Martedì, 27 Novembre 2012 12:10

Un faro salvavita per la bici di notte [video]

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La sicurezza in bicicletta è una tematica che non può non essere presa in considerazione, in un mondo che dovrebbe sempre di più rivolgersi verso la mobilità sostenibile. Sono tanti i sistemi che cercano di garantire una maggiore sicurezza ai ciclisti nei loro spostamenti anche in città. Una delle ultime novità in questo senso è rappresentata da questo faro salvavita, un laser che è stato pensato dalla designer inglese Emily Brooke. Spinta dalla passione per la bicicletta, la designer ha deciso di mettersi all'opera per creare qualcosa di utile per coloro che si spostano su due ruote.

 

L'invenzione di Brooke è un vero e proprio proiettore, un faretto che viene montato sul manubrio e che funziona, apparentemente, come una normale luce che i ciclisti sono soliti montare per pedalare nelle ore serali, col buio.

Questo faretto però ha una particolarità: possiede un proiettore che illumina l'asfalto, disegnando un pittogramma verde che raffigura una persona sulla sua bici, il tipico simbolo del ciclista.

Si tratta di un'invenzione molto utile, perché il progetto si basa su una formula ben precisa. L'obiettivo è quello di oltrepassare quella parte "oscura" di campo visivo in cui l'automobilista non può vedere dallo specchietto retrovisore il ciclista che sta dietro l'auto, per questioni di spazio e di dimensioni.

Con questo faretto, il simbolo della bici viene proiettato sull'asfalto anche davanti l'automobile. Quindi l'automobilista non può non vederlo. Il prototipo è stato testato dagli autisti dei bus di Brighton e presto, già dal prossimo anno, partirà anche la produzione industriale. Blaze (questo il nome del dispositivo) dovrebbe costare, quando disponibile, circa 74 euro.

"Se Blaze servisse a salvare almeno una vita sulla strada" – dice la sua creatrice – "sarei una donna felice". In un periodo in cui si parla spesso di incidenti stradali e in cui si diffondo sempre di più associazioni a favore della sicurezza di chi va in bici, come Salvaiciclisti, invenzioni come queste ci aiutano a sperare in positivo.

In effetti, lasciare la nostra automobile e prendere la bicicletta è sicuramente un'azione a vantaggio della sostenibilità ambientale. Tuttavia il problema consiste nel fatto che spesso nelle nostre città non ci sono le condizioni adeguate per andare in bici.

Mancano le piste ciclabili o sono dissestate e quindi possiamo correre un vero e proprio pericolo. Andare al lavoro in bici richiederebbe una maggiore sicurezza. Tuttavia non sembra che in Italia si stia facendo molto in questo senso.

Blaze non è l'unica soluzione messa a punto di recente a questo proposito. Un altro progetto arriva direttamente da un'azienda americana, che offre una soluzione molto simile al faretto della designer inglese, uno strumento che potrebbe essere ideale per quanti scelgono di usare la bicicletta e di contribuire al rispetto dell'ambiente, senza tuttavia rischiare per la loro incolumità.

Si tratta di Bike Lane Safety Light, un sentiero luminoso al laser. Potremmo definire il tutto come una sorta di "pista ciclabile fai da te". Basta montare sul telaio della bici un laser, il quale riesce a creare attorno a noi un sentiero luminoso, in modo da essere sempre visti, specialmente da chi guida le automobili.

E' sicuramente un elemento di protezione per il ciclista urbano, che può essere anche più efficace rispetto ad altri sistemi, come ad esempio le luci a led o i caschi con airbag. Questo laser costa 40 dollari.

Magari non sarà utile per la sicurezza dei ciclisti nelle città più adatte per pedalare, ma sicuramente in molti altri luoghi d'Italia può essere un espediente a cui ricorrere.

Non sarà certo la soluzione che può risolvere in maniera definitiva il problema, ma comunque il laser per la sicurezza in bicicletta può essere considerato uno di quei rimedi che possiamo adottare per sentirci più sicuri quando pedaliamo in nome della salvaguardia ambientale.

Anche di sera, le nostre passeggiate in bicicletta diventano più sicure, perché la scia luminosa al buio ci permette di non incorrere in rischi inutili. Bike Line Safety Light si può comprare su Amazon, seguendo questo link. Ci auguriamo che il ciclista urbano diventi una figura sempre più diffusa: l'ambiente sicuramente ne sarà contento.

Fonte: ecoo.it

Foto di Paolo Agostini

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    Numerosi sono stati i commenti degli aderenti e tra questi si riportano i seguenti:

    - il mio direttore arriva al lavoro in bici, anche io lo faccio da S. Massimo a corso Porta Nuova con il bel tempo. La salita di via San Marco, però è troppo irta e spesso porto la bici a mano;

    - trovo che quando vado a lavoro in bici guadagno in umore, salute ,finanza, felicità, tempo, e tanta goduria nel vedere i miei fratelli ingabbiati e incazzati nelle loro lussuose scatole di ferro!!;

    - Awsome!!! cioè.... che figata.... andare al lavoro in bici! Ma quanto sono più rincoglioniti di noi i colleghi che usano l'auto per fare 1 km!!! Prima di carburare di la dalla scrivania impiegano tempo e caffè mentre noi arriviamo già pimpanti ed energizzati. Diffondiamo il verbo;

    - Oltre al problema dell'infortunio in itinere, occorrerebbe incoraggiare la pratica economicamente o con un incentivo economico all'olandese o con una riduzione delle imposte sul reddito (come succedeva a mia figlia quando lavorava a Berlino);

    Dai commenti si evince che occorre impegnarsi e mobilitare le persone affinché la proposta di legge venga approvata e non dimenticata come è successo con la precedente proposta predisposta da Fiab. Inoltre è necessario attuare una politica territoriale della mobilità sostenibile e sensibilizzare le imprese a mettere a disposizione dei parcheggi custoditi e coperti a favore dei propri dipendenti che usano la bicicletta.

    Il primo obiettivo è quello di ampliare il gruppo "Al Lavoro in bicicletta" in Facebook affinché la proposta venga conosciuta e sostenuta dai cittadini e dalle associazioni ciclistiche: https://www.facebook.com/allavoroinbicicletta?ref=ts&fref=ts

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