Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.
Così, dopo la ciclo esplorazione della scorsa estate, tra agosto-settembre 2016, sarà possibile partecipare alla seconda “traversata” dell’itinerario ciclabile.
L’iniziativa è finalizzata a far scoprire il percorso. Un tracciato lungo circa 474 km che passerà lungo le piste di servizio che seguono le condotte dell’Acquedotto Pugliese.
Un sentiero ciclabile, non ancora del tutto praticabile, che collega l’Irpina al Salento passando per luoghi ricchi di storia e di siti archeologici come: la valle dell’Ofanto, la valle dell’Alta Irpina, il Vulture, l’Alta Murgia, la Valle d’Itria e l’Arneo.
Il progetto si candida a diventare la principale dorsale cicloturistica del Mezzogiorno d’Italia. Il Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto insieme alla Fiab-coordinamento Apulo-Lucano, ha presentato all’incontro per la definizione del Piano strategico del turismo 2016/2025 promosso da Puglia promozione, due distinti documenti per dimostrare come questa infrastruttura potrebbe dare un notevole impulso ai territori attraversati. Un rilancio turistico che avrebbe ripercussioni notevoli anche a livello economico.
Il portavoce del Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto, Cosimo Chiffi, nel presentare i dati sul possibile indotto da questa generato, ha dichiarato che “è necessario che l’infrastruttura cicloturistica diventi uno dei pezzi dell’industria turistica del Paese. Non a caso la realizzazione delle ciclovie nazionali verrà attuata attraverso una cabina di regia congiunta tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) e il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT)”.
L’opera è stata inserita come “infrastruttura di priorità nazionale” nella Legge di Stabilità che è stata approvata lo scorso dicembre. Adesso, per la messa in opera del progetto, si attendesolo la definizione del Protocollo d’intesa fra i Ministeri dei Trasporti e del Turismo e le Regioni interessate (Campania, Basilicata e Puglia).
Lo spirito della ciclovia, si legge nel documento presentato qualche giorno fa a Martina Franca “è principalmente quello di preservarne l’autenticità, la naturalità e l’inserimento nel paesaggio, senza particolari ricostruzioni, privilegiando interventi leggeri di semplice restauro. Un’attività che consentirebbe all’opere di mantenere il ruolo di cultural route a tema ciclopedonale per narrare la storia, le vicende e le testimonianze architettoniche del più grande e ardito acquedotto d’Europa”.
Fonte: bikeitalia.it