Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.
[Comunicato stampa] “Una gara che toglie il fiato”, la Maxiavalanche di Cervinia può’ essere considerata la competizione che ha cambiato radicalmente il panorama delle marathon dh italiane, per antonomasia rivolte ad atleti di buon livello e supportati da una elevata preparazione atletica . Per la prima volta in Italia nel 2004, proprio a Cervinia, in Valle d’Aosta, la Maxiavalanche vede la sua consacrazione con 400 concorrenti allineati sullo start di partenza a 3500 metri del Plateau Rosà, nell’enorme domaine skiable del ghiacciaio Italo Svizzero. In quella occasione, gli organizzatori locali, si trovano a dover affrontare un problema inaspettato sorto nella categoria amatori, dove alcuni concorrenti si presentarono con indosso il casco della vespa o con la bicicletta rigida da xc. Da allora, le cose sono cambiate, ma non la filosofia dei concorrenti, che ancora oggi, a distanza di alcuni anni, si presentano con il medesimo spirito goliardico di sfida, pronti ad affrontare una interminabile discesa che li lascerà senza fiato e consapevoli di aver compiuto una grande impresa personale.
A detta di molti, la Maxiavalanche non ha mai deluso, sia per le sue doti tecniche, sia per il paesaggio e i maestosi panorami che vanta di offrire. Con il suo Monte Cervino, che si staglia indomito dai suoi 4478 metri di altitudine su tutta la vallata della Valtournenche, il bike resort riesce ad offrire due tracciati di discesa unici nel suo genere. Il primo, il trail 2, quello che da due anni è parte integrante del Bike Park, prende il via da Cime Bianche laghi, località a ridosso del ghiacciaio del Rollin, dove l’immenso deposito morenico ha permesso la costruzione di alcune linee davvero entusiasmanti, con drop naturali e compressioni create dai sedimenti glaciali millenari. Da qui la discesa offre alcuni rapidi passaggi in un terreno arido e compatto per poi gettarsi nelle praterie disseminate di saliscendi e rilanci senza tregua. La parte finale, dopo aver superato alcune strutture aeree, si trasforma in un serpentone interminabile di sponde e tobogan per poi gettarsi a capofitto nel bosco e infine sul grande prato del traguardo. La vera chicca resta comunque sempre il tracciato originale, quello che i concorrenti si trovano ad affrontare la domenica di gara; bianchissimo, freddo e mozzafiato, è il paesaggio che lascia tutti a bocca aperta quando lo si raggiunge in funivia, quest’ultima enorme e velocissima, capace di raggiungere i 3500 metri di quota in pochi minuti. E’ il ghiacciaio del Plateau Rosà a rendere unica questa competizione, che anche se imitata sotto varie forme e stili, non conosce rivali in quanto contraddistinta dalla possibilità di sfidarsi su un tratto di ghiacciaio di oltre 2 km, prima di poter iniziare la discesa nell’interminabile percorso di oltre 10 km che conduce al centro dell’abitato di Cervinia.
I numeri
Sono i numeri a fare la differenza, ma non solo in termini di presenze al cancelletto di partenza, quanto per le caratteristiche del percorso.
I concorrenti:
Sono oltre 400 e provengono da ogni parte del mondo e sono principalmente degli amatori. Non mancano i grandi nomi di spicco nei professionisti della discesa come i francesi Franck Parolin, Simon ANDRE, Yohan BARELLI, l’inglese Alex STOCK o i campioni nostrani come Bruno Zanchi e Claudio Brunier.
Il programma:
VENERDI 6 LUGLIO 201208 h 00 – 16 h 30 Ricognizione dei concorrenti sul tracciato di gara.
14 h 15 – 19 h 00 Presso l'ufficio gare di Cervinia: accoglienza dei concorrenti, controllo tecnico ed amministrativo, consegna placche manubrio e documentazione
Serata: PARTY CON GLI ATLETI
SABATO 7 LUGLIO 2012: QUALIFICAZIONI PER LA DETERMINA DELLE GRIGLIE DI PARTENZA DI DOMENICA
08 h 00 – 12 h 00 Accoglienza dei concorrenti, controllo tecnico ed amministrativo, consegna placche manubrio e documentazione
Prove ufficiali SUL TRAIL 2 da metri 2900 slm – Obbligo della placca manubrio per poter accedere agli impianti di risalita
Posizionamento dei partecipanti sulla linea di partenza 30 minuti prima dei suddetti orari:
14 h 00 Partenza della prima serie di qualifica dal n°1 al n°100
14 h 30 Partenza della seconda serie di qualifica dal n°101 al n°200
15 h 00 Partenza della terza serie di qualifica dal n°201 al n°300
15 h 30 Partenza della quarta serie di qualifica dal n°301 al n°400
16 h 00 Partenza della quinta serie di qualifica dal n°401 al n°500
Serata: PARTY CON GLI ATLETI
DOMENICA 8 LUGLIO 2012 : LA GARA
Dalle ore 07 h 00 Salita con gli impianti fino in partenza a metri 3500 del Plateau – Rosà.
09 h 15 Posizionamento dei partecipanti sulle linee di partenza in base al numero di placca.
10 h 00 Partenza della Prima manche della Coppa Europa categorie scrach e juniors
10 h 30 Partenza della Prima manche della Maxi Promo Europa e della Coppa Europa categorie Dames et Masters 40
Dalle ore 12 h 30 Salita con gli impianti sino in partenza (priorità in base ai numeri di placca)
13 h 15 Posizionamento dei concorrenti sulle linee di partenza in base al numero di placca
14 h 00 Partenza della Seconda Manche della Coppa Europa categorie Scrach e Juniors
14 h 30 Partenza della Seconda Manche della Maxi Promo Europa e della Coppa Europa categorie Dames et Masters 40
16 h 30 Nel villaggio in arrivo, Premiazione dei vincitori delle 8 categorie e ringraziamenti delle autorità.
Le iscrizioni
per iscriversi è necessario collegarsi alla pagina web dell’organizzazione Francese UCC: www.maxiavalanche.com oppure scrivendo al seguente indirizzo email:Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Se avete domande potete usufruire della nuova sezione Maxiavalanche Cervinia che trovate qui.L’A.S.D. Sborcs Bike di San Odorico al Tagliamento (UD) comunica che l’8° edizione della 12 ore MTB di San Odorico (UD) si svolgerà nel secondo fine settimana di Luglio. Confermata l’ormai collaudata formula dell’evento con l’omologazione Udace ed il servizio di rilevamento passaggi e tempi tramite chip elettronico. Verrà riproposto anche il nuovo tracciato preparato nella scorsa edizione; nessun biker infatti ne ha potuto apprezzare a fondo le caratteristiche a causa delle avverse condizioni meteo che hanno portato alla sospensione della passata edizione durante le ore notturne.
Le iscrizioni si ricevono entro e non oltre le ore 19:30 di Sabato 7 Luglio 2012.
La quota di iscrizione individuale è di EURO 25,00 (venticinque euro) per ogni partecipante fino a Sabato 30 Giugno 2012 compreso
La quota sale a EURO 30,00 (trenta euro) per ogni partecipantea partire da Domenica 1 Luglio e fino a Sabato 7 Luglio 2012
Nel costo sono compresi i seguenti servizi:
Pacco gara, colazione la domenica mattina e pranzo completo (primo e secondo) la domenica a mezzogiorno. Assicurazione, assistenza sanitaria, ristoro per 12 ore, servizio docce per 12 ore, servizi igienici, lavaggio bici, possibilità di allacciarsi alla rete elettrica per illuminazione della propria tenda o quant'altro e servizio scopa.
Inoltre ci sarà la possibilità, per atleti e non, al momento della consegna del pacco gara di prenotare dei buoni pasto a pagamento per la cena del sabato sera.
Fonte: http://www.sborcsbike.it
La sfida alpina più ambita dell'estate, un'avventura magnifica tra le vette del gruppo Ortles Cevedale, dai 1200 m. della partenza a Bormio, al tetto della granfondo con i 2050 m. dell'Alpe Solaz.
Nel silenzio e nella magia che avvolge la natura incontaminata del Parco Nazionale dello Stelvio, c'è la terra promessa per tutti i bikers che vogliono vivere una giornata indimenticabile di grande sport.
Dopo l'inverno, disciolte le nevi, si sono compiuti i primi sopralluoghi sul percorso, dove già dal mese scorso sono iniziati i lavori di manutenzione e pulizia; segnalati con indicazioni permanenti, i due ormai famosi tracciati, il Classic 39 km.disl.1430 mt. ed il Marathon 69 Km disl.2300 mt. sono interamente percorribili.
Sarà sempre il palazzo Pentagono di Bormio la sede della spettacolare partenza, ottima base logistica di questo grande evento nella quale sono accentrati tutti i servizi pre e post gara, oltre un'ampia area expo.
Nel Bormiese, la mountain bike trova le sue naturali origini che caratterizzano i percorsi della granfondo; già dopo pochi chilometri dalla partenza nel cuore di Bormio, ci si immerge subito nelle folte pinete del monte Vallecetta, che portano nella vicina Valfurva, un ambiente fiabesco, al cospetto della maestosa vetta del Gran Zebrù "Konig Spirze" e all'Alpe Solaz primo GPM di giornata.
Giù in picchiata fra i magnifici single track della Reit, per un tuffo memorabile nel centro storico di Bormio, dove, per l'arrivo del percorso classic mancheranno solo un paio di chilometri. Per i mitici del marathon il tracciato scorre verso la Valdidentro caratterizzata da una natura selvaggia, boschi, maggenghi, pascoli e tipiche baite di montagna, per giungere al 2° GPM denominato La Palancana 1825 mt.
Da qui il secondo super scenografico tuffo su Bormio; adrenalina pura, divertimento, e tante mulattiere e stradine sterrate tutte da guidare, che rappresentano l'essenza della mountain bike! E poi...e poi siamo arrivati e dopo esserci ristorati al sontuoso"pizzocheri party" presso la sala ristorante del Pentagono torniamo a casa con l'indelebile ricordo di una giornata di vero off road.
Il comitato organizzatore è in fermento; a pochi mesi dal via si sta curando tutto nei minimi particolari compresa l'ospitalità che si è arricchita in questi giorni di un altro hotels partner"l'Agriturimo Rini ". Questa magnifica struttura inserita nella zona "verde" di Bormio, nelle immediate vicinanze della partenza della granfondo, con la sua presenza contribuisce ad arricchire le interessanti offerte di soggiorno.
Amici bikers vi aspettiamo tutti a Bormio per un'estate indimenticabile!
Comunicato stampa
In collaborazione con il Team Alba Orobia Bike, organizzatore dell'evento, dedicheremo due giorni a chi è interessato ad avvicinarsi al mondo delle ruote artigliate, giovani e meno giovani.
Sfruttando i tracciati del Sernov Bike Park di Robbiate, seguiremo i ragazzi che ancora usano le ruote da 24' e da 20' per divertirsi in sicurezza con le loro mtb..oppure con le nostre, perchè ne metteremo alcune a disposizione.
Noi di Bike in Progress, oltre a garantire assistenza tecnica, coglieremo l'occasione per farvi testare le bike "dei grandi"..Transition Covert e Bandit in taglia M, stiamo lavorando anche per avere a disposizione la nuovissima Commencal AM..stay tuned.
Leggete bene la locandina e venite a trovarci.
Discreto sino a Ceresole Reale: il tratto conclusivo risente invece delle condizioni ambientali e ad inizio stagione può presentare crepe e fessure causate dal gelo. Possibile inoltre la presenza di terriccio e ghiaia in caso di precipitazioni, quindi in discesa occorre prestare la dovuta attenzione
Eventuali suggerimenti per la visita:
La strada per il Colle del Nivolet è chiusa al traffico per gran parte dell'anno. Solitamente viene aperta nel mese di giugno e comunque la percorribilità va verificata prima di partire telefonando all'ANAS o alla APT di Ceresole Reale (Tel. 0124/953186 - 953121)
La salita è di grande impegno per la notevole lunghezza. Inutile raccomandare di affrontarla solo se ben preparati ed equipaggiati (un breve acquazzone in quota può facilmente trasformarsi in una fitta nevicata anche nel mese di agosto...): consultare sempre le previsioni meteorologiche prima di partire
La salita nel dettaglio
Un solo aggettivo può descrivere adeguatamente questa salita: interminabile!!! Con i suoi 2612 mt. il Colle del Nivolet è, dopo lo Stelvio, l'Agnello ed il Gavia, il quarto valico stradale italiano asfaltato: mette in comunicazione l'Alta Valle di Locana con la Valsavarenche e si snoda interamente entro i confini del Parco Nazionale del Gran Paradiso. L'ambiente naturale circostante è molto suggestivo, in più punti severo. Se si ha la fortuna di scalarlo all'inizio dell'estate, non appena la strada diventa praticabile, è facilissimo imbattersi in branchi di camosci e stambecchi al pascolo, ormai per niente intimoriti dalla presenza dell'uomo.
La storia della progettata strada di comunicazione con la Valle d'Aosta è tristemente nota: un'utopia di scellerati decisi - nel nome del progresso di pochi - a contaminare irrimediabilmente una delle aree più suggestive d'Italia. Non sta certamente a me giudicare, ma resta il fatto che la strada esiste e quindi va a mio parere regolamentata: un'idea - o forse un'utopia - quella di lasciarla nelle mani di noi ciclisti e di chi la montagna la sa amare e rispettare sul serio....
Per eseguire un buon riscaldamento conviene partire dal fondovalle, per esempio da Castellamonte (345 mt.), città ben nota per le sue ceramiche artistiche. Il primo tratto di trasferimento consente di pedalare in assoluto relax, superando Cuorgnè (mt. 414), dove la strada diventa addirittura a due corsie, larga ed invitante. Si incontra qualche breve strappettino - che superiamo di slancio con un deciso 53x17 - e si giunge a Sparone (552 mt.) dove la carreggiata si va decisamente restringendo. Si continua comunque in prevalente falsopiano sino a Locana (613 mt.) ove cominciano a vedersi le prime pendenze significative e dove iniziamo anche i rilievi altimetrici. C'è da dire che in questo primo tratto il panorama non è un gran che: la vallata è assai chiusa e segnata spesso dai dissesti idrogeologici delle recenti alluvioni. Non resta che concentrarsi sulla strada e così continuiamo di buona lena incontrando le prime vere rampe di salita nei pressi di Noasca (1063 mt.)
Superato il centro del paese iniziano i primi dolori. Quattro micidiali tornanti al 10-12% prima dell'imbocco della nuova galleria impongono il 39x23. Il lungo tunnel (3,5 km) è ben illuminato ed asfaltato: presenta pendenze costanti (alcuni cartelli indicano addirittura tratti al 15% ma in realtà raramente si sale oltre il 10%) e non presenta dunque problemi se il traffico è limitato, ma di domenica deve essere un calvario pedalare tra i fumi di scarico di centinaia di automobili!!
A onore di cronaca c'è da dire che il tunnel può essere evitato percorrendo la vecchia strada che si inerpica a stretti tornanti di fianco alla galleria: in questo caso occorre tenere conto del manto stradale molto malridotto e spesso ostruito da massi e pietre franate dalla montagna, ovviamente mai rimossi visto che la strada è abbandonata: Ad un certo punto si deve comunque entrare nella nuova galleria e percorrerla per circa 100 metri prima di uscire nuovamente allo scoperto.
Con grande sollievo si esce dalla galleria e si sbuca a Ceresole Reale (mt. 1620). Ci troviamo al cospetto di una vasta conca dominata dal grande lago brulicante di surf: la strada lo costeggia con alcuni saliscendi e inizia a risalire la vallata dell'Orco.
Un primo tratto quasi in falsopiano ci conduce alla frazioncina di Chiapili (mt. 1657), dove il paesaggio diventa veramente incantevole: nonostante i 1000 mt di dislivello già superati è da qui che comincia in pratica la vera e propria salita al Col del Nivolet, distante ancora 15 km!!! Di fronte all'estasiato ciclista - in un vallone di selvaggia bellezza - una serie infinita di tornanti, di pendenza assai sostenuta che spesso tocca il 10%. Si raggiunge così la diga ed il lago artificiale di Serrù (mt. 2275), con una suggestiva chiesetta che domina la valle: da qui si perdono circa 100 mt di dislivello in discesa sino a giungere all'altro bacino artificiale, il lago Agnel.
Qui ha inizio l'ultimo tratto di salita, con pendenze decisamente più abbordabili. Ma a questo punto può subentrare la fatica per i tanti chilometri percorsi, unita alla rarefazione dell'aria che può creare un certo affanno, ma ci si abitua presto e poi la meta è ormai vicina!! Ora si pedala tra immense pietraie e radi pascoli sino al Colle, incassato fra le rocce.
Dal Colle si può scendere sul versante valdostano sino al Pianoro del Nivolet (circa 1 km) , ove sorge il capiente ed attrezzato rifugio Savoia, al termine dell'asfalto.
Un'ultimo sguardo al panorama incantevole, qualche barretta energetica e, inforcata la mantellina, giù a capofitto... Si pedala poco sino a Noasca, poi il tipico vento di convezione che sale dalla pianura ostacola fortemente la marcia sino al fondovalle.
Lunghezza: 14,43 Km
Tempo percorrenza: 2h15'
Cartografia: ISTITUTO GEOGRAFICO CENTRALE Carta dei sentieri e dei rifugi 1:25.000 n. 104 Bardonecchia Monte Thabor Sauze d'Oulx
Periodo consigliato: maggio - settembre
Tipo: asfalto (4,59 km - 32%), sterrato (9,84 km - 68%)
Dislivello: circa 350 metri
Effettuato il: 4 Luglio 1999
Località di partenza: Oulx
Accesso: dall'uscita Oulx Est dell'autostrada del Frejus (A32) si raggiunge dopo 2 km una piazzetta rotonda nel paese dove occorre svoltare a destra seguendo le indicazioni per Bardonecchia (corso Montenero). Superato il ponte sulla Dora Riparia si incontra subito il bivio con indicazioni Cotolivier (punto di partenza). Lasciare la vettura nelle vicinanze.
Descrizione: Si passa una zona edificata ignorando un senso vietato ed alcune vie a fondo cieco sulla sinistra (via Seguret, via Fraiteve...). La strada successivamente si restringe (0,7 Km) entrando in un fitto bosco di larici. Si affrontano alcuni tornanti trascurando una deviazione sulla destra (1,62) con indicazioni per Villaretto / Chateau (percorso "D") e svoltando a quella successiva (3,59) per Chateau (percorso "E") / Fontana del Buon Vino. Prima di arrivare a quest'ultima si incontra una fontana dell'ANA (2,52) e, nei pressi di un guard-rail, un punto panoramico che ci offre una splendida veduta dall'alto della cittadina di Oulx. Percorsi 150 metri si incontra la deviazione, sulla sinistra, che, superata una sbarra in legno, conduce su largo sentiero pianeggiante, in pochi minuti, alla fontana (4,04). Il giorno che ci siamo stati non usciva neanche un goccio d'acqua! Una lapide, protetta da uno steccato, e' stata posata dall'ANA Oulx a ricordo di tutti i caduti. Torniamo nuovamente indietro alla precedente sterrata ripartendo da 4,33 km. Questa si mantiene pianeggiante toccando due cappelle dalle dimensioni lillipuziane: Boncharle (6,82) e Côte Rouge (7,56). 600 metri oltre quest'ultima si ignora una deviazione sulla sinistra con cartello "Cotolivier h 2". 70 metri piu' avanti scendiamo a destra lungo una stradina inerbita (cartello Savoulx percorso "D"). Siamo vicini alle case di Chateau tra le quali spicca il campanile della parrocchiale di S. Bartolomeo. Giunti ad un crocicchio (8,51) si continua diritto attraversando un ponte in legno. Il sentiero scende con qualche tratto ripido, specialmente nell'affrontare una serie di tornanti, che costringeranno a scendere in piu' di una occasione dalla sella: si raccomanda di fare attenzione e di essere prudenti. Affianchiamo una parete rocciosa dal fondo della quale sentiamo provenire il rumore di un corso d'acqua. Intorno ai 10 km il sentiero si fa pianeggiante e piu' largo. Nei pressi di un prato si ignora un bivio sulla sinistra (10,38) confluendo su una larga sterrata (10,51). La seguiamo a destra fino ad una curva (10,80) che precede un ponte. Presso tale curva si dipartono sulla destra due stradine: prendiamo quella piu' a sinistra (10,83 - indicazioni Oulx - l'altra conduce invece a Villaretto).La strada, che in un paio di occasioni, si sdoppia, passa sotto il recente viadotto della circonvallazione (12,87), per poi costeggiare la ferrovia. Dopo aver superato l'ingresso del Lago Smeraldo (pesca alla trota - 13,04) e quello del Lago Verde (13,23) continua, nei pressi di un fabbro, su asfalto (via Pellousiere - 13,43). Giunti allo STOP (13,83 - passaggio a livello nelle vicinanze) si prosegue a destra raggiungendo il punto di partenza (14,43).
Lunghezza: 33,63 km
Tempo percorrenza: 6h
Cartografia: ISTITUTO GEOGRAFICO CENTRALE Carta dei sentieri e dei rifugi 1:25.000 n. 104 Bardonecchia Monte Thabor Sauze d'Oulx - Fraternali Editore 1:25.000 n. 2 Alta Valle Susa Alta Val Chisone
Periodo consigliato: maggio - settembre
Tipo: asfalto 13,43 km (40%) - sterrato 20,20 (60%)
Dislivello: 1420 metri effettivi
Difficoltà: OCA (difficile)
Effettuato il: luglio e agosto 2009
Località di partenza: Oulx incrocio SS24 con via San Giuseppe (parcheggiare in piazza Aldo Garambois salvo mercoledì, giorno di mercato)
Accesso: autostrada del Frejus (A32) uscita Oulx Est.
Descrizione: dall'incrocio tra la SS24 e la via San Giuseppe si imbocca la strada che porta alla località Sotto la Rocca (0 Km - cartello). Superato il ponte sulla Dora Riparia si prende a destra (0,11). Giunti allo stop si imbocca a sinistra la via Cotolivier (0,46). Tralasciando le vie laterali si entra presto in un fitto bosco di larici. Ignorate due deviazioni sulla destra in corrispondenza di altrettanti tornanti (la prima, 2,01, con indicazioni per Villaretto/Chateau e la seconda, 3,98, per Chateau/Fontana del Buon Vino) si giunge a Pierremenaud (4,77) dove segnaliamo l'oratorio di S. Antonio da Padova, adiacente ad una fontana con lavatoio. Al bivio che segue (5,13 - bacheca) si tiene la destra. Tralasciata una strada in discesa sulla sinistra (6,59) si giunge a Vazon (7,45), dove si trova il rifugio alpino "La Chardouse". Nei pressi del parcheggio a monte della borgata la strada diventa finalmente a fondo naturale (7,83). Si affrontano ora i tornanti che risalgono il versante meridionale della Serra dell'Orso, ignorando una sterrata senza indicazioni sulla destra (8,95) e quella sulla sinistra che porta a Lozet (9,39). Davanti ai nostri occhi e' ben riconoscibile l'imponente sagoma del Monte Chaberton. Raggiunto il bivio di quota 2048 (12,69) si ignora a destra la deviazione che porta alla cappella dedicata a Notre Dame de Lumiere (m 2106), meglio conosciuta con il nome di Madonna del Cotolivier, dalla quale si gode uno splendido panorama (se si ha tempo si puo' eventualmente farci un salto). La sterrata prosegue ora con un lungo traverso passando a monte della Gr. Pourachet finche', superata una sbarra (13,82), degenera a sentiero franato in qualche punto. Seguendo le indicazioni del sentiero F1 si lascia una diramazione sulla sinistra (15,56) e poi quella sulla destra (15,60) che porta alla croce di S. Giuseppe. Dopo un paio di tornanti si affronta un tratto esposto in cui sarebbe preferibile procedere a piedi. Tenere in un paio di occasioni la sinistra (16,15 e 16,39) e quindi scendere al pianoro sottostante (fondo sassoso - prudenza!). Al termine del pianoro si sale a spinta raggiungendo, in meno di un quarto d'ora, il lago Desertes (17,50). Lasciarlo sulla sinistra e raggiunto il colletto del Lago (17,67) iniziare la discesa che ci porterà alla strada Fenils-Chaberton. Seguirla a sinistra (19,87) e toccando Pra Claud (22,52) e C. la Porta (23,22) raggiungere Fenils. Seguendo il cammino principale asfaltato si risale alla SS24 (25,94) che andrà percorsa a sinistra. Poco dopo il bivio per Amazas si imbocca una sterrata sulla destra (29,60). Al primo bivio andare diritto (30,32) ed al secondo ignorare la strada sulla destra che porta a Malafosse Alta (31,80). Si attraversa poi la borgata S. Marco e giunti alla strada che porta a Sauze d'Oulx (32,34 - capppella) si va a sinistra. Prima della curva imboccare la carrareccia dissestata che si stacca sulla sinistra (32,73) e che porta alla parrocchiale di Oulx (33,10). Da qui procedere a destra percorrendo dapprima la via des Ambrois e poi la via S. Giuseppe (33,45). In breve si perviene alla SS24 dove il giro ha avuto inizio (33,63).
Mappa: Interattiva JPG PDF PDF 3 pagine (consigliato per stampa).
Fonte: www.peverada.it
Lunghezza: 19,49 Km
Tempo percorrenza: 2h andata + 40' ritorno
Cartografia: ISTITUTO GEOGRAFICO CENTRALE Carta dei sentieri e dei rifugi 1:50.000 n. 1 Valli di Susa Chisone e Germanasca - 1:25.000 n. 105 Sestriere Claviere Prali
Periodo consigliato: maggio - ottobre
Tipo: asfalto 3,23 km (17%) - sterrato 16,26 km (83%)
Dislivello: circa 500 metri
Difficolta': B.C.
Effettuato il: 29 giugno 2003
Località di partenza: Traverses (fraz. di Pragelato)
Accesso: da Torino con la SS23 sino a Traverses. Al termine della borgata si svolta per la val Troncea parcheggiando l'auto dopo un centinaio di metri.
Descrizione percorso: la Val Troncea e' una diramazione laterale della val Chisone. Le vette che la circondano sono fra le piu' elevate della zona, con altezze che raggiungono o superano i 3000 metri di altitudine. E proprio su una di esse, il Monte Barifreddo (m 3028), si trovano le sorgenti del torrente Chisone che attraversa tutta la vallata. La Val Troncea ospita anche un Parco Naturale che si estende su una superficie di circa 3250 ettari, tutti compresi nel territorio comunale di Pragelato. Qualora vi venisse la voglia di effettuare qualche variante di vostra iniziativa, tenete bene a mente che e' vietato percorrere i sentieri del parco con le biciclette. Il dislivello risulta piuttosto diluito fatta eccezione per gli ultimi km dove si concentrano tutti gli sforzi. Dalla SS23 (0 Km) seguiamo la strada di fondovalle che tocca gli abitati di Plan (0,61) e Pattemouche (1,11). Giunti al Ponte Daz Itrei (1,83), lo si attraversa costeggiando ora il Chisone sul lato opposto. Nei pressi del "punto informazioni" del Parco si ignora la deviazione per Laval (3,26) e successivamente quella per Troncea (5,16), entrambe sulla sinistra. La strada transita quindi nei pressi di alcune sorgenti e successivamente attraversa il torrente per ben due volte. Con un paio di erti tornanti ravvicinati va' infine a terminare dinnanzi alla costruzione dell'Alpe Mey (9,69) dove e' possibile acquistare burro e formaggio prodotti in loco. Per il ritorno si ripercorre la strada della salita finche', circa 350 metri oltre la deviazione per Troncea, si svolta a sinistra su una sterrata chiusa da sbarra (14,60) che attraversa il Chisone. Poco oltre si transita nei pressi dei ruderi della Fonderia della Tuccia dove veniva un tempo lavorato il materiale estratto dalle miniere di rame del Beth. Si ritrova quindi il Ponte Daz Itrei (17,65) dal quale si ritorna velocemente alla partenza.
Mappa formato GIF (757 x 1500 - 23 KB).
Fonte: www.peverada.it
Lunghezza: 19,04 Km
Tempo percorrenza: 3 ore e 30'
Cartografia: ISTITUTO GEOGRAFICO CENTRALE 1:25.000 n. 110 LANZO VIU' CHIALAMBERTO LOCANA CIRIE' BASSE VALLI DI LANZO - 1:50.000 n. 2 VALLI DI LANZO e MONCENISIO
Località di partenza: Chiaves
Dislivello: 700 metri effettivi
Difficolta': B.C.A.
Tipo: asfalto 6,98 Km (37%) - sterrato 12,06 (63%)
Periodo consigliato: primavera - estate - autunno
Effettuato il: 8 dicembre 2001 e 3 febbraio 2002
Accesso: da Lanzo Torinese (raggiungibile facilmente da Torino con la "direttissima" delle Valli di Lanzo) si prosegue per Monastero e poi per Chiaves, sulla cui piazza si parcheggia la vettura.
Descrizione: l'itinerario ruota attorno ad uno dei monumenti simbolo delle Valli di Lanzo (un altro e' il Ponte del Diavolo) che si erge sulla vetta strategica e panoramica del Monte Bastia o Castellazzo, ad una quota di 931 metri. In origine vi era una cappella votiva, eretta dai valligiani nel 1629. In quel tempo, la zona era infestata dai lupi, i quali erano soliti attaccare i bambini dediti alla guardia dei greggi di pecore. Gli abitanti iniziarono allora a pregare Sant'Ignazio di Loyola, il fondatore dei Gesuiti, la cui devozione era in quel periodo molto diffusa, invocando l'incolumita' per i loro piccoli e tutta la comunita'. Nel giro di pochi anni i lupi sparirono dalla valle. Le suppliche al santo sconfissero anche un'epidemia che aveva colpito il bestiame, il "neiret", senza possibilita' di cura. In segno di ringraziamento, ai primogeniti veniva imposto quale voto il nome del Santo (ancor oggi molto diffuso in zona) e si provvide inoltre ad erigere la cappella. L'attuale edificio risale invece al 1720, per iniziativa dei Gesuiti, i quali si erano accorti che ormai la chiesetta era diventata troppo piccola. Il Santuario venne costruito in modo che al centro, dal pavimento, emergesse per un'altezza di cinque metri la cima del monte, sormontata dalla statua del Santo, sul quale doveva convergere la luce proveniente dalle finestre. Ultimamente, a seguito di una ristrutturazione, l'opera e' stata spostata annullando tale effetto scenografico. Questo giro stravolge lo schema classico dei percorsi per MTB in quanto presenta la parte iniziale tutta in discesa, con recupero del dislivello solamente nella fase conclusiva. Dalla piazza prendiamo la stradina che si diparte in direzione sud (0 Km - in salita), verso il Parco degli Alpini, passando ai piedi della chiesa di S. Giovanni Evangelista, che domina dall'alto tutto l'abitato. Lasciata la deviazione del sentiero 335 per Pessinetto/Procaria (0,30) e, nei pressi di una nicchia con immagine sacra (Maria SS. delle Rose), quella bassa per Gisola (0,63), si tagliano le pendici di Punta Serena (alla cava, 0,75, tenere la destra). Quando si incontra l'asfalto, si lasciano tre deviazioni sulla sinistra (2,00 - 2,39 - 2,55) arrivando nei pressi di alcuni garage (2,84 - prima dello STOP): qui si devia sulla sterrata di destra che conduce ad una casa. Poco prima del cancello, nei pressi di un pilone, si affronta il sentiero comunale per Gisola (3,01 - cartello) che, passando dietro il piccolo cimitero della frazione, ci fa pervenire dinnanzi alla chiesa di S. Giacomo Maggiore (3,68), una delle prime parrocchie delle Valli di Lanzo. La chiesa primitiva (forse eretta a sua volta su un preesistente tempio pagano dedicato al Dio Sole) venne quasi completamente abbattuta nel 1859 per far posto a quella attuale. Allo STOP (3,78), ci portiamo verso il tornante dove continuiamo la discesa (3,82). Prima del successivo, si svolta a sinistra (4,00), transitando tra le abitazioni. Oltre queste si supera una sbarra (4,12) su fondo diventato sterrato. La stradina termina presso un cancello, prima del quale dobbiamo necessariamente deviare su un sentierino (4,57) che va ad aggirare sulla destra alcune baracche per poi riportarsi sulla sterrata abbandonata in precedenza (4,79). Prestare attenzione dopo circa 300 metri, prima di un tornante, ad intraprendere il sentierino segnalato da cartelli indicanti S. Ignazio / Germagnano (5,07), realizzato negli anni '30 con il rimboschimento dei Monti Momello e Bastia, seguendo una ipotetica linea tagliafuoco. La prima parte, giacche' pianeggiante, e' la piu' facile. Poi, superate le deviazioni per S.Ignazio/Gisola (5,56) e Pian del Rozzello/Ponte di Traves (6,16), la ciclabilita' degenera, soprattutto nell'affrontare alcuni tornanti. Ad una stima, considerando l'intero sentiero, la parte da fare a piedi rimane contenuta entro il 20%. Molto pericolose risultano alcune pietre, affioranti dal terreno e poste di traverso, che si vedono solo all'ultimo momento e sulle quali si rischia di impattare con la ruota. Il sentiero e' anche uno stupendo balcone panoramico: riconosciamo ai nostri piedi la centrale elettrica di Funghera, il Turu, il Ponte del Diavolo ed in lontananza i terrazzi dell'ex amiantifera di Balangero. Raggiunte le case Maddalene (9,21), si continua su asfalto sino alla chiesetta di S. Giovanni (9,56). Si prosegue superando una catena, per poi affrontare il sentierino con indicazioni per Fontana del Monte / Lanzo Centro (9,61). Al trivio nei pressi di un pilone con scritta "Favero Giovanni 1945" continuare diritto in discesa (9,78). Con alcuni tornantini si arriva all'asfalto che si segue a destra (10,11). Superato il ponte sul rio Uppia andare a sinistra (10,20) e quindi, dopo circa 200 metri, ancora a sinistra (10,41 - cartello via Fontana del Monte dal civico 35 al 47). Si svolta alla prima strada sulla destra (10,64 - sbarra generalmente aperta). Giunti all'ultimo tornante che precede la casa (10,88), circa 1 metro sotto la sede stradale, si individua un sentiero che va seguito in salita. Quando i rovi tendono ad ostruire il passaggio, si sfrutta una sterrata laterale (11,02). Quando questa curva, tirare diritto sulle erbacce (traccia) guadagnando l'asfaltata che collega Momello con la SP 30 (11,21 - proseguendo sulla sterrata ci si troverebbe dinnanzi ad un cancello chiuso). Seguendo l'asfalto a destra arriviamo alla Provinciale dove proseguiamo in salita (11,72). Si passa Praile e quindi, superato un tornante con fontana, si svolta a destra sulla antica strada per S. Ignazio (12,96), ormai in disuso. Dopo una serie di tornanti si e' nuovamente sulla Provinciale (14,57). Arrivati in cima alla salita, si evita la deviazione per Tortore (15,73), e, ad una curva, si imbocca il sentierino segnalato da cartelli indicanti Gisola/Mombresto/Pessinetto Fuori (15,90). Chi vuole raggiungere il Santuario di S. Ignazio deve continuare sino al piazzale-parcheggio e quindi percorrere la via alberata che risale il monte Bastia (se il cancello e' chiuso basta scavalcare il muretto). Raggiunta la strada per Tortore (16,00), percorrerla in salita. Al tornante continuare diritto seguendo le indicazioni per Chiaves (16,17), sulla strada percorsa all'andata, sino alla piazza di partenza (19,04).
Fonte CAILANZO
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