Lunedì, 07 Gennaio 2013 10:24

In Belgio arrivano i nuovi cartelli di "strada ciclabile"

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In Belgio, a partire dal 27 dicembre 2012, verranno installati segnali di «strada ciclabile» che danno la priorità assoluta alle bici.

Introdotti a seguito della modifica del codice della strada del 10 gennaio 2012 che ha introdotto la nozione di «strada ciclabile», i cartelli «F111» e «F113» ne annunciano l'inizio e la fine.

Nonostante la comparsa del concetto di «strada ciclabile» il codice della strada belga non menzionava ancora i cartelli di segnalazione relativi a questa zona. Si è dovuto attendere che le Regioni accettassero questo progetto federale. Così più di dieci mesi dopo, i due cartelli sono arrivati.

Il governo ha finalmente optato per un cartello di segnalazione di colore blu intitolato «strada ciclabile» che mostra un'auto (in rosso) e un ciclista (in bianco). Alla fine della strada si troverà lo stesso cartello sbarrato di rosso. La menzione «strada ciclabile» non è però obbligatoria.

Il concetto di «strada ciclabile», nuovo in Belgio, ma già in vigore in Olanda e Germania, è una strada in cui non c'è sufficiente spazio per installare una pista ciclabile e dove il passaggio delle vetture è comunque possibile. I ciclisti hanno però priorità assoluta sul traffico motorizzato. I veicoli a motore vi sono autorizzati al transito ma non possono superare le bici. Inoltre, la velocità non può mai superare i 30 km/h.

Fonte: Fiab Onlus

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    Sulle arterie di grande comunicazione saranno ancora necessarie le piste ciclabili, ma al di fuori di queste avremo creato, con la moderazione del traffico e le corsie ciclabili, degli spazi condivisi da tutti. Insomma una città molto diversa da quella in cui viviamo oggi, una città dove in modo naturale, con l'aiuto dell'amministrazione e la consapevolezza dei cittadini, si ridurrà il numero sia delle auto circolanti che ferme ad occupare spazio nelle strade.

    Come afferma il presidente di Monzainbici, Giuseppe Piazza,  "la mobilità ciclistica non si aggiunge, ma si integra al resto della mobilità".

    Spesso basterebbe semplicemente copiare da altre città con esperienze analoghe che hanno dato  frutti positivi. Senza prendere come esempio le solite città europee lontane da noi, ci sono comuni italiani che solo qualche anno fa si trovavano nelle nostre stesse condizioni ma che hanno saputo reagire a situazioni particolarmente negative: pensiamo a Milano, che pur non avendo una situazione idilliaca per la mobilità ciclistica sta sperimentando con successo tanti interventi indirizzati verso una maggior tutela della mobilità dolce, come le corsie ciclabili e i controsensi permessi ai ciclisti. 

    Quindi corsie ciclabili semplicemente disegnate, rifiutando l'idea che le corsie senza una separazione fisica possano essere poco rispettate.

    Dobbiamo rinunciare all'idea che la segnaletica sia insufficiente a garantire sicurezza? Noi pensiamo che al contrario è venuto il momento, e crediamo che ormai ci sia la cultura giusta, per iniziare un nuovo percorso, non ci mancano né le possibilità, né l'intelligenza per uscire da comportamenti che per troppo tempo hanno condizionato le nostre vite.

    Monza, come molte altre città, ha bisogno di una svolta decisa e radicale in tema di mobilità. Questo è il momento giusto. 

    Massimo Benetti - Ufficio Stampa FIAB MonzaInBici

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