Giovedì, 31 Ottobre 2013 07:27

Boris Johnson in bici a Melbourne senza casco

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Il sindaco di Londra Boris Johnson è stato immortalato in bici per le strade di Melbourne senza casco. Com'è noto, l'Australia è uno dei pochi Paesi in cui chi pedala ha l'obbligo secondo codice della strada di indossare il caschetto protettivo.

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L'utilizzo o meno della bicicletta è legato alle abitudini e alla cultura delle persone che non sono così facili da cambiare, ne sa qualcosa Giuseppe Ferrari, presidente di Fiab - Ciclocittà che da anni si batte per affermare la cultura delle due ruote. Dai questionari del Comune (71 su 111) risulta che la bici viene utilizzata per commissioni brevi, i pendolari sono solo una minima parte e si percorrono in media 10 km al giorno. «Se il cambiamento è in atto - dice Ferrari - lo si deve anche alla nostra azione che va avanti ormai da 25 anni. Cresce la sensibilità verso la bicicletta anche per motivi collaterali, ad esempio l'aumento delle zone pedonali, l'introduzione dei parcheggi a pagamento, che rendono l'automobile meno efficace e non conveniente».
Il vero nodo cruciale al momento è l'intermodalità, ovvero il trasporto con l'aiuto di mezzi diversi. Capita spesso che per fare alcune gite in bici bisogna caricarle su un treno o un autobus per trasferirsi da un posto all'altro, ma non sempre questo è possibile. "Oggi ho sentito spesso pronunciare questa parola, soprattuto dai politici - dice Piercarlo Bertolotti, coordinatore Fiab Lombardia -. Per me è stato impossibile spostare in treno da Cremona a Parma quindici persone con al seguito la bici. Mi devono spiegare cosa intendono per intermodalità".
Attualmente sono 42 le biciclette a disposizione dei cittadini, 34 tradizionali e 8 a pedalata assistita.
Qualcosa si sta muovendo anche sul piano turistico, anzi, Fabio Lunghi, membro della Giunta della Camera di Commercio, sostiene che a Varese si sta rivoluzionando il modo di fare turismo. Una rivoluzione silenziosa, in sella alla bipa, come conferma Iljic Cesca di Assoturismo: "I turisti arrivano a Malpensa, si cambiano e si fanno il Ticino in bici, si va fino ad Angera e si torna. Lo stesso si fa per Arcumeggia e le Valli del Luinese, Ponte Tresa e il Sacro Monte. Per chi vuole fare escursioni sul territorio insubrico per godere della sua bellezza, la bicicletta a pedalata assistita è necessaria. Noi forniamo anche tutta l'assistenza, come il cambio o la ricarica della batteria, quello che ci vorrebbe ora è una rete di enti locali che collaborino tra loro per fornire servizi ai turisti".

Mercoledì, 30 Ottobre 2013 10:14

IN VENETO LE BICI VIAGGIANO IN TRENO

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E' un servizio di trasporto ferroviario di biciclette unico in Italia, quello inaugurato due settimane fa, in Veneto da un convoglio che ha portato da Mestre a Domegliara di Sant'Ambrogio di Valpolicella, in provincia di Verona, fermandosi nelle stazioni dei Comuni capoluoghi, alcuni cicloamatori della FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) che oggi hanno dato il via alla due giorni che li porterà pedalando da Bardolino fino a Vicenza. Ad accoglie il treno davvero "sspeciale" nella stazione della cittadina veronese c'era lo stesso assessore ai trasporti del Veneto Renato Chisso, assieme alla responsabile della direzione regionale di Trenitalia Maria Giaconia e ai tecnici della società ferroviaria che hanno reso possibile questa innovazione. Che è appunto unica, perchè unici sono i due vagoni appositamente adibiti al solo trasporto di 90 biciclette trasformando due vecchie carrozze portabagagli, con un intervento realizzato dalla società ferroviaria nelle sue officine veronesi, su progetto esclusivo e con il contributo della Regione.
E' una storia che nasce da lontano, nel 2006, su richiesta della stessa FIAB oggi rappresentata da Luciano Renier, coordinatore per il Veneto e il Trentino, con la decisione della Giunta regionale di finanziare l'intervento con un contributo di 123.397 euro, su una spesa che alla fine ha raggiunto circa i 250 mila euro. La parte progettuale e meccanica è originale, con attrezzature realizzate da imprese venete, e se l'entrata in servizio è stata tardiva rispetto alle previsioni, il motivo è stato soprattutto burocratico – hanno ricordato oggi i protagonisti dell'iniziativa – a causa dei tempi per i permessi, le dichiarazioni di conformità, le licenze e le certificazioni per l'adeguamento ai giusti obblighi dettati dall'Agenzia Nazionale per la sicurezza ferroviaria.
I due vagoni portabici possono essere utilizzati dai cicloamatori organizzati facendone richiesta alla Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. A bordo non è consentita la presenza di viaggiatori durante il viaggio, ma sono utilizzabili anche da eventuali ciclisti "singoli" che si trovassero nelle stazioni attrezzate per il carico durante il transito. "Per il Veneto, che ospita circa 16 milioni di turisti l'anno, è una offerta in più – ha sottolineato oggi Chisso – per la visitazione di un territorio dove sono tabellati circa 1.400 km di percorsi cicloturisti, numeri che ci collocano al primo posto in Italia anche per questo tipo di itinerari".
Il vagone portabici farà domani, domenica, il viaggio di ritorno, raccogliendo a Vicenza e trasportando fino a Mestre gli amici della bicicletta che concluderanno nel capoluogo berico la loro tournèe a due ruote, iniziativa sostenuta dal Ministero dell'Ambiente per la promozione della rete cicloturistica Bicitalia di FIAB.

Fonte: www.regione.veneto.it

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Le vendite di biciclette nel 2012 hanno superato quelle delle auto e che i ciclisti aumentano a ritmi vertiginosi, al ministero dei Trasporti hanno pensato che fosse arrivata l'ora di cambiare qualcosa. Così allo studio c'è una riforma del codice che dovrà essere effettuata con il Parlamento. Fra le novità in arrivo ci sarà particolare attenzione a ciclisti e pedoni, maggiore severità nei confronti di motorini e recidivi e premi per i più virtuosi. «Entro dieci giorni - spiega il sottosegretario Erasmo D'Angelis - avremo la discussione delle modifiche e all'inizio del prossimo anno potremo definire il nuovo codice della strada. In legge di stabilità troveremo anche i finanziamenti per il trasporto urbano». Ciò vorrebbe dire rendere meno obsoleto e limitato il parco mezzi pubblici italiani: in totale 45 mila con un'età media di 13 anni, il doppio della media europea.
Nei centri abitati nasceranno sempre più zone a 30, dove il limite di velocità sarà di 30 chilometri orari. Saranno introdotti premi per i conducenti virtuosi e riduzioni delle sanzioni se verranno pagate in breve tempo. Saranno invece inasprite le multe nei confronti dei recidivi e di chi ha dei comportamenti particolarmente pericolosi per la sicurezza stradale.
Il ministero ha voluto dedicare particolare attenzione e severità nei confronti dei minori: sarà introdotta anche per loro la patente a punti, si terranno di nuovo corsi di educazione stradale nelle scuole. Lo richiede la normativa europea che prevede la possibilità di ottenere un titolo abilitativo alla guida solo dopo il superamento di un esame teorico e pratico.
Diritti e doveri anche per i ciclisti. «Avere maggiori diritti significa anche assumersene le responsabilità», spiega il sottosegretario D'Angelis. Quindi è prevista l'adozione di misure di tutela dell'utenza debole, anche con riguardo a sistemi di maggiore visibilità notturna per i ciclisti. «Cercheremo di fare in modo che le biciclette vengano vendute con un kit di sicurezza da indossare di notte o sulle strade dove la circolazione è veloce».
Fonte: www.lastampa.it

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Una petizione online indirizzata al Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, è stata lanciata da Fiab per chiedere di riconoscere come opera strategica la realizzazione di un collegamento ciclopedonale di 3,3 Km lungo la statale 336 indispensabile per l'accesso in bicicletta all'aeroporto di Malpensa da parte di lavoratori e turisti.
L'iniziativa è stata messa in atto dall'associazione FIAB di Cardano al Campo (VA) insieme all'Amministrazione comunale, ai comuni limitrofi di Gallarate, Casorate. S , Somma L., Vizzola, e con la collaborazione del Parco del Ticino
Ma qual è il problema? Lo spiega il presidente dell'associazione FIAB Amicinbici di Cardano al Campo, Luigi Iametti: "Da anni è ormai impossibile raggiungere l'aeroporto di Malpensa in bicicletta perché vietato, oltre che rischioso, percorrere la statale 336, unica strada di accesso. Tale ostacolo non solo impedisce ai 20.000 addetti che lavorano nel bacino aeroportuale di poter scegliere di utilizzare la bicicletta negli spostamenti casa-lavoro, ma inibisce anche il collegamento con il reticolo di strade ciclabili dei Comuni limitrofi e del Parco del Ticino. Chiediamo di realizzare una pista ciclopedonale di soli 3,3 lungo la statale 336 e di inserire tale intervento nel piano regionale della mobilità ciclistica".
Pagliaccio, dichiara: "Già lo scorso anno, in occasione di "Lombardia in bici", il tour in bicicletta organizzato dal coordinamento regionale FIAB lungo i percorsi della nascente rete ciclabile regionale durante la Settimana Europea della Mobilità, facemmo tappa a Cardano al Campo, per presentare la proposta di collegamento ciclabile tra quella cittadina e il Terminal 2 dell'Aeroporto di Malpensa, riscuotendo consensi unanimi e bipartisan. Ma poi tutto si è fermato lì. Si tratta di riprendere un progetto già predisposto dall'ANAS nel 2002 e mai attuato. La pista ciclopedonale che dovrebbe correre sul lato sinistro della statale in direzione Malpensa contribuirebbe a ricucire i territori divisi in due dalla 336, integrando la rete di percorsi ciclabili esistenti all'interno del Parco del Ticino con quella dei Comuni attorno a Malpensa per sviluppare un sisteme di mobilità in bicicletta utile tanto agli abitanti dei comuni della zona che ai cicloturisti".
"Invitiamo tutti a firmare - conclude la presidente della FIAB - perché un auspicabile successo rappresenterebbe un importante precedente in tutta Italia affinchè tutti gli aeroporti del nostro Paese diventino accessibili in bicicletta, come già avviene già in molte città europee"
Per firmare clicca qui
Fonte: www.fiab-onlus.it

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La Critical school, è un'iniziativa-gruppo creata per condividere e sostenere il progetto di diffusione di questa bella abitudine, dell'andare in bici.
Tutto è partito dal web, anzi da Facebook: una mamma chiedeva ad alcuni attivisti milanesi di Critical mass di poter fare andare a scuola in bici il proprio bambino che, però, abita in viale Monza, una delle strade più trafficate di Milano. Dal primo bambino, al primo gruppo, l'iniziativa è partita rapidamente, grazie al tam tam dei social network: «Non facciamo la Critical mass – chiarisce Marco Mazzei, uno dei ciclisti volontari che accompagna bambini e genitori a scuola -, ma semplicemente scortiamo bambini, mamme e papà, mettendoli in sicurezza». Questo l'appello sulla pagina Facebook:
Dopo il primo appuntamento in viale Monza e in via Solari sono pronti i nuovi appuntamenti. martedì 29 in via Ariberto (qui l'evento); Infine giovedì 31 in viale Monza, ma ancora da confermare.
Fonte: www.02blog.it

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Secondo l'analisi di BikeDistrict, realizzata a partire dai dati del modello di rete ciclabile, nel comune di Milano sono circa 130 i chilometri di piste ciclabili, ma solamente 25,9 km sono quelli presenti all'interno della circonvallazione esterna, il cuore urbano della città.
Se si restringe ulteriormente l'area di indagine fino all'Area C (area a traffico moderato), ci sono un totale di 119.6 chilometri di rete stradale, praticamente la metà in pavé, e soli 8 km di piste ciclabili.
Nello specifico, abbiamo rappresentato nella terza dimensione le densità (in metri lineari per metro quadro), di: piste ciclabili; percorsi tracciati nei parchi urbani; percorsi pedonali condivisi con i ciclisti (rispettando i pedoni!); itinerari verdi.
Dalla mappatura emerge come la densità più elevata si registri nei parchi urbani dove si concentrano i percorsi liberi da automobili. Sono evidenti le direttrici principali delle poche dorsali ciclabili urbane di Milano quali: la ciclabile della Martesana a Nord, il sistema ciclabile di Via Melchiorre Gioia – Via S. Marco, Via Monterosa ad Ovest, l'Alzaia del Naviglio Grande a Sud-Ovest, Viale Argonne ad Est, la bike lane circolare intermittente di Via Santa Sofia – Via Francesco Sforza.
Risulta altrettanto evidente la carenza di infrastrutture dedicate alla mobilità leggera in aree quali:
zona Bande Nere – Selinute, lungo la direttrice del Sempione e limitrofi, zona Loreto e Lambrate, sconnessi dalla città soprattutto a causa dell'assenza di una ciclabile su Buenos Aires, e la zona Sud di Milano che, pur contando su un minimo sindacale di piste, risulta totalmente disconnesso dalla rete dei percorsi urbani.
Fonte: http://blog.bikedistrict.org

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Ignazio Marino, in occasione del convegno organizzato da Sel alla Casa dell'architettura 'La conversione ecologica', ha annunciare le prossime novità che riguarderanno via dei Fori Imperiali. A dicembre inizieranno i lavori in via dei Fori Imperiali per l'ampliamento dei marciapiedi e per la realizzazione della pista ciclabile.
"Sono convinto che il cambiamento possa nascere dalle città - dice Marino - Roma vuole diventare capitale di un futuro possibile: siamo partiti dalla chiusura del traffico privato in via dei Fori Imperiali e vogliamo arrivare ad una città a misura di pedone, di bambino. Penso poi a una mobilità pubblica veloce, pulita e sicura - ha aggiunto Marino - non è un'impresa facile a Roma. Ma il cambiamento passa anche per il coraggio di assumersi certe responsabilità. La nuova metropolitana deve essere realizzata in anni e non in alcuni decenni, ma poi servono anche tram, car sharing, piste ciclabili e isole pedonali".

Fonte: http://roma.repubblica.it

Lunedì, 28 Ottobre 2013 14:26

Gli Europei amano le loro biciclette

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Secondo i dati di NPR, in 23 dei 27 Paesi dell'UE le biciclette sono state più vendute delle auto nel 2012. Nell'anno scorso la sorpresa più grande è arrivata dalla Germania, il Paese produttore di auto per eccellenza. Nonostante la presenza di grandi marchi come Mercedes, BMW e Volkswagen, i tedeschi hanno comprato poco più di 3 milioni di automobili, ma quasi 4 milioni di biciclette. Il distacco è ancora più netto in Gran Bretagna dove, a fronte di circa 2 milioni di auto vendute nel 2012, si sono vendute oltre tre milioni e mezzo di biciclette. Il fenomeno è dovuto sia ad una riscoperta della cultura delle due ruote, ma soprattutto alla crisi economica. Vi sono alcuni Paesi in Europa dove l'uso della bicicletta, anche per andare a lavorare, è qualcosa di normale, basti pensare ad Amsterdam o anche a Parigi o Ferrara. Se poi si pensa che in Danimarca vi sono addirittura delle autostrade per ciclisti, allora si capisce che il fenomeno non è poi così raro e il mezzo a due ruote ha il vantaggio di non essere inquinante.
Ora anche altri Paesi europei stanno iniziando ad intraprendere questa strada. In Spagna ad esempio, come riporta NPR, pian piano stanno aumentando le biciclette che si vedono per strada e da noi in Italia, per la prima volta dopo la Seconda Guerra Mondiale, sono state vendute più biciclette che auto.
Dati alla mano infatti, il fenomeno appare chiaro negli stati dell'Unione Europea. Ad eccezione del Belgio e del Lussemburgo, lo scorso anno le biciclette hanno venuto più delle macchine.

Fonte: www.npr.org  www.greenstyle.it

Venerdì, 25 Ottobre 2013 11:51

Cycling Industry Club incrementa le adesioni

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Il «Cycling Industry Club» di ECF è un fondo di sostegno per la bici in Europa. I membri intendono costituire un fondo finanziato da aziende del settore in Europa che potrà avere un impatto enorme sui governi a tutti i livelli. Oltre che da aziende mondiali della bici è supportato anche da aziende che si occupano di infrastrutture come Velopa, il più grande costruttore di parcheggi per bici nei paesi del Benelux. Il 23 ottobre sono state ufficializzate altre due nuove adesioni al Cycling Industry Club, il Club fondato durante Eurobike 2011 dalla ECF (European Cyclists' Federation). I due nuovi marchi sono in un certo senso delle novità: si tratta di Muc-Off, produttore di lubrificanti per la pulizia e il lavaggio delle bici, e GoCycle, azienda produttrice di bici elettriche, le prime rispettivamente del proprio settore ad aderire al Cycling Industry Club.
Le aziende fondatrici del Cycling Industry Club sono state: Schwalbe, Trelock (Germania), Accell Group (Olanda), SRAM, Trek (Stati Uniti), DT Swiss (Svizzera) e l'italiana Selle Royal.
Nel 2012 sono entrate a far parte del Cycling Industry Club anche Giant, azienda americana-taiwanese produttrice di bici, e Velopa, la più grande dei Paesi Bassi nel settore delle rastrelliere. Nel 2013, infine, ha aderito al Club anche Cycleurope, produttore svedese di biciclette proprietario tra l'altro di alcuni famosi marchi come Bianchi e Gitane.
"Sostenere l'attività di advocacy è fondamentale per rafforzare il mercato ciclistico – ha dichiarato l'amministratore delegato di GoCycle Paul Stratta – c'è bisogno di sicurezza nelle strade se vogliamo avere più ciclisti, per quanto riguarda il nostro target in particolare stazioni di ricarica per le bici elettriche ed infrastrutture dedicate. Per perseguire questo obiettivo è importante sostenere le attività dell'ECF e tutte le aziende produttrici di e-bike dovrebbero aderire al Cycling Industry Club."
Fonte: www.bikeitalia.it