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Mercoledì, 30 Novembre 2011 10:03

Venet vidi bici. Una caccia al tesoro in Veneto

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Venet vidi bici. Una caccia al tesoro in VenetoAutore: Luca ColognatoPrezzo: € 6.50Pagine: 144Editore: La Spiga Languages Il libro racconta di Chiara e Giancarlo che sono…
Mercoledì, 30 Novembre 2011 09:45

Mal di bici

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Mal di biciAutore: Giovanni Caviezel, Antonino Di GiovanniPrezzo: € 19.50Pagine: 76Editore: La Rocca Edizioni
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Monique van der Vorst indossa la maglia della nazionale olandese, un caschetto protettivo arancione e giallo e degli occhiali scuri. Guida una bicicletta speciale. Con le mani spinge sui pedali, mentre le gambe restano immobili, paralizzate, all'interno dello strano contenitore incassato fra le tre ruote. «La mia culla da velocità», l'ha ribattezzato lei. È concentrata, orientata al compito, le labbra leggermente socchiuse di chi ha bisogno di mandare molta aria ai polmoni. Vuole l'oro. Non è mai scesa in pista per niente di meno. Prenderà l'argento. Due. Ringrazierà facendo un inchino e sorridendo, come sempre. «Un giorno straordinario». Lo sono tutti per lei. Ha deciso così quando la vita le è crollata addosso. Aveva tredici anni e si era fatta male a un'anca. «Una piccola operazione e ti rimettiamo a posto», le avevano detto i medici. Andò diversamente.
Sotto i ferri la sua gamba sinistra cominciò a perdere sensibilità e a gonfiarsi fino ad arrivare alla paralisi. I medici dissero che era «inspiegabile». E tanto meno furono in grado di giustificare il fatto che anche la gamba destra, dopo poco tempo, aveva fatto la stessa fine. Monique si ritrovò in carrozzina. «Mi bastano le mani per diventare un'atleta». È così che è arrivata a Pechino, dopo avere vinto sei titoli europei e tre campionati del mondo. «Non sono poi così male, no?».
Foto scattata giovedì 24 novembre 2011. Sempre Monique. La bicicletta da corsa questa volta è normale. Lei ha gli stessi capelli biondi, gli stessi occhiali scuri e la stessa maglietta bianca e arancione. Tiene le mani sul manubrio, questa volta, e le gambe sui pedali. Sono muscolose, disegnate bene, forti. E le hanno consentito di conquistarsi un posto tra le undici componenti della nazionale olandese «normodotati», è così che scrivono i giornali di Amsterdam. L'hanno convocata la settimana scorsa dopo averla vista correre per quasi un anno per la sua squadra, la Dutch Rabobank. «Volevo vincere le Paralimpiadi di Londra. Visto che non posso più partecipare cercherò di vincere alle Olimpiadi del 2016». Con la potenza di quegli arti inferiori che per tredici anni sono stati solo pupi senza fili. «In fondo ho barato. Non avendoli usati è come se li avessi mantenuti più giovani». Boato. Le compagne prima applaudono, poi l'abbracciano. È impossibile non rimanere rapiti da una così. Il portavoce del team, Luuc Elsenga per spiegare come la van der Vorst sia diventata una delle migliori cicliste del Paese è ricorso alla stessa espressione utilizzata dai medici un anno fa, quando, qualche giorno dopo un incidente, Monique si è alzata in piedi e si è messa a camminare. «Un miracolo». Mai le parole hanno avuto un senso più preciso.
Servono altri tasselli per rimettere a posto questa storia con più curve e salite del Tour de France. Gli incidenti, intanto. Complessivamente sono stati tre. Il primo quello sotto i ferri, il secondo pochi mesi prima dei Giochi di Pechino. Una macchina le finì addosso mentre si stava allenando e le spostò due vertebre, provocando uno schiacciamento che la lasciò immobile dalla vita in giù. «Mi feci forza pensando che un po' più in alto o un po' più in basso in fondo non c'era differenza». Dopo gli argenti cinesi Monique, che oggi ha 27 anni, aveva giurato a se stessa che in Inghilterra sarebbe salita sul gradino più alto del podio. «Volevo sentire l'inno». Probabilmente ce l'avrebbe fatta, se non fosse stato per l'incidente numero tre, capitato nel 2010. «Un'altra auto. Mi ha buttato fuori strada». Sarebbe agghiacciante se non ci fosse il lieto fine. «Quando mi hanno portato all'ospedale ho cominciato a sentire un formicolio alle gambe. Una sensazione nuova, grandiosa. Dopo un po' ero in piedi».
È possibile - ma nessuno lo sa davvero se è andata così - che l'ennesimo colpo le abbia tolto pressione dalla spina dorsale. «I medici hanno usato di nuovo quella parola: miracolo. Io da quell'istante non faccio altro che godermi ogni secondo. E naturalmente mi sono rimessa in bici. Quella vera». Quanti sono quelli che si rifiutano di adeguarsi a un mondo senza terra promessa, senza vittorie né sconfitte, in cui la ricerca, e persino l'impazienza sono diventate inutili una volta per tutte? «Non chiedetelo a me. Non ci ho mai creduto agli orizzonti piatti. Io sono un'atleta vera: nella testa e nell'anima».

Fonte LaStampa.it

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Il circuito in provincia di Trento svela importanti novità. Confermate le sette gare, ma si anticipa il debutto alla fine di aprile. a new entry in Val di Ledro lungo la storica salita del Tremalzo. Chiusura ancora affidata alla 3T Bike di Telve Valsugana. La prima gara del circuito Trentino Mtb verrà anticipata al mese di aprile, precisamente a domenica 29, quando gli appassionati si ritroveranno per l’ormai “classica” ValdiNon Bike, prova di apertura a Cavareno, in Val di Non. Circa 40 km di saliscendi con dislivelli abbordabili attraverso i frutteti della zona e gli straordinari canyon di roccia, che consentiranno un morbido inizio di Trentino MTB ad ogni tipologia di biker.
Trascorreranno solamente due settimane, e Trentino Mtb salirà in sella alla novità senza dubbio più rilevante della sua quarta edizione.
Domenica 13 maggio in Val di Ledro ci sarà il ritorno di una gara storica, al rientro nei circuiti della mtb che conta dopo un periodo sabbatico. Si tratta di una prova da un lato indubbiamente impegnativa, con dislivelli importanti e il passaggio per il celebre Passo del Tremalzo che farà una selezione naturale di classifica, ma, dall’altro, anche alla portata di tutti con panorami spettacolari e il Lago di Ledro a fare da sfondo suggestivo.
Il mese di giugno sarà “affare” della 1000Grobbe bike – 100 km dei Forti sugli Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna che, come da tradizione, proporrà una tre giorni di gare tra venerdì 15 e domenica 17. Le prime due giornate saranno dedicate alle due gare di 30 km ognuna, che faranno da prologo alla leggendaria 100 km dei Forti della domenica, vinta lo scorso giugno da big come Mirko Celestino e Stefania Zanasca. Il 29 luglio Trentino Mtb si sposterà tra i prati e i pascoli del Parco regionale dei Lessini, per una nuova edizione della Lessinia bike. Una settimana più tardi (5 agosto) tutti in Val di Fiemme per la sempre affollatissima Vecia Ferovia dela Val de Fiemme, lungo l’antico tragitto del trenino che fino agli anni ’60 congiungeva la Val di Fiemme alla Valle dell’Adige.
La chiusura del circuito sarà a dir poco…col botto, con un settembre a tutta bike. Domenica 9, Moena e il temuto-amato Lusia accoglieranno il treno dei bikers con la Polartec Val di Fassa Bike, mentre il 30 settembre si celebreranno i nuovi campioni e campionesse della quarta edizione in quel di Telve Valsugana, con la 3T Bike.
Complessivamente, le gare del circuito in provincia di Trento rimarranno sette anche per il 2012, il regolamento è in fase di revisione da parte degli organizzatori, i quali intendono renderlo ancora migliore rispetto al passato. Da nord a sud, da est a ovest, il Trentino sarà invaso da migliaia di bikers che per cinque mesi infiammeranno ogni singolo evento. Nell’edizione conclusasi lo scorso ottobre, Trentino Mtb ha registrato 6.500 iscritti complessivi, per un trend in aumento del 4% rispetto all’anno precedente.

Fonte: www.trentinomtb.com

Martedì, 29 Novembre 2011 09:49

Pedalando fra le regge sabaude

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Nel 2012 la cosiddetta «Corona delle Delizie», vale a dire le residenze di Venaria, Rivoli, Stupinigi, Moncalieri, Villa della Regina e il Castello del Valentino, saranno collegate da un unico grande percorso di piste ciclabili.  Un itinerario di 90 chilometri, per la gioia dei corridori di professione, ma anche dei pedalatori della domenica, che connetterà gli splendidi siti del turismo mediante ciclopiste, ciclo-strade, greenways e passaggi rurali. Quasi tutte le vie sono già esistenti e asfaltate (pochissimi gli sterrati), qualcuna in fase di miglioramento. L'obiettivo della Regione, ente promotore del progetto «Residenze Reali in bicicletta», in collaborazione con la Provincia e i molti Comuni interessati, è di arrivare all'inizio della bella stagione a completare il tracciato. Con tanto di cartellonistica, attrezzature e mappe, a far da guida a questa avventura di cultura e sport.
Michele Coppola, l'assessore regionale alla Cultura dice: "Il circuito della Corona delle Delizie è una nostra eccellenza. E' il momento giusto per valorizzare il patrimonio di storia e architettura piemontese, trasformandolo in un marchio capace di attirare turisti dall'Italia e dall'estero".
Elena Di Bella, dirigente del Turismo della Provincia, risponde: "I fasti di Italia 150 sono finiti, e a Torino tocca riscoprire i suoi gioielli. Tempo di percorrenza? Due giorni, viaggiando con calma e godendosi il paesaggio, . Meglio delle scorrazzate per le ville romane, più competitivi dei tour alla conquista dei romantici «Châteaux» della Loira. Le risorse naturalistiche e il sistema storico-artistico invoglieranno senz'altro i ciclo-turisti, «soprattutto tedeschi e del Nord Europa, che già organizzano autonomamente tour alle nostre Regge», racconta Gabriele Del Carlo, dell'Associazione Muovi Equilibri, per la promozione della bicicletta".
Dal 2012, il lungo giro delle Delizie sarà inserito tra i pacchetti venduti da Turismo Torino. Chissà che, dopo la Turin Marathon e le molte gare di corsa, non spunti prima o poi un «Corona delle Delizie Tour». In sella, ovviamente.

Fonte LaStampa.it

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Trecentosessantacinque giorni in bici. Consigli per il ciclistaAutore: Carlo FavotPrezzo: € 12,50Pagine: 432Editore: Ediciclo Nelle pagine del libro-agenda oltre al normale spazio dove annotare appuntamenti,…

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