Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.
di Alessandra Garetto
Verona 8 novembre 2012
Due incidenti a poche ore uno dall'altro, in entrambi «protagonista» la bicicletta. Il primo ha coinvolto un'auto e una bicicletta, il secondo un ciclista e un pedone ed entrambi hanno avuto gravi conseguenze. È accaduto martedì e i due episodi pongono con urgenza evidente il problema della ciclabilità nella nostra città. In mattinata, verso le 9, in via Po, alle Golosine, una Bmw 320 ha investito una bicicletta. L'automobilista, 44 anni, residente a Negrar, percorreva via Po diretto verso via Roveggia e la ciclista, 75 anni, ha attraversato la strada probabilmente in sella alla bici, in un momento in cui c'era un po' di traffico. L'uomo, forse abbagliato dal sole, non si è accorto della ciclista, che ha investito - seppur a velocità ridotta - caricandola sul cofano e facendola cadere a terra. La donna è stata trasportata all'ospedale di Borgo Trento, dove è ora ricoverata in prognosi riservata. Nel pomeriggio, poco prima delle 17, una signora è stata investita da una bicicletta sulla ciclabile di corso Porta Nuova, e non c'è troppo da stupirsene, considerato che ogni giorno su questa pista si produce una pericolosa convivenza tra ciclisti e pedoni, che troppo spesso nemmeno si accorgono di trovarsi su una corsia riservata alle biciclette. La signora è caduta a terra ed è stata portata a Borgo Trento con un trauma cranico. Questi due episodi non sono dunque che l'ultima conferma di quanto pericolosa risulti la nostra città per chi sceglie di spostarsi in bicicletta. Solo per citare un altro episodio recentissimo, venerdì scorso in lungadige Galtarossa una signora in bicicletta è caduta mentre veniva affiancata da un autobus di linea (forse il bus l'ha sfiorata facendole perdere l'equilibrio) e ha riportato la frattura di entrambi i femori: ma le conseguenze potevano essere anche più gravi. Che cosa significa? Che i ciclisti non sanno guidare o che Verona diventa sempre meno adatta, per non dire pericolosa per le biciclette? «Direi che forse, prima di tutto, vuol dire che sta aumentando il numero di chi si sposta in bicicletta e di conseguenza aumentano anche gli incidenti che coinvolgono i ciclisti», osserva Giorgio Migliorini, presidente della sezione veronese degli Amici della Bicicletta. «Ma al di là di questo dato, che le nostre rilevazioni confermano (è provata anche la propensione che molti cittadini avrebbero ad utilizzare la bici per gli spostamenti quotidiani per recarsi al lavoro, ma è proprio la pericolosità di alcune strade a farli rinunciare), non c'è dubbio che molte strade risultano fortemente rischiose per le due ruote. Anche dove di fatto ci sono piste ciclabili, non mancano le criticità e corso Porta Nuova è solo uno dei possibili esempi». «È sotto gli occhi di tutti che a qualsiasi ora del giorno la fetta di marciapiede riservato alle bici in corso Porta Nuova è occupato dai pedoni», prosegue Migliorini. «Non si tratta solo della scarsa educazione caratteristica del nostro Paese: se infatti prendiamo Olanda o Germania, un pedone non si sogna di camminare su una ciclabile, dove finirebbe subito investito. Ma su molte nostre ciclabili, come quella di Porta Nuova, manca la segnaletica orizzontale e ogni altra cura: cosa dire per esempio del fatto che questa ciclabile si interrompe all'improvviso davanti ad una tabaccheria? Che senso ha?». Ecco, non si tratta di diventare come Groningen, la città dell'Olanda del Nord che sotto la suggestiva stazione ferroviaria ottocentesca ha un parcheggio per biciclette con 10mila posti e dove girare sulle due ruote è per tutti la cosa più ovvia: ma forse possiamo ancora tentare di evitare di guadagnarci la maglia nera della ciclabilità.
Alessandra Galetto