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Pubblichiamo il testo completo.
di Giuseppe Mazzoni.
Giovedì 4 ottobre 2012, arrivo alle 14.30 a Palazzo Marino per assistere a una conferenza alla quale interverrà Giuliano Pisapia. Giungo in bicicletta, perché poi devo andare da altre parti ed è il mezzo più veloce, ecologico e sano, perché due anni fa ho passato diversi weekend a raccogliere le firme per i referendum ambientali a Milano, e perché mi piace molto usarla. Purtroppo devo usare la mia mountain bike (di seconda mano), ad elevato rischio furto, perché diversi mesi fa, in piazza Cordusio mi è stata rubata la mia bici tradizionale, di seconda mano e con diverse macchie di ruggine, che in teoria non doveva essere molto appetibile, ma che ora non ho più (è la quarta o la quinta che mi è sparita a Milano, ho perso il conto!). Le sono molto affezionato, perché mi ha accompagnato fedelmente nelle ultime 3 estati per oltre 3000 km in uno splendido viaggio lungo il Danubio, dalle sorgenti nella Foresta Nera, fino al delta nel Mar Nero.
Chiedo ai vigili all'entrata di Palazzo Marino se posso parcheggiarla nel cortile, perché in passato alcuni miei amici non hanno più ritrovato le loro bici che avevano incatenato alle rastrelliere appena dietro l'angolo (a 20 m dai vigili), in via Marino, di fronte al 7, all'angolo con l'ingresso della Galleria. I vigili mostrano solidarietà: uno mi racconta che lui stesso ha subito due o tre furti di biciclette, ma che solo i dipendenti di Palazzo Marino possono parcheggiare in cortile. Mi consigliano di annotarmi il numero di telaio della bici, perché in caso di furto, potrei fare denuncia e provare che era di mia proprietà.
Col cellulare fotografo il numero di telaio e i due vigili con in mano la mia bici. Un po' dubbioso la incateno alla rastrelliera, ma vengo parzialmente rassicurato dal notare che sopra vi sono due telecamere, per la sorveglianza di Palazzo Marino. Entro nel palazzo alle 14.35. Alle 16.20 esco da Palazzo Marino, vado in via Marino e della mia bici trovo solo la catena, tranciata per bene. Mi sembra di vivere un film intravisto in anticipo 2 ore prima! Torno dai vigili, gliela mostro e mi dicono che non possono di certo fare il palo alle bici, anche se sono a 20 metri da loro! Mi consigliano di fare denuncia alla Polizia, la quale potrà accedere alle immagini delle telecamere.
17.30: entro al Commissariato di piazza San Sepolcro, dove l'agente Di Bello mi riceve dopo solo 5 minuti di attesa, e si dimostra molto paziente, professionale ed efficiente, rincuorandomi un po'. Mi consiglia poi di andare immediatamente in piazzale Cantore, dove vengono rivendute ai ricettatori le bici rubate, e mi invita, nel caso la trovassi lì, a chiamare il 113, che poi invierebbe l'auto della polizia o dei carabinieri più vicina. E mi consiglia anche, in caso non la trovassi lì, di andare sabato e domenica ai mercatini di Porta Genova e San Donato per cercarla anche lì.
18.15: arrivo in piazzale Cantore. Il parco giochi per bambini è occupato da una decina di uomini con facce non troppo rassicuranti, uno con diverse banconote da 50 euro in mano. Due hanno due bici nuove. Domando a uno: «E' vero che qui vendono bici?». Mi risponde: «NO!». Chiedo: «E perché tutti guardano queste bici?». Mi risponde: «Perché sono nuove!». A quel punto tiro fuori il cellulare, e comincio a fotografare le bici e gli uomini che mi stanno intorno. Uno scappa immediatamente con la bici. Un altro si avvicina, mi insulta e mi minaccia fisicamente, cercando di aggredirmi. Esco dai giardini, entro in un bar e chiamo il 113 denunciando una tentata aggressione. Il 113 mi dice che devo chiamare il 112 perché vi è un'auto della polizia più vicina; gli chiedo se non possono inviarla loro, come mi aveva suggerito l'agente. Rispondono di no. Gli uomini del parco giochi continuano a guardarmi con aria minacciosa. Chiamo il 112. Squilla. Non risponde nessuno. Lascio squillare 10 volte, cade la linea. Richiamo. Idem. Richiamo il 113. Non risponde più nessuno. Cosa devo concludere?
Conclusioni. Ho constatato una notevole efficienza, professionalità e disponibilità da parte della polizia e di alcuni vigili di Milano, in particolare di quelli in borghese. Devo però constatare che qualcosa non funziona: è ampiamente noto a vigili e polizia che nel parcheggio di Via Marino di fronte al numero 7 avvengono regolarmente furti di biciclette; eppure ad esempio, nessuno si è preoccupato di installare una telecamera, oltre a quelle esistenti, ad altezza d'uomo, che possa individuare i ladri e che sia un vero deterrente nei loro confronti. Molto preoccupante, inoltre, il fatto che il 112 o al 113 non siano in grado di inviare tempestivamente un auto in caso di necessità o addirittura che non rispondano a chi chiama. Inoltre ho saputo da un vigile in borghese che all'interno del sito del Comune di Milano esiste una pagina con le foto delle bici rubate e ritrovate in deposito in Via Fiamma: bella iniziativa, però è praticamente impossibile trovarla sul sito se già non la si conosce, quindi del tutto inutile!
Fonte: Corriere della Sera