Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.
E' inverno. Con il freddo diminuiscono i ciclisti in città (e aumenta l'affollamento sui mezzi pubblici o, peggio, aumentano le auto in circolazione). Però molti ciclisti urbani, per necessità o convinzione, continuano a pedalare, attrezzandosi con l'adeguato abbigliamento per freddo e pioggia.
Anche quando arriva la neve molti ciclisti non si arrendono. Anzi, spesso sono gli unici che riescono ancora a circolare in città paralizzate.
Fa quindi discutere la recente ordinanza del Comune di Bologna che vieta l'uso della bicicletta su tutta la rete stradale in caso di precipitazioni nevose. Provvedimento incomprensibile, tanto più alla luce delle politiche pro-bicicletta che tale Comune diceva di sostenere.
Eppure in Italia, anche al nord (zone montane a parte), serie precipitazioni nevose durante l'inverno rappresentano ormai più un'eccezione che la regola. Allora cosa dovrebbero fare in Scandinavia, dove le neve e ghiaccio è la normalità per molti mesi? Lassù nessuno si è mai sognato di proibire l'uso della bicicletta al quel 20% di ciclisti che, imperterriti, continuano ad usare il loro mezzo per tutto il lungo e duro inverno.
Anzi, come spiega l'articolo di Julian Ferguson che vi proponiamo di leggere dal sito della fiab, all'interno delle politiche per favorire ed incentivare l'uso della bicicletta, i ciclisti norvegesi e finlandesi stanno elaborando proposte per migliorare lo sgombero della neve da piste e corsie ciclabili, in modo che l'uso della bicicletta diventi sempre meno un fenomeno "stagionale".
Possibile che nella ben più calda Italia non si sia in grado di affrontare il problema (per i pochi giorni o settimane che c'investe) senza ledere il diritto costituzionalmente garantito alla libera circolazione? Oppure i ciclisti sono e restano cittadini di serie B?
Fonte: fiab-onlus