Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.
CiAl, Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli Imballaggi in Alluminio in collaborazione con il Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale di Milano, hanno lanciato il concorso dove sarà possibile vincere una bici in alluminio riciclato.
Il concorso chiede di segnalare in 140 caratteri iniziative, idee, progetti italiani o internazionali di innovazione sociale che migliorano la qualità della vita delle persone o della comunità. Per innovazione sociale intendiamo “una soluzione innovativa a un problema sociale che sia più efficace, efficiente, sostenibile ed equa di tutte le soluzioni esistenti, e che generi valore diffuso per tutta la società e non tanto per i singoli individui”.
La RICICLETTA® è realizzata attraverso l’alluminio ottenuto dal riciclo degli imballaggi provenienti dalla raccolta differenziata tra cui lattine, vaschette, scatolette e bombolette aerosol, tubetti per creme e conserve, foglio sottile etc. Caratterizzata da un design innovativo e armonioso, è molto leggera ed è dotata di cambio Nexus, prodotto da Shimano a tre velocità inserito nella ruota posteriore che ne permette un utilizzo versatile. Per partecipare è necessario inviare un tweet in italiano o in inglese a @CSRIS_it oppure a @ConsorzioCIAL inserendo l’hashtag #ITSINNOVATION. Si potrà partecipare al concorso dal 9 al 20 settembre 2013.
Il premio per il vincitore è la RICICLETTA® di CiAl, Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli Imballaggi in Alluminio.
La giuria sceglierà il tweet vincitore tra quelli che si sono maggiormente distinti per innovazione, originalità e valore sociale.
Fonte: www.ilsostenibile.it
L’autostrada sarà lunga 60 km è collegherà le città di Dortmund e Duisburg nella regione della Ruhr. La struttura sorgerà su un percorso parallelo a quello dell’attuale autostrada per automobili A40, e sarà realizzata entro il 2021: consentirà di ridurre notevolmente la grande quantità di traffico che vi si concentra quotidianamente, che costringe gli autoveicoli a procedere molto lentamente per la congestione che vi si genera, tanto da essere stata soprannominata “Autostrada delle lumache”. Proprio come un’autostrada, la grande pista ciclabile si svilupperà lungo il percorso con doppia carreggiata separata per sensi di marcia, contenuta in una larghezza di 5 metri, ed essendo progettata per favorire al massimo la percorribilità da parte dei ciclisti, sarà realizzata interamente in pianura, con superficie asfaltata, senza curve strette o pendenze e senza incroci, con una buona illuminazione che ne consentirà la fruibilità anche durante le ore serali e notturne. L’alta densità delle persone che risiedono nella zona ha favorito la decisione di realizzare tale struttura: già numerosi Tedeschi si spostano ordinariamente in bicicletta, per evitare le lunghe code generate dal traffico automobilistico, e sicuramente il numero sarà incrementato a seguito dell’ultimazione del progetto: lo assicura Jens Hapke, dirigente dell’azienda che gestisce i trasporti urbani e regionali, la Regionalverband Ruhr. Inoltre l’autostrada delle bici favorirà una notevole riduzione delle emissioni di CO2 nell’aria, assicurando un nuovo assetto di viabilità e sostenibilità all’intero tratto autostradale. “Se vogliamo convincere molti automobilisti a passare alle due ruote, dobbiamo offrire collegamenti con alte prestazioni” – afferma l’esperto di mobilità Dortmund Winfried Sagolla - “Ci si aspetta fino a due milioni di utenti potenziali grazie anche alla crescente sensibilità dei Tedeschi alla bicicletta e l’aumento considerevole di biciclette elettriche che aiutano i ciclisti con la pedalata assistita permettendo loro di compiere anche lunghi tragitti in sella”.
Il 15 settembre in occasione della campagna Save the Artic organizzata da Greenpeace, più di 110 città di 36 Paesi nel mondo sono scesi in strada in sella alla propria bicicletta per partecipare alla prima “Pedalata Polare” della storia. Anche per il 2013 ci si aspetta un nuovo allarmante abbassamento del livello dei ghiacci artici. Gli esperti del National Snow and Ice Data Centre hanno preannunciato un nuovo livello dello scioglimento dei ghiacci che “senza dubbio”, dicono, rappresenterà uno dei cinque record più bassi della storia. Secondo molti scienziati il ghiaccio potrebbe svanire totalmente entro il 2020. Salvare la casa degli orsi polari con un giro in bicicletta: è la proposta lanciata da Greenpeace. Si tratta, chiaramente, di un'iniziativa organizzata per sensibilizzare l'opinione pubblica e porre l'attenzione sui rischi che corrono questi splendidi animali. “Con questa pedalata abbiamo portato i Difensori dell’Artico sulle strade di tutto il mondo per ricordare a Shell e agli altri giganti del petrolio che il movimento “Save the Arctic” sta crescendo e non si fermerà finché non cesseranno i piani di trivellazione al Polo Nord – ha dichiarato Cristiana De Lia, responsabile della campagna Mare di Greenpeace Italia. L’Artico è importante per il clima terrestre e deve essere protetto per non mettere a rischio tutti gli abitanti del nostro pianeta.” Un gigantesco orso meccanico grande quanto un autobus a due piani ha percorso le strade di Londra fino a raggiungere la sede internazionale della compagnia petrolifera Shell, mentre a Roma i ciclisti si sono riuniti in Piazza del Colosseo e hanno pedalato lungo un percorso che ha toccato i luoghi simbolo della città. L’attore Paolo Briguglia, testimonial dell’evento, è salito in sella alla sua bicicletta per chiedere un santuario globale per l’Artico. In Italia, migliaia di biciclette hanno percorso le strade di Milano, Catania, Bari, Napoli, Roma e Verona per ricordare a tutti l'urgenza di salvare l'Artico da colossi del petrolio come Shell e Gazprom. A Milano circa quattrocento ciclisti si sono dati appuntamento presso i Giardini Indro Montanelli (Porta Venezia), dove i volontari dell’associazione hanno consegnato palloncini e mascherine per decorare le bici e hanno dato vita ad attività a tema polare per grandi e piccoli. Alle ore 11.00 è partita la pedalata che ha attraversato la città fino alle ore 13.00. A Roma i ciclisti si sono riuniti in Piazza del Colosseo e hanno pedalato lungo un percorso che ha toccato i luoghi simbolo della città. L'attore Paolo Briguglia, testimonial dell'evento, è salito in sella alla sua bicicletta per chiedere un santuario globale per l'Artico. A Napoli numerosi ciclisti si sono dati appuntamento sul lungomare dove i volontari dell’associazione hanno consegnato palloncini e mascherine per decorare le bici e hanno dato vita ad attività a tema polare per grandi e piccoli. Nella mattinata è partita la pedalata che ha attraversato la città. A Bari quasi cinquecento ciclisti si sono ritrovati in via Sparano, dove (come a Milano) i volontari dell’associazione hanno consegnato palloncini, adesivi e mascherine per decorare le bici e hanno dato vita ad attività a tema polare per grandi e piccoli. Alle ore 11.30 è partita la pedalata che ha attraversato Via Sparano, Corso Vittorio Emanuele e tutto il Lungomare fino a Punta Perotti, dove i ciclisti si sono fermati per una pausa musicale in compagnia della CycleBand. Subito dopo il lungo serpentone di bici è rientrato al gazebo in via Sparano per la conclusione dell’evento, tra le note della CycleBand e il saluto a tutti i partecipanti alla Pedalata Polare.A Londra un gigantesco orso meccanico grande quanto un autobus a due piani ha percorso le strade principali fino a raggiungere la sede internazionale della compagnia petrolifera Shell. In Finlandia, membro del Consiglio Artico, è stato approvato una nuova strategia per la creazione di un santuario marino al Polo Nord. A minacciare l’Artico non sono solo i cambiamenti climatici: l’assenza di ghiaccio ha aperto nuove vie di transito per la ricerca e l’estrazione di petrolio a latitudini estreme scatenando una vera e propria corsa all’oro nero.
Fonte www.greenpeace.org
Il giro del Ballino è uno dei classici giri da fare in bici da corsa quando si è nella zona. Si parte da Arco, dal parcheggio posto al ponte sul fiume Sarca, seguiamo le indicazioni per il centro cittadino, costeggiamo i giardini di Arco, quindi alla nostra destra troviamo una fontana e un campo da basket, giriamo a destra e quindi a sinistra e ci manteniamo sempre sulla strada principale. Attraversiamo alcune frazioni di Arco seguendo sempre le indicazioni per Varone, dopo un tratto pianeggiante, giriamo a destra seguendo le indicazioni per Ceole o per il Santuari Madonna delle Grazie. Si affronta una breve salita fino a giungere in località Ceole, dove giriamo a sinistra e dopo pochi colpi di pedale arriviamo sulla strada principale. Andiamo a destra, quindi prendiamo la prima strada a sinistra. Siamo nella piazza principale di Varone, giriamo a destra e arriviamo ad un semaforo, giriamo a sinistra quindi subito a destra. Si scende e dopo un dosso dissuasore a sinistra trovate una fontana, si gira a destra si costeggia un campo e quindi s’inizia a salire, tratto pedalabile immersi negli ulivi. La strada sbuca sulla strada che porta in Valle di Ledro, si gira a destra e si sale e prima della galleria si gira a sinistra. Si sale su fondo asfaltato ben curato tra tratti rettilinei e curve immersi negli ulivi con un panorama unico. Si raggiunge in fretta la frazione di Deva, dopo il piccolo gruppo di casa, affronterete un tratto rettilineo quindi una curva a destra, questo è il punto ideale per fare foto con il lago sottostante. Si prosegue sempre sulla strada principale e arriverete a Pranzo, dove se passate per il centro vi trovate davanti alla chiesa una fontana. Si sale ancora, si evita il bivio per Campi si affronta ora un tratto rettilineo per poi arrivare allo stop. Attraversiamo la strada e nel parcheggio troverete una fontana. Si esce dal parcheggio e si gira a sinistra e si riprende a salire, nel primo tratto alla vostra destra sarete accompagnati dalla bellezza del lago di Tenno con i suoi colori turchesi. Dopo un tratto rettilineo con pendenza costante affronterete una breve discesa poi salita veloce quindi discesa, curva a destra dopo un ponte e si riprende a salire lungo tratto rettilineo quindi curva a destra e si dopo aver attraversato un ponticello si affronta un tratto pianeggiante quindi curva a sinistra e si riprende a salire. Si arriva nella frazione di Ballino, trovate 2 ristoranti, uno a destra e uno a sinistra, e una fontana da dove sgorga sempre acqua freschissima. Si continua sulla strada principale, si percorre un tratto di falsopiano e si raggiunge il Passo del Ballino posto a 750 m d’altezza. Si scende quindi meglio mettersi una giacca, discesa veloce con curve larghe ben disegnate, la discesa termina e vi trovate ad affrontare un tratto pianeggiante, siete nella “piana” di Fiavè. Alla vostra sinistra trovate il biotopo di Fiavè dove c’è anche un percorso didattico per andare a visitare un sito archeologico. Si continua a pedalare sulla strada principale, si riprende a scendere, si attraversa il paese di Stumiaga. Si scende e si affronta una curva a destra, attraversiamo Dasindo per poi arrivare a Vigo Lomaso, quindi si attraversa Lomaso per poi scendere tra curve e controcurve e raggiungere il paese di Ponte Arche. Allo stop giriamo a destra e seguiamo le indicazioni per Trento. Ora pedaliamo sulla strada principale, attraversiamo il paese e appena fuori alla vostra sinistra si trovano le Terme di Comano. La strada inizia a salire, con lieve pendenza, andiamo sempre diritti ora ci troviamo a pedalare su un tratto pianeggiante. Prima della galleria, dovete prendere la ciclabile che c’è sul lato sinistro della galleria all’esterno. Proprio in questo periodo è stata aperta questa ciclabile. La ciclabile ripercorre la vecchia strada che prima della costruzione delle gallerie era l’unica via di comunicazione tra la valle del Sarca e la valle Giudicarie. La ciclabile è spettacolare, un percorso incastonato nella montagna con a destra una forra dove dentro scorre il fiume Sarca. Si continua sempre sulla ciclabile tutta protetta, dopo un lungo tratto pianeggiante, un breve tratto quindi si scende tra curve e tratti rettilinei fino a giungere sulla strada principale. Si gira a sinistra e si scende ora sulla strada principale, quindi fate attenzione al traffico, mantenetevi in fila indiana e moderata la velocità. Scendendo attraverserete il fiume Sarca e subito dopo il ponte a destra c’è la pista ciclabile. La prendiamo la pista ciclabile costeggia il fiume Sarca in fretta si arriva a Pietramurata dove vi consiglio di seguire e indicazioni per raggiungere l’Azienda Agricola Gino Pedrotti dove potete fermarvi per una breve sosta ristoratrice con i prodotti tipici della zona ma soprattutto per assaporare un buon bicchiere di vin santo. Si riprende a pedalare e seguendo le indicazioni per la pista ciclabile vi troverete a percorrere la pista ciclabile che da Pietramurata conduce a Fies, attraversa le marocche in un panorama unico, appena asfaltata davvero un gioiello. La discesa ci porta alla ex centrale di Fies dove andiamo sempre diritti si scende pedalando tra viti e meleti, alla vostra destra trovate il Bike&Wine Bar posto molto carino. In breve siamo a Dro sempre seguendo le indicazioni ciclabili attraversiamo la cittadina e ci dirigiamo verso la frazione di Ceniga, l’attraversiamo e dopo un centinaio di metri, a destra troviamo le indicazioni per la pista ciclabile. Manca poco e siamo arrivati al punto di partenza.
Giro classico ad anello molto bello di circa 60 km.
Da vedere: Canale e Calvola borghi medioevali, Lago di Tenno, Biotopo e Palafitte di Fiavè, Lago di Toblino, Lago di Cavedine.
I tempi per la realizzazione di una ciclabile sono lunghi e noi abbiamo invece l'urgenza di accelerare i tempi di realizzazione di un sistema di mobilità ciclistica che metta in sicurezza chi sceglie la bicicletta come mezzo di trasporto. Le piste ciclabili andrebbero fatte, e anzi sono indispensabili, solo là dove non si può fare altrimenti, dove si affiancano a grosse strade di collegamento.
E quindi quello che necessita una città come Monza sono le corsie ciclabili, economiche, facili e veloci da realizzare. Una semplice separazione disegnata con la vernice sull'asfalto. Possiamo unire le piste ciclabili esistenti, sia con tratti di pista se necessario, oppure con una semplice corsia ciclabile, che unita alla moderazione del traffico ha il doppio ruolo di tutelare il ciclista e rallentare sensibilmente la velocità dei mezzi motorizzati, in modo che siano rispettati più facilmente i limiti di velocità cittadini troppo spesso ignorati.
Potremmo così facilmente unire gli spezzoni di ciclabili, la cui disgregazione attuale è pericolosa per il ciclista che si trova improvvisamente a contatto del traffico, dopo aver percorso un tratto sicuro, realizzando percorsi ciclabili che raggiungono i punti di interesse generale della città molto facilmente e in modo economico.
Sulle arterie di grande comunicazione saranno ancora necessarie le piste ciclabili, ma al di fuori di queste avremo creato, con la moderazione del traffico e le corsie ciclabili, degli spazi condivisi da tutti. Insomma una città molto diversa da quella in cui viviamo oggi, una città dove in modo naturale, con l'aiuto dell'amministrazione e la consapevolezza dei cittadini, si ridurrà il numero sia delle auto circolanti che ferme ad occupare spazio nelle strade.
Come afferma il presidente di Monzainbici, Giuseppe Piazza, "la mobilità ciclistica non si aggiunge, ma si integra al resto della mobilità".
Spesso basterebbe semplicemente copiare da altre città con esperienze analoghe che hanno dato frutti positivi. Senza prendere come esempio le solite città europee lontane da noi, ci sono comuni italiani che solo qualche anno fa si trovavano nelle nostre stesse condizioni ma che hanno saputo reagire a situazioni particolarmente negative: pensiamo a Milano, che pur non avendo una situazione idilliaca per la mobilità ciclistica sta sperimentando con successo tanti interventi indirizzati verso una maggior tutela della mobilità dolce, come le corsie ciclabili e i controsensi permessi ai ciclisti.
Quindi corsie ciclabili semplicemente disegnate, rifiutando l'idea che le corsie senza una separazione fisica possano essere poco rispettate.
Dobbiamo rinunciare all'idea che la segnaletica sia insufficiente a garantire sicurezza? Noi pensiamo che al contrario è venuto il momento, e crediamo che ormai ci sia la cultura giusta, per iniziare un nuovo percorso, non ci mancano né le possibilità, né l'intelligenza per uscire da comportamenti che per troppo tempo hanno condizionato le nostre vite.
Monza, come molte altre città, ha bisogno di una svolta decisa e radicale in tema di mobilità. Questo è il momento giusto.
Massimo Benetti - Ufficio Stampa FIAB MonzaInBici
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