Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.
La Stelvio Bike è una delle più suggestive manifestazioni che attraversano la leggendaria strada del Passo dello Stelvio, un itinerario per chi è appassionato di cicloturismo Trentino. La gara vede i partecipanti pedalare nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, lungo strade che per l’occasione resteranno chiuse al traffico. I ciclisti devono attraversare 48 impegnativitornanti fino a raggiungere, appunto, Passo dello Stelvio a quota 2.757 metri. La Stelvio bike 2013 si terrà sabato 31 agosto e darà la possibilità a migliaia di appassionati di ciclismo e cicloturismo, di pedalare in tutta sicurezza sui tornanti che hanno reso famoso il valico alpino fra Lombardia ed Alto Adige.
Fonte: www.passostelvio.com
Cortili aperti alle bici. Palazzo Marino scrive agli amministratori degli stabili milanesi per sollecitarli a far rispettare il diritto dei ciclisti a parcheggiare nella corte del condominio dove vivono o lavorano. Un’esortazione necessaria dopo le tante denunce di biker ai quali viene negata questa opportunità prevista invece dal regolamento edilizio, «interventi per favorire lo sviluppo della mobilità ciclistica». Cortili liberi per le bici, quindi. Si vada oltre le lamentele di chi le bici sotto casa non le desidera proprio. «L’amministrazione riceve sovente lamentele di cittadini che si sono visti negare o limitare fortemente il diritto a depositare le biciclette nei cortili». La lettera scritta dall’assessore alla Mobilità, Pierfrancesco Maran, parte da qui. La norma però prevede che «in tutti i cortili esistenti o di nuova costruzione debba essere consentito il deposito delle bici di chi abita o lavora ai numeri civici collegati al cortile». A meno che «si dimostri l’assenza di un cortile o altro spazio utile o di un vincolo storicomonumentalepaesaggistico che ne impedisca la realizzazione». Per rifiutare l’ingresso alla bici non basta «la presenza di fiori, posti auto, il fastidio di avere le bici sotto la finestra». Un obbligo di aprire alle bici, per le case ma anche per uffici e industrie, che «la nuova proposta di regolamento edilizio rafforzerà individuando anche uno standard numerico di stalli».
Fonte: milano.repubblica.it
I World Masters Games sono un evento sportivo internazionale, che ogni quattro anni richiama decine di migliaia di atleti, allenatori, dirigenti, accompagnatori e migliaia di spettatori provenienti da ogni parte del mondo. L’International Masters Games Association (IMGA) è l’organismo che riconosciuto dal Comitato Olimpico Internazionale, ispirandosi alla Carta Olimpica organizza la manifestazione partendo da un concetto condiviso e vincente lo “sport per tutti”. Domenica, 4 agosto, si e svolta la prima gara di duathlon, 5 km di corsa, 20 di bici e altri 2,5 di corsa, naturalmente senza sosta. Inserito tra i 30 sport dei World Masters Games con le distanze della specialità sprint. Decine di atleti hanno popolato stamattina i viali del parco del Valentino, indossando scarpe da ginnastica e cavalcando biciclette da corsa. Alle 9 la partenza della gara femminile, a categorie raggruppate; a seguire la prova maschile, terminata verso mezzogiorno. Prima classificata tra le donne Cristiana Barchiesi, ex atleta della nazionale azzurra: “il percorso è spettacolare per la location anche se non velocissimo, per i saliscendi e le curve strette”. Per l’astigiana classe 1969 una carriera nel duathlon cominciata nel 2001 e terminata con i Campionati del Mondo di Rimini nel 2008. Negli ultimi anni Cristiana si è dedicata prevalentemente alla corsa: “il mio primo sport è stato l’atletica ed è lì che ultimamente mi sono rituffata, quasi per gioco”. Senza però dimenticare come si pedala: “purtroppo non ho molto tempo per allenarmi in bicicletta, giusto nel week end”. Seconda all’arrivo la coetanea Silvia Gallina; terza la tedesca Carmen Burmeister (categoria master 30). In campo maschile è andata in scena la sfida tra due triathleti master 40: il tre volte olimpionico Volodymyr Polikarpenko e il torinese Bruno Pasqualini, pluricampione nazionale di triathlon e duathlon. Si è imposto quest’ultimo, grazie a una poderosa frazione centrale: “ho patito un po’ le fasi iniziali della gara” commenta Bruno, “ma in bicicletta ho guadagnato un buon margine e l’ho amministrato fino al traguardo”. Grande l’emozione di vincere in casa, per un atleta abituato a distanza molto più lunghe: “domenica scorsa sono arrivato secondo all’Aronamen: 1,9 km di nuoto, 90 di bici e la mezza maratona. Anche i titoli italiani di duathlon sono arrivati dopo parecchi kilometri in più (10/40/5)”. A chiudere il podio il francese Sebastian Bousser. Ucraino di nascita ma italiano di adozione Volodymyr Polikarpenko, da 11 anni residente nel capoluogo piemontese. Per lui lo sport è una filosofia di vita: “dopo trent’anni ad alto livello non posso più farne a meno. Mi piace tenermi in forma e continuare a ottenere buoni risultati nelle competizioni”. Allenatore e promotore dell’attività fisica nelle scuole, l’ex olimpionico di Sydney, Atene e Pechino parteciperà anche a due gare di nuoto (800 e 400 stile libero), alla cronometro in bicicletta e, ovviamente, al triathlon, in programma nella giornata conclusiva. In queste ultime due ritroverà l’amico-rivale Bruno Pasqualini. “In discesa non è neanche male - scherza Vladimir - certo che in salita si fa una bella fatica. Però, di certo, è molto sicura. Io sono venuto ai Master di Torino soprattutto per gareggiare nell'atletica leggera e nel badminton, che pratico, fin da quando ero giovane, a Mosca. Poi sono arrivato alla zona accrediti mi sono detto: "Perché non tentare con questa disciplina?" Ho deciso all'ultimo, e così è stato impossibile trovare una bicicletta migliore di questa. Ma tutto sommato è un buon mezzo. E poi, sono qui per prendere parte a questo evento, non per vincere”. Riguardo all’evento non ci sono dubbi: “anche se poco pubblicizzati, i World Masters Games sono importanti per far conoscere Torino e moltissimi sport. Al Games Center l’atmosfera è davvero simile a quella di un’Olimpiade”.
Fonte: La stampa
L'itinerario cicloturistico delle Residenze Sabaude "Corona di Delizie in Bicicletta" nasce dall'idea di congiungere questo importante sistema architettonico che nel 1997 è stato riconosciuto dall'UNESCO patrimonio dell'umanità con un percorso in bicicletta, facendo uso di ciclopiste, ciclostrade, greenways e strade rurali tutte già esistenti o in fase di realizzazione, secondo i piani di comuni, Provincia e Regione. Brevi sono i tratti di raccordo ma questo lavoro di ricucitura si è rivelato assai complesso perchè sono ben 15 le amministrazioni comunali coinvolte. Ne è scaturito un itinerario principale di oltre 90 Km a cui se ne aggiungono altri che costituiscono le varianti storiche che raggiungono i castelli di Moncalieri, Rivoli, La Mandria, Stupinigi, Palazzo Reale nonchè Castelvecchio, Abbadia di Stura, Villa della Regina e la tranvia di Superga che porta alla Basilica. La ricerca si è ispirata alla mappa Rabbini di metà ottocento ma l'attenzione ad ottenere un percorso sicuro e gradevole è prevalso, privilegiando l'ambiente e la tranquillità. La sicurezza intrinseca è stato il vero principio ispiratore. Alta sicurezza e basso livello di decibel fanno sì che ne possano godere i ciclisti pedalatori medi e le famiglie che amano spostarsi in bicicletta. Le notevoli innovazioni ed attenzioni al patrimonio storico ed artistico di Torino, fanno di questa città un polo di interesse turistico destinato a crescere. Il turismo in bicicletta semplifica gli spostamenti e ne aumenta la suggestione poichè annulla gli spazi vuoti che intercorrono tra un luogo di interesse ed il successivo. L'asse est del percorso è costituito dalla splendida ciclopista del Po che ha rarissime intersezioni con le strade veicolari e raggiunge in connessione numerevoli parchi fluviali. Un "uniqum" di preziosa bellezza ingentilita dalla vicinanza del fiume. Raggiunto il Parco del Meisino, solo qualche centinaio di metri ci separa dalla stazione di partenza della tranvia Sassi-Superga, la cui Basilica è raggiungibile, in meno di mezz'ora, assai comodamente. La variante storica dell'Abbadia di Stura, un'abbazia millenaria trascurata nei secoli, ci farà scoprire la curiosa realtà locale di Bertolla col suo museo dei lavandai e un possibile luogo di relax: i laghetti di Falchera da riqualificare. Riqualificazione conclusa con successo nel neonato parco Mezzaluna, che è Oasi di Cantababbio, a Settimo, primo tassello di una variegata successione di aree verdi che sono accomunate nel nome di "tangenziale verde", che vedrà il suo completamento nel 2010 e che si estende dalla fascia fluviale del Po fino a quella della Stura. Il complesso architettonico della cascina di Santa Cristina a Borgaro, ingloba al suo interno un castello seicentesco, punto di riferimento dell'epoca per battute di caccia e feste di corte. Oggi necessita di impegnativi restauri che le ridarebbero il giusto decoro. Un primo tentativo è stato la ricostruzione della peschiera. Ci si avvicina alla Stura di Lanzo per poi attraversarla utilizzando la pista ciclabile realizzata sul ponte della nuova circonvallazione Venaria-Borgaro (SP501). Sull'altra sponda, ci accoglie il centro storico di Venaria Reale, recentemente riqualificato. La Reggia, ispiratrice con spirito emulativo della francese Versaille, e i suoi giardini sono ormai splendidamente restaurati. E' questa la residenza che completa l'intera Corona di Delizie a questa augusta città di Torino, come recita la citazione di Amedeo di Castellamonte, quando ne progetta la costruzione nel 1672. Mentre una variante storica si addentra nel Parco Regionale della Mandria, nel quale sorge il castello che fece la residenza a Vittorio Emanuele II e alla bella Rosin, il percorso prosegue nel pre-parco per poi congiungersi a ridosso del centro storico di Druento. La valorizzazione dei centri storici dei siti di interesse ci porta al Santuario di San Pancrazio a Pianezza, ricca di storia ed attenta all'ambiente. Infatti la recente realizzazione della ciclabile sulla Dora Riparia la mette in collegamento con Collegno con un tratto molto suggestivo e dalle prospettive paesaggistiche inusuali. A Collegno, attraversato il centro storico, incontriamo l'imponente complesso architettonico della Certosa Reale, poi trasformata in Regio Manicomio, e che oggi ha tutte le carte in regola per essere un polo di attrazione turistica. Il progetto di "Corona di Delizie in Bicicletta" presta anche attenzione all'intermodalità treno-bici, tradizionalmente usata dall'associazione Bici & Dintorni durante le escursioni. L'itinerario si interseca con la ferrovia oltre che a Collegno anche a Moncalieri, Settimo, Borgaro, Venaria e, naturalmente, a Torino. Superato Grugliasco e l'ennesimo rinnovato centro storico, ci dirigiamo verso Rivoli sempre percorrendo tranquille strade e ciclopiste. E se avessimo bisogno di ospitalità ci verrebbero in soccorso gli innumerevoli hotel che incontriamo cammin facendo. In posizione dominante sul centro storico di Rivoli, ricco di testimonianze medioevali quali la casa del Conte Verde, si erge il Castello, meta di grande interesse turistico-culturale per la presenza al suo interno del Museo di Arte Contemporanea. Ancora una strada secondaria ci fa giungere a Rivalta, nel cui centro storico l'amministrazione comunale ha acquisito il castello degli Orsini per destinarlo ad uso di pubblica utilità. Poco più a sud iniziano le piste ciclabili che corrono lungo l'asta fluviale del Sangone, valido esempio di percorsi qualitativamente davvero a livello europeo e che hanno sanato situazioni di degrado che perduravano da tempo. L'avvenieristica passerella di Beinasco, dalle forme molto ardite, mette in collegamento la sponda fluviale al centro storico della cittadina. Da questa prospettiva inconsueta, sull'altra sponda del Sangone, si scorge il castello del Drosso che ci ricorda i tempi del primo insediamento dei monaci dell'Abbazia di Staffarda, quasi mille anni fa. Sovrastata dalla statua di un cervo dalle corna ramificate, la palazzina di Stupinigi ci riporta inequivocabilmente alla grande passione dei Savoia per la caccia, con battute che si svolgevano nelle vaste zone boschive all'intorno tuttora percorribili anche in bicicletta. Poco distante, un precedente castello si affianca alla palazzina. Si presenta come una costruzione medioevale con quattro torri merlate ed un cortile interno. Ecco poi, davanti a noi, un nuovo sito storico: il Mausoleo della Bella Rosin che sorge proprio sul luogo dove un tempo si ergeva maestoso il castello di Miraflores, e che ci ricorda la contessa Rosa Vercellana, moglie morganatica di Vittorio Emanuele II a cui il mausoleo è dedicato quale luogo di degna sepoltura. Al termine del torrente Sangone si estende una vasta area verde che segna il confine tra i comuni di Torino e Moncalieri: il Parco delle Vallere che ospita la sede del Parco Fluviale del Po. Moncalieri, poco oltre, fu scelta per un'altra sontuosa residenza reale anch'essa in posizione dominante sul suo suggestivo borgo storico. Riprendendo il fiume Po, si incontrano gli imbarcaderi ai quali fanno scalo i battelli Valentino e Valentina che solcano il fiume accompagnando i turisti diretti nel centro città. Il museo dell'automobile ci ricorda che Torino è la capitale dell'auto e la sua industria ha occupato per tanti anni una larga parte della popolazione. Ancora sul fiume Po incontriamo l'ultima delizia, ma prima in ordine di costruzione: il castello del Valentino, il cui vicino Palazzo Reale è fulcro di tutto il sistema delle residenze reali. Oggi è sede della facoltà di architettura ma un tempo il castello era il luogo privilegiato per assistere alle battaglie navali che si organizzavano sul fiume per il divertimento di corte. Oltre il margine nord del parco che lo contorna, incontriamo nuovamente la bellissima piazza Vittorio Veneto, resa ancor più aulica dalla recente risistemazione che l'ha liberata dalle auto che occupavano tutta la sua superficie. Uno sguardo ancora alla collina con la chiesa della Gran Madre e sullo sfondo la Villa della Regina che ci ricorda la cosiddetta montagna di Torino, luogo prediletto della nobiltà che amava dilettarsi in ozi all'ombra delle vigne. La Corona di Delizie si chiude trasmettendoci una serenità d'altri tempi: dalla carrozza a cavalli al cavallo d'acciaio, si evolve il mezzo per spostarsi ma il fascino rimane immutato.
La Bicipolitana è una metropolitana in superficie, dove le rotaie sono i percorsi ciclabili e le carrozze sono le biciclette. Lo schema utilizzato è quello delle metropolitane di tutto il mondo. Vi sono delle linee (gialla, rossa, verde, arancione….) che collegano diverse zone della città, permettendoti uno spostamento rapido, con zero spesa, zero inquinamento, zero stress. Al momento la “Bicipolitana”, il progetto che trasformerà l’intera città e collegherà, grazie a piste ciclabili, i quartieri e le zone periferiche tra di loro e con il centro, comprende il tratto che porta da Piazzale Cinelli (zona ospedale San Salvatore) a Baia Flaminia o viceversa, passando per via Canale, il Ponte del Foglia e Lungofoglia delle Nazioni. C’è poi tutto il tratto del lungomare che inizia da viale Napoli, va verso viale Trieste fino a raggiungere Fossosejore, il tutto costeggiando la spiaggia e ammirando così il mare. Sono, inoltre, presenti diverse piste ciclabili che collegano i quartieri periferici alle centralità cittadine come, ad esempio, l'itinerario che collega il parco Miralfiore al quartiere di Villa San Martino attraverso le vie Respighi e via Togliatti, la pista ciclabile che costeggia via Belgioioso e via Trometta vari percorsi presenti al'interno dei quartieri Celletta e Villa Fastiggi. La bicipolitana, in fase di completamento, ha attualmente un'estensione di circa 72 chilometri. Il progetto finale prevede circa duecento chilometri di percorsi che valgono investimenti per 26 milioni di euro. Altri interventi riguardano i una serie di parcheggi scambiatori, il pagamento delle soste nelle strisce blu oltre al biglietto e all’abbonamento del trasporto pubblico cittadino ed extraurbano tramite lo smartphone e, in accordo con Società Autostrade, in compensazione ai lavori della terza corsia, la realizzazione di altre opere che incideranno positivamente sulla mobilità urbana a vantaggio delle quattro ruote.
Fonte: Comune di Pesaro
La notizia sta rimbalzando sul web da qualche mese attirando l’attenzione e la curiosità dei cicloamatori e non: l’inventore olandese Jan Gunneweg, un giovane designer ha pensato a un progetto ciclistico totalmente ecosostenibile, dal nome Bough Bike, la realizzazione di una bicicletta totalmente in legno. Scegliere come mezzo di spostamento una bicicletta è sicuramente un buon incentivo a proteggere l'ambiente, ma è ancora meglio se questo mezzo viene costruito con materiali naturali, per esempio il legno. La Bough Bike rappresenta una scelta totalmente ecosostenibile per i cultori delle due ruote a pedali. Il legno proviene da foreste francesi gestite in modo responsabile secondo il regime di Natura 2000. Ogni singolo componete della Bough Bike è composto da materiali completamente puri: legno, acciaio inox, alluminio e plastica, il primo riutilizzabile come biomassa, gli altri riciclabili in nuovi prodotti. “La sensazione di calore che si prova, dovuta al legno, si trasmette a tutto il corpo donando pace e tranquillità. Il comfort dovuto al legno (capace di assorbire molte più vibrazioni dei più comuni material utilizzati) vi permetterà di percorrere lunghe tratte cittadine in perfetto relax. La bough Bike è personalizzabile scegliendo tre tipologie di colore della sella e delle gomme, in più è possibile scegliere tre altezze differenti per il manubrio”, spiega Jan Gunneweg, che in Olanda sta già vendendo molto. La Bough Bike in Olanda è un oggetto“cult” per il suo messaggio green ed ecofriendly. Inoltre la wood bike ha riscontrato molto successo nelle aziende che trattano le biciclette. Molti imprenditori hanno deciso, infatti, di acquistare una bici personalizzata con il loro brand (per pubblicizzare la loro etica ambientale) esponendola all’ingresso delle loro società o, in altri casi, permettendo ai loro dipendenti di utilizzarla per muoversi all’interno degli stabilimenti. Le biciclette del futuro verranno, in continuazione, realizzate con materiali alternativi. L'obiettivo? Ovviamente migliorarne la sostenibilità ambientale. Pur essendo un mezzo per sua natura ecologico, in alcuni casi la bici può fare molto meglio. Perché alcuni modelli di bicicletta, salvaguardano l’ambiente a partire dai materiali con i quali sono costruiti.
Fonte: www.cyclemagazine.it
Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.