Redazione

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Pubblichiamo una proposta per la città di Torino del coordinamento Bike Pride per rendere la città più a misura d'uomo, nel rispetto della salute dell'uomo e dell'ambiete.

Provvedimenti anti-smog: la proposta del coordinamento Bike Pride

Le 5 pedonalizzazioni "shot".

Premessa

Sulla questione smog proponiamo un cambio di approccio al problema. Inquinamento, viabilità, trasporti e problemi di inefficienza del traffico, urbanistica e fruizione degli spazi pubblici ma anche sicurezza stradale fanno parte in modo organico dello stesso sistema: inutile ogni volta trattarli separatamente o a compartimenti stagni.

La proposta

In linea con le proposte dell'amministrazione e con la volontà dei cittadini proponiamo che vengano individuati 5 isolati con opportuni requisiti nelle zone centrali e limitrofe al centro da chiudere al traffico attraverso un intervento di pedonalizzazione parziale che chiamiamo "pedonalizzazione shot" (piccola, rapida, efficace).

Un modo per portare avanti interventi strutturali e lungimiranti ma con tempistiche d'urgenza, a basso costo e reversibili.

Un esempio.

1. Individuare 5 isolati di quartiere dotati di caratteristiche attraenti rispetto la pedonalità e la socialità (es. esercizi commerciali, di ristorazione, di ricreazione, ecc)

2. Chiudere un accesso alla via con elementi di arredo urbano (dissuasori, fioriere). Lasciare parzialmente libero l'accesso nella parte opposta (creando magari un effetto "portale" attraverso altre fioriere). Togliere i parcheggi.

3. Rendere più piacevole lo spazio con interventi di arredo (panchine, altre fioriere, rastrelliere per le biciclette). Complicare la possibilità di parcheggio abusivo (o si compromette l'esperimento).

4. Verificare l' "attratività sociale e commerciale" dell'isolato scelto dopo un periodo di prova. La chiusura alle auto e lo spazio riconsegnato alla pedonalità, nonostante la mancata riqualificazione totale, ha attratto movimento, passaggi, socialità, commercio?

5. Se la risposta è affermativa si procede con la pedonalizzazione totale e la posa del porfido (o altri materiali pregiati) secondo la disponibilità di fondi. Se la risposta è fortemente negativa la dismissione dell'area parzialmente pedonale non comporterebbe grandi sacrifici economici.

Perché questa proposta ?

Un metodo consolidato per ridurre il traffico (e i problemi legati ad esso) è arginare la fittizia scorrevolezza delle strade di quartiere. Il traffico ad alto scorrimento deve essere indirizzato verso le grandi arterie. L'utilizzo della viabilità di quartiere come scappatoia ai grandi corsi è deleterio per la vivibilità di zona e non comporta alcun beneficio alla residenzialità e al commercio. I piccoli isolati pedonali limitano questo uso improprio degli spazi e delle strade riconsegnando le aree ad un uso più sociale e intelligente .

Nel lungo, riduce il traffico complessivo (e quindi l'inquinamento) e induce a comportamenti più intelligenti/efficienti. A differenza di quanto si è portati a pensare, limitare gli spazi ad una forma di traffico non comporta uno spostamento del medesimo in altre aree ma, nel lungo termine, determina una diminuzione dello stesso derivante dal cambiamento di modello e di comportamenti relativo ai minori privilegi e alla minore disponibilità di spazio per esercitarli.

E' un provvedimento trasversale e democratico che può accontentare gli operatori del commercio e i residenti di zona.

E' un provvedimento strutturale e a basso costo che si può attuare in tempi rapidi. E' sufficiente un periodo di concertazione che permetta la scelta degli isolati (scelta che in parte può essere adeguata ai progetti già in stesura negli uffici dell'amministrazione).

E' un provvedimento reversibile. Se non funziona si torna indietro.

E' un provvedimento scalabile e migliorabile nel tempo a seconda delle risorse disponibili.

E' un provvedimento che non guarda solo alle soglie di pm10 ma più in generale alla qualità della vita.

Alcuni suggerimenti:

1. Via Roma, isolati fra Piazza Castello e Piazza San Carlo come già individuato dall'amministrazione (3 isolati)

2. Via Verdi da Via Roero di Cortanze a Via Giulia di Barolo (1 isolato). Tratto con poco traffico e alto numero di studenti e attività culturali, ricreative e di ristorazione.

3. Via Mazzini da Via Accademia Albertina a via San Massimo (1 isolato). Tratto di strada già in porfido con forte vocazione commerciale ma limitata da traffico e auto in sosta.

4. Via Baretti fra Largo Saluzzo e Via St. Anselmo (2 isolati). Area molto utilizzata a livello pedonale e sociale. Poco traffico e pochi posti auto da eliminare.

5. Via Principe Amedeo fra Via Delle Rosine e Via San Massimo. (1 isolato) Isolato di locali, con pista ciclabile e una forte presenza pedonale e con poco traffico.

6. Via Gaudenzio Ferrari (primo isolato tra via montebello e via st. Ottavio). A fianco della Mole Antonelliana, a differenza della parallela Via Verdi che attrae pedonalità e movimento, Via Ferrari si presenta quasi deserta, nonostante la posizione centralissima e i 5 locali commerciali.

7. Via Monferrato (isolato tra Via della Regina e Via ..). Angolo di alto pregio, costellato da numerose attività commerciali, sfrutta male la propria posizione e inclinazione, presentandosi come una strada gravata da parcheggi e traffico.

Fonte: biciebasta

Lunedì, 28 Gennaio 2013 11:10

Via Verde Val di Susa

Punto di partenza: Bussoleno (Piazza del Mercato)

Punto di arrivo: Bussoleno (Coldimosso)

Grado di difficoltà: Medio – Facile

Periodo consigliato: Primavera, Estate, Autunno

Caratteristiche:

Tipologia: Sentiero

Segnaletica: Buona

Acqua sul Percorso: Buona

 

I comuni coinvolti nell'itinerario sono Bussoleno, Mattie, Susa, Meana, Gravere, Chiomonte e Giaglione. Un percorso che utilizza sentieri già segnalati (Sentiero dei Franchi e Sentiero Balcone).

E' importante percorrere la 3V da Est verso Ovest, poiché in senso inverso ci sono maggiori difficoltà.

Questo sentiero è contrassegnato da piccoli cartelli in alluminio bianchi con il logo 3V verde e con l'indicazione del senso di marcia.

Inoltre, pur se si tratta di un percorso di Mountain Bike di medie difficoltà, è pur sempre un itinerario accidentato in ambiente di montagna, dunque si suggerisce di percorrerlo in compagnia, in buone condizioni fisiche e con mezzi di protezione di sicurezza.

Il percorso 3V parte da Bussoleno, nei pressi della piazza del mercato, per proseguire lungo le vigne della regione Arborea, fino a raggiungere Borgata Fornelli. Dopo aver percorso un breve tratto della provinciale verso Mattie, girare a sinistra nei pressi della Borgata Combe.

Dopo un tratto su sentiero la strada si allarga e conduce alla Borgata Vallone – Grandi Tanze di Mattie, fino a raggiungere il capoluogo dove si trova un'area attrezzata.

Lasciare l'abitato di Mattie per raggiungere la Borgata Assiere di Meana. Dopo un suggestivo percorso immerso tra i castagni si arriva alla strada provinciale del Frais, attraverso il Passo dell'Asino.

Giunti alla Borgata Arnodera nel Comune di Gravere, si continua fino alla Borgata Armona, si passa lungo il sentiero "Sotto la rocca" per poi raggiungere la Borgata Bastia. Scendere nuovamente fino a raggiungere la strada verso il Deveys, da cui si risale per circa 2200 mt. per imboccare la strada che porta a Borgata Bernarda Bassa (1100 mt.) vicino il confine con il comune di Chiomonte.

Raggiungere la strada che porta a Chiomonte e scendere fino al paese, per poi proseguire fino al corso della Dora Riparia e risalire lungo la strada delle vigne che porta alla Maddalena, passare sotto il viadotto autostradale e sraggiungere la Borgata I Mulini nel comune di Giaglione.

Superata la borgata si ripassa sotto l'autostrada, si arriva ad uno spiazzo dove si trova la partenza della Via Ferrata delle Gorge di Giaglione, e si prosegue fino al campo sportivo del comune, per poi scendere verso Susa.

Qui il percorso attraversa la "passeggiata archeologica", volendo si può anche raggiungere la Pista Ciclabile Valsusa.

Salire verso Bassa Meana dopo aver lasciato Susa, percorrendo la mulattiera "del Pusin", e raggiungere la frazione Traduerivi di Susa e poi Coldimosso che segna la fine del percorso.

Per raggiungere la piazza del mercato di Bussoleno che è il punto di partenza, si può percorrere la Strada Statale 24 per circa 2 km.

Fonte: italybikehotels

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Lunedì, 28 Gennaio 2013 11:04

La via dei saraceni

Lunghezza: 32,47 Km

Tempo percorrenza: 6 ore

Località di partenza: Sauze d'Oulx

Dislivello: 1310 metri effettivi

Tipo: asfalto 3,87 Km (12%), sterrato 28,60 Km (88%)

Periodo consigliato: luglio – agosto

 

Percorrere da Torino l'autostrada per Bardonecchia- Frejus. Subito dopo l'uscita Oulx Ovest, prendere la circonvallazione di Oulx seguendo le indicazioni per Sauze.

Superata una prima galleria si lascia la deviazione per Claviere- Francia, attraversando S. Marco e Jouvenceaux. Segue un bivio, tenere la sinistra (tangenziale est) e, poco dopo, tenere ancora la sinistra sulla strada per Monfol.

Dopo 300 metri si lascia l'auto su uno slargo vicino un impianto di risalita.

La Via dei Saraceni è anche una famosa gara che si svolge ogni anno, a metà luglio con partenza da Sauze d'Oulx.

La parte iniziale presenta una salita lunga e faticosa di quasi 13 Km, che attraversa il Parco Naturale Gran Bosco, fino a raggiungere i 2536 del Monte Genevris.

Proseguire poi in direzione della borgata Monfol, dove termina la strada asfaltata. Superata una fontana realizzata con un tronco scavato di larice, si oltrepassa l'area attrezzata di Serre Blanche e si lascia alle spalle la strada che scende a Salbertrand.

Una volta usciti dal bosco si arriva al colle Blegier, posto sulla strada militare che mette in comunicazione il Colle dell'Assietta con Sestriere. Si risale il Monte Genevris (punto più alto del giro) per poi scendere 4 tornanti fino al colle di Costa Piana ( m 2313). Prima di arrivare al cartello in cemento del colle Bourget (m 2299) prendere la pista sulla destra. Si precisa che la pendenza è molto pronunciata ed il fondo molto sassoso.

Si raggiunge la stazione di arrivo di un impianto di risalita e si procede a sinistra fino a giungere nei pressi del Pian della Rocca. Si continua verso Sportinia, per poi prendere la seconda salita che porta al monte Triplex. Arrivati ad un bivio tenere la destra, lasciando alle spalle il lago Nero. Si incontra la cappella Notre Dame des Broussailles (m 2327) in posizione panoramica. Poi si supera una pista che scende verso un tunnel d'acciaio e si svolta a quella seguente, fino al bivio per il bar/ristorante La Marmotta ed il colle Basset. Percorrere 500 metri e poi mantenersi a destra.

Dopo un zigzagare si giunge ad un tunnel d'acciaio che si lascia a sinistra per superare una ripida rampa che termina vicino il gabbiotto della sciovia Chamonier. Da qui parte un largo sentiero che conduce a Malafosse Alta. A destra, passa davanti alla cappella di S. Bernardo, per poi attraversare Tachier.

Si ritorna sull'asfalto per raggiungere la tangenziale ovest di Sauze d'Oulx che si attraversa proseguendo sulla via di fronte. Giungere in via Clotes e seguire la via in discesa. Superata la piazza Assietta, svoltare in via Monfol, per poi proseguire dritto fino a raggiungere la SP214 che si segue in direzione Monfol fino a chiudere l'anello.

Fonte: italybikehotels

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Lunedì, 28 Gennaio 2013 10:51

In bici alla scoperta del Piemonte

Se si dimentica il mare, il Piemonte è l'antologia di quasi tutti i paesaggi possibili. Incorniciata dalla grande curva occidentale delle Alpi, presenta più montagna e collina che pianura, storicamente più popolata e ricca. A destra del Po si snodano le colline del Monferrato che, oltre ad essere terre di molti castelli, lo sono anche di tartufi e nobili vigne, come le Langhe e l'Astigiano.

Le rive dei laghi prealpini, con i parchi delle antiche ville, completano la grande offerta turistica di questa regione. Per cui pedalare in Piemonte suscita un interesse non solo culturale e ambientale, ma anche gastronomico. Una delle zone più interessanti per i cicloturisti, ancora poco conosciuta, è quella del biellese. Si tratta di una zona collinare a ridosso delle montagne che offre percorsi misti adatti a tutti immersi in un paesaggio di eccezionale bellezza. La panoramica Zegna, tra Rosazza e Trivero passando per Bielmonte, è ritenuta una delle strade più suggestive d'Italia, si snoda lungo fianchi di monti selvaggi tra scorci panoramici stupendi. L'Oasi Zegna, inaugurata nel 1993, che si estende tra Trivero e la Valle del Cervo nelle Alpi biellesi, in qualsiasi stagione ha sempre qualcosa da offrire, sia per una vacanza nel verde che per una gita domenicale. Molti dei 27 sentieri che attraversano l'Oasi, tutti accuratamente segnalati, sono percorribili in Mtb, la loro versatilità si adatta sia all'amatore più giovane, sia al biker esperto offrendogli anche passaggi estremi. A Torre Pellice in provincia di Torino segnaliamo tra i percorsi per mountain bike il sentiero che arriva al Barbara, raggiunge il Colle Barant per poi scendere al Pra, arrivare a Bobbio Pellice e ritorno. Per la bici da strada segnaliamo per gli amanti del pedale l'emozionante percorso Torre Pellice – Pinerolo – Perosa Argentina – Prali e ritorno.

Fonte: italybikehotels

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Percorsi CAI

Percorsi ATL

Altri Percorsi

In città quando c'è neve o nevischio, la bicicletta non costituisce un problema per la sicurezza ma, piuttosto, una risorsa per evitare traffico e interminabili code.

Tutto sta ovviamente a sapere come comportarsi in presenza di neve o ghiaccio sulle strade. Ecco qualche consiglio:

1. Freni: In caso di neve o ghiaccio l'uso dei freni dovrebbe essere circoscritto al minimo indispensabile. Frenare su superfici scivolose aumenta la probabilità di bloccare le ruote e, quindi, di perdere il controllo della bici. Il freno anteriore, in particolare, può rivelarsi il vostro peggior nemico: in caso di ghiaccio può bastare sfiorarlo appena per ritrovarsi sdraiati in mezzo alla strada a sguazzare nella poltiglia.

2. Evitare parti metalliche: tombini, grate e altre superfici metalliche d'inverno rischiano di trasformarsi in vere e proprie lastre di ghiaccio. Quando pedalate, cercate di mantenervi su asfalto, cemento e terra battuta.

3. Mantenere posizione verticale: fare delle curve in piega è una sensazione magnifica, ma è meglio riservarla per la stagione asciutta. In caso di neve o ghiaccio è quindi meglio rallentare prima di affrontare una curva in modo da restare in posizione perpendicolare alla strada evitando di sbilanciarci e sfruttando la massima superficie di contatto dello pneumatico sulla pavimentazione.

4. Le giuste coperture: con l'avvicinamento della stagione invernale è buona idea utilizzare delle coperture che garantiscono maggiore aderenza alla superficie stradale. Gli pneumatici tassellati da mountain bike o da ciclocross possono servire egregiamente allo scopo: la sezione maggiore e la mescola morbida tipica di queste coperture sono sinonimo di una maggiore tenuta di strada. Prima di uscire in strada è buona norma controllarne la pressione: se le gomme sono leggermente sgonfie hanno una maggiore superficie di contatto con la pavimentazione stradale che, ancora una volta, si traduce in una maggiore aderenza. Se la vostra bici ha i freni a disco potete montare delle fascette da elettricista attorno agli pneumatici per aumentare l'aderenza.

5. Usare i parafanghi. Può sembrare un consiglio scontato, ma per molti il parafango fa molto "sfigato". Se le strade sono sporche il rischio però è di ritrovarsi coperti in men che non si dica da quell'odiosa mescola di neve, terra, sale e morchia. Vale la pena chiedersi se fa più sfigato montare i parafanghi sulla bici o arrivare a destinazione sporchi e bagnati.

6. Meglio la fissa? Proprio per il pericolo che l'uso dei freni rappresenta per chi pedala sulla neve e sul ghiaccio, un'ottima soluzione può essere ricorrere ad una bicicletta a scatto fisso che costringendo ad un controllo costante della pedalata, svolge la funzione di una specie di ABS. Questo consente di avere dei rallentamenti progressivi impensabili utilizzando delle bici a ruota libera. Anche quando usiamo una bicicletta a scatto fisso, ricordiamoci però che il codice della strada impone la presenza dei freni su entrambe le ruote.

7. Mantenere i piedi caldi e asciutti. Pedalare con la pioggia o con la neve rischia di trasformarsi in un vero incubo se non teniamo al caldo le estremità del nostro corpo. Per proteggerci esistono diverse soluzioni: anfibi, scarpe in gore-tex o, addirittura, calzini impermeabili. Se non avete budget da spendere ma volete lo stesso tenere i piedi all'asciutto potete ricorrere al vecchio sistema di avvolgere i piedi in buste di plastica prima di indossare le scarpe e/o avvolgere le scarpe in sacchetti di plastica dopo averle indossate come se fossero delle galosce. Non sarà chic, ma i vostri piedi vi ringrazieranno.

8. Occupa il centro della corsia. è una buona pratica da adottare anche con il bel tempo: occupare il centro della corsia significa rendersi più visibile ed evitare di essere sorpassati in modo azzardato. In caso di neve diventa di fondamentale importanza: ai bordi della strada tendono ad accumularsi detriti e montagne di neve, pedalare sulla destra in queste circostanze significa aumentare il rischio di forature o di urtare inavvertitamente con i pedali oggetti o cumuli di neve perdendo in questo modo l'equilibrio.

9. Prediligi un rapporto leggero. In caso di fondo molle o sconnesso, un rapporto troppo duro può causare movimenti bruschi causando una perdita di equilibrio. Un rapporto leggero vi consentirà di reagire meglio agli imprevisti.

10. Pulizia e manutenzione: durante l'inverno, per scongiurare il pericolo di formazione di ghiaccio, le strade vengono abitualmente cosparse di sale che cercherà di infilarsi in tutte le parti meccaniche della vostra bicicletta corrodendole. Per evitarlo, curate la manutenzione della vostra bici mantenendola pulita e ingrassando accuratamente le parti meccaniche più esposte.

11. Sorridete. Pedalare è una gioia, anche d'inverno, anche con la neve o con la pioggia. Sorridete soprattutto quando in città superate le auto incolonnate a causa di qualche centimetro di neve: dimostrerete a tutti non solo che utilizzare la bicicletta è bello, ma anche che è il modo più veloce per attraversare la città, con qualunque tempo.

fonte: amicoinviaggio

Venerdì, 25 Gennaio 2013 12:14

La bici fa bene al commercio

Quando nella città di Napoli, pochi mesi fa, fu approntata una pista ciclabile, non furono poche le voci di protesta da parte dei commercianti. A loro dire, il prezioso suolo pubblico sarebbe stato meglio sfruttato con posti per il parcheggio delle automobili; prevale infatti ancora l'idea che chi si reca in un negozio in automobile spenda di più di chi ci va in bicicletta.

I commercianti tedeschi hanno capito già da tempo che è vero invece esattamente l'opposto, e collaborano attivamente con le amministrazioni comunali per promuovere l'uso della bicicletta. Se ancora ce ne fosse bisogno, un nuovo studio, questa volta dagli Stati Uniti, conferma che a guadagnare da una diffusione dell'uso delle bici sono, fra gli altri, anche i commercianti.

Tutto il mondo è paese, e anche a Portland, città di più di 500'000 abitanti nello stato dell'Oregon, i commercianti sono soliti ostacolare ogni iniziativa che riduca il traffico o le aree per il parcheggio delle automobili. La dottoressa Kelly Clifton, della locale università, ha deciso di analizzare scientificamente la questione; con il suo team di giovani ricercatori, ha condotto una approfondita inchiesta sulle abitudini dei clienti di bar, ristoranti e "convenience stores", simili ai piccoli supermercati di quartiere.

I risultati della ricerca sono chiari: chi si reca negli esercizi commerciali in bici spende, al mese, una cifra maggiore, circa il 25% in più. L'incremento maggiore si registra nei "convenience stores": mentre l'automobilista medio vi spende 79,37 dollari al mese, questa cifra sale a 105,66 dollari per i ciclisti. La spiegazione di questo fenomeno è semplice: i ciclisti fanno meno acquisti in ogni singola visita, ma proprio per questo tornano più spesso al negozio; in questo modo, hanno più occasioni di fare acquisti imprevisti, e alla fine del mese spendono quindi di più.

È importante quindi continuare questi studi anche in altre città, per diffondere il messaggio che le bici fanno bene anche al commercio. D'altra parte, chi vorrebbe passeggiare, guardare le vetrine, entrare nei negozi, lungo una strada rumorosa, trafficata e puzzolente?

Fonte: amicoinviaggio

Venerdì, 25 Gennaio 2013 11:57

30 chilometri orari per strade piu' vivibili

"30 chilometri orari per strade più vivibili". E' il titolo di un'iniziativa di legge popolare a livello europeo che mira a limitare la velocità dei veicoli all'interno delle aree urbane con il duplice obiettivo di ridurre il numero di morti e feriti in incidenti stradali e di rendere meno inquinante e congestionato il traffico. I promotori dell'iniziativa puntano a raccogliere un milione di firme in un minimo di sette stati membri dell'Europa nel tempo massimo di un anno. Seguendo la procedura legislativa la proposta, se la Commissione europea darà il via libera, potrebbe diventare legge in due massimo tre anni. Il limite di 30 km orari da rispettare nei centri abitati e residenziali, oltre ad aumentare il grado di sicurezza provvederà a limitare le emissioni inquinanti. Secondo i promotori della petizione "l'Unione europea ha obiettivi ambientali e di sicurezza stradale chiari, ma non applicati. Un limite di velocità standard di 30 km/h potrebbe contribuire a ridurre in modo efficace gli infortuni e le morti, l'inquinamento acustico e le emissioni di CO2, e migliorare il flusso del traffico".

 

Fonte: bicisnob

Giovedì, 24 Gennaio 2013 12:54

In bici con le donne e per le donne

Dalle parole ai fatti: dopo alcuni anni l'evento 'Bici&Mimosa' si trasforma e da talk show dedicato a ciclismo femminile diventa una pedalata dedicata al gentil sesso. La manifestazione è nata all'interno del 'Trofeo Binda' di Cittiglio, gara valida per la Coppa del Mondo.

Quest'anno le protagoniste saranno chiamate a salire in sella grazie alla collaborazione con 'Cycle!', nuovo progetto che comprende un magazine e un sito internet. 'Cycle! Pedalata per lei' si terrà quindi il 10 marzo, due settimane prima della corsa a tinte iridate, e sarà interamente dedicata alle donne. "Ai loro diritti in quanto donne, in quanto donne di ciclsimo e non solo" spiegat il patron del 'Binda', Mario Minervino. Saranno coinvolti atleti disabili, società locali con i loro giovanissimi corridori e associazioni che operano sul territorio provinciale. La cicloturistica partirà alle 11.00 dal piazzale della stazione Nord di Laveno Mombello, luogo strategico perché permette di essere raggiunto con tutti i mezzi: treno, traghetto e auto per chi non può presentarsi direttamente in bici. L'itinerario toccherà Cittiglio, Casalzuigno (con breve rinfresco a Villa Della Porta Bozzolo), e ritorno verso Laveno e il Lago Maggiore. L'idea di questa pedalata è nata dall'incontro tra Mario Minervino e il giornalista di Angera Lorenzo Franzetti, ed ha preso forma grazie all'adesione di Maurizio Stara, responsabile delle Ippovie Padane e dell'Ufficio del Turismo di Laveno Mombello. Anche il Fondo per l'Ambiente Italiano che gestisce Villa Bozzolo ha affiancato gli organizzatori. 'Cycle! Pedala per lei' servirà a divertirsi, pedalare, sensibilizzare le persone sull'uso della bicicletta ma anche a sostenere un progetto di 'Action Aid' incentrato sulla difesa dei diritti delle donne che vivono nel terzo mondo.

Fonte:nadirpress

Giovedì, 24 Gennaio 2013 12:30

10 consigli utili per acquistare una e-bike

Manutenzione, ricarica ed autonomia, potenzialità e consigli per scegliere ed acquistare una bicicletta a pedalata assistita

1. Tipologie di eBike

eBike significa bicicletta elettrica e viene utilizzato come termine generale per indicare tutte le biciclette dotate di motore elettrico.

Fondamentalmente se ne distinguono due diverse tipologie:

a) Bici elettrica: motore che si regola mediante una manopola rotante e che funziona anche senza spingere sui pedali, analogamente a quello che accade su uno scooter elettrico. La forza esercitata dal ciclista sui pedali e la potenza erogata dal motore elettrico sono indipendenti l'uno dall'altro.

b) Bici a pedalata assistita o Pedelec (Pedal Electric Cycle): il motore si limita a fornire un aiuto quando si spinge sui pedali. In sostanza la Pedelec è una normale bicicletta dotata di un motore elettrico, in cui tuttavia il motore si accende solamente quando il ciclista pedala fornendogli così assistenza. La quantità di potenza erogata dal motore dipende dallo sforzo del ciclista che è rilevato da un sensore.

2. Caratteristiche della Pedelec

Col motore spento la Pedelec è una perfetta bicicletta tradizionale. Per legge l'assistenza del motore è limitata ad una velocità di 25 km/h avente potenza nominale continua massima di 0,25 Kw (Dir.2002/24/CE - D.L. 31 gennaio 2003 del Min. Infrastrutture e Trasporti.). I modelli di questa categoria sono considerati dal Codice stradale biciclette a tutti effetti e possono essere utilizzati senza speciali permessi e oneri (non necessita, quindi, di immatricolazione, assicurazione, targa, patentino e può usufruire delle piste ciclabili).

3. Come funziona una Pedelec

La eBike Pedelec utilizza un motore elettrico nel mozzo della ruota posteriore o anteriore oppure, nelle più efficienti, posto centralmente (pedali/guarnitura) per sfruttare al meglio la batteria (posta al di sopra, sul tubo obliquo) e l'ottimale distribuzione dei pesi. La maggior parte delle biciclette elettriche usa un motore con potenza da 250W capace di far raggiungere la velocità massima di 25 km/h. Le Pedelec utilizzano un computer di bordo per regolare la potenza da erogare in base allo sforzo sui pedali variandone il rapporto di assistenza alla pedalata e quindi l'aiuto al ciclista. In sostanza il motore elettrico assiste in funzione del rapporto pedalata/sforzo: più si pedala o più è lo sforzo impresso, maggiore sarà l'assistenza del motore elettrico a seconda dalla modalità usata; ad esempio il sistema Bosch ha 4 modalità: Eco e Speed (in rapporto alla pedalata/giri), Sport e Tour (in rapporto allo sforzo).

4. La batteria delle Pedelec

Le batterie tecnicamente più avanzate attualmente sul mercato sono quelle al litio (Li-ion) che diversamente dalle combustibili fossili sono ricaricabili e di fatto sono più efficienti e rispettose dell'ambiente con impatto ambientale decisamente ridotto. Le batterie al litio utilizzate dalle Pedelec hanno generalmente una potenza da 8 a 15 Ah, possono essere ricaricate in circa 4/6 ore, pesano circa 2 kg e hanno una durata di vita di 800/1200 ricariche mantenendo una capacità costante.

Costando solo €0,05 per 100 km, le Pedelec sono il mezzo a motore più economico per la mobilità.

5. Ricarica ed autonomia della batteria

Le Pedelec utilizzano una batteria rimovibile e uno speciale caricabatterie che può essere utilizzato in ogni presa di corrente.

L'ideale sarebbe effettuare la ricarica con fonti rinnovabili: in Europa molte postazione per i servizi di bike-sharing sono munite di pannelli solari, inoltre è sempre più diffusa la tendenza a facilitare la ricarica con fonti rinnovabili anche con dispositivi casalinghi. La batteria carica ha autonomia sufficiente per percorrere dai 50 km ai 70 km circa di percorso misto e più di 90 km in modalità ECO. I fattori che possono ridurre l'autonomia della batteria sono il peso del ciclista, la postura e lo stile della pedalata, la frequenza delle fermate e ripartenze, la pressione delle gomme, la selezione del livello di assistenza alla pedalata e le condizioni meteo.

6. Cura e manutenzione di una Pedelec

La batteria in particolare deve essere trattata con una certa attenzione. E' opportuno farla raffreddare dopo l'uso e prima della sua ricarica. Nonostante i più recenti caricabatterie indichino quando la batteria ha completato la ricarica, è consigliabile mantenerla in carica in quanto nella fase finale l'alimentazione subisce una flessione. Buona norma è ricordare che, quando il caricabatterie indica il completamento dell'operazione, in realtà lo è solo per il 90%.

E' consigliato conservare la batteria a temperatura ambiente, evitando condizioni troppo calde o troppo fredde. E' opportuno far scaricare completamente la batteria le prime volte altrimenti si potrebbe ridurre la sua capacità di ricarica in futuro.

Le Pedelec sono bici a tutti gli effetti e quindi resistenti alla pioggia, al vento e possono quindi essere lavate con acqua. Tuttavia alcune precauzioni sono consigliabili quando si pulisce la batteria e i contatti elettrici al fine di evitare l'infiltrazione dell'acqua nel sistema elettrico che potrebbe compromettere le performance della batteria. Altre informazioni utili sono fornite nel Manuale del Proprietario che si dovrà leggere con attenzione.

7. Tipologie di Pedelec

Le tipologie di Pedelec dipendono sostanzialmente da:

a) Telaio della bici: determina la destinazione d'uso; come la bicicletta tradizionale può essere strada, city o mountain bike (front e full).

b) Posizione del motore elettrico: il motore elettrico su una bicicletta a pedalata assistita può essere installato in tre diverse posizioni: mozzo anteriore, mozzo centrale, mozzo posteriore. Ogni configurazione presenta indicazioni e controindicazioni che possono essere così riassunte:

Front Hub Motor – Pro: costi contenuti, installazione semplice, freno rigenerativo; Contro: scarsa manovrabilità, sensori esterni (quando disponibili), sensazione di pedalata artificiosa, motore non solidale con il cambio, poco sicuro sul bagnato.

Rear Hub Motor – Pro: installazione semplice, freno rigenerativo. Contro: scarsa manovrabilità, scarsa flessibilità con i rapporti, sensori esterni (quando disponibili), sensazione di pedalata artificiosa.

Central Motor – Pro: non necessita di un telaio dedicato, ottima manovrabilità, sensazione di una pedalata naturale, motore e rapporti solidali, sensori integrati. Contro: costi superiori.

c) Marca del sistema elettrico: le più grandi aziende produttrici di elettronica sono impegnate nello sviluppo del Sistema elettrico di pedalata assistita: Panasonic, Bosch e Samsung sono i più diffusi sistemi che troviamo nelle Pedelec. Queste sistemi si differenziano per alcune caratteristiche particolari, come sulla gestione delle modalità di assistenza, di ricarica o per l'estetica.

8. Il peso della Pedelc

La tecnologia è ormai avanzatissima e la ricerca applicata sia ai motori ibridi di derivazione auto che alle bici convenzionali viene utilizzata a pieno titolo dalle Pedelec. Da questo ne trae vantaggio, oltre che l'efficienza, il peso che grazie ai materiali utilizzati si è sensibilmente ridotto. In particolar modo nelle Pedelec con motore centrale, che fanno uso di normali telai di biciclette, il peso non supera i 20kg e spesso si arriva, nei modelli più performanti e cari, a pesi che si aggirano intorno ai 15 kg!

Le Pedelec hanno ormai raggiunto uno stadio di sviluppo tale da poter essere utilizzate anche come normali bici pedalabili anche senza l'ausilio del motore elettrico.

9. Marca

Le più grandi aziende Ciclo hanno in catalogo dei modelli di Bici a Pedalata Assistita, non è difficile incontrare delle biciclette standard di un costruttore sia in versione Pedelec che tradizionale; è il caso ad esempio dell'azienda italiana Lombardo Bikes, che dispone di 3 modelli in ambedue le versioni e utilizza il sistema elettrico Bosch. L'impianto dell'azienda tedesca è pure utilizzato dall'altro produttore nazionale Atala, mentre Bianchi utilizza sistema Panasonic. Diverse sono le aziende produttrici che operano nel mercato tedesco, tra queste la Bergamont, Hibike e la specializzata in Pedelec Flyer, la più esperiente nel campo.

10. Come scegliere

La scelta della Pedelec dipende da diversi fattori:

a) Prezzo: il budget disponibile è determinante per la scelta della Pedelec: i prezzi variano da un minimo di 1000 euro, per le più semplici city bike, fino 3/4000 euro per una mountain bike bi-ammortizzata.

b) Utilizzo: la destinazione d'uso è fondamentale per scegliere la Pedelec che fa per noi: se solo in città, se per escursionismo o gite, strada o fuoristrada, per lunghi tragitti ed eventuali viaggi, o magari per tutti questi motivi.

c) Funzioni: accertarsi bene sulle modalità e le funzioni di cui il computer di bordo dispone e quali a noi necessitano e le modalità di ricarica della batteria.

d) Materiali: porre attenzione ai materiali costruttivi del telaio solitamente alluminio e plastiche stagne, e del sistema batteria/motore.

e) Componentistica: componentistica con marchio Shimano e Sram e forcelle ammortizzate sono indice di qualità.

f) Assistenza e garanzia: la garanzia è secondo normativa, 2 anni, ma elemento fondamentale nell'acquisto della vostra "bici elettrica" è avere certezza che esista un'assistenza efficiente ed efficace erogata dal negoziante o quantomeno, per gusti o sostituzione di parti e componenti, dal distributore nazionale del prodotto.

Fonte: rinnovabili.it

Pubblichiamo il comunicato di Fiab-onlus.

Il Circuito Città d'Arte della Pianura Padana intende favorire la conoscenza e la frequentazione dei propri territori da parte dei cittadini delle città che lo compongono e di tutti coloro, in Italia ed all'estero, che sono interessati dalle sue molteplici attrattive turistiche. Ritiene altresì importante e prioritario favorire modalità di visita sane, naturali e conviviali come quelle proposte dalla FIAB.

In virtù della convenzione firmata nel 2010 con il Circuito, nel 2013 la FIAB organizza in alcune delle città d'arte delle visite guidate, gestite dalla propria associazione locale, ospitando diversi gruppi di cicloturisti aderenti alla F.I.A.B.

Il programma che potete leggere cliccando qui non è ancora definitivo e verrà aggiornato nei prossimi mesi, man mano che le associazioni FIAB prendono accordi per visite guidate nelle città facenti parte del Circuito.

Fonte: Fiab-onlus

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