Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.
Gli incidenti diminuiscono nelle strade extraurbane, ma niente cambia in quelle urbane e l'80% delle vittime in città è da ricondurre all'utenza debole. Le politiche di sicurezza urbana sono totalmente al palo; l'Italia insieme alla Grecia è fanalino di coda in Europa. Complessivamente, con qualche anno di ritardo, ci stiamo avvicinando al dimezzamento delle morti rispetto al 2001 (- 45%), ma il dato è sempre molto sbilanciato verso le quattro ruote (- 56%, dimezzamento abbondantemente superato) a scapito dell'utenza debole (- 37% pedoni, - 13% ciclisti, - 30% motociclisti). ?? Come emerso dagli Stati Generali della bicicletta e della mobilità nuova tenutisi a Reggio Emilia il 5 e 6 ottobre, la soluzione sta solo in interventi sistematici di moderazione del traffico, sistematizzazione delle zone 30, incentivazione dell'utenza non motorizzata (20-20-20 come obiettivo della percentuale di spostamenti in bici, a piedi e con TPL), scuole car free e quant'altro riesca a incidere effettivamente sulla vivibilità del contesto urbano. Primo fra tutti i comuni italiani ad attivarsi in questo senso è stato quello di Milano, a seguito di un
fatto drammatico che ha destato la commozione di tutta la città.
Esattamente un anno fa, il 5 novembre del 2011, moriva infatti Giacomo Scalmani, un ragazzino di 12 anni, travolto e ucciso da un tram in via Solari a Milano, mentre stava tornando a casa sulla sua mountain bike dopo l'oratorio. Nel buio della sera, sotto la pioggia, Giacomo aveva trovato improvvisamente davanti a sé la portiera aperta di un'auto, ed era caduto sui binari proprio mentre stava passando il tram. Una vita perduta per sempre in una tragedia assurda che, forse, poteva essere evitata. Di fronte alla sua morte, il consiglio comunale milanese ha deciso di dare una risposta di grande solidarietà e di affetto, dedicando alla memoria di questo "piccolo angelo in bicicletta" un manuale di sicurezza per i ciclisti.
La città di Milano sta lavorando a una nuova mobilità e l'amministrazione sta pensando a una città dinamica e moderna ma poco inquinata, rumorosa e caotica. Una città all'altezza dei bambini e dei bisogni delle persone. L'intenzione è cioè quella di raddoppiare le piste ciclabili lungo strade a maggiore domanda e integrarle con altre modalità di trasporto, incrementando le zone 30, dove la velocità massima la stabilisce la bicicletta, e installando nuove rastrelliere e sviluppando il bike sharing. Per la prima volta, nel capoluogo lombardo è consentito e gratuito il trasporto delle biciclette sui mezzi pubblici fino alle 7 del mattino e dalle 20 a chiusura del servizio.
Nessun mezzo è però mai abbastanza sicuro se non si rispettano le regole. Ecco perché il manuale, redatto dal Comune di Reggio Emilia e da Fiab Ciclobby (Federazione Italiana Amici della Bicicletta - fiab-onlus. it), rappresenta un aiuto concreto per gestire le situazioni di difficoltà. La guida è un libero adattamento, a cura del Comune di Milano, del materiale contenuto nel sito www.bicyclesafe.com, il cui autore originale è Michael Bluejay.
Quali sono, dunque, le buone regole per andare in bici ed evitare incidenti? Secondo Edoardo Galatola, responsabile sicurezza Fiab, la prima regola da rispettare è considerarsi alla pari di tutti gli altri mezzi circolanti. I ciclisti hanno gli stessi diritti e doveri degli automobilisti e devono quindi evitare incertezze, soggezioni e senso di inferiorità, perché queste sono sempre causa di manovre incomprensibili agli altri veicoli e perciò a volte pericolose.
E' bene indossare il casco quando opportuno perché protegge la parte più preziosa del corpo e questa raccomandazione è particolarmente rivolta ai più piccoli. Altro consiglio della Fiab è quello di controllare costantemente il perfetto funzionamento dei freni, delle luci (anteriori e posteriori), dei catadiottri (posteriori e laterali su ruote e pedali), del campanello e dei pneumatici della bicicletta.
Per inviare in anticipo segnali precisi e con buon anticipo agli altri utenti della strada, usare il braccio teso per segnalare una svolta, ma soprattutto quando ci si sposta al centro della strada per superare auto parcheggiate, e usare il campanello, scegliandone uno molto rumoroso che possa essere udibile a distanza. Nel traffico è sempre opportuno essere vigile e cercare di prevenire le manovre degli altri veicoli, stabilendo un contatto visivo con i guidatori e assicurandosi che abbiano visto la bici e tenendo sotto controllo, con la "coda dell'occhio" o con l'udito, anche ciò che avviene alle spalle.
Mai distrarsi con cuffie, iPod, cellulare e in un incrocio semaforizzato "difficile", ricordare che è possibile svoltare a sinistra anche in due tempi: attraversando l'incrocio stando sulla destra, attendendo il verde nell'altra direzione e proseguendo. Non passare mai con il semaforo rosso. Cercare di non percorrere strade dissestate o molto trafficate e prediligere se possibile un percorso più lungo ma sicuro. Usare i marciapiedi solo se sono larghi a sufficienza, educatamente, andando piano e fermandosi tutte le volte che è necessario: in fondo, si è ospiti! Ogni volta che si condividono degli spazi con i pedoni non bisogna dimenticare che anche loro, proprio come i ciclisti, sono utenti deboli della strada, quindi è bene prestar loro attenzione e non spaventarli.
Importante è rendersi ben visibile anche quando l'illuminazione è scarsa, magari indossando qualcosa di fluorescente, e tenersi a distanza dai mezzi pesanti come furgoni, autocarri, autobus: spesso non vedono i pedoni. Infine, attenzione alle rotaie: la ruota può incastrarsi dentro e far cadere. La cosa migliore è passaci sopra di traverso, con un angolo di almeno 30 gradi, senza frenare bruscamente quando piove. Attenzione anche ai veicoli parcheggiati con qualcuno alla guida, il quale potrebbe aprire la portiera o muoversi in quel momento, e agli scooter e motorini, che spesso superano a destra.
Sara Ficocelli - La Repubblica 5 novembre 2012