Venerdì, 01 Marzo 2013 09:17

L'IPhone si ricarica pedalando

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Qualcuno di voi ha mai pensato che la dinamo della bici nel 2012 potesse ricaricare non più la luce ma il telefonino? Twin Heads Srl, azienda padovana, ha creato questo nuovo sistema green per ricaricare smartphone e telefonini senza sprecare energia collegabile facilmente a tutte le dinamo per bicicletta già esistenti sul mercato. “Lightcharge”, questo il nome del nuovo prodotto, è stato interamente ideato e creato in Italia, e vanta una grande funzionalità grazie alle ridotte dimensioni, senza dimenticare alta tecnologia ed ecologia. L’innovativo caricatore, grazie al sistema USB con codifica DCP (riconosciuto come standard europeo), può funzionare con la stragrande maggioranza dei cellulari e smartphone compresi gli IPhone 4 e 4S.
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    A partire dagli anni settanta l'amministrazione cittadina ha realizzato una serie di progetti che hanno scoraggiato l'uso dell'auto a favore della bici. Il risultato è che oggi a Groninga ci sono 75mila macchine e circa 300mila biciclette. La bicicletta a Groninga è il mezzo di trasporto più pratico per andare al lavoro, a scuola, all'università o a fare acquisti in centro. Grazie a oltre 145 km di piste ciclabili che scorrono lungo tutte le arterie del traffico, Groninga è a ragione una città importante per i ciclisti.
    "Le aziende devono incoraggiare i loro dipendenti a non usare la macchina e ci sono vari modi per farlo: possono mettere dei parcheggi coperti per le bici, delle docce oppure degli armadietti. Alcune offrono abbonamenti al trasporto pubblico o dei bonus per chi non usa la macchina. L'ideale, però, è rendere difficile parcheggiare", spiega il professor Greg J. Ashworth dell'università di Groninga in questo video realizzato da Streetfilms, che produce documentari sul trasporto sostenibile.


    Fonte: www.internazionale.it

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    "Non c'è nessuna idea di riscaldamento globale o protezione dell'ambiente in loro – dice il responsabile di un produttore di EV indiano – ciò che interessa dei veicoli elettrici è che aiutano a guadagnare di più e fanno spostare più facilmente nelle campagne, dove l'auto privata non ce l'ha nessuno".
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    Certo, la strada per un cambiamento globale del mercato dei trasporti del gigantesco Paese asiatico è ancora lunga e disseminata di ostacoli: gli scooter elettrici costano comunque tanto per chi è nel vortice della povertà e le banche non si fidano a prestare loro soldi perché si tratta di veicoli che in India non richiedono immatricolazione e patente, dando quindi poche garanzie di rintracciabilità.

    Fonte: veicolielettricinews.it

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