d’epoca rinascimentale e il più bell’edificio postale del Paese. Uscendo da Melk e proseguendo lungo il fiume si attraversa l’ultima parte della celebre regione vinicola della Wachau e si lambisce la valle chiamata Nibelungengau, quale omaggio al Canto dei Nibelunghi, la famosa saga germanica del XIII secolo che ispirò scrittori, poeti e il genio musicale di Wagner. Tra terrazze coltivate a vigneti e caratteristici villaggi si attraversano i borghi di Spitz e Weissenkirchen e si avvistano le rovine dell’antico castello di Dürnstein. Immersa tra i vigneti patrimonio dell’Umanità per l’Unesco si arriva alla cittadina medievale di Krems, alle porte di Vienna, tra rovine di manieri, abbazie e antichi monasteri. Dopo pochi chilometri si termina il viaggio a Vienna, la capitale, anch’essa pensata per chi si muove sulle due ruote, con più di mille chilometri di piste ciclabili e corsie preferenziali. Piacevole è pedalare lungo la strada panoramica del Ring, che costeggia il centro e tocca i monumenti più emblematici della città, dal palazzo imperiale asburgico al museo delle Belle Arti. Il ritorno a Passau si può fare anche in treno: le ferrovie austriache mettono a disposizione dei treni speciali per i ciclisti che in modo economico ripercorrono in poche ore i chilometri fatti in bicicletta. A partire da maggio, inoltre, è possibile viaggiare con la propria bicicletta imbarcandosi per due giorni da Vienna fino a Passau, pernottando a Linz.
Per maggiori informazioni:www.donau-radweg.info
Fonte: Ida Bini de l'Ansa