Lunedì, 16 Aprile 2012 08:33

La bicicletta: declino e rinascita di un mezzo antico

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La bicicletta, nel periodo a cavallo tra la fine dell'ottocento e la prima metà del novecento, è stata il mezzo di trasporto privilegiato dei nostri nonni: solida, poco costosa, facilmente riparabile, non richiedeva né grandi spazi per essere ricoverata, né grosse abilità e competenze per essere guidata.
Nel dopoguerra abbiamo avuto il boom economico, il cui adeguato corollario è stata la motorizzazione di massa, la bicicletta ha sofferto la concorrenza spietata dei nuovi bisogni indotti, la progressiva marginalizzazione degli spazi sulla rete viaria e il crollo dell'appeal, nell'immaginario collettivo, proprio di un veicolo semplice, economico, silenzioso.
Per far fronte a questo progressivo degrado nella vivibilità dei centri urbani e delle aree limitrofe, le pubbliche amministrazioni di realtà socialmente ed urbanisticamente più avanzate del nord Europa (come pure di piccole "isole felici" italiane), sull'onda della pressione di un'opinione pubblica sicuramente più attenta agli aspetti della qualità della vita e alle tematiche ambientali, stanno da anni operando in direzione di una riorganizzazione complessiva dei trasporti.
Le parole d'ordine di questa rinnovata attenzione alla qualità degli ambienti urbani sono "trasporto sostenibile", "intermodalità", "moderazione del traffico".
In un contesto urbano riqualificato e maggiormente a misura di cittadino la bicicletta ritrova la sua originaria funzione di mezzo di trasporto, aiutata in ciò anche dall'evoluzione tecnica che ne ha aumentato a dismisura flessibilità di utilizzo e potenzialità.
Chi non ha consuetudine con la bicicletta ha infatti ancora in mente le bici sulle quali ha passato gli anni spensierati della propria gioventù, e ricorda mezzi pesanti, sgraziati e privi di cambio, sui quali ogni spostamento non strettamente in pianura comportava fatiche inenarrabili.
Negli ultimi anni, tuttavia, la diffusione della "mountain bike" ha fatto scoprire a molti non tanto le biciclette "da fuoristrada" in senso stretto, quanto l'idea di un veicolo a propulsione umana in grado di affrontare qualunque terreno, di arrivare ovunque, con ruote larghe per non perdere mai la presa, con una scalatura di marce molto più estesa del normale per rendere percorribili anche le salite più impervie, con una geometria finalmente pensata per offrire il massimo della comodità e del controllo del mezzo, con una struttura robusta e in grado di consentire il trasporto di bagagli.
In sella a tali biciclette molti di noi hanno cominciato a percorrere per turismo le strade secondarie, i viottoli di campagna, i sentieri montani e, col progressivo crescere della fiducia nel veicolo e nelle proprie possibilità, anche viaggi di diverse settimane nel nostro ed in altri paesi.
Questo tipo di esperienza ci ha consentito di comprendere a fondo quanto le potenzialità della bicicletta, intesa nella sua natura di mezzo di trasporto, siano, nel nostro paese, enormemente sottovalutate.
Un dato fra tutti: nelle nostre città il 50% degli spostamenti avviene su distanze inferiori a 5 km!
Su percorsi di quest'ordine di grandezza la bicicletta sarebbe già da ora competitiva con l'automobile, considerando che la velocità del traffico motorizzato, nelle ore di punta, scende anche al di sotto dei 10 km l'ora, se non fosse che le condizioni imposte del traffico veicolare, rumoroso, nocivo ed altamente pericoloso per gli utenti non protetti, e l'assenza di una viabilità riservata agiscono da potente deterrente.
In questo caso l'esperienza straniera dimostra che sono sufficienti pochi e semplici interventi (non necessariamente costose e poco popolari piste ciclabili in sede propria, bensì marciapiedi più larghi con sedi riservate e scivoli per salire e scendere, zone a traffico ridotto o rallentato, solo per citarne alcuni) per consentire a chi lo desideri di spostarsi efficientemente ed in tutta tranquillità in bicicletta, oltretutto alleggerendo il carico di veicoli motorizzati sulle vie di transito.

(Estratto da "Bicicletta e trasporto sostenibile" articolo pubblicato nel 2000 su Gazzetta Ambiente, periodico del Poligrafico dello Stato)

Pubblicato da Marco Pierfranceschi. http://www.gazzettaambiente.it

Fonte: http://www.ruotalibera.org

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