Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.
- Località di partenza: Locana Canavese mt. 613
 Località di arrivo: Colle del Nivolet mt. 2612
- Lunghezza: km.40,5
- Dislivello in salita: mt. 1999 mt
- Pendenza media: 4,9 %
- Pendenza max. rilevata : 15 %
- Stato del manto stradale:
Discreto  sino a Ceresole Reale: il tratto conclusivo risente invece delle  condizioni ambientali e ad inizio stagione può presentare crepe e  fessure causate dal gelo. Possibile inoltre la presenza di terriccio e  ghiaia in caso di precipitazioni, quindi in discesa occorre prestare la  dovuta attenzione
Eventuali suggerimenti per la visita:
La  strada per il Colle del Nivolet è chiusa al traffico per gran parte  dell'anno. Solitamente viene aperta nel mese di giugno e comunque la  percorribilità va verificata prima di partire telefonando all'ANAS o  alla APT di Ceresole Reale (Tel. 0124/953186 - 953121)
La salita è di  grande impegno per la notevole lunghezza. Inutile raccomandare di  affrontarla solo se ben preparati ed equipaggiati (un breve acquazzone  in quota può facilmente trasformarsi in una fitta nevicata anche nel  mese di agosto...): consultare sempre le previsioni meteorologiche prima  di partire
La salita nel dettaglio
Un solo aggettivo può descrivere adeguatamente questa salita:  interminabile!!! Con i suoi 2612 mt. il Colle del Nivolet è, dopo lo  Stelvio, l'Agnello ed il Gavia,  il quarto valico stradale italiano  asfaltato: mette in comunicazione l'Alta Valle di Locana con la  Valsavarenche e si snoda interamente entro i confini del Parco Nazionale  del Gran Paradiso. L'ambiente naturale circostante è molto suggestivo,  in più punti severo. Se si ha la fortuna di scalarlo all'inizio  dell'estate, non appena la strada diventa praticabile,  è facilissimo  imbattersi in branchi di camosci e stambecchi al pascolo, ormai per  niente intimoriti dalla presenza dell'uomo.
La storia della  progettata strada di comunicazione con la Valle d'Aosta è tristemente  nota: un'utopia di scellerati decisi - nel nome del progresso di pochi -  a contaminare irrimediabilmente una delle aree più suggestive d'Italia.  Non sta certamente a me giudicare, ma resta il fatto che la strada  esiste e quindi va a mio parere regolamentata: un'idea - o forse  un'utopia - quella di lasciarla nelle mani di noi ciclisti e di chi la  montagna la sa amare e rispettare sul serio....
Per eseguire un buon riscaldamento conviene partire dal fondovalle,  per esempio da Castellamonte (345 mt.), città ben nota per le sue  ceramiche artistiche. Il primo tratto di trasferimento consente di  pedalare in assoluto relax, superando Cuorgnè (mt. 414), dove la strada  diventa addirittura a due corsie, larga ed invitante. Si incontra  qualche breve strappettino - che superiamo di slancio con un deciso  53x17 - e si giunge a Sparone (552 mt.)   dove la carreggiata si va  decisamente restringendo. Si continua comunque in prevalente falsopiano  sino a Locana (613 mt.) ove cominciano a vedersi le prime pendenze  significative e dove iniziamo anche i rilievi altimetrici. C'è da dire  che in questo primo tratto il panorama non è un gran che: la vallata è  assai chiusa e segnata spesso dai dissesti idrogeologici  delle recenti  alluvioni. Non resta che concentrarsi sulla strada e così continuiamo di  buona lena incontrando le prime vere rampe di salita nei pressi di  Noasca (1063 mt.)
Superato il centro del paese  iniziano i primi  dolori. Quattro micidiali   tornanti al 10-12% prima dell'imbocco della  nuova galleria impongono il 39x23. Il lungo tunnel (3,5 km) è  ben  illuminato ed asfaltato: presenta pendenze costanti (alcuni cartelli  indicano addirittura tratti al 15% ma in realtà raramente si sale oltre  il 10%) e non presenta dunque problemi se il traffico è limitato, ma di  domenica deve essere un  calvario pedalare tra i fumi di scarico di  centinaia di automobili!!
A onore di cronaca c'è da dire che il  tunnel può essere evitato percorrendo la vecchia strada che si inerpica a  stretti tornanti di fianco alla galleria: in questo caso occorre tenere  conto del manto stradale molto malridotto e spesso ostruito da massi e  pietre franate dalla montagna, ovviamente mai rimossi visto che la  strada è abbandonata: Ad un certo punto si deve comunque entrare nella  nuova galleria e percorrerla per circa 100 metri prima di uscire  nuovamente allo scoperto.
Con grande sollievo si esce dalla galleria e  si sbuca a Ceresole Reale (mt. 1620). Ci troviamo al cospetto di una  vasta conca dominata dal grande lago brulicante di surf: la strada lo  costeggia con alcuni saliscendi e inizia a risalire la vallata  dell'Orco.
Un primo tratto quasi in falsopiano ci conduce alla  frazioncina di Chiapili (mt. 1657), dove il paesaggio diventa veramente  incantevole: nonostante i 1000 mt di dislivello già superati è  da qui  che comincia in pratica la vera e propria salita al Col del Nivolet,  distante ancora 15 km!!! Di fronte all'estasiato ciclista - in un  vallone di selvaggia bellezza - una serie infinita di tornanti, di  pendenza assai sostenuta che spesso tocca il 10%. Si raggiunge così la  diga ed il lago artificiale di Serrù (mt. 2275), con una suggestiva  chiesetta che domina la valle: da qui si perdono circa 100 mt di  dislivello in discesa sino a giungere all'altro bacino artificiale, il  lago Agnel.
Qui ha inizio l'ultimo tratto di salita, con pendenze  decisamente più abbordabili. Ma a questo punto può subentrare la fatica  per i tanti chilometri percorsi, unita alla rarefazione dell'aria che  può creare un certo affanno, ma ci si abitua presto e poi la meta è  ormai vicina!! Ora si pedala tra immense pietraie e radi pascoli sino al  Colle, incassato fra le rocce. 
Dal Colle si può scendere sul  versante valdostano sino al Pianoro del Nivolet (circa 1 km) , ove sorge  il capiente ed attrezzato rifugio Savoia, al termine dell'asfalto. 
Un'ultimo  sguardo al panorama incantevole, qualche barretta energetica e,  inforcata la mantellina,  giù a capofitto... Si pedala poco sino a  Noasca, poi il tipico vento di convezione che sale dalla pianura  ostacola fortemente la marcia sino al fondovalle.
- sito internet
- Fonte salitomania


 
                 
                