Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.
Le scelte dei cittadini in merito alle bici e alla mobilità sostenibile hanno stimolato il Governo alla costruzione numerose piste ciclabili e sentieri adatti alle bici. Non solo. Per aumentare la diffusione del trasporto ecologico il Governo ha deciso di sostenere la mobilità sostenibile grazie all'ammodernamento e all'aumento dei mezzi pubblici e al sostegno per l'acquisto di nuovi mezzi a basso impatto.
Proprio come funzionano i nostri incentivi per auto elettriche, in Ecuador i proprietari di veicoli inquinanti potranno ricevere un sussidio per acquistare una nuova automobile ecologica nazionale usufruendo di un prezzo vantaggioso, un bonus della 'rottamazione' diverso a seconda dell'età e del tipo di veicolo, che verrà fornito dallo Stato attraverso il National Finance Corporation.
fonte: ecoseven.it
TORINO (Paolo Coccorese) - lastampa.it
Chi subisce il furto della propria bicicletta, si arrabbia (e molto), ma non va in comando a fare denuncia per la scarsa fiducia di poterla ritrovare. Un pregiudizio che la polizia municipale ha deciso di cancellare con una task-force apposita curata dal Nucleo di Prossimità.
Il progetto «Ladri di biciclette» è nato dopo l'ennesima segnalazione di un furto subito da una signora. «Un fenomeno che a prima vista può non sembrare gravissimo, ma che impatta enormemente sulla quotidianità – dice il dirigente della sicurezza urbana della Polizia municipale, Paola Loiacono -. Negli ultimi mesi, abbiamo notato un incremento dei furti a cui abbiamo deciso di reagire con un intervento strutturato».
L'importanza di fare rete Così è nata la task-force che per prima cosa ha creato una rete con il territorio e, in particolare, con tutte le associazioni degli amanti delle due ruote. Soggetti privilegiati per scovare informazioni che il numero delle denunce non permette di avere. Il più delle volte non si va in commissariato per segnalare il furto della bicicletta. E' questo quello che emerge confrontando il numeri delle denunce e dei ritrovamenti. Da gennaio a settembre di quest'anno, secondo le statistiche della Municipale, sono solo 12 le segnalazioni di furti subiti in città. Un dato che non dà la dimensione del problema se si pensa che, nello stesso lasso di tempo, sono state 102 le biciclette rinvenute dai vigili. Una sproporzione netta che delinea quanto il mondo dei furti delle due ruote è una realtà sommersa.
Le mappe Con le prime informazioni raccolte, i vigili hanno gettato le basi per una strategia che mira a controllare, in particolare, le zone dove di solito finiscono le biciclette rubate. «Il fenomeno dei furti interessa tutta la città – aggiunge Loiacono -. Ma investigando, stiamo disegnando una mappa delle zone dove di solito vengono poi rivendute. In più, vogliamo verificare se abbiamo a che fare con "mine vaganti" o con gruppi organizzati di ladri». Intanto, nella serie di controlli della task-force, domenica è finito un ricettatore che, dopo aver venduto una bici del To-bike in via Priocca, subito recuperata, è stato fermato mentre cercava di allontanarsi in sella ad un'altra appena rubata. Apparteneva ad un ragazzino di Rivalta a cui è stata poi riconsegnata.
«Un iniziativa meritevole per combattere un fenomeno che è aumentato a dismisura», dice Fabio Zanchetta, organizzatore del Bike Pride -. Al mercato del Balon, dieci anni fa, erano poche le biciclette in vendita, oggi sono un centinaio». A queste, bisogna aggiungere il crescente flusso di merce rubata rivenduta nelle altre città.
«La task foce deve essere solo il primo passo – aggiunge Zanchetta -. Il contrasto dei furti deve essere accompagnato dalla massima attenzione al rispetto delle regole della mobilità ciclistica». Prima cosa fa fare: punire gli automobilisti che posteggiano sulle piste ciclabili.
Sono stati un successo di partecipazione al di là di qualunque ragionevole aspettativa: sono state oltre 1.000 le persone iscritte ai lavori, in qualità di privati cittadini, membri di associazioni, tecnici, ma soprattutto di amministratori e politici desiderosi di gettare le basi per l'Italia di domani.
Dopo due giorni (e notti) di lavori pressoché ininterrotti, i cinque gruppi di lavoro hanno dato vita ad un documento snello ma carico di contenuti che contiene le linee guida per rendere nostre città più vivibili partendo da interventi mirati sulla mobilità: è il Libro Rosso della Ciclabilità e della Mobilità Nuova.
Affinché questo lavoro non rimanga lettera morta occorre, non solo che venga letto da sindaci e assessori di tutti i comuni italiani, ma che sia anche applicato. Gli Stati Generali hanno dimostrato che gli amministratori locali non vedono più la mobilità nuova come una questione accessoria, ma come un segmento di azione strategica per lo sviluppo delle città, però sappiamo bene che chi amministra le città tende a scegliere e a operare sulla base del consenso.
Il nostro compito in questa fase deve essere quello di creare il consenso necessario affinché le nostre amministrazioni si attivino, distribuendo pacche sulle spalle ogni volta che faranno qualche cosa di buono e criticando duramente ogni volta in cui si lasceranno ispirare dalla paura di cambiare.
Ci auguriamo fortemente che questo venga presentato in occasione della prossima assise dell'ANCI che si terrà a Bologna dal 17 al 20 ottobre e che riunirà 3.000 delegati dei comuni di tutta Italia.
Cogliamo l'occasione per ringraziare sentitamente tutti i partecipanti, Legambiente, FIAB, ANCI, il Comune di Reggio Emilia e tutte le testate giornalistiche che hanno portato in evidenza l'evento dimostrando che la ciclabilità e le forme nuove di mobilità non sono più tematiche marginali.
Facciamo cambiare strada all'Italia.
n.b. evitate inutili speculazioni fin troppo facili in Italia: il libro è rosso perché rosso è il colore del sangue lasciato sulle nostre strade, dell'allarme e dell'emergenza, della passione che vi è stata profusa, di una spia che si accende per testimoniare lo stato di arretratezza e la necessità di intervento immediato.
Fonte: #salvaciclisti
Qualche giorno fa sono state invece le associazioni League of American Bicyclists e Alliance for Biking & Walking a stilare un rapporto mostrando il ritorno economico derivante dall'uso della bicicletta (sia a livello turistico che urbano) negli Stati Uniti a livello locale, analizzandolo per i singoli Stati. 904 milioni di dollari per il Wisconsin, più 409 milioni per risparmio sulle spese mediche, 400 milioni per l'Iowa, 60 milioni per la sola zona costiera dell'Outer Banks, nel North Carolina, sono solo alcuni dei dati pubblicati.
Darren Flusche, uno dei coautori della ricerca, ha dichiarato che questi numeri e statistiche hanno un obiettivo preciso, quello di convincere le attività commerciali locali ad accettare di buon grado gli interventi in favore della ciclabilità, su tutti la realizzazione di corsie ciclabili anche all'interno dei centri abitati, che spesso vedono i commercianti contrapporsi, timorosi che la perdita di parcheggi per le automobili possa causare un calo del passeggio davanti alle vetrine. Al contrario è proprio la pedonalizzazione che invoglia il passeggio eppure – sostiene Flusche – senza questi dati convincere i negozianti sarebbe un'impresa.
Altro aspetto rilevante della questione è la creazione di posti di lavoro attorno allo sviluppo del settore della bicicletta: uno studio dell'anno scorso condotto da Heidi Garrett-Peltier del Political Economy Research Institute ha rivelato infatti che ad un investimento di 1 milione di dollari in infrastrutture corrispondono in media 11,4 posti di lavoro, contro i 10 portati da opere di pedonalizzazione, e i 7,8 da interventi stradali.
Flusche riconosce d'altra parte che la situazione negli Stati Uniti è molto varia: non c'è ancora uno sviluppo omogeneo delle politiche per la ciclabilità ma queste hanno un buon riscontro soprattutto in alcune "roccaforti" degli States, tra cui Portland, nell'Oregon, Boulder, nel Colorado, e Devis, in California. Altre realtà in crescita sono Memphis e Chattanooga, nel Tennessee.
Fonte: amicoinviaggio.it
Della scelta vegetariana sono illustrati vantaggi e caratteristiche mediche e nutrizionali, ma la ricca documentazione è utile a tutti, onnivori compresi, per conoscere gli alimenti e sfruttarne a pieno le proprietà nutrizionali. Prezioso per gli amanti della bicicletta, indispensabile per i sedentari, l'esame del dispendio energetico e dell'attività fisica. Numerosissime le indicazioni pratiche, i consigli e le esperienze raccontate, e, per concludere, ricette, menu e itinerari cicloturistici. Rivolto ai vegetariani, ciclisti e no, ma anche ai professionisti della salute (medici, biologi, esperti della nutrizione e attività motorie), il testo offre informazioni a tutte le persone sensibili ai temi della prevenzione sanitaria, dell'etica, del mondo della bicicletta, del turismo alternativo."
Presentazione del Prof. Umberto Veronesi
Prefazione del Prof. Vincenzino Siani
Profilo degli autori:
Mauro Destino vive a Mesagne (BR) e svolge l'attività di docente all'Università e di Nutrizionista.
Michela De Petris vive a Milano e svolge la professione medica presso l'Ospedale San Raffaele.
Dettagli del libro
Titolo: Scelta vegetariana e vita in bicicletta
Autore: Mauro Destino e Michela De Petris
Editore: Il Pensiero Scientifico Editore
Collana Informa
Anno di edizione: 2012
Pagine: 280
ISBN: 978-88-490-0413-7
Prezzo di copertina: 18,50
In vendita online su:
Il Pensiero Scientifico Editore
Per una dettagliata lettura su Berlino: http://www.biciebasta.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:reportage-sulla-ciclabilita-berlino-a-due-passi-da-torino-&catid=37:news
La contrapposizione nacque perché i ciclisti continuavano ad aumentare mentre gli spazi rimanevano gli stessi (il contesto urbano e il codice della strada sono fondamentalmente auto-centrici). Anche in Germania, come sta avvenendo in Italia, si iniziò a destinare spazi per le biciclette ritagliandoli principalmente intorno ai percorsi pedonali (in particolare dividendo lo spazio sui marciapiedi) e in generale, senza procedere attraverso politiche organiche e pianificate.
Anche se in modo meno disorganico rispetto alle politiche italiane, questi interventi di ridistribuzione degli spazi non fecero altro che buttare le biciclette addosso ai pedoni scatenando dibattiti e critiche: "perché ecologisti credono di poter fare quello che vogliono", "irrispettosi del codice", "vanno sui marciapiedi", "corrono contromano"... Uno degli alfieri di queste battaglie anticiclisti fu il famoso Bild.
Ora, 12 anni dopo, visitando le realtà urbane tedesche, con le ovvie differenze, ci si accorge subito che la nazione di Wolkswagen, Bmw, Mercedes, Audi, Porsche ha dato molto spazio e importanza alla mobilità ciclabile.
Vinsero quindi i ciclisti la battaglia con pedoni e automobilisti?
Ovviamente no. Questa visione superficiale e distorta di contrapposizione fra utenti della strada venne annichilita da una cosa semplice (ma ci fosse un politico o un giornalista che avesse la pazienza di ragionarci su): lo share modale (o modal split)
Share modale significa percentuale di spostamento.
Semplificando, quel che un buon amministratore deve fare (come hanno fatto in Germania, cercando di replicare le politiche danesi e olandesi) è ragionare sui mezzi di trasporto e non sugli utenti (categorizzandoli).
L'obiettivo non è avere più ciclisti o inchinarsi al loro potere ma aumentare lo share modale degli spostamenti in bicicletta secondo la banale logica del "chiunque può essere ciclista" (come chiunque è o può essere automobilista, pedone o utente dei mezzi pubblici). Deve chiedersi "cosa non funziona" nel contesto urbano nell'interazione fra i mezzi. Cosa c'è da fare affinchè decresca il numero delle conflittualità (e naturalmente degli incidenti)
Il buon amministratore deve ridisegnare strada e gli spazi condivisi affinché chiunque con qualunque mezzo possa interagire con il contesto urbano e con gli altri utenti nel modo più efficiente e meno conflittuale possibile.
Il buon amministratore sa che è prima di tutto è la strada ad esortare (e quindi educare) ad un comportamento consono e rispettoso (invocare il buon senso che si infonda per miriacolo su tutti i cittadini è poco intelligente)
Il buon amministratore deve porsi poi degli obiettivi, progettare delle soluzioni ed attuarle. Aumentare lo share modale ciclistico al 20% significa predisporre la strada e ripensare alle regole della viabilità affinché questo 20% di traffico possa realmente e in sicurezza percorrere ogni punto della città (in Italia ci fermiamo alla ricerca degli obiettivi e delle soluzioni, senza attuarle).
Dopo 12 anni e buone amministrazioni (generalizzo, non tutta la Germania funziona così bene) la polemica si è svuotata e buona parte del popolo tedesco ha semplicemente compreso che i ciclisti non sono una categoria a sé stante ma solo cittadini che usano la bicicletta (per una percentuale dei propri spostamenti).
Sarebbe superfluo rispondere a chi chiede perché aumentare lo share modale ciclistico. Basti pensare ad una città come Copenaghen per rispondere.
A Copenaghen il 35% dello share modale è ciclistico ma il 99% dei cittadini è ciclista. Hanno a disposizione una città che accoglie qualunque mezzo e a seconda dell'utilità scelgono quello più opportuno.
Ridisegnando completamente le strade e lo spazio urbano riducendo sostanzialmente lo spazio alle auto, ha raggiunto questo risultato:
35% di spostamenti in meno delle auto,
35% in meno di traffico e congestionamento (le vie danesi sono scorrevoli per auto, mezzi pubblici, mezzi commerciali)
35% in meno di inquinamento atmosferico e acustico,
35% in meno di incidenti e qualche centinaio di milioni di euro risparmiati in spese sanitarie,
35% in meno di morti e feriti.
Qua il reportage su Copenaghen: http://www.biciebasta.com/index.php?option=com_content&view=article&id=405:mobilita-ciclabile-dal-mondo-il-modello-copenhagen&catid=37:news
Noi continuiamo a sentire, anche ai piani alti dell'amministrazione, che..." gli interventi per i ciclisti".."che voi associazioni dovreste spiegare ai ciclisti..". Continuiamo ad osservare inerti interventi inutili (ciclabili sui marciapiedi o a centro strada) e a leggere di cittadini infuriati perché i ciclisti corrono sotto i portici o sui marciapiedi (senza porsi la domanda sul perché questo accada o rispondendosi superificialmente "che i ciclisti sono irrispettosi"). E poi ci tocca pure leggere che l'obiettivo è aumentare il protagonista di questo articolo, lo split modale, al 15-20%. Forse c'è qualcosa che non va?
Insomma. Non abbiamo ancora capito una mazza.
Altro che Germania (che rimane sempre la patria di Wolkswagen)
Per chi è interessato ad analizzare i dati di share modale...(Torino, naturalmente, ha uno share modale sbilanciatissimo verso l'uso dell'auto): http://www.epomm.eu/tems/index.phtml
Fonte: biciebasta.com
La pubblicazione, intitolata "DALLE ROTAIE ALLE BICI" a cura di Umberto Rovaldi e Giulia Cortesi (130 pagine in formato A4), fa parte della collana FIAB "I Quaderni Gallimbeni" voluti in ricordo di Riccardo Gallimbeni, architetto torinese, esperto FIAB di reti ciclabili oltre che ciclista urbano e appassionato cicloturista, scomparso prematuramente a seguito di un tragico incidente stradale il 24 giugno 2002, proprio mentre andava in bicicletta.
L'iniziativa rafforza e amplifica il ruolo della FIAB all'interno di COMODO – Confederazione Mobilità Dolce e la sua partecipazione attiva nell'ambito della terza Giornata nazionale delle Ferrovie Dimenticate, celebrata in tutta Italia domenica 7 marzo.
L'indagine "Dalle rotaie alle bici", che ha comportato un lavoro di raccolta dati particolarmente laborioso, è stato svolto in sei mesi attraverso i coordinamenti regionali Fiab. Stampato su carta rigenerata sbiancata senza cloro, legatura a filo, particolarmente curato nella veste grafica e nell'impaginazione, il volume presenta numerose illustrazioni a colori e un dettagliato corredo cartografico d'epoca del Touring Club Italiano, rielaborato da Claudio Pedroni.
Umberto Rovaldi, architetto paesaggista e consigliere nazionale FIAB, curatore dell'indagine insieme a Giulia Cortesi, dichiara: "Il lavoro di ricerca, probabilmente unico nel suo genere oggi in Italia, minuzioso di verifica e aggiornamento delle condizioni di effettiva ciclabilità dei sedimi ex ferroviari recuperati o in corso di recupero in Italia alla data attuale - in tutto quasi 40 - è stato condotto con l'aiuto volontario dei referenti regionali FIAB e con il prezioso contributo di Claudio Pedroni, responsabile FIAB per le reti ciclabili, che è generosamente intervenuto nella mappatura analitica completa delle linee ferroviarie abbandonate, ricavandone per ognuna la percentuale del reale recupero ciclistico ricalcante il sedime originario.
Dall'analisi dei tracciati ciclabili è evidente la relazione possibile intercorrente tra recuperi e progetto di rete ciclabile nazionale "Bicitalia", al fine di sviluppare appieno le loro potenzialità e reciproche sinergie."
All'opera editoriale hanno contribuito anche il tedesco Achim Bartoschek, ("Panoramica dei recuperi in Europa") e gli italiani Roberto Rovelli e Giulio Senes ("Ferrovie dismesse e greenways: un binomio internazionale"; Albano Marcarini ("Ex-ferrovie, il 'falso' pericolo delle piste ciclabili - reversibilità del recupero ciclistico"); Marco Navarra (Parco lineare dell'ex-ferrovia recuperata a ciclabile Caltagirone-San Michele di Ganzaria: riflessioni sulla situazione ad oggi e sugli sviluppi di un recupero inteso come progetto di paesaggio; Claudio Pedroni (Il progetto di rete nazionale Bicitalia e il quadro legislativo italianoattinente il recupero ciclabile delle ex-ferrovie).
"Il lavoro compiuto – conclude Rovaldi - è da considerarsi un primo approccio FIAB ad una ricerca sui recuperi ciclistici dei sedimi ferroviari abbandonati possibilmente da continuare nei prossimi anni e da sviluppare con sempre maggiore determinazione e interesse.
Auspicabile infatti un secondo volume dedicato alle "ex ferrovie calde", cioè quelle per le quali è in corso di elaborazione il progetto di recupero con le possibili opzioni: pista ciclabile e/o nuova attivazione di un moderno servizio di trasporto su rotaia, anch'esso da considerare a tutti gli effetti opera di promozione e incentivazione della mobilità dolce e della relativa ed ovvia intermodalità bici+treno, bici+tramvia o bici+metrò: Merano-Malles docet !"
Fonte: FIAB
Pubblichiamo una lettera che un lettore ha inviato a Isabella Bossi Fedrigotti, giornalista del Corriere di Milano.
Gentile signora, ho letto sul «Corriere» l'odissea di un lettore che ha subito il furto della sua bicicletta dietro Palazzo Marino e che ha anche rischiato di essere malmenato dai ricettatori di piazzale Cantore, dove si era recato su suggerimento della polizia. Forse molti milanesi non sanno che una situazione ancora più allucinante è possibile riscontrarla alla fiera di Senigallia, in via Valenza, nel parcheggio a fianco della Stazione di Porta Genova. L'aprile scorso hanno rubato la bicicletta di mia figlia e il giorno dopo, sabato, ho provato ad andare alla Fiera che sapevo essere zona di rivendita di biciclette «usate»: ho trovato un vero e proprio supermercato di biciclette inequivocabilmente rubate: una decina di ragazzi —quasi tutti nordafricani —esibivano ciascuno una o due biciclette, molte delle quali ancora nuovissime, offerte a prezzi irrisori. Appena una bicicletta veniva venduta arrivava, dall'esterno della Fiera, un altro ragazzo con una nuova bicicletta. L'aspetto più deprimente della scena erano le frotte di persone— quasi tutti giovani adulti, uomini e donne tra i 25 ed i 35 anni — che gaudenti provavano e acquistavano le biciclette, visibilmente compiaciuti dell'ottimo affare appena concluso! Il comportamento di queste persone, assolutamente consapevoli della provenienza illecita delle biciclette, mi è parso disgustoso, oltre che criminale, e credo che costituisca un evidente segno della scarsità di valori che caratterizza ormai chi vive e lavora in questa città. Chi ha subito il furto della propria bicicletta ben conosce la sofferenza e il senso di frustrazione che si prova: la vacua noncuranza di questi sciocchi ragazzi risulta ancora più insopportabile perché oggi l'acquisto di una bicicletta è davvero alla portata di ogni tasca (molti negozi di ciclisti le vendono anche usate, di provenienza «certificata»). A chiusura di questo scoraggiante quadretto, due pattuglie della Polizia municipale, ciascuna posta all'estremità della Fiera, i cui equipaggi osservavano rassegnati il via vai di venditori e acquirenti.
Andrea
Dal 23 luglio 2012 Giuliana Buhring è partita da Napoli per tentare un'impresa unica: il Giro del Mondo in bici in 140 Giorni. Sarà, in OGNI Caso, la prima donna al mondo a circumnavigare il globo in bici. Il Programma e 'quello di Viaggiare a 210 km al Giorno per quasi 5 Mesi.
Juliana Buhring, di origine greca naturalizzata a Napoli, sta tentando di essere la prima donna al mondo a girare il mondo su due ruote. Sabato scorso è arrivata negli U.S.A. a Boston da dove ha subito proseguito il suo giro dopo aver completato con successo la prima tappa del percorso che prevedeva l'attraversamento dell' Italia (con partenza da Napoli), della Francia, della Spagna e del Portogallo.
Pubblichiamo alcuni tratti del suo diario
"Mi Rendo Conto Che nonostante Stia Pedalando duramente, la bici, Semplicemente, non SI Muove. Un'altra Raffica di vento a 100 km / Orari mi colpisce, accompagnata da ONU ventaglio di pioggia gelida. Le mie scarpe diventano Pesanti con l'acqua Che sguazza TRA le mie dita mentre Spingo sui pedali. 100 km in 8 ore. Una jeep ruggente mi spruzza addosso Una pioggerellina di fango. Brontolo Un paio di brutte parole in italiano, perche suonano Meglio (l'inglese lo riservo ai camion), pulisco il fango Dalla Faccia e metto Gli occhiali Nel taschino. Sono inutili un punto QUESTO. Penso Persone Alle Quella in jeep: finestrini chiusi, heating e radio, indifferenti Agli Elementi naturali. Darei la mia ultima barretta al burro di arachidi per lo sguardo in quell'auto. Ho cosi Tanto freddo Che non Riesco a Pensare nient'altro Che ad Esso. Cosi freddo Che OGNI pensiero E impossibile. Il mio Corpo trema, le mie mani ed i Miei Piedi Sono Completamente insensibili. This E L'agonia del ciclista. La Parte di CUI Nessuno Parla. SI non salva niente in QUESTO tormento. This e Il Momento in CUI mi Chiedo "perchè?". Perchè sto Facendo il giro del Mondo. Perchè le mie gambe Forzo annuncio Andare Su e Giù, Su e Giù, infinitamente, 12 ore al Giorno.
Dolore, miseria, Lotta. T'insegnano Molto Su te Stesso, Su chi sei e di Cosa sei Capace di tariffa in CONDIZIONI estrema. Provo una Portare la mia Mente Fuori da Quello Che mi circonda, Fuori dall'immediato sconforto del Presente. Quello Che mi viene in Mente Sono Una serie di Momenti Perfetti. Un tramonto sbalorditivo. La cima di Una montagna. Una nuotata Nelle Calde Acque del Mediterraneo. Un bicchiere di rum speziato. Un bacio. In Momenti di COMPLETA agonia Fisica e mentale, Questi, Perfetti Momenti Sono venuto li faro delle Nazioni Unite a Una tempesta in mare, piú Luminosi del normale forse per il contrasto.
Forse lottare servire Semplicemente un piacere Provare Più nia Momenti perfetti? E Tutto Cio Che è la vita? Una Lotta Contro ed ONU trionfo Sulle avversità, per apprezzare di IL PIU minuscolo Momento di COMPLETA e rara felicità ed Abbandono ad ESSA, colomba Tutto, il gusto, il colore, l'odore, E cosi intenso Perchè Conoscere l'opposto significa apprezzare la Immensa SUA realtà?
In tal quale Momento in modo Che non c'e Altro Posto colomba vorrei Essere. Perchè Quella lancinante fama Che CRESCE OGNI Kilometro trascorso significa Che il cibo Che sto per Mangiare sara il Più delizioso al Mondo. Che il freddo e il bagnato rendono il caldo e l'asciutto piaceri Che sorpassano Tutti Gli ALTRI. Che la fatica in OGNI arto significa that dormirò Profondamente e Senza sognare, Che mi sveglierò fresca per delle Nazioni Unite Altro Giorno con DESTINAZIONE Una sconosciuta, Nuove glucosio DA VEDERE, possibilita infinita e Momenti Perfetti".
Per seguire Giuliana Bhuring giorno per giorno www.julianabhuring.com
Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.