Redazione

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Venerdì, 14 Dicembre 2012 16:13

Tweedride. Non si corre solo sul velluto

E' una gara che non si corre sul velluto, ma con la lana. Col tweed, per la precisione, che sarà il tessuto preferito per una festa in bici aperta alla partecipazione di ciclisti che indossano abiti e velocipedi vintage, in particolar modo completi inglesi e italiani (anche da corsa) degli anni 20-40.

La TweedRide Italia del 17 marzo a Roma è un modo per condividere la naturale eleganza della bicicletta, una style competition, aperta alle bici dal 1900 al 1990, da passeggio o da corsa anche nuove ma dall'estetica vintage. La competizione sarà affiancata da una sfilata aperta a ogni tipo di bici. Le categorie in gara saranno: miglior combinazione bici abito, miglior abito ciclista, bici più bella.

L'evento ha lo scopo di avvicinare i distratti coinvolgere i titubanti, alle porte della primavera dare la stura agli indecisi e fargli inforcare la bici. E' cosa buona e giusta visitare il sito e iscriversi al gruppo facebook TweedRide Roma per conoscere in tempo reale tutte le novità sulla corsa!Dress Code: graditi pantaloni alla zuava, bretelle, maglie e giacche sulle tonalità marrone e marroncino per gli uomini. Per le donne, invece, non servono suggerimenti. Tuttavia se avete ancora dubbi su come vestirvi, se partecipate per la prima volta, se siete semplicemente curiosi... visitate il sito ufficiale per tutte le informazioni del caso!!

Fonte bicisnob

Venerdì, 14 Dicembre 2012 16:13

Tweedride. Non si corre solo sul velluto

E' una gara che non si corre sul velluto, ma con la lana. Col tweed, per la precisione, che sarà il tessuto preferito per una festa in bici aperta alla partecipazione di ciclisti che indossano abiti e velocipedi vintage, in particolar modo completi inglesi e italiani (anche da corsa) degli anni 20-40. La TweedRide Italia del 17 marzo a Roma è un modo per condividere la naturale eleganza della bicicletta, una style competition, aperta alle bici dal 1900 al 1990, da passeggio o da corsa anche nuove ma dall'estetica vintage. La competizione sarà affiancata da una sfilata aperta a ogni tipo di bici. Le categorie in gara saranno: miglior combinazione bici abito, miglior abito ciclista, bici più bella.

 

L'evento ha lo scopo di avvicinare i distratti coinvolgere i titubanti, alle porte della primavera dare la stura agli indecisi e fargli inforcare la bici. E' cosa buona e giusta visitare il sito e iscriversi al gruppo facebook TweedRide Roma per conoscere in tempo reale tutte le novità sulla corsa!Dress Code: graditi pantaloni alla zuava, bretelle, maglie e giacche sulle tonalità marrone e marroncino per gli uomini. Per le donne, invece, non servono suggerimenti. Tuttavia se avete ancora dubbi su come vestirvi, se partecipate per la prima volta, se siete semplicemente curiosi... visitate il sito ufficiale per tutte le informazioni del caso!!

Fonte bicisnob

Venerdì, 14 Dicembre 2012 11:52

I dieci comandamenti del bravo ciclista urbano

Quando il web dona agli utenti articoli davvero interessanti, a noi fa piacere darne notizia in modo che possano essere letti da più persone possibili. E' il caso dell'articolo che pubblichiamo oggi senza alcuna alterazione (anche la foto è la stessa pubblicata sul sito) apparso su bicisnob.

 

Il ciclista metropolitano ha l'obbligo di trasmettere agli altri utenti della strada un'immagine di superiorità, fascino, alterità, bellezza, eleganza.

Deve perciò rispettare ciecamente i 10 comandamenti del bravo ciclista urbano.

1) Abbigliamento. Tassativamente bandite gonne e pantaloni multitasche così come casacchine catarifrangenti e altri ammennicoli che fanno tanto dipendente ANAS. Gli abiti devono essere ricercati, informali e nello stesso tempo raffinati, la mise si deve notare senza dare cafonamente nell'occhio, deve essere adatta a un aperitivo tra amici così come a una cena elegante. Siate cool e controfighetti.

2) Relazioni sociali. La vostra capacità di rimorchiare deve apparire innata e straordinaria. Se vedete uno strafigo/strafiga che cammina per strada puntatelo/a e chiedetegli un'informazione qualsiasi. Dovete convincere chi guarda la scena senza sonoro che siete due vecchi amici che si ritrovano per caso. Allontanandovi salutate calorosamente e fate gesti che lascino intendere che vi rivedrete al più presto. Quando possibile, inoltre, datevi appuntamento agli incroci più trafficati con un vostro amico/a, facendo sembrare l'incontro fortuito e trasformando l'ingorgo in un drive-in con vista sul bacio più appassionato del secolo.

3) Sudore. E' rigorosamente bandito il sudore. La pelle deve essere sempre fresca e rilassata. Il viso asciutto e tonico esprime la leggerezza della pedalata. Chi soffre di sudorazione eccessiva deve mascherarla utilizzando una mtb e indossando capi tecnici pre-macchiati di fango in modo da convincere l'osservatore che si è reduci da un'escursione chilometrica nei boschi. Il sudore diventerà così testimonianza di una straordinaria forma fisica.

4) Respirazione. Vietato respirare a bocca aperta, mostrare affanno o spossatezza. Anche se vi stanno esplodendo i polmoni dovete mantenere un certo aplomb. Chi fuma, nel bel mezzo di una salita al 12%, può accendersi una sigaretta, senza naturalmente perdere il ritmo fluido della pedalata.

5) Espressione. Sorridete con intelligenza, senza inciampare in sguardi beoti. Il volto deve comunicare serenità, spensieratezza, compiacimento. Dovete incutere invidia.

6) Sorpassi. Sorpassare un'automobile è la cosa più normale che può accadere durante uno spostamento: dimostratelo, compiendo l'operazione con naturalezza. E' fatto obbligo di non indugiare con lo sguardo beffardo verso il finestrino delle auto, di tirare avanti dritti e fieri senza curarsi di chi è impantanato nel traffico. Inventate occasioni per fermarvi di tanto in tanto lungo il tragitto così da superare più volte gli stessi automobilisti.

7) Generosità. La vostra superiorità deve rendervi più generosi e disponibili verso il prossimo. Ad esempio, pur essendo privi del parabrezza, potete dispensare mance ai lavavetri al semaforo.

8) Gentilezza. Fermatevi con ostentazione davanti alle strisce pedonali e sorridete a chi attraversa. Poi manifestate complicità col pedone e scuotete il capo in maniera da redarguire con quel semplice gesto l'arroganza dell'automobilista che non rispetta le zebre.

9) Meteo. Mostrate di apprezzare, senza esagerare, i repentini cambiamenti meteoclimatici. Utilizzate uno scroscio di pioggia improvviso per lasciar intravedere intriganti trasparenze o per esibire muscoli bestiali sotto pantaloni resi attillati dall'acqua.

10) Rapporti coi motorizzati. Mai dare confidenza agli automobilisti, mai reagire a provocazioni, a colpi di clacson, a urla e a offese.

L'automobilista non esiste, è solo un componente di una macchina. Esistete solo voi, meravigliosi ciclisti urbani.

 

Fonte: bicisnob

Seguire le biciclette per costruire una nuova mappa della mobilità cittadina. Lo ha fatto Jo Wood, professore di visual analytics della City University di Londra, che ha tracciato il percorso di cinque milioni di viaggi a pedali nel centro della città, nell'arco del 2010.

Il risultato è un suggestivo video che descrive in bianco e blu i tragitti delle celebri bici Barclays londinesi. Questo avanzato servizio di bike sharing, sponsorizzato dalla banca omonima, ha raggiunto un bacino d'utenza eccezionalmente ampio, anche date le difficoltà ad entrare nel centro di Londra con mezzi a motore. Dall'inizio del programma, il 3 dicembre 2010, sono stati oltre 16 milioni i viaggi sulle biciclette noleggiate, che sono comode ed economiche.

Ma oltre ad essere una soluzione efficiente per la mobilità sostenibile (e se ce l'hanno fatta in una metropoli come Londra, tutte le città più piccole dovrebbero essere incoraggiate) la circolazione delle due ruote ha avuto anche un effetto inaspettato: fungere da spia per scoprire i percorsi più battuti dai ciclisti e fare nuove ipotesi su come i cittadini vivono e si muovono.

"L'analisi visuale – ha detto Wood al New Scientist -permette ai progettisti del sistema di trasporti e alle organizzazioni come Transport for London di prendere decisioni più consapevoli, per accompagnare al meglio gli spostamenti delle persone attraverso la città".

Il prossimo passo della ricerca sarà l'implementazione di profili anonimi degli utenti ai dati già raccolti. Questo permetterà, secondo gli scienziati della City University, di ottenere maggiori informazioni sui modi d'uso della bicicletta nel tempo, cosa che ad esempio potrebbe garantire un posizionamento più efficiente delle rastrelliere.

Il video comincia con la visualizzazione di tutte le traiettorie, in un caos che tratteggia la mappa di Londra come una nuvola confusa. Di secondo in secondo, le traiettorie meno battute scompaiono evidenziando tre circuiti principali: Hide Park, King's Cross St Pancras e il percorso tra Waterloo e la City. Non tutti i percorsi sono cerchi chiusi, in alcuni casi ci sono molte andate e pochi ritorni.

Alcuni londinesi, commentando l'analisi presentata dal New Scientist, hanno collegato i dati con alcune tipiche routine cittadine: dirigersi verso il centro per andare al lavoro, e una volta usciti dall'ufficio fare una puntata al pub e tornare a casa in taxi, troppo brilli per pedalare.

Tante altre ipotesi socioculturali si possono fare osservando l'animazione del professor Wood, e gli scienziati ancora non si azzardano a sostenerne alcuna. Di certo anche a Londra come in molti altri centri d'Europa, compresa la nostra Bologna, la bici non è solo uno strumento fondamentale per muoversi, ma è un tassello della cultura urbana che racconta qualcosa della vita e della storia di ogni città.

 

Fonte: sottobosco.info

Le iscrizioni sono già aperte e ci sarà tempo fino al 15 marzo 2013 per inserire il proprio nome nella lista dei partecipanti al 1° Elba Tour. Una manifestazione ideata dalla ASD Folgore Bike, che rappresenta una bellissima novità per tutti gli amanti del ciclismo su strada.

 

Infatti, il giro a tappe dell'Isola d'Elba nasce con l'intento di offrire qualcosa di nuovo agli atleti che vi prenderanno parte. Si svolgerà dal 1° al 6 aprile, per un totale di cinque tappe, le quali, non saranno puro agonismo, ma un misto di tratti cronometrati e altri ad andatura libera. Questo, per permettere la partecipazione davvero a tutti gli appassionati che vorranno unire sport e relax.

L'Elba Tour, presentando alcuni passaggi, soprattutto in salita, piuttosto impegnativi, e svolgendosi in un periodo dell'anno molto favorevole per il clima, sarà la perfetta occasione per affinare la preparazione e godere di una settimana di vacanza in un piccolo angolo di paradiso. Sarà certamente un'opportunità che molti atleti non si lasceranno scappare, per completare i loro allenamenti in vista delle tante prove agonistiche della stagione. Un'occasione che sarà imperdibile anche per chi accompagnerà gli atleti: per questo, il Comitato Organizzatore ha pensato di offrire deipacchetti di ospitalità pensati proprio per ciclisti e accompagnatori.

Queste le soluzioni:

l'iscrizione all'Elba Tour con sistemazione in hotel, costerà 100 euro per le donne, 125 per gli uomini.

L'iscrizione senza sistemazione in hotel sarà invece di 150 euro per le donne, 200 per gli uomini.

Queste le quote per la sistemazione alberghiera: 245 euro in hotel a tre stelle, 260 euro in hotel a quattro stelle. I prezzi comprendono la pensione completa con bevande incluse, drink di benvenuto, due cene in hotel di cui una con menu tipico toscano, una con menu tipico del pescatore e una serata con band locale.

Le quote indicate sono valide per chiunque deciderà di iscriversi all'Elba Tour, sia come partecipante, sia come accompagnatore.

Inoltre, l'organizzazione sta definendo gli accordi con la compagnia Moby Lines per offrire ai partecipanti degli sconti sui trasporti: gli iscritti entro il 31 dicembre, potranno godere del 15% di sconto sullo spostamento in traghetto. L'offerta sarà valida per due persone con un autoveicolo categoria T1. L'equivalente dello sconto, in euro, sarà applicato anche per chi deciderà di organizzare il proprio spostamento con altre soluzioni di viaggio.

Le iscrizioni sono aperte già dal 1° dicembre e chiuderanno il 15 marzo.

Questo il programma dell'Elba Tour:

il 1° aprile, entro le 16.30, sarà organizzato l'arrivo di tutti i partecipanti a Marciana Marina.

Il 2 aprile la prima tappa, una cronometro individuale di 13,7 chilometri.

Il 3 aprile la seconda tappa: 91 chilometri di cui 8, da Marciana a Poggio, saranno cronometrati.

Il 4 aprile la terza tappa: 87 chilometri di cui 2,7 cronometrati, da Rio nell'Elba a Sant'Anna.

Il 5 aprile la quarta tappa: 105 chilometri, di cui 9 come prova cronometrata, da Casa Alzi a Poggio.

Il 6 aprile la quinta e ultima tappa, una cronoscalata di 6,7 chilometri.

La classifica finale, sarò stilata in base ai tempi rilevati nella cronometro individuale di apertura, nei tratti cronometrati delle singole prove e nella cronoscalata finale. Per ulteriori informazioni www.folgorebike.it

Fonte: bicinews

Mercoledì, 12 Dicembre 2012 14:30

Alimentazione bio + bici = prevenzione primaria

Medici per l'ambiente (ISDE), Fondazione IRIS e FIAB, Federazione Italiana Amici per la Bicicletta ti invitano a comperare un pacco dono per sostenere il progetto: "Alimentazione bio + bici = prevenzione primaria" che partirà nel 2013 per diffondere stili di vita adeguati per i bambini affinché possano crescere subendo meno danni da inquinamento.

 

BOZZA DEL PROGETTO

Il progetto è destinato a mamme e bambini perché insieme prendano coscienza dell'importanza di salvaguardare l'ambiente in cui viviamo, imparino a difendere i beni comuni quali aria, acqua, terra, sapere, e a non inquinare anche adottando stili di vita rispettosi dell'ambiente e che aiutano a fare prevenzione primaria, ad ammalarsi di meno.

Premesse:

Prevenzione Primaria. Il dizionario la definisce come "la forma classica e principale di prevenzione, focalizzata sull'adozione di interventi e comportamenti in grado di evitare o ridurre l'insorgenza e lo sviluppo di una malattia o di un evento sfavorevole."

Già da questa definizione si deduce che la Prevenzione Primaria dovrebbe essere con le "P" maiuscole in quanto è la vera e unica prevenzione per le malattie. Ma se si guarda le cause delle malattie si scopre che gran parte di esse vengono dall'ambiente o, meglio, dall'inquinamento dell'ambiente. Il fondatore di ISDE, Renzo Tomatis, oncologo di fama mondiale, che ha lavorato a Chicago e a Lione e diretto per oltre un decennio l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) scriveva: "Quando si parla di prevenzione del cancro, tutti pensano alla cosiddetta diagnosi precoce, ma c'è una prevenzione che si può fare a monte, cercando non di limitare i danni della malattia diagnosticandola al più presto, quanto piuttosto di evitare l'insorgere del cancro, impedendo l'esposizione alle sostanze che lo provocano. La prevenzione primaria si occupa proprio di questo: fare ricerca sulle sostanze naturali o sintetiche per capire quali sono cancerogene e, una volta individuate, suggerire alle autorità sanitarie delle misure di salute pubblica per toglierle dalla circolazione. Si tratta di una strategia che protegge tutti – il ricco come il povero – ma purtroppo è bistrattata da scienziati, politici e autorità sanitarie (Dott. Lorenzo Tomatis). 
Da Tuttoscienze – La Stampa n° 1196, 7 settembre 2005.

Quanto affermava Tomatis per il cancro non solo è valido ancora oggi in oncologia, ma si può estendere ad altre malattie, quali le cardiovascolari, le malattie metaboliche, del sistema respiratorio...

Pensando ai bambini, è bene che sappiano molto presto ciò che è bene "buttare" dalla nostra vita (es. gli inceneritori, gli acquisti inutili, gli imballaggi non degradabili, l'uso indiscriminato dell'automobile) e che cosa invece è bene introdurre (es. raccolta differenziata, creatività di riciclaggio, mobilità sostenibile e corretta alimentazione).

Alimentazione. E' importante scegliere un'alimentazione sana e rispettosa dell'ambiente come l'alimentazione biologica, che non usa pesticidi, né fertilizzanti chimici, ma adotta la rotazione delle colture e cerca di ricreare l'ecosistema più idoneo alle colture; in tal modo, l'ambiente se ne avvantaggia e aumenta la qualità del prodotto alimentare.

Motilità. Si considera che la motilità è indispensabile per la crescita psicofisica dei bambini e la bici è un bel modo di fare attività fisica, ma è anche un bel modo per spostarsi senza inquinare per le mamme e i papà, senza ricorrere alle auto che caricano l'aria di sostanze tossiche e polveri, che fanno male agli adulti e ancora peggio ai bambini. Occorre però pedalare nel rispetto del codice e, soprattutto, senza correre pericoli sulle strade.

Con questi comportamenti o, meglio, stili di vita si arriverebbe a ottenere più prevenzione primaria (ISDE, medici per l'ambiente si battono per la prevenzione primaria), cioè ci si ammalerebbe di meno, cosa molto importante quando si tratta di bambini, visto che i dati sulle patologie infantili e sulla mortalità infantile non sono affatto belli e sono molto più alti delle medie europee.

Progetto:

L'idea è quella di fissare una data annuale – la giornata della prevenzione primaria per i piccoli – durante la quale ricordare, diffondere, sostenere gli stili di vita più idonei per ammalarsi meno possibile. La giornata servirebbe a richiamare l'attenzione sulla salute del bambino, ricordando nelle piazze, nelle scuole (se possibile), attraverso i media, ai politici di qualunque bandiera che occorre educare bambini e genitori per indurli a cambiare gli stili di vita sbagliati.

Nella stessa giornata (o comunque in prossimità) i medici ISDE dovrebbero programmare convegni sul tema e promuovere gli stessi stili di vita corretti per la salvaguardia dei beni comuni quali l'acqua, l'aria, la terra e il sapere. E' importante che anche il sapere venga considerato bene comune e chi meglio dei membri ISDE può diffondere la cultura per la salute?

Si dovrebbe preparare un volume sul tema "Prevenzione primaria per i piccoli" che possa essere venduto nelle piazze, nelle sedi ISDE, nelle sedi FIAB, attraverso i canali di Fondazione Iris

Lo stesso giorno si venderà un pacco contenente prodotti biologici che servirà per raccogliere fondi a sostegno dell'iniziativa.

I partners dell'iniziativa:

Fondazione Iris. Nasce da Cooperativa Iris-ASTRA Bio, una coop agricola che da trent'anni è sul mercato biologico e ora lo è anche con un pastificio, non per fare profitto, ma per fare economia eco-solidale, per diffondere i valori del sapere e per difendere i beni comuni. Il suo presidente, Maurizio Gritta, è un leader in ambito biologico, richiesto nelle scuole per diffondere la cultura del biologico e nei convegni di settore. La Fondazione Iris ha un comitato scientifico al quale appartengono anche il prof. Tamino, biologo dell'Università di Padova e il prof. Bonaiuti, economista dell'Università di Bologna. Fondazione Iris collabora e sostiene altre aziende del settore, purchè abbiano gli stessi scopi eco-solidali.

ISDE (International Society of Doctors for the Environment). Stimola l'impegno dei medici per la salvaguardia dell'ambiente sia in quanto medici che abitanti della terra. Dal momento che i rischi per la salute sono inequivocabilmente lagati al degrado ambientale e agli stili di vita, i medici devono orientare il loro ruolo professionale e civile per promuovere la salute anche attraverso scelte di tutela ambientale; oggi infatti l'inquinamento dell'ambiente di vita e di lavoro è sempre più spesso causa o motivo di aggravamento di numerose patologie. Isde si propone di recuperare il ruolo etico della professione medica e di privilegiare le politiche di prevenzione primaria.

FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta). Organizzazione ambientalista, ha come finalità principale la diffusione della bicicletta quale mezzo di trasporto ecologico in un quadro di riqualificazione dell'ambiente. Organizzazione federativa, riunisce oltre 130 associazioni autonome locali che hanno lo scopo di promuovere l'uso della bici sia come mezzo di trasporto quotidiano per migliorare traffico e ambiente urbano, sia per la pratica dell'escursionismo in bicicletta, vale a dire di una forma di turismo particolarmente rispettosa dell'ambiente.

maggiori info Fondazione Iris oppure Fiab

Il prossimo 18 dicembre 2012 la Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento Europeo voterà un testo cruciale: il Regolamento della Rete Trans-europea di Trasporto (Trans-European Network-Transport, abbreviata in TEN-T). Si tratta delle regole di finanziamento dei progetti delle infrastrutture principali di TEN-T. Escludere la bicicletta da questo documento significa escludere la messa in sicurezza delle intersezioni di questi corridoi con le ciclovie locali esistenti, oltre a escludere la rete ciclabile europea EuroVelo, che interessa l'Italia per 6.600 km.

L'Unione Europea sta ignorando 100 milioni di ciclisti

Ci sono 35 milioni di cittadini europei che usano la bicicletta tutti i giorni. E più di 100 milioni la usano regolarmente. Ciò nonostante le istituzioni europee non stanno prendendo la bicicletta in seria considerazione come mezzo di trasporto.

Alcuni documenti strategici dell'Unione Europea non menzionano la bicicletta e c'è il rischio che la ciclabilità venga accantonata a causa degli interessi di lobby molto potenti.

E' ora di cambiare strada

Importanti decisioni riguardo i futuri finanziameti europei saranno prese da qui al 2014, e noi vogliamo interrompere questo trend negativo. E' adesso il momento di ricordare al Parlamento Europeo, organo democraticamente eletto, che i ciclisti hanno voce in capitolo e meritano un posto nella politica europea dei trasporti.

Dobbiamo fare pressione sugli europarlamentari per ottenere che la bicicletta sia riconosciuta come un importante mezzo di trasporto.

La prima grande battaglia: le reti di trasporto strategiche europee

Il prossimo 18 dicembre 2012 la Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento Europeo voterà un testo cruciale: il Regolamento della Rete Trans-europea di Trasporto (Trans-European Network-Transport, abbreviata in TEN-T). Si tratta delle regole di finanziamento dei progetti delle infrastrutture principali di TEN-T. Escludere la bicicletta da questo documento significa escludere la messa in sicurezza delle intersezioni di questi corridoi con le ciclovie locali esistenti, oltre a escludere la rete ciclabile europea EuroVelo, che interessa l'Italia per 6.600 km.

Lo scorso dicembre 2011 il Parlamento Europeo ha raccomandato l'inserimento in TEN-T della rete Rete Ciclabile Europea EuroVelo e delle infrastrutture ciclabili connesse. Questo inserimento aprirebbe la strada a miliardi di euro di investimenti per le infrastrutture ciclabili in tutta Europa.

Successivamente la Commissione Europea e la Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento Europeo hanno preparato questo Regolamento, ma hanno escluso la bicicletta ed EuroVelo, nonostante la raccomandazione del dicembre 2011.

Con l'aiuto di tutti si può ottenere un cambiamento. Come fare? La FIAB ha predisposto una lettera da allegare alla e-mail da inviare agli europarlamentari della commissione trasporti. Sul sito della FIAB tutte le informazioni necessarie.

No, non è un refuso: il Movimento per incentivare l'uso della bicicletta si chiama proprio 5 selle e nasce a Lecce per volere degli studenti della classe 2°B dell'Istituto "Galilei Costa".

 

Scrivono i ragazzi nel loro comunicato stampa:

Vogliamo una città in cui per la prima volta siano gli automobilisti a dover chiedere "permesso" ai ciclisti – dichiarano convinti Gioia e Martino, due attivisti del movimento – città in cui le auto devono protestare per avere corsie preferenziali e per viaggiare in sicurezza, vogliamo che tutte le mattine migliaia di bambini e ragazzi delle elementari, delle medie e delle superiori possano raggiungere la propria scuola in bici, ...ma riuscite ad immaginare cosa significherebbe per Lecce o per qualsiasi altra città se riuscissimo a realizzare anche solo quest'ultima cosa?.

Il progetto è pulito, ricco di entusiasmo e a costo zero e i ragazzi già preannunciano una task force impegnata a diffondere il movimento attraverso i social network e sopratutto attraverso l'organizzazione di una classifica che premierà le città più amiche delle biciclette. Come? Le città italiane saranno giudicate in base al numero di "selle" che i ragazzi andranno a assegnare.

Lecce in effetti rappresenta un po' la città tipo italiana dove l'uso della bicicletta è assolutamente consigliabile perché come ricordano i ragazzi:

Usare la bici in città, specialmente in città come Lecce dove le strade sono del tutto piane, le giornate piovose sono poche e tutte le destinazioni sono raggiungibili in massimo 15/20 minuti, significa:

ridurre drasticamente la produzione di CO2 nell'atmosfera, a beneficio non solo della città ma di tutto il pianeta;

risparmiare e smettere di sprecare tanto denaro inutile nell'acquisto di carburante (...e di questi tempi ...vogliamo parlarne?);

ridurre radicalmente il traffico, permettendo di arrivare prima, muoversi più in fretta, stressarsi di meno;

non contribuire al finanziamento delle multinazionali del petrolio;

guadagnare tantissimo in salute per via del moto costante, quotidiano, senza trascurare la possibilità di respirare aria più pura se tutti lasciano a casa l'auto;

guadagnare in socializzazione e benessere personale, grazie allo stato d'animo e al buonumore che si prova pedalando anziché pigiando su un pedale, questo sì che sarebbe un "social network".

fonte: ecoblog

Venerdì, 07 Dicembre 2012 12:15

Bici solare. Sara' la due ruote del futuro?

Coloro che seguonno Rinnovabili avranno avuto l'occasione di leggere l'avventura che nel mese di Ottobre abbiamo vissuto nel Sud della Tunisia. Costoro sono a conoscenza che il sottoscritto ha affrontato il Deserto in sella ad una bici a pedalata assistita, volgarmente detta: Bici Elettrica! Nelle cronache quotidiane riportate su queste colonne ho più volte glorificato il grande servizio che questo portentoso mezzo mi ha concesso nel realizzare la mia personale impresa permettendomi di attraversare il derserto pietroso e poi sabbioso con un carico di 32 kg e un allenamento da citybiker (ma mi sto sopravvalutando..!). La spedizione in terra tunisina aveva anche lo scopo di verificare la autonomia che la batteria poteva esprimere in condizioni d'uso estreme come quelle in cui è stata utilizzata in questo viaggio.

 

Sebbene abbia alternato la mia alla pedalata assistita, ho terminato le tappe del Tour quasi sempre con le batterie agli sgoccioli, e soprattutto quando ho affrontato il deserto sabbioso, utilizzando la pedalata assistita con le modalità più energiche (la bici Lombardo eSestriere che utilizza motore Bosch dispone di 4 modalità: Eco, Tour, Speed e Sport), ho avuto la necessità di cambiare batteria a metà del pecorso. Ma, tutto ciò va bene se hai una batteria di riserva a portata di mano – e magari te la porta l'auto appoggio... Ed ho anche avuto la possibilità, se non fortuna, di potere caricare le batterie nelle dimore molto "primitive" in cui siamo stati ospiti.

Ecco allora che l'italica creatività prende il sopravvento e mi sono chiesto: ma non esiste uno strumento che mi possa fare ricaricare le batterie con Fonti Rnnovabili? Beh, si certo che c'è lo strumento, ma la batteria deve stare collegata ad un sistema di pannelli fotovoltaici così da reintegrarne l'energia! Ma io lo voglio Portatile!!! Ah, bene, allora non esiste... Pensa e ripensa, googling e rigoogling, decido di chiedere aiuto agli specialisti, così mi rivolgo ad una delle più grandi aziende che opera nel settore delle fonti rinnovabili che, guarda un po' (?!?), ha sede ad Agrigento (in Sicilia, si!) la Moncada Energy Group. Così, dopo una discussione con l'Amministratore della società, abbiamo deciso di avviare una collaborazione per sviluppare un prodotto non ancora in commercio e che spero presto possa dare un contributo alla crescita di questo settore.

scritto da Artedesco per rinnovabili.it

"Copenhagen, già dal 1995, ha attuato politiche lungimiranti che prevedono la chiusura del centro storico alle automobili in favore di un piano di mobilità "slow". La bicicletta diventa così il mezzo di trasporto principe per tutti i cittadini e, nello stesso tempo, un nuovo "strumento" per la riduzione delle emissioni di CO2. Il cambio di mentalità proposto dall'amministrazione pubblica è stato accettato da tutti gli abitanti della città che hanno contribuito, con la loro conversione ad abitudini "sostenibili", a rendere la capitale danese la città più "green" d'Europa. Ogni giorno, circa 150mila persone si recano a scuola o al lavoro con il "mezzo di trasporto ecologico".

 

Secondo uno studio statistico del 2010, il 36% della popolazione di Copenhagen si sposta giornalmente sulle due ruote ed è previsto un incremento dell'utilizzo del mezzo pari al 50% entro la fine del 2015. A supporto di questa significativa previsione di crescita, la città ha studiato e proposto il Nuovo Piano Strategico PLUSnet.

PLUSnet è una strategia di pianificazione stradale per lo sviluppo della "slow mobility" da qui al 2025. Entro quell'anno altri cinquantamila cittadini dovrebbero utilizzare la bicicletta per gli spostamenti in città, un risultato che farà di Copenhagen la prima città al mondo per la "slow mobility".

L'obiettivo del piano strategico è l'integrazione tra il "nuovo" e il "vecchio": mantenimento e manutenzione delle vecchie ciclabili come base per la costruzione di nuove piste ed incroci ciclabili al fine di una mobilità sicura e confortevole per tutti i ciclisti.

Le tipologie di piste da realizzare sono, sostanzialmente, due: a tre corsie, quando la strada è a senso unico, e a quattro corsie, quando si è in presenza del doppio senso di marcia.

La strategia PLUSnet per la realizzazione delle infrastrutture cittadine ha individuato quattro punti chiave su cui sviluppare il progetto.

Il primo è City life: ri-progettazione, entro il 2025, di tutte le arterie cittadine esistenti al fine di cambiare il punto di vista della mobilità. Le esigenze dei pedoni e dei ciclisti diventano centrali e quelle degli automobilisti, secondarie. Per questo motivo sono previsti nuovi parcheggi e servizi per le due ruote oltre alla realizzazione dell'illuminazione a led, punti luce ubicati direttamente nel manto stradale, per facilitare la mobilità delle biciclette.

Il secondo è Confort: integrazione, entro il 2025, tra le nuove ciclabili, gli esercizi commerciali cittadini e le aziende private e non che aderisco al progetto. Sono previsti nuovi parcheggi in concomitanza delle zone ad alta densità commerciale e nelle vicinanze delle aree "aziendali"; nuovi sistemi di Bike Sharing integrati con la rete di trasporto cittadina per uno spostamento veloce e senza problema di "parcheggio" delle bici stesse, in tutta l'area metropolitana.

Il terzo è Travel Time: razionalizzazione del tempo di percorrenza della slow mobility. Grazie alla costruzione di nuove infrastrutture, come ponti e ciclabili nelle aree verdi della città, e all'ampliamento delle piste già costruite, è previsto un abbassamento del 15% del tempo di percorrenza degli itinerari metropolitani rispetto a quello attuale. A supporto delle infrastrutture, il progetto prevede un incremento dell'informazione sul traffico grazie alle notizie in real time del servizio e-bike. I dati sono ottenuti grazie ad una piattaforma digitale che invia informazioni alle applicazioni per Smartphone e ai cartelloni digitali lungo i percorsi ciclabili.

Quarto ed ultimo punto: Sense of Security. PLUSnet vuole aumentare il senso di sicurezza dei ciclisti e per questo prevede l'ampliamento delle carreggiate e il miglioramento della segnaletica stradale orizzontale. Le statistiche denotano già un significativo cambiamento dal 1996 ad oggi, con una decrescita del 72% degli incidenti stradali che coinvolgono i ciclisti .

Una prima stima delle politiche per la "slow mobility"

La città di Copenhagen, già oggi, può fare una prima stima delle azioni portate avanti negli ultimi 16 anni. Una stima decisamente positiva, sulla base della quale è stata costruita la strategia fino al 2025. Obiettivo: creare una rete di piste ciclabili capillare e continua su tutto il territorio urbano fino ad arrivare alla zona extraurbana limitrofa alla città.

Attualmente Copenhagen offre: 369 km di piste ciclabili; due ponti dedicati alle sole bici; la sicurezza di tutta la rete ciclabile. La velocità delle biciclette sul manto stradale a loro dedicato è di circa 20km/h grazie alla priorità che l'amministrazione pubblica ha dato alle "greenwaves" nel centro e che continua a potenziare nelle periferie, con i nuovi 42 km dell'area suburbana.

Lo sviluppo della "slow mobility" ha permesso una riduzione significativa delle emissioni di CO2 che si aggira intorno alle 110,000 tonnellate nel periodo che va dal 1995 al 2010.

Grazie a sensori applicati nelle vie della città, gli automobilisti ricevono via radio aggiornamenti in tempo reale al fine di evitare incidenti con i ciclisti.

Tra i servizi pensati per i ciclisti, c'è anche una nuova tipologia di bicicletta, disponibile gratuitamente per residenti e turisti, che grazie a un carrello collegato nella parte anteriore consente di spostare i bambini in maniera sicura nelle arterie cittadine.

Questo tipo di strategia porta alla città benefici di diversa natura: ambientale, con la riduzione dell'inquinamento acustico e atmosferico (emissioni di CO2 pari a 90,000 tons/anno); sociale, con la diminuzione dei costi sanitari/ciclista pari a 1$/km percorso; economica, perché riducendo i tempi di percorrenza dei lavoratori, aumenta la produttività economica nelle aziende.

Il futuro di Copenhagen

Copenhagen sta investendo molto sulla strategia di sviluppo per diventare una città a emissioni zero grazie alla mobilità sostenibile. Il metodo per ottenere il risultato prefissato è unico: riuscire ad avviare politiche lungimiranti e lavorare per modificare i comportamenti e la forma mentis di chi vive la città. La tabella che segue indica gli obiettivi del piano strategico PLUSnet in correlazione con la tempistica stessa.

USO DELLA BICICLETTA PER GLI SPOSTAMENTI 2015 2020 2025

Tutti gli spostamenti per andare al lavoro e a scuola devono essere fatti in bicicletta

(2010: 35%) 50% 50% 50%

QUALITA'

Condivisione dei sistemi di mobilità che hanno 3 corsie (2010: 25%) 40% 60% 80%

Rispetto al 2010, riduzione del tempo di percorrenza dei ciclisti 5% 10% 15%

Percentuale di cittadini che si sentono sicuri nel viaggiare in bicicletta nel traffico (2010: 67%) 80% 85% 90%

Rispetto ai valori del 2005, il numero di ciclisti coinvolti in incidenti dovrà diminuire del 50% 60% 70%

Percentuale di ciclisti che trovano le cycle tracks in ottimo stato (2010: 50%) 70% 75% 80%

Percentuale dei cittadini di Copenhagen che condividono l'idea secondo cui spostarsi in bicicletta possa avere un effetto positivo per l'atmosfera della città (2010: 67%)

Copenhagen è un modello di città sostenibile basata su una forte politica ambientale e sullo sviluppo "intelligente" di una mobilità attenta ai bisogni della cittadinanza. A latere di questo nuovo modo di pensare la città, vi sono progetti di eco-innovazione e un piano di comunicazione e sensibilizzazione al tema "green" che hanno permesso alla città di ottenere la nomina di European Green Capital 2014.

Qual è la differenza tra la cycle track e la cycle lane? Le Cycle tracks sono le piste/autostrade, rivestite da un tipo di materiale, solitamente il tarmac, e separate attraverso marciapiedi dalle macchine della strada e dal pavimento dei pedoni. Le Cycle lanes invece si trovano nello stesso livello della strada e sono disegnate da ampie linee bianche.

 

L'esempio di Copenhagen

E' stato chiesto all'amministrazione pubblica della capitale danese di redigere un piccolo "vademecum" per tutte le capitali o città europee che vogliano seguire il suo esempio.

Ecco tre regole semplici e chiare per iniziare.

Pianificare con cura la strategia per la viabilità, scegliendo quali modalità – tra biciclette, trasporto pubblico e vetture – debbano avere la priorità lungo le vie chiave della città.

Puntare alla progettazione di tutti gli spazi interni e abbandonati della città per conservare la natura compatta e densa del sistema urbano, cosicché gli spostamenti in bicicletta possano avvenire in un raggio d'azione ragionevole per tutta la cittadinanza.

Non è necessario che ci sia bel tempo per utilizzare la bicicletta: "L'inverno di Copenaghen è veramente freddo!", scherzano i danesi.

Per maggiori info visita il sito City of Copenhagen e Link per i ciclisti

Fonte: globalist

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