Girolibero è oggi il principale operatore in Italia specializzato in vacanze in bicicletta. Nasce nel 2002, dall'esperienza dell'Associazione Zeppelin, associazione vicentina che dal 1998 organizza viaggi con mezzi "alternativi" (bicicletta, barca a vela, trekking...). Girolibero si specializza in vacanze in bicicletta offrendo pacchetti cicloturistici (prenotazione hotel, trasporto bagagli, bici a noleggio, materiale informativo, assistenza) in Italia e in Europa, sia a stranieri (che preferiscono l'Italia) che a italiani, che scelgono di pedalare all'estero.
• Girolibero è rivolto prevalentemente a clienti individuali. Organizza e vende vacanze in bicicletta al mercato italiano, con oltre 200 proposte tra Italia ed Europa suddivise nelle seguenti sottocategorie:
• Bici e Hotel. Sono i tour in bicicletta normalmente a tappe che possono essere di più tipologie (itineranti, semi itineranti, a margherita, in linea, ad anello). Le caratteristiche sono: tappe da 50km, percorsi facili e sicuri lungo ciclabili o strade secondarie, itinerari di interesse turistico (natutalistico e/o storico-culturale). Vengono proposte in questa categoria più di 200 destinazioni in Europa. La ciclabile per eccellenza è la Passau-Vienna in Austria.
• Bici e Barca. Di giorno sui pedali e la sera a bordo di confortevole battello fluviale o imbarcazione marittima. Sono tour che si sviluppano lungo i grandi fiumi (Danubio, Reno, Mosella) o i canali del nord Europa (Olanda, Fiandre).
• Bici e Famiglia. Pacchetti per le famiglie con tappe più ridotte e su ciclabili sicure, alberghi dotati di camere familiari, fornitura di bici e appendici per bambini di tutte le età ed una scontistica dedicata per fasce di età . Es. Loira per Famiglie. Si tratta della tipologia di vacanze che sta avendo il trend di crescita più elevato.
• Bici e Benessere. Tour che abbinano alle pedalate il pernottamento in hotel con area wellness. Es. Vienna-Budapest wellness
Riportiamo l’intervista rilasciata al corriere del veneto
Gli Italiani quali mete preferiscono? Gli italiani preferiscono i paesi Europei dove è più sviluppata la rete ciclabile, su tutti Austria, Germania, Olanda, paesi con migliaia di km di piste ciclabili lontane dal traffico. Una vacanza cicloturismo è davvero più costosa rispetto a quelle tradizionali? No, in realtà esiste un ottimo rapporto tra prezzo e servizi offerti: la vacanza in bici è perfettamente organizzata, dal primo all'ultimo giorno e il grande numero di cicloturisti sulla stessa rotta ciclabile consente l'abbattimento dei costi di tutti i servizi offerti (trasporto dei bagagli, tariffe alberghiere, noleggio bici...). Chi vuole intraprendere una vacanza in bici e contenere al massimo i costi, può organizzarla autonomamente rinunciando alla comodità di qualche servizio: hotel meno confortevoli, no trasporto bagagli... I ciclisti spesso richiedono le colazioni rinforzate, la bici in camera. Gli hotel, in particolare quelli italiani, hanno capito l’opportunità o fanno ancora fatica a recepirla e ad adattarsi? Gli hotel che Girolibero utilizza in Italia sono bene informati e capiscono le esigenze dei cicloturisti: offrono colazioni abbondanti e spesso consentono di parcheggiare la bici in un luogo sicuro, magari un garage chiuso, per evitare spiacevoli sorprese. Le aziende del settore supportano il cicloturismo o sono sempre concentrate sulle vendite esclusivamente agli appassionati, magari amatori che corrono la domenica nelle varie Gran fondo? La cultura del cicloturismo in Italia si sta progressivamente diffondendo, ma ancora la "vacanza in bici" è intesa dai più come un'impresa da sportivi. Basterà continuare a promuoverlo come attività facile, che non richiede allenamento, ne' lunghe o faticose tappe sui pedali. E' pur sempre una vacanza! Qual è secondo la vostra esperienza il Paese più all’avanguardia per quanto riguarda le vacanze sportive e in particolari in bicicletta? Sicuramente la Germania: da anni più della metà dei tedeschi dedicano almeno 4-5 giorni al cicloturismo, anche nel proprio Paese, che vanta 40 mila km di piste ciclabili di lunga percorrenza (non contiamo quindi le ciclabili "urbane" o i collegamenti di pochi km). Qual è il vostro “viaggiatore tipo”? Solitario, in famiglia, con amici? Giovane, di mezz’età? I clienti stranieri sono per lo più over 50, spesso marito e moglie e preferiscono viaggiare da soli, «in libertà» come diciamo noi. Per loro solo hotel prenotati, trasporto bagagli, assistenza telefonica e materiale informativo/guide ciclabili dettagliate per orientarsi da soli lungo il percorso. Gli italiani si dividono in due tipologie: giovani, tra i 30 e i 50 anni, che pedalano volentieri anche in gruppo, con altri partecipanti con cui socializzare e un accompagnatore a fare da apripista; famiglie, in costante crescita, che viaggiano volentieri sia «in libertà» che in gruppo con altre famiglie; infine coppie che viaggiano in libertà. Non solo bici, con Zeppelin.it offrite diverse tipologie di viaggi a contatto con la natura. Ci potete raccontare nel dettaglio il progetto? Zeppelin è il nostro punto di partenza. Oltre alle vacanze in bici, Zeppelin propone viaggi a piedi, di varia difficoltà, dal trekking nel deserto in Giordania al walking urbano a Trieste. Altra attività sono i viaggi in barca a vela e crociere a bordo di motovelieri o catamarani, per provare la libertà di un viaggio in mezzo al blu del Mediterraneo o anche dei mari più esotici, ai Caraibi ad esempio; infine i «viaggiamondo», alcuni a carattere culturale, altri più avventurosi, ma sempre perfettamente organizzati: viaggi in gruppo con accompagnatore dall'Italia e spesso anche una guida locale per conoscere ancora meglio il Paese che visitiamo. Tra i viaggiamondo più amati: Turchia, Perù, Repubbliche Baltiche, Ecuador e Galapagos, Costa Bretone e Normanna...
In un certo senso non offrite solo una vacanza ma un’esperienza e promuovete uno stile di vista sano, fatto di contatto con la natura e attenzione alla salute. Quali consigli dareste a chi vuole provare questa tipologia di vacanza per la prima volta? A chi intraprende una delle nostre vacanze in bicicletta, nessun consiglio particolare: sono itinerari facili, salvo qualche eccezione. Lo stesso vale per i trekking, i viaggi a vela o i viaggiamondo di Zeppelin: ce n'è per tutti, dai principianti ai viaggiatori più esperti. Ultima domanda. Anzi, un consiglio: tre mete da non perdere per chi cerca una vacanza sulle due ruote. Venezia tra bici, barca e mare: una settimana in Italia, dalla magica Venezia alla Mantova dei Gonzaga, passando per le spiagge del Lido, Pellestrina, Chioggia e Albarella: facili biciclettate, ampi lidi soleggiati e ottima cucina nostrana per una settimana di relax in movimento. Info
Olanda in bici e barca, Amsterdam e la rotta nord: In barca per pasti e pernottamenti; in bici tra le spiagge selvagge del Nord e le bianche dune di Texel: piccoli borghi, vaste campagne e le grandi dighe, vera e propria meraviglia dell’ingegneria olandese. Info
Viaggiamondo in India, da Delhi a Varanasi: Viaggio emozionante nel mitico triangolo d’oro indiano, con passaggio per Varanasi e visita agli spettacolari templi Khajuraho. Info
Fonte: corriere del veneto
Punto di partenza: Bussoleno (Piazza del Mercato)
Punto di arrivo: Bussoleno (Coldimosso)
Grado di difficoltà: Medio – Facile
Periodo consigliato: Primavera, Estate, Autunno
Caratteristiche:
Tipologia: Sentiero
Segnaletica: Buona
Acqua sul Percorso: Buona
I comuni coinvolti nell'itinerario sono Bussoleno, Mattie, Susa, Meana, Gravere, Chiomonte e Giaglione. Un percorso che utilizza sentieri già segnalati (Sentiero dei Franchi e Sentiero Balcone).
E' importante percorrere la 3V da Est verso Ovest, poiché in senso inverso ci sono maggiori difficoltà.
Questo sentiero è contrassegnato da piccoli cartelli in alluminio bianchi con il logo 3V verde e con l'indicazione del senso di marcia.
Inoltre, pur se si tratta di un percorso di Mountain Bike di medie difficoltà, è pur sempre un itinerario accidentato in ambiente di montagna, dunque si suggerisce di percorrerlo in compagnia, in buone condizioni fisiche e con mezzi di protezione di sicurezza.
Il percorso 3V parte da Bussoleno, nei pressi della piazza del mercato, per proseguire lungo le vigne della regione Arborea, fino a raggiungere Borgata Fornelli. Dopo aver percorso un breve tratto della provinciale verso Mattie, girare a sinistra nei pressi della Borgata Combe.
Dopo un tratto su sentiero la strada si allarga e conduce alla Borgata Vallone – Grandi Tanze di Mattie, fino a raggiungere il capoluogo dove si trova un'area attrezzata.
Lasciare l'abitato di Mattie per raggiungere la Borgata Assiere di Meana. Dopo un suggestivo percorso immerso tra i castagni si arriva alla strada provinciale del Frais, attraverso il Passo dell'Asino.
Giunti alla Borgata Arnodera nel Comune di Gravere, si continua fino alla Borgata Armona, si passa lungo il sentiero "Sotto la rocca" per poi raggiungere la Borgata Bastia. Scendere nuovamente fino a raggiungere la strada verso il Deveys, da cui si risale per circa 2200 mt. per imboccare la strada che porta a Borgata Bernarda Bassa (1100 mt.) vicino il confine con il comune di Chiomonte.
Raggiungere la strada che porta a Chiomonte e scendere fino al paese, per poi proseguire fino al corso della Dora Riparia e risalire lungo la strada delle vigne che porta alla Maddalena, passare sotto il viadotto autostradale e sraggiungere la Borgata I Mulini nel comune di Giaglione.
Superata la borgata si ripassa sotto l'autostrada, si arriva ad uno spiazzo dove si trova la partenza della Via Ferrata delle Gorge di Giaglione, e si prosegue fino al campo sportivo del comune, per poi scendere verso Susa.
Qui il percorso attraversa la "passeggiata archeologica", volendo si può anche raggiungere la Pista Ciclabile Valsusa.
Salire verso Bassa Meana dopo aver lasciato Susa, percorrendo la mulattiera "del Pusin", e raggiungere la frazione Traduerivi di Susa e poi Coldimosso che segna la fine del percorso.
Per raggiungere la piazza del mercato di Bussoleno che è il punto di partenza, si può percorrere la Strada Statale 24 per circa 2 km.
Fonte: italybikehotels
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Una bici pieghevole per l'alta montagna. Anzi, qualcosa di più (divertente): una due ruote molto particolare integrata con uno zaino per favorire una scalmanata discesa dopo una lunga e faticosa salita. Soprattutto quando non hai modo di saltare su una funivia. Dall'olandese Koga, storica azienda ciclistica attiva dagli anni Settanta, l'hanno chiamata Bergmönch: è una sorta di minibike da downhill per elevate altitudini, senza sella e, ovviamente, pedali (servono davvero a poco, in quelle situazioni). Niente paura: i freni ci sono. Si tratta oltre tutto di due potenti Shimano idraulici a disco Slx. Il punto forte? Grazie a un nuovo sistema di allestimento si monta in due minuti secchi. Anche meno.
L'idea del gruppo dei Paesi Bassi è risucchiare nel giro della propria clientela gruppi di giovani scalatori ed escursionisti appassionati della natura e anche di un'adrenalinica solitudine, liberando la fase di salita o scalata da ogni genere di impedimento grazie al sistema integrato zaino-microbici: "Adesso potranno sperimentare un modo più divertente di vivere la montagna", dicono dal quartier generale della Koga. "Certo, ci sono altri modi di fare downhill, come affittare bici già pronte portate in quota con gli impianti. Ma Bergmönch ti darà piena autonomia: potrai scegliere le zone più selvagge e periferiche". Quelle, insomma, dove di turisti della domenica se ne vedono pochi.
Freni Shimano a parte, Bergmönch è piccola ma non lascia affatto a desiderare: telaio in alluminio 7005 e sterzo oversize completano infatti il gioiellino . Inoltre, la due ruote è full-suspended, per non temere neanche l'ostacolo più antipatico durante la discesa. Bella la bici, dunque. Ma lo zaino? La Koga ha chiamato a confezionarlo la tedesca Vaude Carry System, specializzata nel settore. Ne è uscito un prodotto dal design ergonomico con piastra areata e una distribuzione perfetta dei 9 chili di peso del nanoveicolo pieghevole, backpack incluso. Senza dimenticare i tre vani impermeabili per una capacità totale da 19 litri.
Il monaco di montagna – questo vuol dire il nome olandese – è dunque il primo esemplare del genere per un downhill dal sapore del tutto diverso. E, nonostante quello che potrebbe sembrare quanto alla pericolosità, pare che scegliere un paio di ruote anziché le gambe per tornare alla base faccia perfino bene a muscoli e ossa: " Quando scendiamo da una vetta o torniamo da un'escursione montana a piedi le nostre articolazioni devono sostenere il nostro peso più e più volte e ogni passo è un rischio notevole per le gambe. Le conseguenze le conoscono tutti: stiramenti e ginocchia doloranti. Non è un caso che il 67% di chi frequenta la montagna ha problemi del genere, conseguenza di incidenti in fase di discesa. Portati Bergmönch sulle spalle e questi problemi spariranno. Visto che scenderai a valle su due ruote". Gambe in spalla, dunque. Anzi, bici.
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Fonte: wired.it
Tempo fa guardavo su RaiSport il reportage video di un ragazzo inglese in giro per il mondo in bicicletta; le traduzioni in italiano del suo slang storpiavano il suo entusiasmo genuino, rendendolo ridicolo come gli applausi finti degli spettacoli di serie B.
Come fa a fare il giro del mondo uno che non sa nemmeno cambiarsi un raggio? Pensavo tra me e me. E intanto lo seguivo, attendevo le puntate per sapere dove fosse arrivato con la sua incredibile capacità di cacciarsi nei casini.
Poco tempo fa un amico mi regalato il suo libro ed ho cominciato a leggerlo con curiosità; volevo sapere cosa potesse aver spinto un ragazzo mai salito in bici ad affrontare prove così dure, come la Siberia in bici; io di viaggi ne ho fatti tanti e mi sono sempre considerato poco preparato, inadeguato; addirittura in Argentina lo avevo deciso lì per lì di andare sul quel passo di quasi 5000 metri e arrivarci in condizioni precarie, con al seguito una specie di guida a cui avevo dovuto fare da balia mi aveva dato un senso di precarietà che mi aveva quasi fatto desistere.
Eppure leggendo il libro si capisce ancora una volta che non conta l'allenamento, non conta la prestanza fisica ma l'attitudine mentale al viaggio ed all'incontro; ognuno può partire con i propri dubbi o fuggire dalla propria vita, ma quello che riempe di esperienze giorni a volte monotoni e ripetitivi quali possono essere quelli fatti da 100 km in bici è proprio la voglie di conoscere e di misurarsi con gli altri.
Per gli amanti del genere, ma anche per gli altri......
Fonte: Ironelli.it
Autore del libro: Rob Lilwall
Editore: Ediciclo - collana: Altre Terre - 2012