Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.
di Alessandra Troncana
vocidibrescia.corriere.it - 30 ottobre 2012
In città ormai lo sanno tutti, la bicicletta è tornata in voga, fa molto eco chic, allena i glutei e se non la sfoggi sei démodè. Questione di tempo e, probabilmente, le dedicheranno una kermesse, un dessert, un concorso di poesia e, perché no, una rassegna di film d'antan. Tutto molto bello, molto di moda, molto sostenibile, certo, finché non frantumi le rotule o prendi una portiera dritta sul naso, oltre a insulti d'ogni sorta e poco importa se sei una donzella, i parcheggiatori abusivi non guardano in faccia nessuno. Già, perché qui non siamo in Olanda, il Paese delle ciclabili testarde, belle, autoritarie. Qui siamo a Brescia. Una città che ha piste come quella di via Montesuello, un mozzicone di asfalto sgangherato trafitto da buche, motorini, auto che si accavallano, si moltiplicano, s'allargano e ci mancavano pure i Suv. Non è un percorso per ciclisti. E' un parcheggio abusivo, una toilette per cani, un eterno cantiere, una trappola per tacchi. Se vuoi affrontarla devi dibblare buche, cartelli, mamme parcheggiate in attesa che i pargoli escano dal Calini, a volte pure i furgoni di Brescia Trasporti. Per carità, io vengo da un paese, Orzinuovi, in cui con la bici puoi fare il padrone della strada. Andavo in scioltezza contromano, la parcheggiavo dove più mi pareva senza lucchetto (e non me l'hanno mai rubata), sfrecciavo anche quando il semaforo era rosso, la guidavo senza mani . Insomma, ero una selvaggia.
Quando mi sono trasferita in città, ovviamente, il registro è cambiato. Anzitutto mi hanno fregato la mia bellissima bicicletta rosso fuoco (un catorcio bohemien), ovviamente munita di lucchetto, dopo nemmeno una settimana. Poi, quando ne ho comprata un'altra, bruttissima, in modo da inibire ogni furfante (tanto non funziona), con una catena che neanche Ercole, ho rischiato la vita svariate volte. Spesso per colpa mia (sono pur sempre una ragazza di provincia, adattarsi alla città non è facile), altrettante volte per colpa delle buche o di qualche pazzo automobilista. Quando è uscita la notizia che biciclettare contromano è legale, purché si tratti di una strada ampia e non si superi i 30 km all'ora (è già tanto se vado a 10), ho stappato la bottiglia e mi sono data alla pazza gioia, insultando gli automobilisti che si stizzivano nel vedermi sfrecciare in senso opposto a quello di marcia. Finché non ho scoperto che la norma, a Brescia, è ancora al vaglio. Nel frattempo, il vicensidaco Rolfi ha promesso una nuova ciclabile, la Sant'Eufemia – Arnaldo, ciclostazioni in metro, nuove postazioni di Bicimia (il bike sharing sì che è stata una bella idea). Sarà. Intanto, vedrò di ripassarmi un po' di codice della strada, del resto ho già smesso di bruciare i semafori (pare che a un tizio abbiano persino dato una multa in corso Zanardelli perché è passato con il rosso a notte fonda). E continuo a sperare in una città senza più ciclabili sgangherate sparse qua e là, ma con delle piste in stile Olanda. Très chic.
L'itinerario parte da Paesana, a 614 m, è una località incuneata fra il Monviso e il Montebracco. Paesana detiene il record di feste patronali: San Giuseppe, Santa Margherita, l'Assunta e san Bernardo. Interessantissima la testimonianza dell'antica presenza dell'uomo, costituita da un consistente gruppo di incisioni rupestri concentrate sul Bric Lombatera, nella zona di Pian Munè, a 1384 metri di quota. Le incisioni e la disposizione dei massi fanno pensare a un antico luogo di culto.
Da Paesana la strada sale dolcemente con poi una serie di pedalate più decise fino al bivio per Oncino. Superata la deviazione per Ostana si arriverà dopo alcuni tornanti impegnativi a Crissolo (1318 m). Un ripido tratto porterà al centro di questo piccolo paese dove sorge il Santuario di San Chiaffredo, si passerà poi tra le frazioni di Serre e Borgo. Da qui il tratto più difficile e impegnativo fino ai 1715 m di Pian Melzè, noto come Pian della Regina. Dopo una serie di diagonali si arriverà al Pian del Re a 2020 m dove vi sono le sorgenti del Po. Quest'area con una superficie di 465 ettari è stata dichiarata Riserva Naturale Speciale del Parco del Po Cuneese. Per la sua ricchezza di acque è presente una torbiera e alcuni rari anfibi tra cui la Salamandra nera di Lanza.
Il Pian del Re è stato per ben due volte, nel 1991 e 1992, l'arrivo del Giro d'Italia, dove vinsero Massimiliano Lelli e Marco Giovanetti.
Descrizione del percorso
Provincia: Cuneo
Bici consigliata: bici da corsa, city bike
Difficoltà: difficile
Partenza: Paesana
Arrivo: Pian del Re
Km di percorrenza: 20,5 Km
Tipo di terreno: asfaltato
Periodo consigliato: da aprile a giugno; da settembre a ottobre.
Fonte: piemonteciclabile.it
Gentile Direttore, ci permetta di ritornare sul problema dei molti cartelli che interrompono i flussi dei ciclisti sulle piste ciclabili lodigiane.
Abbiamo infatti ricevuto la lettera con cui la Provincia di Lodi, nello specifico il Responsabile dell'U.O. strade Sergio Dossena e l'Assessore Nancy Capezzera, ci ha comunicato di non accogliere la nostra richiesta di eliminare tutti quei cartelli piazzati in mezzo alle piste e che, non essendo a ridosso di incroci con strade trafficate, sono sostanzialmente inutili anzi pericolosi per i ciclisti. Sulle questioni tecniche, sul perché riteniamo che sia preferibile, anche dal punto di vista della sicurezza generale del traffico, rimuovere i cartelli installati nel mezzo delle piste in corrispondenza di passi carrai e strade poco trafficate (e in qualche caso ancora accessi agricoli o fossati con acqua), risponderemo un'altra volta.
Vogliamo qui segnalare un passaggio della risposta ricevuta dalla Provincia, che da l'idea della superficialità con cui questa questione è affrontata: fra gli argomenti a sostegno della scelta di piazzare i cartelli in mezzo alle piste ciclopedonali lodigiane, si scrive: "la scelta operata ha causato, lungo tutta la rete ciclopedonale provinciale, pochi sporadici episodi di lieve collisione causati il più delle volte dalla scarsa attenzione del ciclista e dal mancato rispetto dei disposti contenuti nel Dlgsl 285/92 "Nuovo Codice della Strada" e applicati anche lungo tutto il percorso in parola".
La prima cosa che viene da chiedersi è cosa intendano Dossena e Capezzera per "pochi e sporadici episodi di lieve collisione". Un paio di incidenti senza fratture? Cinque incidenti con alcune fratture e altre collisioni? Dieci o cinquanta incidenti? Il buon senso farebbe pensare che intendano meno di cinque incidenti, per lo più di contusioni e al massimo una frattura non grave. In tutto, non ogni anno; altrimenti saremmo a una cinquantina di incidenti da quando è nata la rete ciclabile provinciale.
La seconda cosa che viene da chiedersi è come facciano a sapere quanti sono le persone che si sono fatte male sbattendo contro i cartelli delle ciclabili. Hanno fatto un sondaggio? Un'indagine presso i Pronto Soccorso e gli ospedali della Provincia? Si basano sulla rassegna stampa del Cittadino? E se un ciclista si fa male lontano da un giornalista e si cura a casa le ferite, non viene conteggiato? Deve quindi telefonare in Provincia per avvisare se si fa male?
L'impressione che abbiamo avuto leggendo quella frase è che in Provincia non ci sia un sistema di rilevamento degli incidenti, e che chi fa quelle affermazioni non sa di cosa sta parlando, non ha le informazioni necessarie. Il motivo per cui Ciclodi-FIAB da anni protesta per la pericolosità dei cartelli (proteste definite "innumerevoli e poco motivate segnalazioni degli anni passati" nella risposta) è che gli incidenti di ciclisti che sbattono contro i cartelli non sono stati pochi, neppure sporadici, ma tanti, una costante di ogni anno. Anche incidenti gravi, con fratture serie che hanno comportato operazioni.
Non sappiamo se la Provincia è a conoscenza che i cartelli della nuova pista ciclopedonale Lodi Boffalora, inaugurata pochi mesi fa, sono già stati battezzati, da una signora di Boffalora D'Adda, che è caduta e terra.
L'ultimo incidente serio sulle piste lodigiane è avvenuto domenica 14 ottobre, verso mezzogiorno nei pressi di Marmi Lodi (vedi foto). Non è stata una lieve collisione, ma un incidente serio con frattura. Chi è passato ha sentito le urla della persona a terra mentre si aspettava l'arrivo dell'ambulanza.
Colpa dei ciclisti disattenti? Certo, ma non solo. Quando si va in bicicletta è normale che ci si rilassi, a volte si sta a fianco e si chiacchiera, a volte ci si distrae un attimo, si accelera e ci si supera o a volte ci si ferma per aspettare altri: sono momenti di svago, anche a questo servono le ciclabili. È proprio per questo che nei paesi civili non si mettono quei cartelli così frequenti.
Il cartello dell'incidente di domenica si potrebbe tranquillamente rimuovere, predisponendo un attraversamento ciclabile, o almeno spostare a fianco della pista. Questa richiesta l'abbiamo già avanzata e la riproponiamo ancora una volta.
Però questa volta abbiamo una richiesta in più da fare alla Provincia: ci può dire quale è il numero di incidenti sopra il quale inizieranno a prendere provvedimenti? Quanti cartelli dovranno essere abbattuti o piegati a testate, spallate, o ginocchiate dai ciclisti, prima che si capisca che con poca spesa e un po' di buon senso si può risolvere il problema?
Cordiali saluti
Per il consiglio direttivo di Ciclodi-FIAB
La Presidente, Pina Spagnolello
Fonte: fiab onlus
Titolo: Sogni a pedali. Giuseppe Pancera e la bicicletta
Autore: Giovanni Rattini - ottobre 2012
Per Informazioni e acquisto:
Cooperativa Libraria Università di Padova
Via G. Belzoni 118/3 - 35121 Padova
Tel. +39 049 8753496 Fax +39 049 650261
Fonte: bicidepoca.com
E' la storia di un uomo, Giuseppe Pancera, che non si è mai fatto scoraggiare dalle avversità; è il racconto di innumerevoli forature, di forcelle che fin troppo spesso a causa delle condizioni stradali finivano per rompersi, di strade bianche percorse la notte, di sudore e di lacrime di fatica versate per raggiungere i propri obiettivi (dalla prefazione di Silvio Martinello).
Maggiori informazioni bicidepoca.com
La pedalata cicloturistica d'epoca "Eroica" La Gardesana che prenderà il via domenica 28 ottobre 2012 da Malcesine e si svilupperà in un circuito che attraverserà l'Alto Garda per fare ritorno al punto di partenza. Il tour si svilupperà su piste ciclabili, strade bianche ed asfaltate, ricalcando tutte le tipologia di tracciato che hanno fatto la storia delle corse in bicicletta. La partenza verrà data tra le 8 e le 9 del mattino: si prevedono oltre 50 iscritti con biciclette, attrezzature, abiti e strutture d'epoca, comprese due moto storiche a scortare la "corsa non competitiva" attraverso le strade del lungolago e dell'area di Riva del Garda.
Dalle 10,30 alle 12,30 la corsa effettuerà una pausa ristoro d'epoca presso Agraria di Riva del Garda. Gli atleti verranno ospitati nella zona del Frantoio, che in quella giornata sarà aperto e visitabile, e nello store rurale Corte del Tipico, il punto vendita che propone il meglio della produzione d'eccellenza locale. Il cibo servito ai corridori e a tutti gli intervenuti sarà preparato da Assocuochi di Trento, con la collaborazione di alcuni produttori trentini con la polenta di Mais Spin, pane e grissini del panificio Moderno, trote e salmerini della Troticoltura Armanini, carne salata e fagioli della Macelleria Bertoldi, formaggi dell'Azienda Agricola Fontanel, biscottini di mais del Molino Pellegrini, mele La Trentina, olio extravergine d'oliva e vini di Agraria Riva del Garda.
Stefano Goller, Presidente dell'Associazione Cuochi Trentini dichiara: "E' una vera sfida per un'azienda come Agraria - con lo sguardo rivolto al futuro ed all'evoluzione dell'enogastronomia - cimentarsi in questa manifestazione volta al passato. Sarà un piacere per la nostra associazione affiancare Agraria, che da sempre sostiene le scuole alberghiere trentine nella creazione di una identità territoriale nei giovani chef, e saremo all'altezza dei piatti cucinati alla maniera dei nostri nonni".
Gigi Farè direttore del Museo della Bicicletta Storica di Riva del Garda metterà a disposizione 20 dei suoi gioielli a due ruote che verranno esposti all'esterno ed all'interno della sede di Agraria e nella Corte del Tipico. Un biciclo dal gusto retrò d'inizio '900 verrà pilotato dal Direttore di Bici d'Epoca Mario Labadessa, mentre Giuliano Calore, recordman e campione mondiale di bici estremo - l'unico ad aver scalato e disceso lo Stelvio con una bici senza manubrio e senza freni, suonando contemporaneamente 4 strumenti musicali - darà dimostrazione delle proprie abilità. Ugo "Bike" Perini della polisportiva San Giorgio, organizzatore di innumerevoli prove sportive in bicicletta, ha come sempre svolto il ruolo di volano e catalizzatore per la realizzazione della Cicloturistica "Eroica" La Gardesana con biciclette anteriori al 1985, in una fascinosa atmosfera retrò che mescola sport, amore per l'attività fisica e passione storica.
Fonti: viniesapori.net; bicidepoca.com
Titolo: Il mestiere del ciclista. Gioie e dolori dell'ingegnere in bicicletta.
Autore: Marco Pinotti
Editore: Ediciclo - settembre 2012
pagine 250, dimensioni 13x20, prezzo 14,90 euro.
"Ferrara è la città delle 2 ruote per antonomasia e molti ferraresi, che hanno acquisito una disabilità visiva, rimpiangono i tempi in cui potevano muoversi in bicicletta – dice Antonella Gambini dell'associazione Retinite Pigmentosa ER – La 'Sbiciclata' ridà loro questo piacere almeno per un giorno. Ci piacerebbe potere ripetere un'esperienza simile anche a Bologna e nelle altre città della regione e per questo siamo alla ricerca di tandem e di associazioni con cui fare rete".
La carovana su 2 ruote attraverserà le vie del centro storico, i tratti di sottomura e alcuni dei luoghi più suggestivi di Ferrara, muovendosi lungo le piste ciclabili. Alle ore 10 prima tappa al Café de la Paix, per una merenda e un incontro con i volontari dell'associazione IrregolarMente. Quindi si pedalerà verso il cortile del Centro documentazione donna, per poi spostarsi al Museo archeologico nazionale, dove sono in programma soste per conoscere le diverse realtà associative attive a Ferrara. Il rientro è previsto per le ore 13.15, sempre al laboratorio Ricicletta. Per tutto il percorso il corteo in bicicletta sarà accompagnato dalla Polizia municipale.
La "Sbiciclata etica 2012" è organizzata dall'associazione IrregolarMente in collaborazione con il Centro servizi di Ferrara Agire sociale, il progetto Ricicletta della cooperativa Il Germoglio, Its per geometri Aleotti, il centro diurno Maccacaro dell'Ausl Ferrara, il Gruppo archeologico ferrarese, l'associazione Retinite Pigmentosa Emilia-Romagna, il Centro documentazione donna, il circolo Arci Circomassimo, le associazioni Agedo e Famiglie arcobaleno, il Coordinamento degli enti di servizio civile (Copresc) e il Corpo di Polizia municipale. (Marco Marchese).
Fonte: affaritaliani.libero.it
In attesa delle corsie riservate e delle vie d'Acqua per Expo: porte aperte alle biciclette in metrò. Il pressing delle associazioni del pedale ha prodotto una prima svolta nelle scelte di governo del trasporto pubblico: Comune e Atm hanno deciso di estendere gli orari d'ingresso alle due ruote sulla linea «verde» e sulla linea «gialla» della rete metropolitana. La sperimentazione parte oggi e proseguirà fino al 30 novembre: i ciclisti potranno scendere nelle stazioni e trasportare il loro mezzo sui treni anche tra le 10.30 e le 16, oltre alle finestre già consentite (prima delle 7 del mattino e dopo le otto di sera).
La campagna d'informazione sarà pubblicata da oggi sul sito Atm. In sintesi, è un bonus: cinque ore e mezzo in più a disposizione dei pendolari-ciclisti. Resta esclusa dal progetto la linea «rossa» del metrò, la più affollata e delicata (il sistema di segnalamento del traffico in galleria è ancora in fase di stabilizzazione). Soddisfatti i rappresentanti di Ciclobby, Salvaiciclisti e Assoutenti: «Atm ha dimostrato attenzione al tema dell'intermodalità».
La modifica al regolamento di viaggio è stata condivisa dall'assessore alla Mobilità, Pierfrancesco Maran: «È un servizio utile ai ciclisti che non causa disagi agli altri passeggeri». Nell'ultimo incontro con le associazioni, l'azienda ha presentato anche gli interventi per incentivare la sosta delle bici nei parcheggi d'interscambio: nuove rastrelliere sono state installate alle fermate di Romolo, Lampugnano, Molino Dorino e Bisceglie (undici «pettini» per 55 posti bici). Prossima tappa: San Leonardo M1.
Fonte: milano.corriere.it
Alessandro – "Siamo a Douiret. Qui nel profondo Sud, al margine del Grande Erg Orientale, la notte non ci ha sorpreso con un cielo stellato, no, ma con ben altro: la pioggia! Siamo ospiti nelle case dei Trogloditi, le antiche abitazioni, i Ghiren, che la popolazione Jbaliya (gente della montagna) ha scavato nella roccia della collina che domina la Valle dei Santi Marabutti. Questo sito, risorto dalle rovine e restaurato con un progetto di Cooperazione Transfrontaliero EU Italia-Tunisia, sebbene consegnato ad attività ricettiva, ripropone sensazioni che ci riportano indietro di millenni.
Da lontano il Muezzin intona l'adhān, avvolgendo la nostra stanchezza di un sonno mistico...
Stamattina il collegamento con la Rai non è andato come previsto, la linea adsl era troppo debole. Pas mal. Partenza ore 9,30 diretti a Guermessa. I mezzi sono andati a rifornirsi di carburante a Tatouine: da qui a Ksar Ghilane e poi Matmata non avremo alcuna possibilità di trovare distributori di benzina, sebbene di venditori abusivi ce ne siano tanti lungo la strada, ma fidarsi del loro prodotto nel bidoncino, non è consigliato dalla Guida Michelin...
Verso Guermessa la strada è tutta asfalto, rilassante e dopo avere attraversato la città nuova un altro Ksar si staglia di fronte a noi: il ricamo che orla la cresta della collina è, come nel villaggio di Ksar Hallouf, il lascito denso di attività sociali, culturali e religiose, delle antiche popolazioni, in queste zone.
Mentre il Gruppo visita l'antico paese, io cerco di scalare la salita verso gli Schifa (i corridoi su cui si affacciano le abitazioni) con la mia eBIke Lombardo: 300 mt di ripido completamente dissestato e pietroso con pendenza maggiore del 25% riesco a percorrerlo in sella dove gli altri spingevano, ma fino ad un certo punto.
Capitolo sugli scalini e con enorme dispendio di energia (per questi exploit si sceglie la modalità Sport che imprime un'assistenza più decisa ma che consuma il triplo rispetto alla modalità Eco! Sarò più esaustivo in una Report Tecnico).
Mi trattengo con Marco e Giovanni a fare foto e forse pretendo un po' troppo dal Gruppo stufo dei miei consueti 3/400 scatti, così arriva Franco a farmi un "cazziatone" biblico! I romani, Totò e Tarak sono già a destinazione, noi siamo ancora sulla pista per Chenini dove Marco ha un cedimento: il ginocchio fa male, si deve fermare. Il fondo di queste piste è massacrante, una distesa di pietre quarzose senza soluzione di continuità.
La Valle dei Sette Dormienti l'attraverso sulla bici di Giovanni, abbiamo fatto cambio, anche lui è allo stremo delle forze (onore al merito, è solo da 4 mesi che va in Bici e mai per 2 giorni consecutivi!!!). Anche qui lo Ksar, ma questo è per buona parte abitato... E' un luogo magico, qui ancora le famiglie vivono nelle caverne, e non sembra essere cambiato tanto nei millenni. Se non per la contaminazione occidentale che più delle parabole (ma non di quello che ci sta dietro...) devasta questo territorio con plastica e lattine, una sovracultura che non appartiene assolutamente a queste popolazioni abituate a vivere in simbiosi con la natura, a dividere il tetto con galline, asini, pecore e dromedari. Chenini, racchiusa in un semicerchio al cui centro, in alto è incastonata la Moschea.
Saliamo fin lassù, gli altri Biker sono già alle prese con il "brunch" che il "local" Mohammed a preparato per noi: tonno, pomodoro, cipolle e arissa, la Mechouia. Mentre si parla dello "stupefacente single track," il sentiero a mezza costa che si arrampica sulla cresta della collina per poi, attraverso un cammino di due ore sull'altopiano, giungere a Douiret, io vengo rapito da questi luoghi magici; lascio la macchina fotografica per abbandonarmi e sentirmi parte di questa storia; sono secondi che il richiamo del muezzin rende eterni: Hayya ˁalā al-salāt Hayya ˁalā l-falāh Allāhu Akbar Allāhu Akbar Lā ilāh illā Allāh.
Viene spontanea l'idea che qui, la spiritualità permei tutto, l'aria purissima, le grotte che sono il ventre materno della terra, la durezza del clima, l'aridità del suolo, il quarzo di cui è costituita tutta la montagna, il silenzio e la solitudine sembra che formi nella mente degli uomini sensibili la possibilità di trascendere e abbracciare la verità dei sensi.
I biker partono per il sentiero, un cammino lungo, che io non posso affrontare per il peso della mia bici; li seguiamo fino al Grande Fico ai piedi della "prima sorgente" a cui Franco attinge per prendere "la pillola" (imprudenza che poi pagherà con dolori notturni all'apparato digerente...) Con Franco e Vittorio ci tratteniamo ancora a Chenini insieme a Mohammed per un thè rilassante aromatizzato al rosmarino mentre i ragazzini del posto fanno a gara per farsi fare le foto con la bici, e poi pretendere un "cadeau".
Il Gruppo ci attende alle Case Accoglienza di Douiret, hanno vissuto un'esperienza unica: dalla rupe che arriva alle spalle del paese il paesaggio è sconvolgente, ipnotico, l'incontro con le famiglie che ancora vivono nelle grotte fa ritornare ad un passato in cui il villaggio era vivo con il fermento di umanità di un tempo con una vita politica sociale ed economica pervase da quello spirito universale e religioso tuttora percepibile. Per un occidentale, non è difficile rimanerne affascinato, stordito ed inebriato in una esaltata ammirazione per il luogo e la gente".
Fonte: rinnovabili.it
Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.