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Mercoledì, 27 Gennaio 2016 01:00

La Ciclovia Francigena

L’evoluzione ha fatto i suoi passi e le strade anche, ma pensare che un giorno, con una semplice bici, si potesse percorrere una ciclovia che da Como porta fino a Brindisi,attraversando città come: Milano, Pavia, Piacenza, Lucca, Siena, Roma, Melfi, Matera e Taranto, probabilmente non l’avrebbe immaginato in molti.

Pubblicato in CICLOTURISMO

Più treni attrezzati per il trasporto biciclette, in servizio sulle tratte dell’Emilia-Romagna. È partito il progetto delle FS, cofinanziato dalla Regione, per rendere più facile il viaggio in bici da parte dei pendolari e dei ciclo-turisti.

Dopo un intervento di restyling, è entrato in servizio il primo convoglio modello 582 attrezzato con sei stalli per il trasporto delle biciclette al seguito del viaggiatore (i posti per le due ruote a pedali sono collocati nella vettura semipilota).

Si tratta del primo complesso 582 – composto da motrice semipilota e una vettura per un totale di 190 posti a sedere – modificato nelle officine bolognesi della Direzione Regionale Emilia Romagna di Trenitalia e che da oggi sarà in servizio in particolare sulle linee della Romagna (Ravenna – Rimini/Faenza/Castelbolognese, Rimini – Castelbolognese), sulla Modena – Carpi – Mantova e sulla Bologna – Prato. Il progetto, cofinanziato dalla Regione Emilia Romagna, prevede l’adeguamento entro la fine di luglio di altri 6 complessi, per un’offerta totale giornaliera di circa 100 treni che si aggiungeranno a quelli già attrezzati (Vivalto, Minuetto, vetture Media Distanza e Piano Ribassato), innalzando la percentuale di convogli adatti al trasporto bici dall’attuale 45% al 60%. Per viaggiare con bicicletta al seguito sui treni Regionali è necessario acquistare un supplemento bici di 3,5 euro, valido per 24 ore dal momento della convalida o, in alternativa, un biglietto di seconda classe per il percorso desiderato. In caso di viaggio in comitiva, è necessaria una prenotazione dei posti da richiedere alla Direzione Regionale di Trenitalia. Il trasporto della bici pieghevole chiusa o trasportata in sacca è gratuito.

Fonte:  http://lnx.thomascasadei.it

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Martedì, 08 Gennaio 2013 15:38

Il sogno di Nenette

Folgorati da un sogno, attraversare mezzo mondo in bicicletta e giungere in Senegal, nel villaggio di Nenette, luogo dove tante associazioni di volontariato hanno realizzato strutture per migliorare la vita dei suoi abitanti. Diciotto persone, un viaggio esaltante un libro che, con le immagini e le parole racconta ciò che hanno vissuto, sentito, sperimentato.

 

"Il sogno di Nenette" spedizione ciclistica Bassano del Grappa - Dakar 2012

(Foto di Carlo Corradin e testo di Alberto Fiorin, Calleidos editore)

Siamo partiti folgorati da un sogno, l'utopia di attraversare mezzo mondo in bicicletta – l'Europa e il Maghreb – per giungere nel cuore dell'Africa nera, in Senegal, nel villaggio di Nenette, luogo dove si sono concentrati gli sforzi di tante associazioni bassanesi di volontariato, che in questi ultimi anni hanno realizzato alcune strutture indispensabili per migliorare la vita dei suoi abitanti, cioè una scuola per l'infanzia (la prima in assoluto nella savana), una scuola elementare, un pozzo alimentato a pannelli solari e un ambulatorio.

Diciotto persone: quindici ciclisti, un fotografo, un motociclista, l'autista del furgone. 6172 chilometri da Bassano del Grappa fino in Senegal in 38 tappe, quattro notti passate in tenda nel deserto, 162 chilometri di media, sette tappe oltre i 200. Tanta fatica, soddisfazione immensa. Un sogno realizzato.

Un viaggio esaltante, non facile, con problemi logistici come l'attraversamento di lunghissimi tratti di deserto, i numerosi bivacchi notturni, i magri lavacri tra le dune con un paio di litri d'acqua a testa, i controlli di polizia in regioni difficili come il Sahara Occidentale o la Mauritania squassate da tensioni e rivolte, gli arroventati chilometri finali, le prime tappe marocchine fredde e bagnate.

Un percorso che si è sviluppato longitudinalmente, come ci fossimo appesi alla fune di un meridiano che ci ha fatto precipitare velocemente nel cuore dell'Africa, dopo aver percorso quasi 2500 chilometri dell'infinito Marocco, valicando la magica linea del Tropico del Cancro.

Con le immagini e le parole di questo libro vogliamo raccontare e condividere ciò che abbiamo vissuto, sentito, sperimentato. E poi – aspetto assolutamente non secondario – attraverso la vendita di questo volume raccoglieremo fondi per poter ulteriormente realizzare un progetto di solidarietà rivolto alle popolazioni incontrate durante il viaggio. A questo obiettivo sono infatti destinati tutti i proventi.

Il sogno di Nenette: un progetto, un viaggio, un libro

Il progetto dura da più di 5 anni ed è stato concepito e messo in piedi dalle scuole elementari di Bassano del Grappa. Esso ha la finalità di aiutare un villaggio della savana africana (Nenette, a 350 km da Dakar) ad avere acqua, scuole, cultura e una migliore assistenza sanitaria; da questo punto di partenza si è costruito un percorso didattico, culturale e formativo complesso e articolato, che ha coinvolto i mondi più disparati. Questo si è concretizzato con l'edificazione della prima scuola d'infanzia nella savana, di una scuola elementare, di un pozzo alimentato a pannelli solari e di un ambulatorio medico.

Per dare maggior risalto al progetto l'Associazione Ponti di Pace, che da anni coniuga la solidarietà con avventure ciclistiche in tutto il mondo [Venezia-Mosca nel 1989, Venezia-Pechino nel 2001, Venezia-Gerusalemme/Betlemme nel 2004, Cairo-Abu Symbel nel 2009] ha organizzato nella primavera del 2012 (16 marzo - 1° maggio) la spedizione da Bassano del Grappa a Nenette allo scopo di inaugurare le strutture finanziate cercando di ampliare la visibilità del stesso, soprattutto al rientro in Italia grazie all'organizzazione di serate specifiche di sensibilizzazione.

15 ciclisti, 1 fotografo, 1 motociclista, l'autista del furgone. 6172 chilometri in 38 tappe, 4 notti passate in tenda nel deserto, 162 chilometri di media, sette tappe oltre i 200. Tanta fatica, soddisfazione immensa. Un sogno realizzato.

Il libro ha lo scopo di comunicare le moltissime esperienze accumulate durante il lungo viaggio, condividerne le emozioni e offrire un oggetto che, attraverso le preziose immagini e gli scritti, possa lasciare una pur labile traccia nell'anima del lettore.

Quello che vedrete è ciò che abbiamo vissuto, sentito, sperimentato e noi cerchiamo di restituirlo e condividerlo. Abbiamo scelto stilisticamente di voler cogliere l'attimo, attraverso gli obiettivi e la penna che raccontano le cose vissute in quell'istante, imprigionate e congelate quasi a volersi fissare nella retina o sedimentare nella nostra memoria. Narrazione – fotografica e descrittiva – quasi diaristica a far sentire le emozioni con la stessa intensità con cui le abbiamo provate, nel tentativo di contagiare il lettore.

Attraverso la vendita di questo volume, prevalentemente fotografico e stampato presso le Industrie Grafiche Vicentine di Costabissara, accoglieremo fondi per poter ulteriormente realizzare un progetto di solidarietà rivolto alle popolazioni incontrate durante il viaggio. A questo obiettivo sono infatti destinati tutti i proventi.

GLI AUTORI

Carlomaria Corradin, fotografo

42 anni, nato a Parma ma vissuto e cresciuto a Cittadella (Pd). Laureato all'Istituto Europeo di Design di Milano, indirizzo fotografico, nella metropoli meneghina è venuto a contatto con numerosi fotografi e stampatori famosi del settore. È un fotografo professionista con molte esperienze anche nel campo dello sport e dell'avventura e ha al suo attivo diverse collaborazioni con importanti aziende.

Ha colto immagini in tutti i continenti. Adesso ha aggiunto l'Africa: il viaggio verso il Senegal, in lento ma perenne movimento, gli ha permesso di fissare fotogrammi e di cogliere momenti intensi del gruppo nel particolarissimo contesto esterno. Il suo sito è: www.carlomariacorradin.it

Alberto Fiorin, cicloviaggiatore

52 anni, nato e residente a Venezia. Gli piace scrivere dei suoi viaggi raccontati in numerosi volumi editi dalla casa editrice Ediciclo. Ha partecipato alle seguenti spedizioni: "Venezia-Mosca 1989" (3000 km in 23 giorni), "Siberia in bicicletta 1990", "Marco Polo 2001" (Venezia-Pechino in bicicletta, 12.000 km, 96 giorni), "Strade di pace 2004" (Venezia Gerusalemme, 4.000 km, 33 giorni), "Venezia Capo-Nord 2007" (4000 km, 31 giorni), "In Egitto con Belzoni, Cairo - Abu Symbel 2009", pro AIL (1300 km).. Nel 2011 ha pubblicato sul sito di "Repubblica" il reportage "Il Giro prima", anticipando di un giorno il giro d'Italia, percorso integralmente in bicicletta. Il suo sito è: www.albertofiorin.it

Fonte: Fiab onlus

Pubblicato in LIBRI

Folgorati da un sogno, attraversare mezzo mondo in bicicletta e giungere in Senegal, nel villaggio di Nenette, luogo dove tante associazioni di volontariato hanno realizzato strutture per migliorare la vita dei suoi abitanti. Diciotto persone, un viaggio esaltante un libro che, con le immagini e le parole racconta ciò che hanno vissuto, sentito, sperimentato.

 

"Il sogno di Nenette" spedizione ciclistica Bassano del Grappa - Dakar 2012

(Foto di Carlo Corradin e testo di Alberto Fiorin, Calleidos editore)

Siamo partiti folgorati da un sogno, l'utopia di attraversare mezzo mondo in bicicletta – l'Europa e il Maghreb – per giungere nel cuore dell'Africa nera, in Senegal, nel villaggio di Nenette, luogo dove si sono concentrati gli sforzi di tante associazioni bassanesi di volontariato, che in questi ultimi anni hanno realizzato alcune strutture indispensabili per migliorare la vita dei suoi abitanti, cioè una scuola per l'infanzia (la prima in assoluto nella savana), una scuola elementare, un pozzo alimentato a pannelli solari e un ambulatorio.

Diciotto persone: quindici ciclisti, un fotografo, un motociclista, l'autista del furgone. 6172 chilometri da Bassano del Grappa fino in Senegal in 38 tappe, quattro notti passate in tenda nel deserto, 162 chilometri di media, sette tappe oltre i 200. Tanta fatica, soddisfazione immensa. Un sogno realizzato.

Un viaggio esaltante, non facile, con problemi logistici come l'attraversamento di lunghissimi tratti di deserto, i numerosi bivacchi notturni, i magri lavacri tra le dune con un paio di litri d'acqua a testa, i controlli di polizia in regioni difficili come il Sahara Occidentale o la Mauritania squassate da tensioni e rivolte, gli arroventati chilometri finali, le prime tappe marocchine fredde e bagnate.

Un percorso che si è sviluppato longitudinalmente, come ci fossimo appesi alla fune di un meridiano che ci ha fatto precipitare velocemente nel cuore dell'Africa, dopo aver percorso quasi 2500 chilometri dell'infinito Marocco, valicando la magica linea del Tropico del Cancro.

Con le immagini e le parole di questo libro vogliamo raccontare e condividere ciò che abbiamo vissuto, sentito, sperimentato. E poi – aspetto assolutamente non secondario – attraverso la vendita di questo volume raccoglieremo fondi per poter ulteriormente realizzare un progetto di solidarietà rivolto alle popolazioni incontrate durante il viaggio. A questo obiettivo sono infatti destinati tutti i proventi.

 

Il sogno di Nenette: un progetto, un viaggio, un libro

Il progetto dura da più di 5 anni ed è stato concepito e messo in piedi dalle scuole elementari di Bassano del Grappa. Esso ha la finalità di aiutare un villaggio della savana africana (Nenette, a 350 km da Dakar) ad avere acqua, scuole, cultura e una migliore assistenza sanitaria; da questo punto di partenza si è costruito un percorso didattico, culturale e formativo complesso e articolato, che ha coinvolto i mondi più disparati. Questo si è concretizzato con l'edificazione della prima scuola d'infanzia nella savana, di una scuola elementare, di un pozzo alimentato a pannelli solari e di un ambulatorio medico.

Per dare maggior risalto al progetto l'Associazione Ponti di Pace, che da anni coniuga la solidarietà con avventure ciclistiche in tutto il mondo [Venezia-Mosca nel 1989, Venezia-Pechino nel 2001, Venezia-Gerusalemme/Betlemme nel 2004, Cairo-Abu Symbel nel 2009] ha organizzato nella primavera del 2012 (16 marzo - 1° maggio) la spedizione da Bassano del Grappa a Nenette allo scopo di inaugurare le strutture finanziate cercando di ampliare la visibilità del stesso, soprattutto al rientro in Italia grazie all'organizzazione di serate specifiche di sensibilizzazione.

15 ciclisti, 1 fotografo, 1 motociclista, l'autista del furgone. 6172 chilometri in 38 tappe, 4 notti passate in tenda nel deserto, 162 chilometri di media, sette tappe oltre i 200. Tanta fatica, soddisfazione immensa. Un sogno realizzato.

Il libro ha lo scopo di comunicare le moltissime esperienze accumulate durante il lungo viaggio, condividerne le emozioni e offrire un oggetto che, attraverso le preziose immagini e gli scritti, possa lasciare una pur labile traccia nell'anima del lettore.

Quello che vedrete è ciò che abbiamo vissuto, sentito, sperimentato e noi cerchiamo di restituirlo e condividerlo. Abbiamo scelto stilisticamente di voler cogliere l'attimo, attraverso gli obiettivi e la penna che raccontano le cose vissute in quell'istante, imprigionate e congelate quasi a volersi fissare nella retina o sedimentare nella nostra memoria. Narrazione – fotografica e descrittiva – quasi diaristica a far sentire le emozioni con la stessa intensità con cui le abbiamo provate, nel tentativo di contagiare il lettore.

Attraverso la vendita di questo volume, prevalentemente fotografico e stampato presso le Industrie Grafiche Vicentine di Costabissara, accoglieremo fondi per poter ulteriormente realizzare un progetto di solidarietà rivolto alle popolazioni incontrate durante il viaggio. A questo obiettivo sono infatti destinati tutti i proventi.

GLI AUTORI

Carlomaria Corradin, fotografo

42 anni, nato a Parma ma vissuto e cresciuto a Cittadella (Pd). Laureato all'Istituto Europeo di Design di Milano, indirizzo fotografico, nella metropoli meneghina è venuto a contatto con numerosi fotografi e stampatori famosi del settore. È un fotografo professionista con molte esperienze anche nel campo dello sport e dell'avventura e ha al suo attivo diverse collaborazioni con importanti aziende.

Ha colto immagini in tutti i continenti. Adesso ha aggiunto l'Africa: il viaggio verso il Senegal, in lento ma perenne movimento, gli ha permesso di fissare fotogrammi e di cogliere momenti intensi del gruppo nel particolarissimo contesto esterno. Il suo sito è: www.carlomariacorradin.it

Alberto Fiorin, cicloviaggiatore

52 anni, nato e residente a Venezia. Gli piace scrivere dei suoi viaggi raccontati in numerosi volumi editi dalla casa editrice Ediciclo. Ha partecipato alle seguenti spedizioni: "Venezia-Mosca 1989" (3000 km in 23 giorni), "Siberia in bicicletta 1990", "Marco Polo 2001" (Venezia-Pechino in bicicletta, 12.000 km, 96 giorni), "Strade di pace 2004" (Venezia Gerusalemme, 4.000 km, 33 giorni), "Venezia Capo-Nord 2007" (4000 km, 31 giorni), "In Egitto con Belzoni, Cairo - Abu Symbel 2009", pro AIL (1300 km).. Nel 2011 ha pubblicato sul sito di "Repubblica" il reportage "Il Giro prima", anticipando di un giorno il giro d'Italia, percorso integralmente in bicicletta. Il suo sito è: www.albertofiorin.it

 

Fonte: Fiab onlus

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Lunedì, 07 Gennaio 2013 11:37

In bici sulla Avenue Verte, da Parigi a Londra

Inaugurata prima delle Olimpiadi di Londra, la Avenue Verte e' un percorso ciclabile di 406 km. Da Parigi, capitale dell'arte e della moda, la Avenue Verte attraversa la valle della Senna e del fiume Epte fino al mare. In traghetto (con bici a bordo) i ciclisti superano la Manica e possono continuare a pedalare nella verdissima campagna inglese che li conduce infine a Londra.

La Avenue Verte (www.avenuevertelondonparis.com) e' un progetto curato e promosso dai francesi delle regioni comprese tra Parigi e Dieppe e dagli inglesi dell'associazione Sustrans (www.sustrans.org.uk), che sviluppa e promuove piste ciclabili nel Regno Unito. Il percorso ciclabile nasce con l'obiettivo di sviluppare il turismo in bicicletta nelle regioni coinvolte, fenomeno che negli ultimi due anni ha conosciuto un vero e proprio boom e che altrove in Europa ha fatto la fortuna delle economie locali (si pensi al celebre caso della ciclabile del Danubio in Austria, 326 km percorsi ogni anno da centinaia di migliaia di cicloturisti).

ll percorso e' pianeggiante quando segue i principali fiumi Senna, Marne ed Epte, diventa invece leggermente piu' impegnativo nelle zone di campagna, soprattutto nel territorio inglese.

E' consigliabile raggiungere Londra in treno, perche' il tratto finale e' piuttosto impegnativo non solo per le caratteristiche morfologiche del terreno, ma anche per il traffico che aumenta sempre piu' in prossimita' della metropoli inglese.

L'intero viaggio in bicicletta puo' essere affrontato in 8 giorni, con tappe lunghe in media 55 chilometri ed e' facilmente percorribile in entrambe le direzioni (Parigi verso Londra o viceversa).

Il percorso e' abbastanza segnalato ma si consiglia di partire equipaggiati di una buona guida ciclabile (la migliore e' edita dalla francese Chamina www.chamina.com).

In alternativa ci si puo' affidare a un operatore turistico specializzato che fornisce ai ciclisti anche altri servizi, rendendo la vacanza piu' comoda: prenotazioni alberghiere, trasporto bagagli di hotel in hotel, assistenza in loco o telefonica in caso di necessita', cartografia ciclabile, bici a noleggio.

Girolibero, il tour operator italiano specializzato in vacanze in bicicletta ha messo a punto un pacchetto di 8 giorni/7 notti, con pernottamenti in hotel al costo per persona di 670 euro in camera doppia.

PROGRAMMA

1° Arrivo individuale a Londra e primo pernottamento.

Per chi arriva nel pomeriggio possibilità di prendere la bicicletta. Londra è una metropoli e, pur essendo il ciclista ben accolto, non vi sono in città moltissime piste ciclabili esclusive e continue.

2° Londra-Newhaven.

Oggi avrete la possibilità di scegliere tra due percorsi: il primo un po' più impegnativo, il secondo invece più facile, per permettervi di visitare Brighton e soffermarvi lungo la sua splendida costa.

A Londra-Newhaven via Polegate (55 km): da Londra prendete un treno (non compreso nella quota) che raggiunge in un'ora e un quarto Uckfield. Da qui pedalerete in direzione di Polegate collegandovi al tracciato originale della Parigi–Londra. Passando per il parco delle Seven Sisters raggiungerete Newhaven per il pernottamento.

B Londra-Newhaven via Brighton (35 km): in treno (non compreso nella quota) si arriva a Brighton in circa un'ora. Potrete visitare la città, una delle più amate della Gran Bretagna e poi sui pedali, seguendo la costa, raggiungere Newhaven per il pernottamento.

3° Newhaven-Dieppe (20 km).

Traversata della Manica per raggiungere Dieppe, la prima stazione balneare francese. La partenza in traghetto è prevista per le ore 10, ma dovrete presentarvi all'imbarco circa un'ora prima. La traversata dura 4 ore, pertanto tenendo conto del fuso orario il vostro arrivo a Dieppe è previsto per le ore 15. A Dieppe potrete sgranchirvi le gambe percorrendo la costa, oppure rilassarvi a prendere il sole in una delle sue spiagge.

4° Dieppe-Forges-les-Eaux (55 km).

Lasciate il mare e il colore azzurro della prima parte della tappa per immergervi nella campagna francese disseminata di fattorie che riforniscono i mercati del nord della Francia. Prima di raggiungere la città termale di Forges-Les-Eaux, consigliamo una sosta a Neuchâtel per gustare il famoso formaggio del luogo.

5° Forges-les-Eaux-Gisors (65 km).

Siamo nel Pays de Bray in Normandia dove i sapori e i prodotti del territorio raggiungono livelli altissimi: burro, formaggi, mele, pere, miele, legumi e carne di prima scelta. È per questo che i francesi, con un simpatico gioco di parole, dicono: "benvenuti in Gourmandie"! Seguirete poi la valle del fiume Epte per raggiungere Gisors e il suo castello, un tempo situato lungo l'antica frontiera franco-normanna.

6° Gisors-Conflans-Sainte-Honorine e dintorni (60 Km).

Seguite il fiume Epte fino a Bray-et-Lû, per entrare nella regione del Vexin Français e immergervi nell'omonimo parco naturale, un pianoro calcareo, che raggruppa molti comuni della valle dell'Oise. A Théméricourt consigliamo la visita della casa del parco, che ne rappresenta l'ingresso e dove potrete visitare anche il museo dedicato al parco naturale.

7° Conflans-Sainte-Honorine e dintorni -Parigi (55 km).

Lascerete il fiume Oise per incontrare infine la Senna e il suo parco caro agli impressionisti. Sarà lei a condurvi verso il Canal Saint-Denis e quindi al cuore di Parigi. Se preferite dedicare più tempo a visitare la capitale, potrete sempre prendere un treno o la metropolitana per raggiungere più rapidamente il cuore della città.

8° Parigi.

Dopo colazione, fine dei servizi e au revoir Paris!

fonti: biciclettaweb; girolibero

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Lunedì, 07 Gennaio 2013 10:49

Bici gratis sui treni anche in Abruzzo

Anche in Abruzzo bici gratis sui treni regionali. Approvato emendamento alla Finaziaria regionale 2013 su richiesta del "Coordinamento ciclabili Abruzzo Teramano". Plauso della Fiab.

30 mila euro sono stati messi a disposizione dalla Regione Abruzzo sul bilancio regionale 2013, per una convenzione con Trenitalia finalizzata al trasporto gratuito sui treni regionali delle biciclette al seguito dei viaggiatori.

L'iniziativa è stata assunta a seguito di una lettera del Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano all'assessore regionale ai trasporti Giandonato Morra, per chiedere che anche in Abruzzo, come nelle Marche e in Puglia, ci fosse la possibilità per i viaggiatori di trasportare gratis le bici sui treni regionali abilitati al servizio.

Tale richiesta è stata successivamente tradotta in emendamento alla legge finanziaria regionale 2013 dal consigliere regionale Maurizio Acerbo, al fine di favorire l'integrazione tra trasporto collettivo e trasporto ciclistico ed offrire una concreta possibilità di incentivazione sia ai fini della mobilità sostenibile che della promozione del turismo in bicicletta.

Il Presidente della FIAB Antonio Dalla Venezia, esprime viva soddisfazione per la sensibilità dimostrata da tutti coloro che si sono attivati per aver messo in campo un'azione concreta per l'incentivazione del trasporto combinato bici e treno.

"Lo stanziamento in bilancio di una somma certa per il 2013 e l'impegno del Consiglio regionale abruzzese a provvedere in maniera adeguata negli anni successivi - precisa il Presidente della FIAB - potrà sicuramente garantire alla convenzione da sottoscrivere tra Regione Abruzzo e Direzione regionale abruzzese di Trenitalia, la certezza degli accordi e l'adeguato svolgimento di un servizio di trasporto bici al seguito effettivamente rispondente alla domanda dei viaggiatori sia per fascia oraria che per copertura stagionale".

"Sarebbe ora auspicabile - continua Dalla Venezia - non solo che la Regione Molise si attivi in maniera analoga come già fatto da Puglia, Marche e Abruzzo, ma che quelle Regioni insieme alle relative direzioni regionali di Trenitalia si coordinino funzionalmente per mettere in servizio, a partire dal prossimo orario estivo, almeno una coppia di treni interregionali autorizzati e attrezzati al trasporto bici al seguito che, facendo servizio lungo la fascia costiera, facilitino l'accessibilità dell'itinerario ciclabile nazionale n. 6 di Bicitalia, denominata Ciclovia Adriatica, visto che i treni a lunga percorrenza di fatto ignorano l'esigenza dei viaggiatori, pendolari o turisti, di poter trasportare al seguito la propria bicicletta senza dover provvedere a non semplici e operazioni di smontaggio e impacchettamento".

 

Fonte: Fiab onlus

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L'avventura di 15 ciclisti veneti, che da Bassano del Grappa hanno pedalato fino a Dakar, 6172 chilometri in 38 tappe, è diventata un libro: 'Il Sogno di Nenette' - Un'utopia in bici diventata scuola e pozzo per l'acqua nella savana

Sono partiti folgorati da un sogno, l'utopia di attraversare mezzo mondo in bicicletta – l'Europa e il Maghreb – per giungere nel cuore dell'Africa nera, in Senegal, nel villaggio di Nenette, Diciotto persone: quindici ciclisti, un fotografo, un motociclista, l'autista del furgone. 6172 chilometri in 38 tappe, quattro notti passate in tenda nel deserto, 162 chilometri di media, sette tappe oltre i 200. Tanta fatica, soddisfazione immensa. Un sogno realizzato.

Nenette è un villaggio del Senegal, a 450 km dalla capitale Dakar, che 'galleggia' sulla sabbia. Un villaggio in cui manca tutto, ma dove, grazie anche alla costanza e all'impegno dell'Associazione 'Una Scuola di Arcobaleni' di Bassano Del Grappa e ad alcuni Istituti Scolastici italiani, la vita sta diventando meno dura. Una parte del sogno infatti è già stata realizzata. Sono state costruite due scuole, una materna (la prima della savana) ed una elementare; è stato attivato un pozzo per favorire la captazione delle acque ed è stata regalata al villaggio una macina meccanica per permettere alle ragazze, prima impegnate nella macinazione manuale del miglio, di frequentare la scuola. Sono in fase di costruzione un poliambulatorio e un'altra scuola. Inoltre, si sono realizzati diversi impianti fotovoltaici che, sfruttando la loro immensa risorsa, il sole, garantiscono l'erogazione continua di energia e acqua.

Il progetto ha un duplice fine: aiutare la popolazione in Senegal, anche attraverso la formazione tecnica che renda i locali autonomi riguardo la gestione e la manutenzione delle strutture, e sensibilizzare i giovani delle nostre scuole riguardo i valori importanti quali la multiculturalità, il rispetto reciproco e la cooperazione.

Un'iniziativa importante, che ha registrato perfino l'interesse del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il quale ha donato un tricolore speciale per accompagnare il suggestivo tour de 'Il sogno di Nenette'. Le due ruote ancora protagoniste un esempio tangibile di come si può unire lo sport e la solidarietà.

(Luciano Martellozzo) - solobike.it

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Venerdì, 07 Dicembre 2012 12:15

Bici solare. Sara' la due ruote del futuro?

Coloro che seguonno Rinnovabili avranno avuto l'occasione di leggere l'avventura che nel mese di Ottobre abbiamo vissuto nel Sud della Tunisia. Costoro sono a conoscenza che il sottoscritto ha affrontato il Deserto in sella ad una bici a pedalata assistita, volgarmente detta: Bici Elettrica! Nelle cronache quotidiane riportate su queste colonne ho più volte glorificato il grande servizio che questo portentoso mezzo mi ha concesso nel realizzare la mia personale impresa permettendomi di attraversare il derserto pietroso e poi sabbioso con un carico di 32 kg e un allenamento da citybiker (ma mi sto sopravvalutando..!). La spedizione in terra tunisina aveva anche lo scopo di verificare la autonomia che la batteria poteva esprimere in condizioni d'uso estreme come quelle in cui è stata utilizzata in questo viaggio.

 

Sebbene abbia alternato la mia alla pedalata assistita, ho terminato le tappe del Tour quasi sempre con le batterie agli sgoccioli, e soprattutto quando ho affrontato il deserto sabbioso, utilizzando la pedalata assistita con le modalità più energiche (la bici Lombardo eSestriere che utilizza motore Bosch dispone di 4 modalità: Eco, Tour, Speed e Sport), ho avuto la necessità di cambiare batteria a metà del pecorso. Ma, tutto ciò va bene se hai una batteria di riserva a portata di mano – e magari te la porta l'auto appoggio... Ed ho anche avuto la possibilità, se non fortuna, di potere caricare le batterie nelle dimore molto "primitive" in cui siamo stati ospiti.

Ecco allora che l'italica creatività prende il sopravvento e mi sono chiesto: ma non esiste uno strumento che mi possa fare ricaricare le batterie con Fonti Rnnovabili? Beh, si certo che c'è lo strumento, ma la batteria deve stare collegata ad un sistema di pannelli fotovoltaici così da reintegrarne l'energia! Ma io lo voglio Portatile!!! Ah, bene, allora non esiste... Pensa e ripensa, googling e rigoogling, decido di chiedere aiuto agli specialisti, così mi rivolgo ad una delle più grandi aziende che opera nel settore delle fonti rinnovabili che, guarda un po' (?!?), ha sede ad Agrigento (in Sicilia, si!) la Moncada Energy Group. Così, dopo una discussione con l'Amministratore della società, abbiamo deciso di avviare una collaborazione per sviluppare un prodotto non ancora in commercio e che spero presto possa dare un contributo alla crescita di questo settore.

scritto da Artedesco per rinnovabili.it

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Venerdì, 16 Novembre 2012 11:49

In bici dalla Siberia a casa

Sono le persone più impensabili a compiere le imprese più memorabili....

 

Tempo fa guardavo su RaiSport il reportage video di un ragazzo inglese in giro per il mondo in bicicletta; le traduzioni in italiano del suo slang storpiavano il suo entusiasmo genuino, rendendolo ridicolo come gli applausi finti degli spettacoli di serie B.

Come fa a fare il giro del mondo uno che non sa nemmeno cambiarsi un raggio? Pensavo tra me e me. E intanto lo seguivo, attendevo le puntate per sapere dove fosse arrivato con la sua incredibile capacità di cacciarsi nei casini.

Poco tempo fa un amico mi regalato il suo libro ed ho cominciato a leggerlo con curiosità; volevo sapere cosa potesse aver spinto un ragazzo mai salito in bici ad affrontare prove così dure, come la Siberia in bici; io di viaggi ne ho fatti tanti e mi sono sempre considerato poco preparato, inadeguato; addirittura in Argentina lo avevo deciso lì per lì di andare sul quel passo di quasi 5000 metri e arrivarci in condizioni precarie, con al seguito una specie di guida a cui avevo dovuto fare da balia mi aveva dato un senso di precarietà che mi aveva quasi fatto desistere.

Eppure leggendo il libro si capisce ancora una volta che non conta l'allenamento, non conta la prestanza fisica ma l'attitudine mentale al viaggio ed all'incontro; ognuno può partire con i propri dubbi o fuggire dalla propria vita, ma quello che riempe di esperienze giorni a volte monotoni e ripetitivi quali possono essere quelli fatti da 100 km in bici è proprio la voglie di conoscere e di misurarsi con gli altri.

Per gli amanti del genere, ma anche per gli altri......

Fonte: Ironelli.it

 

Autore del libro: Rob Lilwall

Editore: Ediciclo - collana: Altre Terre - 2012

Pubblicato in LIBRI
Duecento chilometri in bicicletta nella campagna toscana per raccogliere fondi a favore della "terapia ricreativa" per bambini. È stata presentata [il 9 novembre - ndr] nella sede milanese del Coni la Bike Challenge per Dynamo Camp, la "gran fondo" di ciclismo che si terrà il 25 e 26 maggio 2013 fra Firenze e le colline pistoiesi con l'obiettivo di raccogliere fondi per Dynamo Camp, il campus-vacanza dedicato ai bambini affetti da gravi patologie o da malattie croniche.

 

L'iniziativa, patrocinata dalla Federciclismo è alla sua prima edizione e si ispira al modello americano della Pan Massachussetts Challenge, corsa nata nel 1980 per finanziare la lotta contro il cancro e diventata nel tempo uno degli appuntamenti di fundraising di maggior successo in Nord America. "Dynamo Camp è un progetto nato sull'idea dei summer camp americani e in pochi anni ha trovato un grande seguito in Italia: dai 60 bambini del 2007 siamo arrivati ad ospitarne più di mille – ha spiegato Vincenzo Manes presidente della Fondazione Dynamo – Così abbiamo pensato di importare un'altra idea di successo, quella della "challenge" ciclistica. Ho scoperto la Pan Massachussetts per caso, ma quando mi hanno spiegato che lo scorso anno sono riusciti a raccogliere 36 milioni di dollari, mi sono particolarmente intrigato".

La raccolta fondi avverrà sia attraverso il coinvolgimento delle comunità locali presenti lungo il percorso, sia attraverso la partecipazione dei ciclisti iscritti che dovranno impegnarsi non solo a pedalare per i 200 km complessivi del tracciato, ma anche a diventare fundraiser a loro volta coinvolgendo nell'iniziativa amici e conoscenti. Diversi i traguardi previsti per la gara di solidarietà: con 200 euro, ad esempio, un gruppo di cicloamatori può regalare a un bambino una giornata di vacanza al camp, mentre con 1.500 euro si arriva a una settimana completa.

Dynamo Camp ha contatti con 36 ospedali italiani e 56 associazioni di patologia e ospita bambini da tutta Italia, con il progetto di estendere la rete all'Europa e al bacino del Mediterraneo. La struttura, immersa nell'oasi del Wwf a S. Marcello Pistoiese ha come finalità la "terapia ricreativa" per i suoi piccoli ospiti e cioè la condivisione di esperienze e avventure nella natura che consentano di riscoprire le proprie capacità. Per il funzionamento il camp ha bisogno di circa 3 milioni di euro l'anno, cui una parte importante è raccolta attraverso donazioni individuale e iniziative innovative come la bike challenge.

Un altro obiettivo della gara (che a fianco della "gran fondo" a due tappe per ciclisti amatoriali prevede anche percorsi brevi e una gara di mountain bike giovanile per ragazzi dai 7 ai 14 anni) è proprio quello di far conoscere la struttura e il territorio circostante. Nell'organizzazione insieme alla Fondazione Dynamo c'è anche Federciclismo: "Abbiamo dato con grande convinzione il patrocinio a questa bella iniziativa – ha detto ieri il presidente della federazione Renato Di Rocco – il ciclismo è uno sport inclusivo e solidale per natura". Intanto, in attesa di partire (e di gareggiare un giorno in raccolta fondi con la Pan Massachussetts), la Bike Challenge per Dynamo Camp ha dato vita a un sito con tutte le informazioni sull'iniziativa.

Fonte: Il Sole 24 Ore

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