Redazione

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Questo libro ci insegna come comprarla, perché comprarla, dove. Come usarla, quando, e perché. Come ripararla, addobbarla, migliorarla, coccolarla. La bici in città un azzardo sulla cui ruota è necessario giocare. Lo dobbiamo all'aria che respiriamo, alle nostre orecchie tormentate dai motori, al nostro fisico ingobbito non sui pedali, ma sulle scrivanie. Pedalare è un ciclo virtuoso per l'ambiente, la nostra città, il nostro corpo. Ma dobbiamo farlo in tutta sicurezza per noi e per il nostro mezzo. Quando poi riusciamo a evadere dalla città e frullare i pedali insieme alle nostre preoccupazioni, la bicicletta diventa anche un esercizio zen. Una sana ciclosofia ci permette di esplorare territori inesplorati, geografici ma anche psichici.

 

Titolo: La manutenzione della bicicletta e del ciclista urbano

Autore: Ilaria Sesana

Editore: Ponte delle Grazie

Anno: marzo 2012

Prezzo: 9,00 euro

Mercoledì, 24 Ottobre 2012 11:49

Cicloturismo. Bici e vacanze, accoppiata perfetta

La stagione 2012 ha registrato un 1.500.000 di presenze cicloturistiche sul territorio nazionale, 300.000 nella regione Emilia-Romagna e di queste il 50% nella sola Riccione con una quota dominante dei mercati esteri pari a circa l'80%. Sono i dati del consorzio degli Italy Bike Hotels

Un mercato giovane (la prima esperienza di un Bike Hotel del Consorzio risale a 14 anni fa a Riccione) che registra fruitori di un'ampia fascia d'età. Dai 25 ai 35 anni per gli appassionati di mountain bike, dai 40 ai 60 anni per i ciclisti da strada e in entrambi i casi per lo più uomini. Questo è ciò che dicono le carte d'identità di chi s'ispira alla vacanza attiva.

I bike riders pedalano mediamente dalle 5 alle 6 ore giorno (partenza mattina rientro intorno alle 14.00), reintegrano al rientro con una merenda di frutta e carboidrati e un pasto serale consumato generalmente in hotel e per questo richiedono menu equilibrati mirati alla loro esigenza di sportivi, sistemano la bicicletta, lavano la divisa, si rilassano nella spa dell'albergo se questo ne è dotato e vanno a letto dopo cena godendosi il meritato riposo. Il giorno successivo ci sono altrettante distanze da coprire e chilometri da macinare. Si stima che ogni cicloturista spenda in media 500 euro in acquisti di prodotti tipici, artigianato locale e materiale ciclistico.

I cicloturisti vivono quindi la vacanza tra la strada, il territorio e l'albergo che prediligono al campeggio. Richiedono livelli di comfort medio-alti e la scelta cade sempre su strutture con una classificazione a partire dalle 3 stelle.

Gli Italy Bike Hotels sono dislocati in 12 regioni italiane e si concentrano prevalentemente in 4 regioni: Emilia Romagna, Lombardia, Marche e Trentino Alto Adige. E' cospicua la domanda su regioni come Sicilia e Puglia, dove ancora non ci sono Italy Bike Hotels, ed è molto forte in regioni come Toscana, Lombardia, Trentino, in cui la domanda supera le camere disponibili, dunque c'è ancora spazio per diventare un Italy Bike Hotel.

Il cicloturismo, numeri alla mano, rappresenta una nicchia di mercato sui cui vale la pena investire. Un mercato che va conquistato, mantenuto e sostenuto. Gli Italy Bike Hotels sono uniformati su uno standard di qualità e offrono servizi ad hoc.

D'altra parte però sono necessari interventi a livello pubblico locale/regionale/nazionale per soddisfare le esigenze del cicloturista: percorsi protetti, segnaletica specifica, spazi dedicati nei centri storici e nelle città d'arte, e soprattutto,manutenzione del manto stradale, grande elemento penalizzante per l'Italia rispetto ad altre realtà europee.

Fonte: travelling.travelsearch.it

Mercoledì, 24 Ottobre 2012 11:17

"Space", la due ruote piccola e intelligente

Qualche tempo fa vederle in giro era una rarità. Roba da eccentrici o fissati dell'ambiente. Oggi le biciclette pieghevoli si stanno diffondendo a macchia d'olio. La ragione essenziale sta nella necessità di integrare il trasporto pubblico con un mezzo – la snella e leggera due ruote, appunto – che consenta di affrontare il famigerato ultimo miglio senza problemi. L'auto, infatti, è ormai un'opzione fallimentare sotto ogni punto di vista. Lo dimostrano perfino gli ultimi dati di vendita, che hanno segnato il sorpasso delle bike, un quadro da anni Sessanta. Space è una folding bike innovativa perché, rispetto alle sue scomodissime compagne dalle scricchiolanti giunzioni, applica una facile filosofia one-touch: per aprirla e ripiegarla basta infatti un solo tocco.

 

Una rivoluzione non da poco, quella messa a punto dal designer Simon Hukaya, perfetta per le situazioni più diverse. Portarsi dietro una bici seguirà un po' le stesse dinamiche che hanno segnato il passaggio dalla valigia al trolley: un tasto, e la bicicletta scende le scale del metrò con te o si riapre in strada, pronta a farsi cavalcare. La misura delle ruote (50 centimetri), la distanza fra il manubrio e la sella: c'è Space anche lì, nel senso che la scocca è stata pensata per superare le difficoltà tipiche dell'urban riding e, ovviamente, per agevolarne la chiusura quando una carovana di viaggiatori s'accalca all'imbocco delle scale mobili. Non c'è, insomma, da allentare qualche pezzo del telaio né abbassare la sella o ritirare i pedali: basta schiacciare un bottone e, senza alcuna modifica nella struttura, la bici si muove riducendosi o allargandosi della metà. Come spesso accade per progetti tanto semplici quanto interessanti, Space è frutto del diploma ottenuto da Hukaya all'Università di arte e design di Budapest ed è dunque un concept in (fiduciosa) attesa di un lancio sul mercato. Una volta ripiegata, la bici misura 91 x 68 x 47 cm e si tiene senza problemi con una mano, trascinandola grazie alle ruote proprio come un trolley.

"Quanto sarebbe bello se, dopo aver incontrato un amico per una birra non dovessi tornartene a casa in bici, ma potessi prendere un taxi o saltare in metro?", dice il designer ungherese. "Lo stesso se piove o c'è un guasto. La folding bike offre una larga possibilità di usi, soprattutto dove non ci sono piste o infrastrutture dedicate. Spesso, però, questo tipo di bici pieghevoli è difficile da guidare e complicato da montare e smontare. Il mio obiettivo era dunque quello di disegnare una folding bike che fosse facilissima sia da aprire che da chiudere e da portare per la città".

L'idea di partenza di Hukaya è d'altronde profetica e visionaria e va ben oltre la (contenuta) diffusione attuale delle bici. Pensa già, infatti, all'evoluzione delle smart city di domani: "Cosa accadrebbe se infrastrutture bike-friendly sbocciassero a vista d'occhio in metropoli da milioni di abitanti?". Anziché risolvere il problema dell'affollamento, avremmo solo peggiorato la situazione ingolfando, ciascuno col suo voluminoso trabiccolo, ogni percorso di rapido passaggio pubblico.

Fonte: wired.it

Martedì, 23 Ottobre 2012 12:05

Biciclette fatte con materiali alternativi

Biciclette realizzate con materiali alternativi per migliorarne la sostenibilità ambientale. Pur rappresentando un mezzo che di per sé presenta evidenti vantaggi nell'ottica di una mobilità attenta alle esigenze della Terra, in alcuni casi le bici riescono ad andare oltre. Sette esempi renderanno meglio l'idea di come questo semplice mezzo possa contribuire alla salvaguardia dell'ambiente anche soltanto attraverso la loro costruzione.

 

Ricorrendo a materiali alternativi per la costruzione delle biciclette si va a ridurre in maniera sensibile l'utilizzo di materie prime più classiche come l'acciaio, il titanio, l'alluminio e la fibra di carbonio a vantaggio di legno, plastica, lega di magnesio, bambù, nylon, cartone e canapa. Vediamo i nuovi modelli realizzati:

Ha scelto l'utilizzo del legno per il corpo della bicicletta la Renovo, mettendo in pratica alcune delle insospettabili doti di questo materiale, come la leggerezza e la capacità di assorbimento delle vibrazioni. La sua durata di vita è paragonabile al carbonio e superiore ad alluminio e acciaio, oltre al fatto che il legno rappresenta una risorsa indubbiamente rinnovabile;

Una lega di magnesio è l'elemento principale della due ruote targata Segal bikes. Punto di forza di questo modello è la leggerezza, pari a circa il 35% in meno rispetto all'alluminio e del 75% inferiore all'acciaio. Particolare non da poco la possibilità sostanzialmente pari al 100% di riciclo delle parti;

Come per il legno, rinnovabilità punto di forza anche per il bambù. Assorbe bene gli urti e le vibrazioni, buon comportamento anche sui terreni più duri. Un materiale su cui negli ultimi anni stanno puntando un numero crescente di aziende come ad esempio la Boo Bicycles;

Due ingegneri dell'Aerospace Innovation Center hanno creato una leggera e resistente bicicletta in nylon. La bici è allestita fondendo sottili strati (un decimo di millimetro) di polvere di nylon e il procedimento è stato mutuato da quello previsto per la realizzazione di alcuni satelliti. Al momento esiste solo un prototipo, mentre modelli più a portata di un comune ciclista dovrebbero essere in fase di progettazione;

Se non sono facilmente biodegradabili allora meglio riutilizzarli. Questo sembra essere il caso della plastica, materiale quasi onnipresente, ma non sempre di facile smaltimento, alla base della realizzazione della Muzzycycle. All'azione di recupero e riciclo viene unita anche l'economicità: la due ruote è disponibile su internet a circa 120 dollari (poco più di 90 euro);

La bici realizzata in cartone è dovuta ad un'invenzione dell'ingegnere Izhar Gafni basata sui principi fisici degli origami. A detta del suo inventore i punti di forza della bicicletta sono la resistenza, la durata e soprattutto l'economicità: il prezzo di vendita è inferiore ai 60 dollari (circa 45 euro);

Il materiale alternativo alla base della Onyx Hemp Bike è la canapa. Il telaio pronto è a tutti gli effetti il risultato della combinazione di canapa (60%), bambù (15%) e polistirolo con l'integrazione di alluminio e carbonio. Ritenuta da Nicolas Meyer, il suo ideatore, più resistente di bambù e fibre di carbonio, il corpo della bici è realizzato imbevendo la canapa in una speciale resina epossidica che viene poi arrotolata intorno ad un nucleo di polistirolo.

Fonte: greenstyle

Martedì, 23 Ottobre 2012 11:52

Il campione Bernard Hinault pedala per l'asilo

Per ridare una struttura per l'infanzia a Mirabello si è mosso il campione del ciclismo francese oltre a Fantoni e Iacchetti.

E' finita la stagione ciclistica professionisti, ma i grandi nomi del ciclismo stanno pedalando ancora. Meta, l'asilo di Mirabello. Un'unica grande squadra di campioni (capitanati ai tempi d'oro dal compianto Gino Bartali che a un passo dal centenario dalla nascita) che si sta impegnando per ridare un asilo ai bambini di Mirabello, città colpita dal terremoto e dalla liquefazione.

 

Maglie e borracce autografate da tanti big del pedale che serviranno per una grande asta benefica in programma nel milanese a fine novembre, organizzata dalla Fondazione Gino Bartali grazie a due ragazzi del Centese, Laura Guerra, giornalista e membro della Fondazione, e Jonathan Di Tata, impegnato nella politica e nel sociale.

Dopo la maglia azzurra di Pirlo autografata da tutta la nazionale di calcio, si è aggiunto un altro grande nome dello sport, uno di quelli che resteranno a vita nell'Olimpo del ciclismo che appena saputo dell'iniziativa ha voluto dare il suo contributo. Si tratta di Bernard Hinault, il fuoriclasse d'oltralpe che dopo aver vinto 5 Tour de France, 3 Giri d'Italia e 2 Vuelta, Liegi e Roubaix ora è ai vertici dell'organizzazione della Grand Boucle.

"Sono felice di poter contribuire anche io – sono state le parole di Hinault in uno dei suoi rari viaggi in Italia – ho autografato con piacere la borraccia della Fondazione Bartali e spero che questo possa essere veramente utile per quei bambini". Ma non è tutto perché anche il mondo dello spettacolo ha risposto all'appello di Laura e Jonathan. "Abbiamo contattato il noto comico estense Gianni Fantoni che, gentilissimo, in occasione del suo "Raduno dei Pigri" ha donato pubblicamente per la nostra asta la specialissima tazza a 4 manici resa pezzo ancor più unico apponendovi la sua firma e quella di Enzo Iacchetti – hanno spiegato i ragazzi – si sono dimostrati veramente sensibili al problema e vogliosi di poter far qualcosa per i bambini ed il loro asilo e per questo li vogliamo ringraziare di cuore".

Vista la nobile causa, inoltre, si stanno affiancando al progetto molti altri sport, l'élite degli atleti internazionali e personaggi dello spettacolo.

Fonte: estense.com

Martedì, 23 Ottobre 2012 11:36

BeerBike, un pub su due ruote

La Beerbike, inventata in Olanda alla fine degli anni '90, è diventata famosa in Germania e si sta diffondendo in tutta Europa, soprattutto in Spagna. Chiamata anche "pedal pub" o "mobile conference table", è una bicicletta attrezzata per ospitare fino a 16 turisti pronti a scatenarsi a bordo; c'è spazio per un fusto con oltre 20 litri di birra, chili di ghiaccio, vani porta pizza e un impianto stereo sul tettuccio per sparare musica a tutto volume.

 

E' un mezzo decisamente fuori dal comune che consente di esplorare vie e quartieri e al tempo stesso bere un bel boccale di birra. Nella sostanza, non è solo un mezzo singolare di trasporto, ma anche una singolare "birreria", con un normale bancone in legno su due ruote. C'è di tutto: birra alla spina, musica, impianto di illuminazione, tettuccio per bagagli, sedili dotati di pedali ed un volante e pedali per il conducente... rigorosamente sobrio. Esistono anche delle variazioni: a Francoforte, per esempio, c'è l'Ӓpplerbike", su cui viene servito sidro di mele, mentre a Friburgo si può bere del vino in compagnia.

E' un'idea originale per visitare le città, ma non a tutti piace perché, spesso, se ne è fatto cattivo uso infastidendo automobilisti, semplici passanti o residenti, ma anche perché è un mezzo molto lento e ingombrante. In Germania, per esempio, ci sono città che sono contrarie alla BeerBike, come Monaco e Düsseldorf: impegnate in un una campagna contro l'abuso di alcol, hanno così deciso di optare per il pugno duro, dando seguito a divieti e restrizioni. Purtroppo, infatti, per molti tour operator che offrono questo tipo di servizio, lo scopo non è quello di fornire un mezzo di trasporto umano alternativo, ma solo un pub mobile.

"Siamo esseri umani. Ci piace il divertimento", ha invece detto Karsten Ard, che ha iniziato a costruire beerbike e a offrire tour ad Amsterdam a partire dal 2005. Per il signor Ard, la bici serve per far vedere ai turisti la città in un modo nuovo, non per abusare della birra. Perché quando ci si ubriaca, si sa, tutto può sfuggire di mano e diventare pericoloso. Soprattutto andare in bicicletta.

Fonti: beerbikespain; greenme

Roberto Sironi ha 57 anni e 18 mila chilometri alle spalle. Percorsi in bici e in cyclette. Perché questo singolare artista milanese (che si divide tra l'Italia e la Francia) non si separa dalla sua bicicletta se non quando, al termine della giornata, rientra a casa. Musicista, pittore e autore di testi teatrali, ha scoperto le due ruote qualche anno fa, a causa di un problema di salute. «Mi hanno imposto la cyclette – racconta – e ho cominciato così. Poi però mi sono annoiato e ho pensato che prendere una bici vera e conoscere il mondo pedalando potesse essere molto più divertente».

 

Così ha cominciato a comporre canzoni sulla bici, a dipingere quadri a tema e, soprattutto, a progettare l'impresa che segnerà il suo 2013: una lunga tournée in Europa completamente fatta in bicicletta, spostamenti compresi da una città all'altra. Rigori del meteo permettendo, ovviamente. «Non è facile – confessa – perché bisogna convincere i musicisti, prima di tutto. E poi perché richiede uno sforzo fisico notevole. Ma all'estero la cultura delle due ruote è molto più ricca, sovvenzionata, sostenuta. Pensiamo che in Francia ci sono 25mila chilometri di piste ciclabili. E non solo nelle città ma in certi casi uniscono capoluoghi diversi. Per non parlare della Germania, che è il top. Ecco, preparando questa impresa, voglio portare il mio contributo a Milano».

L'8 novembre prossimo inaugurerà la sua mostra di tele dedicate alle bici in piazza Berlinguer. Il 14 poi terrà un incontro pubblico con l'assessore alla mobilità del Comune, Pierfrancesco Maran e con i rappresentanti di Fiab Ciclobby, mentre il 24, al teatro della Quattordicesima, andrà il scena la commedia scritta da Sironi, «West Bike Story», interpretata da Evelina Primo che (manco a dirlo) reciterà per tutta la durata dello spettacolo su una speciale bicicletta con dei rulli. Il tutto in nome di quella ciclosofia di cui si fa portavoce. «Il futuro – dice – deve essere inventato partendo dal passato. E la bicicletta è una di quelle macchine perfette che, nel corso dei secoli, ha mantenuto la propria integrità meccanica. Con la bici si scoprono aspetti diversi nelle singole città, si risparmia in termini economici e si preservano salute e forma fisica. Milano ha una cultura della bici che va sostenuta. Voglio fare la mia parte, cantando e dipingendo».

Roberta Scorranese - milano.corriere.it

Toscana terra di ciclisti. Non è il solito luogo comune, legato soprattutto alla grande tradizione sportiva, in quanto a campioni sfornati e trionfi ottenuti. É il risultato che emerge dalla prima indagine condotta dalla Regione per analizzare i numeri di un fenomeno già consistente ma destinato, per vari motivi, ad esserlo ancora di più. La Regione, per sviluppare una rete toscana di mobilità ciclabile, mette a disposizione 9 milioni di euro per i prossimi tre anni.

 

"É arrivato il momento di fare un passo avanti – ha datto Ceccobao nel corso della conferenza stampa di presentazione dell'indagine - il classico salto di qualità. Negli ultimi anni ci sono state tante iniziative, progetti e realizzazioni. Attualmente in Toscana esistono oltre 300 km di piste ciclabili, 100 di percorsi cicloturistici, altri 50 di piste in corso di realizzazione e ulteriori 500 da realizzare in tempi brevi. Da poco la Regione ha approvato una legge per promuovere lo sviluppo di questo tipo di mobilità e per i prossimi tre anni sono stati inseriti in bilancio 9 milioni di euro a questo scopo. Bisogna insistere". Un dato importante, riferito al 2011, è il sorpasso delle bici sulle auto, in termini di vendite. "Aggiungiamoci anche che il 2013 sarà l'anno dei Mondiali di ciclismo – ha aggiunto l'assessore – ospitati per la prima volta in Toscana, che conta tra le altre cose circa 350 associazioni sportive ciclistiche. Insomma tutto questo impone un salto di qualità, che si traduca nella realizzazione di una rete regionale di mobilità ciclabile. Dobbiamo cercare di colmare una lacuna importante, la mancanza di interconessione e integrazione dei vari percorsi, in città e fuori. La prossima settimana saremo a Rapolano Terme ad un appuntamento nazionale, 'Idee Pedalabili', dove illustreremo la nostra idea di rete ciclabile toscana".

L'indagine La mobilità ciclabile in Toscana, è stata condotta su un campione di circa 5.000 cittadini toscani tra i 14 e i 70 anni, rappresentativo di un universo di circa 2 milioni e 700 mila persone.

Chi va in bici. Il 50% dei cittadini toscani in questa fascia di età va in bici (il 17% circa soltanto in città, il 15% fuori e il 18% sia in città che fuori), percentuale che cresce all'aumentare della dimensione dei centri abitati. I maschi, occupati e con elevato titolo di studio, sono coloro che utilizzano maggiormente la bici. Donne, giovani e ultrasessantenni lo fanno di più in città mentre fuori prevalgono gli uomini, nella fascia 14-60 anni.

In città. I ciclisti cittadini sono oltre un terzo del totale e usano la bici soprattutto per svago, nel tempo libero e per sport (il 53.2%). Il 38% pedala per recarsi nei luoghi di studio e lavoro o per accompagnare i figli a scuola. Nei comuni di grosse dimensioni sono soprattutto le donne a usare la bici come vero mezzo di trasporto (spostamenti occasionali e sistematici). In quelli medio-piccoli prevalgono i maschi che la utilizzano per motivi ludico-sportivi. 4 ciclisti cittadini su 10 ne fanno un uso assiduo, almeno 5 volte a settimana. Ostacoli maggiori all'utilizzo in città: traffico e assenza o inadeguatezza delle piste ciclabili. Il trend di utilizzo urbano è segnalato costante (55%) o in aumento (25%). Tra gli interventi indicati per aumentarne l'uso: aumento delle zone a traffico limitato, pedonali e dedicate alle bici.

Fuori città. Ci va un terzo esatto del totale, soprattutto per svago, gite fuori porta o allenamento. Anche se nella maggioranza dei casi l'utilizzo non urbano della bici è rimasto costante nell'ultimo anno, tra chi ha cambiato abitudine è prevalsa la tendenza a diminuirne l'uso, soprattutto tra i giovani. Seppur con un peso inferiore rispetto al ciclista urbano, gli ostacoli maggiori all'uso restano traffico e assenza o cattive condizioni delle piste ciclabili.

Niente bici. Riguardo alla metà del totale che non usa (o lo fa raramente) la bici, motivo principale per non farlo in città è considerarla un mezzo non adatto ai propri spostamenti. Percorsi disagevoli e mezzo faticoso le altre motivazioni. Circa due terzi dei non utilizzatori appare totalmente indisponibile all'uso della bicicletta, anche per il futuro, sia in ambito urbano che non urbano. Chi invece si dimostra più propenso chiede più piste ciclabili o corsie riservate.

Piste ciclabili. Soltanto meno di un terzo dei ciclisti toscani le usa almeno qualche volta e considerano come elementi più soddisfacenti la chiarezza della segnaletica e l'ampiezza. Riscuotono invece meno consensi comodità di ingresso e di uscita, illuminazione, sicurezza negli attraversamenti, lunghezza e capillarità sul territorio. L'aspetto più critico resta la continuità-interconnessione.

Sicurezza. Il 57% dei toscani giudica poco o per nulla sicuro l'utilizzo della bici, sia in città che fuori. In città la percentuale di chi la considera per nulla sicura è del 10%; si sale al 16% fuori città. Eccesso di traffico e assenza di piste ciclabili sono i fattori che influiscono maggiormente su queste risposte.

 

Fonte: luccaindiretta.it

(ANSA) - ROMA, 20 OTT - Il 35% dei ciclisti italiani usa la bici principalmente per andare a fare acquisti, sulla scia di una moda gia' documentata dai paparazzi che hanno immortalato vip e celebrita' alle prese con lo shopping sulle due ruote. A fotografare le abitudini dei ciclisti e' uno studio condotto su mille connazionali, da cui emerge che la spesa in bicicletta e' piu' diffusa tra i giovani del centro Italia, senza differenze tra uomini e donne.

 

A rispettare l'ambiente scegliendo di fare acquisti in bici invece che su un mezzo a motore sono soprattutto i 25-35enni (42%), seguiti dai 56-65enni (40%) e dagli under 25 (37%). A livello geografico, si legge nello studio promosso da Belte', l'incidenza e' maggiore al centro Italia (37%), che precede il Sud (36%), il Nord Ovest (35%) e il Nord Est (34%). Guardando alle professioni, il 'bike-shopping' e' piu' frequente tra dirigenti, insegnanti, liberi professionisti (38%), seguiti da studenti, casalinghe e pensionati (37%), artigiani, commercianti, lavoratori autonomi (34%).

Per fare acquisti sulle due ruote, il 70% degli italiani arriva a percorrere fino a 5 km, una percentuale che sale al 75% tra i laureati e i liberi professionisti. Il 19% degli ciclisti intervistati percorre dai 5 ai 10 km, mentre il 7% si attesta in media tra i 10 e i 15 km.

A motivare la scelta della bici e' innanzitutto la volonta' di mantenersi in forma (60%), ma anche il rispetto dell'ambiente (40%) e il contatto con la natura (37%). Tuttavia gli ostacoli non mancano. Il 39% degli intervistati, infatti, sottolinea le difficolta' che derivano dall'imprudenza degli automobilisti, mentre il 27% lamenta la mancanza di piste ciclabili e di corsie preferenziali in citta'. C'e' poi un 6% che denuncia la scarsa considerazione per chi e' in bici da parte di chi si occupa di viabilita'.

La passione per il bike shopping accomuna i cittadini ai vip che negli ultimi tempi sono stati fotografati sulle due ruote.

Diversi sono gli scatti che mostrano Martina Colombari, Belen Rodriguez e Federica Fontana mentre pedalano nel centro di Milano tra un acquisto e l'altro, mentre Francesco Totti e Ilary Blasi sono stati sorpresi in bicicletta appena usciti da una boutique di Miami. La moda e' diffusa anche oltreoceano: in tenuta sportiva o piu' modaiola, non rinunciano allo shopping su due ruote nemmeno le star a stelle strisce, da Goldie Hawn a Pamela Anderson, da Courtney Cox a Pink.

Venerdì, 19 Ottobre 2012 12:39

Biciclette: ecco le preferenze degli italiani

Qual è la bicicletta che piace agli italiani? C'è quella in vendita al centro commerciale, quella di fascia media, la elettrica entry level o quella più sofisticata, la cruise, la vintage, la performante in carbonio per gli sportivi, ma anche quella hi-tech da sfoggiare la domenica con gli amici, sulle strade di mezza Italia. Per questo ci siamo chiesti: ma gli italiani, mediamente, che gusti hanno, quale tipologia di bicicletta preferiscono, quali modelli scelgono nell'anno in cui per unità vendute, la bicicletta supera l'automobile?

 

A preferla bici in città sono le donne, almeno a quanto risulta da una indagine effettuata da una nota marca di tè freddo su un campione di 1000 intervistati tra i 18 ed i 65 anni (fonte: affaritaliani.it). Il 47% delle donne infatti, a differenza del 37% degli uomini, non ama periferie e campagna, quindi si orienta sull'acquisto di un modello da passeggio o una mountain bike leggera e maneggevole.

L'uomo, si evince dalla stessa indagine, predilige l'aspetto sportivo del pedalare e quindi si orienta più spesso su modelli performanti, sia per uso stradale che per terreni sconnessi. La sua scelta va perciò su bici da strada o fuoristrada, ma dai buoni contenuti tecnici.

Altri fattori importanti che condizionano il ciclista nella scelta della sua bicicletta sono riferibili alla sua percezione di benessere e sicurezza. Oltre il 40%, siano essi uomini o donne, è convinto che la pedalata aiuti il benessere interiore e allontani dalla vita sedentaria.

Resta un elevato timore da parte degli utenti (39%) verso il comportamento delle auto. Ciò induce l'acquirente ad orientarsi verso l'acquisto di accessori di sicurezza, come giubbini catarifrangenti, caschi, luci di segnalazione applicabili sulla propria bicicletta, di qualunque genere o modello si tratti. Parliamo di un target che usa la bici in modo più frequente e che ultimamente si rivolge anche all'integrazione tra mezzo pubblico e bici. Sono spesso possessori di due ruote pieghevoli che ridotte all'ingombro di una borsa consentono di essere portate con sé ovunque. Treno, bus, metropolitana + bici diventano quindi un'occasione conveniente, ecologica e pratica per muoversi.

Non possiamo trascurare i due veri fenomeni del momento, la bici vintage e la bici elettrica. La prima, frutto di passione, lavoro di restauro ed attenzioni maniacali è oggi in grande voga tra i giovani, gli studenti, ma anche tra gli appassionati senza età, tanto che alcuni artigiani propongono sul mercato esclusivamente questo tipo di veicoli a due ruote.

Quanto alla bicicletta elettrica, preferita certamente dalle donne che si dimostrano più ecologiste degli uomini, comincia ad essere un vero boom di costume. Averne una non vuol dire più solo risparmiare sui trasporti e pensare alla salute, ma anche farsi osservare in sella al proprio modello ultimo grido. Da non confondersi però con il grido interiore di stupore che ci può cogliere quando guardiamo il cartellino dei prezzi. Una bici elettrica affidabile, sicura e solida parte infatti dai mille euro.

Quel che conta, al di là delle scelte personali di ognuno di noi, è che per un numero sempre crescente di italiani sia sempre più tempo di bici. Su versioni, modelli e colori, c'è davvero l'imbarazzo della scelta.

(Vincenzo Nizza - ecoseven.net)

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    Legenda difficoltà BICI DA CORSA

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    Legenda difficoltà TRIAL

    Singletrail-Skala: comprende sei gradi di difficoltà che vanno da S0 fino a S5 e valuta esclusivamente le difficoltà tecniche che riguardano un sentiero, sia esso pianeggiante, in salita o in discesa.

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