Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.
Il Bike Pride è la parata dell'orgoglio ciclistico! Un corteo in bici allegro e colorato per rivendicare una città sempre più a misura di ciclista. Per la quarta edizione, domenica 12 maggio, da Piazza Maggiore a San Donato, le biciclette di Bologna invaderanno le strade: grazielle, city-bike, reclinate, cargo-bike, scatto fisso, da corsa e ravaldone, siete tutte invitate a partecipare, ma anche monocicli, skate, pattini e ogni mezzo a propulsione umana.
All’edizione Bike Pride Bologna 2013 parteciperà anche la banda scatenata di ZONA30, direttamente da Modena. Si muovono solo su triciclo con cargo, convinti che la nuova mobilità debba essere comoda e poco competitiva, producono accessori catarinfrangenti e capi ad alta visibilità, con la convinzione che non si debba rinunciare ad essere carini per mostrare come la si pensa. Da sempre schierati con l’idea che le città dovrebbero essere fatte per gli umani, e non per le auto, lo staff di Bike Pride Bologna 2013 è felice della loro partecipazione.
Per festeggiare la nascita dell'Associazione Bike Pride e lanciare il prossimo "Bike Pride Torino 2013", l'associazione Checchi Point in via Antonio Checchi 19, sabato 20 aprile, ha organizzato una festa di autofinanziamento, dal titolo Non solo aperitivo.
La festa al Cecchi Point è stato un momento di improvvisazione teatrale, un'asta di biciclette e ciclo-oggettistica, una rassegna fotografica by reflex tribe, una serie di concerti di musica popolare e un dj set finale.
Insomma un’interessante iniziativa per conoscere l’associazione, nata con la visione e l'obiettivo di trasformare la città di Torino in un luogo più sano e vivibile, per rendere possibile ad ogni torinese la scelta dell’utilizzo della bicicletta consapevolmente ed in sicurezza. Obiettivi da realizzare attraverso attività di lobby su tutti i livelli del decision-making, basando l'attività su dati evidenti e oggettivi. Incoraggiando l'utilizzo della bicicletta rispetto al trasporto motorizzato, potranno essere promossi i benefici economici della mobilità ciclabile, le migliorie sulle condizioni di salute della popolazione, l’incremento della sicurezza stradale, la riduzione della congestione stradale, delle emissioni di CO2 e dell'inquinamento atmosferico, prime e dirette conseguenze di un sempre più largo utilizzo delle due ruote. "Continuerà ad essere un interlocutore dell'amministrazione, anche critico, ma sempre in un'ottica propositiva per tutte le tematiche inerenti la ciclabilità, la sicurezza stradale e le problematiche ambientali" commenta il neo presidente Fabio Zanchetta. Sopratttutto per quel che riguarda il Bike Pride.
L’evento dello scorso anno rappresentava il culmine della campagna #salvaiciclisti, nata proprio nel 2012, con l’obiettivo di chiedere alle amministrazioni pubbliche nazionali e locali degli interventi mirati all’aumento della sicurezza dei ciclisti sulle strade italiane (solo in Italia, si possono contare 9.600 morti e 240.000 feriti in 10 anni): la campagna ha avuto molto seguito ed è riuscita a delineare alcune possibili soluzioni. Nelle tre edizioni precedenti, più di 20.000 cittadini hanno inondato la città di biciclette e altri mezzi ecologici. La grandissima partecipazione ha sancito un momento di non ritorno per le città: mobilità sostenibile, sicurezza stradale, ridistribuzione degli spazi a favore della ciclo-pedonalità, qualità della vita, sono istanze che non possono più essere ignorate o sottovalutate. Istanze che negli ultimi mesi sono state riprese a livello nazionale e ribadite dalla campagna #salvaiciclisti (cui la Citta di Torino ha formalmente aderito), La bicicletta in città, come ci insegna gran parte d'Europa, è sinonimo di civilità, di sostenibilità, di sicurezza stradale e di vivibilità e vogliamo ribadirlo con una parata d'orgoglio a due ruote.
Fonte http://www.bikepride.it
Le due ruote protagoniste nella capitale per la manifestazione nazionale Veni, Vidi, Bici: ciclisti uniti per richiedere maggiore sicurezza stradale. Un inedito flash-mob organizzata dal movimento spontaneo #salvaciclisti, cresciuto su Twitter e capace di raccogliere l'adesione di quasi 18.000 tra associazioni e singoli. Tra questi anche personaggi noti come Margherita Hack, Susanna Tamaro, Marc Augè, Jovanotti, Paolo Belli, Nicola Savino, Ascanio Celestini, Litfiba, Max Pezzali e Filippa Lagerback. Una manifestazione festosa e pacifica, a cui è arrivato il sostegno di personaggi dello spettacolo, della cultura, dello sport. Proprio nei giorni della vigilia, il Campidoglio ha dato il via libera al Piano quadro della ciclabilità, elaborato nel 2011 e fermo da quasi un anno. Il sindaco, Gianni Alemanno, ha esortato ad attuarlo, mentre il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti, ha anticipato la realizzazione di parcheggi per le bici davanti Palazzo Valentini. I ciclisti chiedono una città con più «zone 30» (dove 30 sta per il limite di velocità da imporre ai veicoli a motore), piste ciclabili, un bike sharing implementato, la ciclopedonalizzazione dei Fori Imperiali o almeno la realizzazione di corsie dedicate.
Fonte: http://roma.corriere.it
Il 28 aprile ai Fori Imperiali a Roma, il movimento salvaciclisti chiederà alla politica interventi mirati a tutela dei ciclisti sulle strade italiane e ripensare la mobilità dentro ai centri urbani: "L'Italia cambia strada, città a misura di bicicletta". Concetti semplici, elementari: maggiore sicurezza per tutti con un'attenzione particolare per gli utenti "fragili" della strada come appunto i ciclisti. Negli ultimi dieci anni ne mancano all'appello 2.556: morti pedalando, vittime d'incidenti stradali. Una strage che, in assenza di contromisure adeguate, continua giorno dopo giorno.
Il Comune di Roma ha formalizzato l'ok, assegnando ai manifestanti l'area dei Fori Imperiali dalle 15 alle 17 del 28 aprile per il sit-in collettivo dei ciclisti italiani che lottano per l'implementazione della ciclabilità nelle città italiane. Si riuniranno in corrispondenza della bici bianca di Eva Bodhalova, la ciclista uccisa da un taxi nella notte tra il 28 e il 29 ottobre del 2009. La manifestazione per la ciclabilità ai Fori Imperiali si svolgerà in contemporanea con l'analoga bicifestazione di Londra, prima città dove è nato il movimento d'opinione a favore delle due ruote attraverso l'iniziativa " Cities fit for Cuclists" del Time con il manifesto di 8 punti che è stato ripreso dai blogger italiano e rilanciato in rette sotto il nome salvaiciclisti. Il tam-tam corre sul web: sul sito ufficiale del movimento dove è attivo il countdown di avvicinamento alla bicifestazione, su Twitter e su Facebook dove la campagna ha raggiunto oltre 16 mila sostenitori.
Fonte: http://www.repubblica.it
I ciclisti in Francia sono riusciti a vincere una campagna per modificare una norma stradale e avere così il diritto, agli incroci, di passare e girare a destra con il semaforo rosso, in assenza di pedoni o veicoli in arrivo. Una prima fase pilota della legge riguarda quindici incroci nella parte est della città di Parigi.
Se questa prima applicazione dimostrerà la sicurezza delle nuove norme, la legge potrà essere estesa ai 1.700 incroci parigini. Si tratta di una misura derivata dal buon senso, che rientra nel piano d'incentivazione all'uso della bicicletta al posto di un mezzo a motore. Anche la capitale francese, infatti, ha avviato una serie di iniziative per spingere i cittadini ad abbandonare le auto e contribuire alla causa ambientale.
Questo intervento normativo si è visto necessario per aumentare la sicurezza dei ciclisti e per evitare che agli incroci le biciclette si addossassero ai veicoli in attesa del verde. Sfortunatamente senza il reciproco rispetto e una buona coscienza civica la norma potrebbe creare maggiori problemi e la strada potrebbe rilevarsi ancor più pericolosa. Forse sarebbe opportuno migliorare la formazione stradale sia dei ciclisti che dei pedoni con test di guida come suggerisce la campagna per un ciclismo più sicuro promossa dal Times.
Fonte: http://www.tuttogreen.it
L'associazione Amici della Bici porta in strada la campagna per la sicurezza dei ciclisti nelle ore notturne. Fermati i ciclisti bresciani sprovvisti di luci.
"Amici della Bici" in strada all'imbocco di via S.Faustino per la campagna per la sicurezza dei ciclisti nelle ore notture. "Ciclista Illuminato" il nome dell'iniziativa che per il secondo anno vuole sensibilizzare i ciclisti sull'importanza di una attenzione particolare nelle circolazione notturna. Basta poco per essere più sicuri, luci, caschetto e giacca catarinfrangente gli strumenti che spesso possono fare la differenza. I volontari hanno fermato i ciclisti di passaggio per attrezzare seduta stante luci e catarinfrangenti ai raggi delle ruote.
Fonte: www.bresciavera.it
Dalla Das, compagnia assicurativa del gruppo Generali, arrivano nuove cifre sull’allarmante situazione della sicurezza di utilizza la biciletta come mezzo di trasporto e l’importanza della campagna salvaciclisti. Ogni giorno, secondo gli ultimi dati elaborati, in Italia 38 ciclisti rimangono coinvolti in incidenti stradali, concentrati soprattutto in Lombardia (10 incidenti al giorno), Emilia Romagna (8 incidenti) e Veneto (più di 5 incidenti).
L’Emilia Romagna, rivela lo studio, è la regione italiana con il maggior numero di sinistri in rapporto alla popolazione (1 ogni 1.341 abitanti). Nel 2010 ha fatto registrare 3.024 incidenti in cui sono state coinvolte biciclette. Il picco di incidenti nella regione è stato raggiunto, però, nel 2008 con quasi 3.117 episodi. Il Veneto con 2.008 incidenti nel 2010 (1 ogni 2.261 abitanti) è la seconda per maggior frequenza di sinistri, seguita dalla Lombardia con un dato leggermente inferiore: 3.785 incidenti, uno ogni 2.410 abitanti. Nell’ultimo decennio il 2007 è stato l’anno peggiore sia per il Veneto (2.194) che per la Lombardia (4.043).
Dal punto di vista della Das si tratta di un fenomeno di rilievo in quanto, spiega l’amministratore e direttore generale Roberto Grasso, “ci siamo resi conto che il bisogno di protezione sulla strada è molto forte non solo per chi si trova alla guida di veicoli a motore, ma anche per chi si muove a piedi o in bicicletta”. Dando uno sguardo ai tassi di crescita degli incidenti stradali che coinvolgono le biciclette, l’analisi rileva come dal 2001 al 2010 sono aumentati notevolmente nel Sud Italia, dove se ne registravano molti meno rispetto al resto d’Italia e il mezzo è certamente meno utilizzato. I sinistri sono quasi raddoppiati (+93%) in Campania (da 92 a 178), incrementati dell’83% in Puglia (da 202 a 369). A livello nazionale gli incidenti totali che hanno interessato le biciclette si sono incrementati di un quarto (+ 24%) negli ultimi dieci anni (2001-2010). Da 11.155 sono saliti a 13.869.
Fonte: gualerzi.blogautore.repubblica.it
Andrea Zanchetta, attivista di “Salva i ciclisti”, movimento nato a seguito dell’iniziativa proposta dal quotidiano britannico The Times, promotore della campagna Cities Fit for Cycling (Città a misura di ciclisti) e sostenuta anche dal Fatto Quotidiano, intervistato dal Fatto Quotidiano dice:
"Ci siamo da subito appassionati a questa iniziativa, sin dal primo approccio abbiamo riconosciuto un forte slancio al cambiamento. Questa campagna internazionale propone una trasformazione che potrebbe realmente cambiare la visione dellenostre città, rendendole a misura d’uomo, dove un semplice cambiamento personale possa essere in grado di mutare la qualità della vita non solo del singolo, ma anche di chi lo circonda. Un cambiamento in cui le persone vengono per prime, basato su principi di condivisione degli spazi più equi, vivibili e soprattutto non dominati dal solo mezzo a motore. Una riqualificazione di un mezzo utile al corpo, all’umore e all’ambiente, economico e quindi popolare!
Un’iniziativa non certo isolata, ma rafforzata piuttosto dalla nascita di diverse associazioni no-profit, da un numero crescente di ciclofficine autogestite e sempre più cittadini che, attraverso azioni comuni di sensibilizzazione, blog e mezzi multimediali si fanno promotori dell’iniziativa, dimostrando una partecipazione nuova e motivata alla società civile.
Andrea Zanchetta racconta qualcosa in più di questa realtà e del cambiamento a cui mira. Tv popolare sposa gli stessi valori e lo stesso desiderio, e per questo vogliamo dare anche dalla nostra spazio e sostegno alla campagna.
Questo fino a venti giorni fa, quando il prestigioso quotidiano britannico The Times si annuncia promotore della campagna Cities Fit for Cycling (Città a misura di ciclisti), con il fine di chiedere interventi strutturali in materia di sicurezza per la viabilità su due ruote. In Italia, sotto il nome di “Salva i ciclisti“, l’iniziativa viene ripresa da oltre 40 blog che trattano di cultura della bici e di mobilità sostenibile e sostenuta da migliaia cittadini di ogni parte d’Italia riuniti nel gruppo su Facebook.
Un esempio straordinario di partecipazione alla vita civile in versione 2.0. Solo successivamente arriva l’appoggio mediatico di testate giornalistiche nazionali e il timido sostegno di alcuni sindaci delle maggiori città italiane, Milano e Firenze tra le prime.
Ma salvaiciclisti, dall’hashtag di Twitter, non si limita a sensibilizzare l’opinione pubblica e gli amministratori: in meno di quindici giorni dall’inizio della campagna diventauna proposta di legge presentata in Parlamento e ora in attesa di approvazione. Tempi da record, soprattutto se abituati alla politica nostrana.
Questa la cronaca. Ma nel quotidiano chi sceglie la mobilità sostenibile in città, che sia ciclista o pedone, si trova ingabbiato in un contesto pensato esclusivamente ad uso e consumo dell’autotrasporto privato. In questo senso, negli ultimi anni diventano significativi due fenomeni che dimostrano l’effettiva necessità di provvedimenti strutturali.
Da una parte, nascono molte associazioni no-profit e ciclofficine autogestite, impegnate nella diffusione la cultura della bici come mezzo di trasporto e nel trasferire alle municipalità le esigenze di coloro che fanno questa scelta. Dall’altra, le municipalità iniziano a distribuire vademecum nel tentativo di “riorganizzare” il traffico ciclistico, con risultati molto deludenti. La prassi vuole che tali vademecum si traducano in una mera lista di doveri senza alcun diritto, con qualche suggerimento informale e superficiale su come schivare le auto e – ciliegina sulla torta – in una lista di sanzioni a cui si potrebbe essere soggetti in caso non si seguissero le indicazioni appena esposte.
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
Alla fine - non tutti nello stesso modo - sono arrivati anche i sindaci. "Pedalata lenta, un po' troppo lenta" - ha commentato qualcuno degli ormai quasi diecimila aderenti alla pagina Facebook della campagna "Salviamo i ciclisti" . Ma sono arrivati. L'adesione ufficiale di Milano, Roma, Torino quasi certificano la serietà di un movimento nato da una idea del Times di Londra (che sta conducendo una campagna analoga), rilanciata da un gruppo di blogger in Italia ed esplosa sul web .
Molto più di una protesta di chi usa la bicicletta. Con le otto proposte per mettere almeno in sicurezza gli utenti della bici in città, divenute la base della proposta di legge firmata da 60 parlamentari . E con la spinta, appunto, di quasi diecimila persone che chiedono provvedimenti concreti agli amministratori dei loro Comuni. A partire ovviamente dalle ciclabili. E ora il movimento pensa anche a "uscire dal web", e punta a una manifestazione a Roma verso la fine di aprile. E comunque la campagna ha smosso l'opinione pubblica, e di sicurezza per ciclisti e pedoni, regole per una circolazione più ordinata per le auto, strutture (a partire dalle ciclabili) si inizia a parlare come forse non mai. Vi proponiamo solo alcuni - parziali - esempi degli ultimi giorni in alcune città. Soprattutto da quelle i cui sindaci, dicevamo, hanno aderito.
Fonte: www.repubblica.it
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