Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.
Carso senza confini in mountain bike
Autore: Fabio Fabris
Prezzo: € 14,00
Pagine: 192
Editore: Altre case editrici
Le Più Belle Cime del Carso dall'Isonzo al Monte Nevoso
In Mountain Bike 35. "Alce" Fabris in 26 itinerari mtb sul Carso triestino, isontino e sloveno di varia difficoltà: da facile a molto difficile. Descrizione, cartina di ogni itinerario, altimetrie, chilometraggi. Nuova edizione
Valli del Natisone
Autore Aa.Vv.
Prezzo: € 11,00
Editore: Altre edizioni cartografiche
arta turistico escursionistica della zona di Caporetto (Kobarid), delle Valli del Natisone (Nadiške doline) e della zona di Tolmin in Slovenia
Coproduzione: I Feel Slovenia - Kartografija - Julijske Alpe. LTO Sotočje, TIC Kobarid - Pro Loco Nediške Doline - Valli del Natisone - IAT San Pietro al Natisone, LTO Sotočje, TIC Tolmin in lingua inglese (english edition), disponibile a richiesta (specificare nell'ordine) anche in lingua tedesca (Touristiche und Fahrradkarte).
Gps Coordinates / 95 Days / 6213.3km Of Rides 2nd edition. Seconda edizione Lonely Planet originale in lingua inglese
38 grandi itinerari in Italia, dalla Valle d'Aosta alla Sardegna. Descrizione dei percorsi, mappe, altimetrie. Cyclist Directory, Trasporti, la vostra bici, salute e sicurezza a concludere il volume. Volume disponibile in vendita sul sito anche nella versione italiana.
La Traversata Delle Alpi In Bicicletta
Autore: Alessandro de Bertolini - Riccardo Goi e Roberto Della Maria
Pagine: 160
Prezzo: € 15,00
Editore: Altre case editrici
Dall'Adriatico Al Mediterraneo In 17 Giorni. 26 Passi Alpini e 1700 Chilometri
In questo volume: le strade, le tappe, la cartografia, i chilometri, i profili altimetrici, i campeggi dove sostare e le caratteristiche delle zone e dei paesaggi che si incontrano lungo il percorso, 7 giorni, 1700 chilometri, 26 passi alpini (19 al sopra del 2000 metri), 10 frontiere, 5 Paesi diversi e quasi 31mila metri di dislivello in salita. Attraverso le Alpi di Slovenia, Italia, Austria, Svizzera e Francia: dall'Adriatico al Mediterraneo, da Trieste a Nizza
Oltre cento fotografie, Mappe e altimetrie
L'itinerario prende il via da Fabbrica Curone (AL) in direzione Caldirola. Percorsi circa 1,2 km nel fondo valle, si prende a sx seguendo le indicazioni per Selvapiana - Forotondo. Si superano gli abitati di Remeneglia, Selvapiana, Costiolo (fontana potabile all'ingresso del paese) e si giunge a Forotondo, ove si attraversa la piazza con i ristoranti dirigendosi a sx in salita, e poi ancora a sx per arrivare, dopo alcuni tornanti, alla frazione di Cà dei Marchesi. Si percorre la strettoia fra le case, al cui termine, prendendo a sx, ha inizio la strada sterrata che porta in circa 7,2 km sulla cresta del M. Boglelio. Una volta arrivati al termine della salita ci si trova sull'ampia sterrata (*1) che, con direttrice Nord-Sud (a dx) percorre la cresta del M.Boglelio. A questo punto si segue il crinale in direzione Sud, ove, sul M. Bagnolo, a sx si trova un rifugio incustodito mentre, dal lato dx della strada, parte uno stretto sentiero che, con una discesa di un centinaio di metri (a piedi), porta ad un fontana. Si prosegue ora in discesa sullo spartiacque fra la Val Curone e la Valle Staffora fino a giungere ad un crocicchio: il tornante a sx porta sulla strada asfaltata che sale a Pian dell'Armà, la strada inghiaiata di dx conduce all'abitato di Bruggi (ed eventualmente al punto di partenza) mentre procedendo dritto nel tratturo immerso nel bosco si prosegue sul crinale. Si incontrano ora il M.Garavè ed il M. Rotondo le cui vette possono essere aggirate imboccando i più agevoli ma non evidenti single tracks di costa rispettivamente alla sinistra ed alla dx dei due monti fino a giungere sul percorso della pista di sci (e di downhill) del M. Chiappo (1700 m), sulla cui vetta si trova un rifugio custodito (informarsi sui periodi di apertura) da cui è visibile a nord il percorso già eseguito, a ovest il monte Ebro e a nord-ovest il Giarolo con le sue antenne. Si prosegue oltre il rifugio, si supera la statua sulla cima del monte e si scende per qualche decina di metri fino ad una recinzione, superata la quale si prende la diramazione verso dx in direzione dei monti Prenardo, Ebro ed infine Giarolo. Si può evitare la vetta del M. Prenardo percorrendo il single track sulla sx che porta direttamente alle Bocche di Crema, ai piedi della salita al M. Ebro (dalle Bocche di Crema si può, passando per l'abitato di Salogni, tornare al punto di partenza). Per la salita alla vetta dell'Ebro si consiglia di percorrere il tratturo sulla dx del sentiero di massima pendenza, che garantisce maggiori possibilità di pedalare. Si prosegue mantenendosi sempre sul crinale attraverso i saliscendi dei monti Cosfrone e Panà, che presenta un'impegnativa discesa al termine della quale si imbocca un sentiero nella vegetazione che, mantenendosi in costa fra vari saliscendi, conduce sul M. Gropa, all'arrivo della seggiovia di Caldirola (partenza downhill). Si percorrono i pratoni sul crinale in direzione delle antenne del M. Giarolo dalle quali parte, in direzione della Val Curone un tratturo che diventa poi carrareccia, seguendo la quale, sempre in discesa per la direttrice principale, si giunge all'abitato di Morigliassi (820 m. di dislivello più sotto). All'asfalto si gira dapprima a dx e poi a sx, sulla strada che da Caldirola scende a Fabbrica C. dove termina il giro.
(*1) Variante
Difficoltà tecnica media: 3/3 (chiappe strette e mascelle serrate)
Tempo di percorrenza: 3 ore
Volendo accorciare il giro, si può prendere a sx in direzione Sud-Nord, l'ampia sterrata prosegue tra i pratoni fino ad un rifugio incustodito, superato il quale ci si trova a un bivio nel bosco; tenendoci a sx e seguendo la strada principale, si arriva a Castellaro di Varzi, per poi scendere (tutto asfalto) fino a Fabbrica C.
Periodo Consigliato: Primavera, Autunno – da evitare i periodi troppo caldi (fattibile anche dopo periodi piovosi)
Superbo giro per le colline dell’Ovadese con sconfinamento nel vicino comune di Rossiglione (GE). Il percorso si snoda attraverso bellissime strade sterrate che permettono il raggiungimento di divertenti single-track divertenti e mai troppo difficili. Appagante da un punto di vista paesaggistico con la visione dei monti del vicino Parco delle Capanne di Marcarolo (Monte Tobbio, Figne, Pracaban) e da fondo sempre praticabile anche nei periodi umidi (da preferire comunque i periodi asciutti). I percorsi nel bosco non presentano radici ma solo foglie che possono nascondere comunque qualche ciotolo birbone. Da non perdere inoltre a fine gita la tradizionale Farinata, vera ciliegina sulla torta di questo ottimo itinerario.
Avvicinamento: dal casello di Ovada (Autostrada A26) si raggiunge la strada SS456 andando a sinistra verso Ovada al primo bivio si prosegue diritto entrando in città alla rotonda si prende la seconda uscita andando in Corso Martiri della Libertà. Si oltrepassa il primo incrocio (sulla destra via 25 Aprile) per poi svoltare al successivo a destra parcheggiando nella vicina piazza Martiri della Benedicta (o piazza Rossa per via della pavimentazione)
Itinerario: dalla piazza (WP01) ci si immette a destra sul Corso Martiri della Libertà, al primo incrocio si va a sinistra immettendosi in Via Duchessa di Galliera fino alla sua fine dove all’incrocio andremo a destra. Al successivo incrocio incontreremo Corso Italia che prenderemo in direzione sinistra fino alla rotonda per seguire la strada SS456 per Molare (4 uscita della rotonda), dopo circa 2 km svoltiamo a sinistra (WP02) in direzione Frazione Requaglia. Si sale in direzione Costa di Ovada e si segue la strada che porta verso la località Termo, si entra nel Comune di Rossiglione e alla fine della larga sterrata abbiamo svoltato per la Località Casa Povie. Da lì ci si dirige verso la località Garonne passando per Bricco Saccone (Ruderi Cascina). Abbandonata la casa ci si dirige verso l’Agriturismo “La Maliarda” (siamo nella zona delle Valli del Latte). Ci si inoltra nel bosco attraverso un bellissimo single-track, dopo aver attraversato un ponte in tronchi si arriva alla Strada Costiera dove al margine sinistro incontriamo la Casa Gaioni (acqua). Ora non resta che attraversare il Torrente Orba nei pressi di un guado (WP05 – nei periodi piovosi difficoltà di attraversamento) e risalendo ancora su strada sterrata andiamo a raccordarci con la strada provinciale SP207 (Olbicella – Molare), si va a destra in direzione Molare fino ad arrivare il località Miralago (Lago artificiale di Ortiglieto sulla destra) dove si prende la strada inizialmente asfaltata a sinistra (WP06). Dopo poco l’asfalto lascia posto allo sterrato e con andamento ripido ma costante (attenzione alle numerosa canale di scolo costituite da tronchi) ci porta in Frazione San Luca, dove vicino alla chiesa possiamo riempire le nostre borracce (WP07). Ritorniamo indietro e dopo il cimitero imbocchiamo la strada sterrata che sale sulla nostra sinistra (WP08), al successivo incrocio (WP09) svoltiamo a destra per salire verso il Bricco del Ratto. Qua il fondo a tratti diventa difficile da pedalare, soprattutto nei periodi umidi (ma è l’unica parte del percorso con un simile fondo).
Si svolta poi in Località Crocetta, qua incomincia l’ultima divertente discesa (tratti tecnici – difficoltà in presenza di foglie) ci si dirige sulla strada che costeggia una casa (recinzione). Nei pressi dell’abitazione si svolta a sinistra per immettersi nel percorso verde (Area Attrezzata) che ci conduce alla Frazione Madonna delle Rocche (WP11) sulla provinciale SP207 (è possibile evitare la salita alla Fraz. San Luca e l’ultimo single-track andando diritti al WP06). Si a sinistra fino a Molare, arrivati alla Via Santuario (WP12) andiamo a destra passando sotto il paese e nei pressi del torrente Orba per un ultimo divertente e scorrevole tratto off-road. Si segue la strada fino ad arrivare a monte del ponte sul torrente (Via Roma) e sulla strada statale SS456, si prosegue a destra in direzione Ovada e dopo circa 5km si ritorna in città (trovando lungo il percorso sulla destra il WP02) per concludere il percorso nuovamente in Piazza M. della Benedicta
Periodo Consigliato: Primavera e Autunno (da evitare dopo periodi di pioggia prolungati)
Bellissimo itinerario che abbraccia una vasta zona della Val Lemme, in mezzo a boschi di castagni e di conifere, calanchi suggestivi e sentieri poco frequentati.
Quasi totalmente pedalabile ad eccezione di un paio di tratti molto ripidi e con fondo molto sconnesso.
E’ una gita che richiede un discreto allenamento a causa dei continui saliscendi e per la presenza di diverse salite lunghe ed impegnative, di contro non richiede particolari doti tecniche e può essere percorso con bici Front e Full (anche se con quest’ultima tipologia di bici il divertimento è maggiore). Da non affrontare dopo periodi di pioggia prolungata a causa della conformazione del suolo: tufo e argilla lo creano un fango terribile e colloso.
Avvicinamento:
Dal Casello di Vignole Borbera/Arquata andare a destra, passare il ponte sul Torrente Scrivia e arrivare all’incrocio, da lì andare a sinistra direzione Genova una volta arrivati nedi pressi del supermercato UNES (sinistra) parcheggiare vicino al negozio LA BICI.
Itinerario:
Dal parcheggio si passa davanti al negozio LA BICI e si imbocca il Viale Italia, alla fine girare a destra in Via Libarna e oltrepassare la Piazza dei Caduti per poi svoltare a destra in Via Montaldero (indicazioni per l’omonimo Santuario) che diventa sterrata in corrispondenza di un maneggio. Ora la salita si fa un pochino più accentuata ma sempre su fondo regolare, ignorare il primo bivio che sale a sinistra (WP02) e che porta al Santuario di Montaldero. Si arriva ad un quadrivio (WP04) e prendiamo la strada che sale a sinistra (cartello sentiero E1) inizialmente pedalabile anche se con forte inclinazione poi a causa del fondo molto sconnesso è necessario scendere e spingere (questo è il primo dei due tratti impedalabili a causa del fondo sconnesso). L’ultima parte di questa salita, indicativamente 100/150m ripermettono di salire in sella e ci fanno collinare vicino ad un pilone dell’alta tensione (sx). Da qua inizia un interessante single track nel bosco con divertenti saliscendi e un punto panoramico sul paese di Rigoroso (WP05) che ci porterà alla fine del bosco ad immetterci, dopo una splendida discesa, in una strada sterrata.
Proseguiamo a destra, sempre seguendo il segnavia E1, trovando il secondo tratto non pedalabile totalmente nei pressi di una cascina diroccata. Al termine del bosco incontriamo un prato sulla sinistra che verrà raggiunto individuando una piccola traccia di sentiero (WP06) sulla sinistra, lo prendiamo e dopo aver percorso il prato ci immettiamo in un sentiero dove andremo a sinistra. Altro bel single track in falsopiano con diversi sassoni da oltrepassare nei punti più bassi.
Quando arriviamo alla Chiesa non prendiamo la strada che scende a destra (case) ma continuiamo sul sentiero che passa alla destra della stessa (ignorando le diramazioni), altro single track senza particolari difficoltà che ci condurrà ad un tratto in discesa in mezzo ai calanchi: attenzione al fondo sconnesso e alla discreta esposizione a cui si è sottoposti. Alla fine della discesa una strada in mezzo al prato che non presenta nessuna difficoltà. Arrivati alle case si prosegue fino alla strada asfaltata girando a destra in direzione del paese di Sottovalle fino a raggiungere una fontana (WP07) giriamo a sinistra e poi subito a destra iniziando a salire prima su fondo asfaltato e poi su fondo ghiaioso, incontrando sulla destra prima degli orti e poi un prato delimitato da grosse pietre. Al primo bivio saliamo a sinistra (WP08) anche se si potrebbe continuare diritti ma ci toglieremmo una parte del divertimento…
Incomincia un’altra salita totalmente pedalabile per i più allenati, prima dolce e poi a tratti molto dura, che ci condurrà ad un altro single track favoloso in mezzo al bosco. Occorre fare attenzione a non prendere il sentiero verso sinistra con segnavia 3 che vi porterebbe a Borassi. Si esce dal bosco per poi rientrare dopo poco. Qua non si può sbagliare e dopo una prima parte di saliscendi non faticosi incontriamo l’inizio della discesa, in mezzo alla pinetaia, abbastanza ripida con fondo sassoso da affrontare in modo controllato vista la numerosa presenza di dossi taglia-acqua. Stare attenti nei pressi di una tornante a non continuare diritti (WP10).
Alla fine della discesa arriviamo sulla strada asfaltata che scende da Sottovalle e oltrepassato il torrente Lemme, saliamo leggermente e all’incrocio giriamo a destra entrando nel paese di Carrosio percorrendo la Via Odino (Acqua WP11) dove al termine della discesa svoltiamo a destra (WP12 indicazioni campo sportivo) riattraversando il torrente; l’asfalto finisce e lascia spazio nuovamente allo sterrato. Al primo bivio andiamo a sinistra (WP13) dove la strada inizia a salire prima in modo graduale e poi in modo deciso, dove solo i più allenati aiutati anche da un fondo ottimo riusciranno a non scendere dalla bici, per fortuna la sua parte finale si addolcisce e ci permette di arrivare al WP14 in sella. Siamo ora sul sentiero del Piona (che inizia da Gavi), andando a sinistra andiamo a Gavi noi invece proseguiamo a destra (fondo buono). Questa parte di sentiero è caratterizzato da diversi saliscendi in mezzo al bosco, incontriamo anche una parte rocciosa molto divertente dove possiamo scegliere se salire sfruttando la roccia o un nuovo sentierino sulla destra. In cima ad una salitella incontriamo un bivio (andando a sinistra ritorneremmo al paese di Sottovalle) dove si prosegue diritto per iniziare una discesa, il fondo non è dei migliori ma non presenta grosse difficoltà tecniche.
Alla radura altro bivio dove noi prenderemo la strada che sale un pochino verso sinistra. Ha inizio qua l’ennesimo single track prima sul crinale,poi nel bosco e nei calanchi caratterizzato da diversi salti e saltini. Prestare attenzione al fondo che, soprattutto nel finale della discesa, è molto sdrucciolevole. Arriviamo alle prime case di Pratolungo dove occorre moderare la velocità, scendiamo ora su asfalto e arriviamo al cimitero, all’incrocio si va a destra fino ad arrivare al cartello Vignar (WP16); svoltiamo a sinistra su fondo ghiaioso, inizia qua l’ultima salita che ci condurrà prima alla cascina diroccata che si vede sulla verticale del nostro percorso e poi al quadrivio incontrato all’inizio del giro (WP04). E’ l’ultima salita dura ma totalmente pedalabile sempre se allenati. Arrivati al quadrivio prendiamo la strada alla nostra sinistra (andando diritti ripercorremmo la strada fatta all’andata ma ci perderemmo l’ultimo bellissimo single track), ancora qualche piccolo strappo in salita e poi una lunga discesa verso Arquata; qualche toboga, alcuni saltini e tanto tanto divertimento. Attenzione che quando il sentiero diventa strada (via Carrara) non è inusuale incontrare cavalli ed escursionisti, si raccomanda di tenere un’andatura sempre controllata. La strada continua a scendere ma ritorna asfaltata e dopo essere transitati vicino alla Torre del Castello incontriamo le prime case del paese e sbuchiamo nuovamente in via Libarna (già percorsa all’andata).
Ora la traccia gps ripercorre la strada in senso inverso, però tenendo conto che è a senso unico converrebbe individuare la via San Gerolamo e prendere la SS35 (andare a sinistra direzione Serravalle). In breve in ogni caso si ritorna al punto di partenza.
Lunghezza: 16,9 Km circa
Dislivello: 800m circa
Quota Max: 728m
Tempo di percorrenza: 3:30h
Cartografia:
Difficoltà: B.C.
Partenza e arrivo sono nella piazza di fronte alla chiesa di Costa Vescovato, piccolo centro della Valle Ossona, a una decina di chilometri da Tortona (AL). Si parte in direzione di Castellania, paese natale di Fausto e Serse Coppi, per poi proseguire fino al paesino di Sant Alosio ove si abbandona l'asfalto (circa 4,5km dalla partenza).
Si prosegue sulla strada che diventa sterrata, costeggiando i primi affioramenti argillosi che costellano questa zona tra Valle Ossona e Val Grue. Arrivati a uno scollinamento con bel panorama a 360°, dopo un primo tratto in fuoristrada con andamento a saliscendi, si percorre una breve discesa per poi iniziare a salire, tenendo la principale e ignorando una prima deviazione in discesa a sinistra (sterrata per Sarizzola, circa 6,3km). Si arriva alla fine del tratto in salita poco oltre il settimo chilometro, con uno spiazzo ove la principale piega a sinistra, noi prendiamo il sentiero che sale decisamente sul calanco, con fondo tecnico al limite della pedalabilità.
Sono poche centinaia di metri, con l'ultimo tratto a spinta nel boschetto, per arrivare a un colletto all'aperto , ove si prende a destra ancora in salita su sentiero (a sinistra per scendere al ritorno), si scende e si risale tenendo la principale, fino alle pendici del Monte di San Vito (684m) caratterizzate da affioramenti rocciosi a mo' di balconate.
Ci si gode il panorama su Val Grue fino all'Alta Val Curone e la cresta appenninica che separa Piemonte e Liguria, per riprendere il sentiero fino al colletto su prato, ove si va a destra con fondo mediamente tecnico, caratterizzato da rocce affioranti e sassi smossi. Una volta arrivati a fine sentiero prendiamo a sinistra la forestale, evitando l'asfalto a destra, che sale dalla Val Grue e porta ad Avolasca (9km circa).
L'andamento è piacevole, a saliscendi, per sbucare dopo una breve discesa sulla strada bianca percorsa all'andata, la prendiamo in discesa fino a uno slargo sulla destra, con una palizzata sempre a destra poco avanti, dove si affaccia un grande calanco (poco meno di 11km). Si prende la traccia che sale ripida sulla destra, che porta a un sentierino che prima corre in cresta al calanco e poi si tuffa nella valle del Rio Campogrande, nei pressi delle sorgenti del torrente Ossona. Il fondo è di morbida sabbia, con una prima discesa seguita da un falsopiano fino a sbucare, dopo una breve rampa su ripida salita, sulla carrozzabile che porta dalle pendici del Monte Campogrande a Sarizzola (circa 12km).
Si prosegue in discesa fino all'abitato e, arrivati alla chiesetta (sulla sinistra) si prende la sterrata che scende a destra. La si tiene per tutto il tratto boschivo, prima sulla veloce discesa poi in piano, attraversando nell'ultimo pezzo alcuni guadi. Sbucati di fronte a un prato, ove la si abbandona per prendere la poco evidente traccia, proseguendo dritto e costeggiando il campo coltivato a sinistra. Si Sbuca poi su una carrozzabile in piano, la si percorre tutto fino a quando questa (km 16) non sale decisamente, per portarsi in poche centinaia di metri all'abitato di Costa Vescovato, alla pesa del paese. Si risale su asfalto verso la chiesa per concludere il giro.
NB. L’itinerario originale è stato modificato con partenza da Tortona. Per il percorso nuovo fare riferimento al tracciato gps. Se si vuole percorrere il percorso originale non ci sono problemi basta seguire il tracciato a partire da Costa Vescovato.
Lunghezza: km 32 ca.
Asfalto/Sterrato: 4/28 km ca
Dislivello in salita: 1128 m.
Difficoltà tecnica media: BC
Tempo di percorrenza: 3,30 ore ca.
Accesso: dall'uscita autostradale di Ovada (GE) ci si dirige verso Lerma. Appena superato il ponte sul torrente Piota svoltare a dx fino a raggiungere l'area attrezzata di C. Cirimilla.
Itinerario:
Dal parcheggio si segue la strada in direzione del Villaggio Primavera che si supera imboccando la larga sterrata che si inoltra in salita nel bosco. Seguendo sempre la strada principale si sale fino a giungere ad un incrocio ove si prosegue a sx seguendo sempre la larga sterrata (segnavia T gialla ). Si superano Ca Riondo, Ca Spagnolo e Albergo Bianco fino a giungere ad un incrocio ove si svolta a sx in salita. La strada sterrata lascia il posto ad una mulattiera (segnavia triangolo vuoto giallo) seguendo la quale, dopo alcuni saliscendi, si giunge in cresta. Purtroppo a tratti risulta impedalabile, specialmente nella sezione finale dove il lavoro dell'acqua ha devastato il fondo con la creazione di profondi solchi e portando in superficie grossi massi.
Si prosegue in cresta fin sotto la vetta del M. Pracaban (cippo, non si deve arrivare fino a qua se non per questioni di vetta!) da cui si diparte un sentiero in costa a sx (unico tratto tecnico) che si dirige in discesa in direzione delle ormai vicine e visibili Capanne di Marcarolo (segnavia quadrato vuoto giallo), anche in questo caso il fondo risulta precario e molto connesso e risulta imdispensabile procedere a piedi anche per superare due vistose frane. La parte finale invece si svolge su larga strada sterrata che non pone grossi problemi.
. Si raggiunge l'asfalto e si svolta a sx in direzione di Capanne di Marcarolo. Superata un'area attrezzata per pic-nic si imbocca poco dopo a sx una larga sterrata, si segue l'indicazione per C.Cirimilla-Lerma e l'oleodotto (segnavia doppio pallino giallo-pallino barrato giallo). Giunti ad un bivio si sceglie quale sterrata usare per scendere a C.Cirimilla seguendo uno dei due segnavia (consigliato il segnavia doppio pallino giallo).
Duro e completo itinerario sulle colline che circondano la parte bassa della Valle. Dal semaforo posto sulla sp140 ci si avvia in Via Cavour e poi si svolta alla seconda a sinistra (via Donizetti). Si perviene subito sullo sterrato pianeggiante seguendo così il segnavia CAI relativo al sentiero 275. La prima parte segue tale tracciato, ben segnalato; bisogna solo prestare attenzione in qualche bivio dove la velocità potrebbe non far notare il giusto segnale. Prima che la strada salga si svolta a sinistra e si arriva ad una strada inghiaiata dove si svolta a destra, si passa una sbarra con l' indicazione proprietà privata e si prosegue in salita. Alla sommità si svolta a sinistra e si prosegue.
Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.