Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.
Il nuovo led magnetico per le bici si chiama Lucetta, è trendy, italiana e molto pratica. L'idea è di Emanuele Pizzolorusso, già ideatore delle Crumpled City Maps, le mappe pieghevoli e impermeabili, e si compone di un cilindretto metallico di pochi centimetri che si divide in due parti: la prima ha una luce bianca, la seconda rossa.
Dietro ogni porzione si trova un magnete così, per montarla, basta appoggiarla alla canna del sellino e al manubrio e poi devi scegliere una delle tre modalità tra luce continua, intermittente veloce o lenta.
Quando parcheggi la bici basta staccarli: i magneti tengono unite le due porzioni così da riporre il cilindretto in tasca senza paura di perderlo.
Lucetta serve solo a "migliorare la visibilità di bici e conducenti" e che "in nessun caso può sostituire l'illuminazione prevista per legge" anche se il nostro Codice della strada parla genericamente di luci "anteriore bianca o gialla, altezza tra 30 e 100 cm; posteriore rossa, altezza massima 100 cm". Il prezzo delle luci non è eccessivo; solo 18 euro a set.
Fonte: www.palomarweb.com
Si è lanciato con la sua minicar contro il corteo della critical mass, facendo cadere tre ciclisti. È successo all'altezza di piazza Diaz, a Milano, durante una manifestazione del gruppo in bicicletta che solitamente si ritrova il giovedì sera e sfila lungo le strade del centro in gruppo bloccando il traffico. In questo video si vedono due ciclisti che avvertono il pericolo e sferrano un pugno sulla vettura, che continua il suo slalom nel corteo. Dopo pochi secondi, l'auto travolge le tre persone (video da Radiobici.it)
Fonte: Radiobici.it
La conoscenza del Codice della Strada è un tassello fondamentale per circolare sulle strade in sicurezza. D'altro canto, il semplice rispetto delle regole della circolazione può non essere sufficiente per garantire la sicurezza del ciclista.
E' sempre utile l'accortezza che deriva dalla pratica quotidiana della bici, condividendo lo spazio tra diversi utenti nel rispetto reciproco. Spesso, d'altra parte, la mancanza di abitudine a muoversi in bicicletta esalta la percezione del pericolo anche oltre l'effettivo rischio di conflitti con gli altri veicoli. Eppure, proprio per i ciclisti vale il motto anglosassone "safety in the number": la maggior sicurezza è nella quantità dei ciclisti in circolazione. È quindi per creare consapevolezza e sicurezza nel "ciclista urbano" che FIAB Ciclocittà e Comune di Varese offrono ai varesini un agile opuscolo che affronta con l'aiuto di semplici disegni le situazioni più a rischio per un ciclista in città, dagli incroci alle rotatorie, dai sorpassi agli attraversamenti pedonali.
Fonte: www.fiab-onlus.it
La riforma del Codice della Strada è finalmente avviata. Il 2014 sarà l'anno del Codice della Strada, ma prima del Codice arriverà un decreto ministeriale che chiarirà molti aspetti e soprattutto potenzierà l'offerta di ciclabilità, settore importante e in crescita: negli ultimi due anni, dopo 50 anni, l'acquisto delle biciclette ha superato l'acquisto delle automobili, segnale che gli italiani sono più avanti della politica". Così all'Adnkronos il sottosegretario ai Trasporti Erasmo D'Angelis, a margine dell'incontro di oggi "Una velocità nuova per la sicurezza" organizzato da Rete Mobilità Nuova presso la sede Aci di Roma.
Di riforma del codice della strada e delle misure da adottare per ridurre il numero di incidenti stradali gravi si è parlato, settimana scorsa, a Roma al convegno organizzato dalla Rete Mobilità Nuova, coalizione che raggruppa circa 200 sigle nazionali e locali. Al centro dell'incontro le proposte avanzate in tema di mobilità dalle associazioni, in particolare proprio quella relativa al limite dei 30 km orari in città previsto dalla proposta di legge presentata dalla Rete, sostenuta da una petizione che ha raccolto 90mila firme.
"Le nostre richieste fondamentali sono quelle sulla sicurezza e sull'istituzione di zone 30 in area urbana, eccetto viabilità principale, una norma che non ha controindicazioni e che si comporta come un 'ombrello' che protegge non solo ciclisti, ma tutte le utenze deboli della strada - spiega all'Adnkronos Valeria Pulieri di Rete Mobilità Nuova - Una proposta fondamentale per adeguarci a un panorama europeo dove le zone 30 sono diffuse e portano moltissimi benefici anche economici perché favoriscono l'economia locale, la fruizione del territorio, la condivisione degli spazi".
"Vogliamo che le zone 30 - aggiunge Valeria Pulieri - diventino lo strumento attraverso il quale innescare un'invesrione di tendenza nella mobilità ad oggi rappresentanta quasi esclusivamete da quella automobilistica. "Oggi ribadiamo l'importanza di adeguarsi a questa nuova tendenza che ha visto aumentare i numeri della ciclabilità in Italia e che necessita soprattutto di nuove regole per essere favorita, incentivata e protetta".
Fonte: www.adnkronos.com
Si terrà martedì 26 novembre presso la sala assemblee ACI (via Marsala 8 – Roma) dalle 9.30 alle 13.30 l'incontro pubblico sul Nuovo Codice della Strada – organizzato dalla Rete per la Mobilità Nuova: "Una velocità nuova per la sicurezza". I Comuni, sempre più attivamente, promuovono gli spostamenti a piedi e in bicicletta mentre molti cittadini, spontanenamente, hanno deciso di modificare il proprio stile di mobilità. La crescita del traffico non motorizzato impone un ripensamento delle regole della circolazione per favorire una maggiore sicurezza per tutti gli utenti della strada e una più armonica condivisione della rete viaria.
Fonte: www.greenitalia.org
Nella città di Prato operano ormai da molti anni numerose associazioni amiche della bicicletta che, pur da punti di vista diversi, sono particolarmente sensibili al tema della salvaguardia dell''ambiente e della mobilità sostenibile e si impegnano, con specifiche modalità di azione, per costruire una città più rispettosa della propria storia e delle bellezze paesaggistiche del territorio, nella quale le diverse modalità di traffico possano integrarsi garantendo a tutti standard di sicurezza adeguati e una qualità di vita pari a quella delle più moderne città europee. Accanto ad associazioni di tradizione come Fiab, Wwf e Legambiente, a realtà radicate nella tradizione del ciclismo sportivo e del cicloturismo come Uisp, Ac Pratese 1927, Medici Pratesi e Coppini Sport, ad iniziative legate alla cultura del viaggio e al mondo dei "bike messengers" come Libreria Il ManuAle ed Ecoposta, si sono imposti all''attenzione in questi ultimi anni gruppi di giovani con la passione del collezionismo ciclistico come Pif-Prato in Fissa, e infine è esploso in modo prepotente l''arcipelago variegato dei social network che anche nella nostra città ha visto emergere blog dedicati alla mobilità 'dolce' come "La filosofia va in bicicletta", "Prato Ciclabili", "Pista ciclabile del Bisenzio".
Per dare maggiore visibilità ed efficacia all''impegno di quanti operano all''interno di queste realtà è nato Prato Città in bicicletta, un network di associazioni e di cittadini convinti che solo unendo le forze si può diffondere la cultura della bicicletta, sollecitare le istituzioni a realizzare interventi di politica urbanistica adeguate ai tempi, favorire forme sempre più diffuse di mobilità intermodale, che puntino in modo privilegiato sul trasporto pubblico, le isole pedonali, gli itinerari ciclabili protetti, il transito delle biciclette nelle corsie preferenziali e nei sensi unici, la moderazione del traffico automobilistico con introduzione di zone con limite di velocità a 30 km/ora.
Fin da ora è attivo un blog Prato Città in Bicicletta, per il momento ospitato all'indirizzo http://pratociclabili.teo-soft.com/ nel quale è possibile trovare raccolte in un unico format aggiornato tutte le informazioni che compariranno sui siti internet e Facebook dei soggetti che partecipano al progetto. Una vetrina completa e aggiornata di tutto quello che a Prato, in Italia e nel mondo viene pubblicato sul tema della mobilità.
Fonte: www.tvprato.it
La Giornata Mondiale in ricordo delle vittime per incidenti stradali ricorre ogni terza domenica del mese di Novembre. Le vittime delle strade italiane sono tante; 300.000 sono i feriti, ed oltre 20.000 i disabili gravi prodotti da questa guerra non dichiarata. Il parlamento Europeo ha chiesto all'Italia di ridurre del 40% in dieci anni questi numeri. Dopo ogni incidente grave, inizia un doloroso ed estenuante iter legale che dovrebbe portare alla individuazione delle responsabilità, alla punizione dei responsabili con pene commisurate alla gravità dei loro reati, e ad assicurare alle vittime o ai loro familiari un risarcimento equo. Nel mondo gli incidenti stradali ogni anno causano circa 1,2 milioni di morti (fonte ONU). A questi si aggiungono tra i 20 e i 50 milioni di feriti: il tutto si traduce in oltre 500 miliardi di dollari di costi sociali.
"La celebrazione del ricordo delle vittime della strada, deve costituire un momento di profonda riflessione per le istituzioni e per i cittadini. Non dobbiamo mai dimenticare che ogni giorno, sulle strade del nostro Paese, si consuma una vera e propria strage a puntate che non ha eguali per numero di morti e feriti": dice il presidente della Fondazione ANIA, Aldo Minucci. Non è un caso d'altra parte che dal 2005, a seguito di una risoluzione votata dalle Nazioni Unite, la terza domenica di novembre è dedicata a tutte le persone che hanno perso la vita in incidenti stradali. "Questa giornata – commenta Minucci – è nata con la volontà di riportare sistematicamente all'attenzione dell'opinione pubblica, il dramma degli incidenti stradali, il dolore che ogni giorno le famiglie devono sopportare per la perdita di un caro: 3653 vittime nel solo 2012, un quarto delle quali aveva meno di 30 anni. Non sono solo le morti a destare preoccupazione: ogni anno registriamo quasi 900mila feriti, 100mila dei quali riportano invalidità permanenti gravi. Si tratta di persone che vedono cambiare per sempre la propria vita. Non possiamo restare indifferenti di fronte a questi dati".
Fonte: www.repubblica.it
Il rapporto evidenzia in modo marcato peculiarità e linee di tendenza della sicurezza stradale in Italia. Complessivamente si è confermata una riduzione di incidenti e morti sulle strade. La riduzione, precedentemente molto marcata, si sta esaurendo.
Complessivamente, con qualche anno di ritardo, ci si sta avvicinando al dimezzamento delle morti rispetto al 2001 (-48,5%). Questo dato è però sempre più sbilanciato verso le quattro ruote (-55%, dimezzamento abbondantemente superato) a scapito dell'utenza debole (-39% pedoni, -11% ciclisti, - 43% motociclisti). I morti nell'utenza debole sono pari a quelli delle quattro ruote a motore (leggermente meno per il miglioramento del dato dei motociclisti). I ciclisti sono l'unico segmento che ha visto un seppur minimo incremento di morti sia rispetto al 2010 che al 2011 (289 contro 282), ma anche per i pedoni la riduzione è stata minima. Più marcata invece la riduzione registrata tra i motociclisti Questo dato non va letto in valore assoluto, ma rapportato agli spostamenti, a causa dell'incremento del numero di ciclisti e dei km percorsi in bicicletta. Di conseguenza l'incidentalità per km percorso è diminuita.
Un altro dato emerge con evidenza. La riduzione di incidenti e morti dell'ultimo anno è da ascrivere per il primo anno anche alle strade urbane, oltre che alle extraurbane ed autostrade (essenzialmente per le quattro ruote a motore e, parzialmente, per le due ruote a motore), ma i morti in città in Italia sono passati solo dal 45% (dato 2011) al 43% del totale (dato 2012), mentre la media europea è al 33%. Ciò è strettamente collegato al fatto che l'81% delle vittime in città (5 morti su 6) è da ricondurre all'utenza debole. Le politiche di sicurezza urbana e quelle di tutela di ciclisti, pedoni e motociclisti sono quindi quelle su ci occorre intervenire con priorità e urgenza, per diminuire il divario con le altre grandi città europee.
Non va infine dimenticato che il dato presentato dalle statistiche ACI-ISTAT è costantemente sottodimensionato rispetto alle statistiche sanitarie, pubblicate con 2 anni di ritardo, che danno un valore superiore del 10% (non tutti decessi ritardati sono registrati da ACI-ISTAT), per cui il dato reale 2012 è di circa 4000 morti complessivi.
Tutte queste considerazioni fanno ritenere che la spinta propulsiva alla riduzione dei morti sulle strade si è affievolita e che occorre riprogettare gli interventi come richiesto dal 4° programma quadro (2011-2020) della Comunità Europea intervenendo nelle città a favore dell'utenza debole.
Fonte: fiab-onlus.it
Le vendite di biciclette nel 2012 hanno superato quelle delle auto e che i ciclisti aumentano a ritmi vertiginosi, al ministero dei Trasporti hanno pensato che fosse arrivata l'ora di cambiare qualcosa. Così allo studio c'è una riforma del codice che dovrà essere effettuata con il Parlamento. Fra le novità in arrivo ci sarà particolare attenzione a ciclisti e pedoni, maggiore severità nei confronti di motorini e recidivi e premi per i più virtuosi. «Entro dieci giorni - spiega il sottosegretario Erasmo D'Angelis - avremo la discussione delle modifiche e all'inizio del prossimo anno potremo definire il nuovo codice della strada. In legge di stabilità troveremo anche i finanziamenti per il trasporto urbano». Ciò vorrebbe dire rendere meno obsoleto e limitato il parco mezzi pubblici italiani: in totale 45 mila con un'età media di 13 anni, il doppio della media europea.
Nei centri abitati nasceranno sempre più zone a 30, dove il limite di velocità sarà di 30 chilometri orari. Saranno introdotti premi per i conducenti virtuosi e riduzioni delle sanzioni se verranno pagate in breve tempo. Saranno invece inasprite le multe nei confronti dei recidivi e di chi ha dei comportamenti particolarmente pericolosi per la sicurezza stradale.
Il ministero ha voluto dedicare particolare attenzione e severità nei confronti dei minori: sarà introdotta anche per loro la patente a punti, si terranno di nuovo corsi di educazione stradale nelle scuole. Lo richiede la normativa europea che prevede la possibilità di ottenere un titolo abilitativo alla guida solo dopo il superamento di un esame teorico e pratico.
Diritti e doveri anche per i ciclisti. «Avere maggiori diritti significa anche assumersene le responsabilità», spiega il sottosegretario D'Angelis. Quindi è prevista l'adozione di misure di tutela dell'utenza debole, anche con riguardo a sistemi di maggiore visibilità notturna per i ciclisti. «Cercheremo di fare in modo che le biciclette vengano vendute con un kit di sicurezza da indossare di notte o sulle strade dove la circolazione è veloce».
Fonte: www.lastampa.it
Un team di ingegneri Cinesi ha messo appunto un apparecchio molto utile, specialmente per chi pedala di sera. Si monta sul manubrio e proietta sulla strada un fascio luminoso con una griglia che rileva gli ostacoli e li rende maggiormente visibili. Non solo quindi una luce per farsi vedere da macchine e traffico, ma una luce per vedere meglio la conformazione del terreno che andremo a calpestare con le nostre ruote. Si attiva con un pulsante, è dotato di batteria interna per l’alimentazione quando si è fermi e si ricarica pedalando. Attraverso lo stesso pulsante di accensione e spegnimento è possibile scegliere anche le dimensioni della griglia che sarà proiettata sul terreno tra tre opzioni: una per quando si va a una velocità ridotta e misura 14×18 centimetri, una pensata per velocità sostenute di 14×26 cm e una per chi pedala in gruppo che misura 30×20 cm. Purtroppo questo utile gadget non è ancora in vendita, ma vi avviseremo appena lo sarà. Per approfondire leggi l'articolo su repubblica.it o su dailymail.
Fonte: repubblica.it
Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.