Negli Stati Uniti maggio, è tempo di bicicletta. Infatti alle latitudini stelle e strisce si celebra il mese nazionale della bicicletta, un'occasione per promuovere la mobilità sostenibile e l'utilizzo delle due ruote.
Non sono recentissimi, ma sempre attuali e soprattutto stupefacenti. Sette itinerari per MTB, tra i deserti, le montagne e gli sconfinati orizzonti di Canada, U.S.A. e Perù.
Lo sanno bene all'University di Iowa (USA) dove è nato un ambiente virtuale grazie al Dr. Jodie Plumert, una sala destinata esclusivamente ai piccoli ciclisti in erba per far sì che imparino a prendere sin da subito le giuste decisioni nel traffico evitando rischi e tragedie. Mobilità ciclabile e regole del Codice della Strada, dunque, in primo piano grazie a un progetto costato circa 250.000 dollari e venuto alla luce attraverso finanziamenti pubblici e privati.
Attraente la location offerta dall'accademia statunitense: in una sala, tre enormi schermi disposti ad angolo retto; al centro, una bicicletta 'avvolta' dai display. Lo scopo di tutto ciò: pedalare senza spostarsi di un metro e trovarsi proiettati in una strada grazie a un vero e proprio simulatore. Incroci, intersezioni, precedenze, auto e camion: non manca nulla per un'esperienza senza precedenti e anche divertente, ma soprattutto necessaria.
D'altronde, come ha confermato lo stesso Plumert in un'intervista, in strada la risposta dei bambini è assai diversa rispetto a quella degli adulti: "I ragazzi, quando sono in una situazione di traffico abbastanza impegnativo, non coordinano i loro movimenti così come farebbe una persona più grande". Da qui, i possibili e frequenti incidenti.
Basti pensare che solo nel 2009 negli States ci sono stati 51.000 ciclisti feriti, 8.000 dei quali avevano quattordici anni o anche meno (fonte National Highway Safety Administration). E i numeri danno ragione al professore. Il settore più vulnerabile è infatti proprio quello che riguarda l'infanzia e l'adolescenza: a rischiare maggiormente sulle due ruote è la fascia che va dai 5 ai 15 anni.
di Valeria Scotti
fonte BiciZen
Secondo le stime del Registro Nazionale americano delle Biciclette ogni anno solo negli Stati Uniti verrebbero rubate bici per 200 milioni di dollari. Da oggi, però, gli utilizzatori abituali di questo comodo mezzo di trasporto saranno più sicuri. È nato un nuovo sistema per difendersi dai furti. Si chiama SpyBike Covert Bicycle GPS Tracker e, come dice il nome stesso, è un sistema per la geolocalizzazione della propria bicicletta una volta che questa è stata rubata.
Discreto, difficilmente individuabile a prima vista, è nascosto all’interno del tronco del mezzo, nella parte superiore, vicino al manubrio. Ovviamente, nonostante questo sia uno strumento efficace per ritrovare la propria bici, è sempre bene legarla comunque con una catena.
Il dispositivo si attiva con un portachiavi elettronico in dotazione. Se la bici viene rubata prima che venga messo in funzione il dispositivo, un sensore di vibrazione attiverà comunque il sistema di tracciamento che vi invierà un SMS di allarme ed inizierà a caricare le coordinate ogni 20 secondi fino al termine delle vibrazioni, cioè fino a quando la bici non si ferma. L’unità si riattiverà poi quando il sensore percepirà nuovi spostamenti.
La SpyBike utilizza una batteria ricaricabile agli ioni di litio che può funzionare per mesi tra una ricarica e l’altra. Quando la batteria è scarica, il sistema invia un SMS di allarme. Ci sono , però, delle limitazioni, perché il dispositivo, che si basa sulla tecnologia GPS, smetterà di funzionare efficacemente se la bici si trova all’interno di un edificio o ovunque non ci sia una chiara visione del cielo. In tal caso, l’unità passerà alla modalità GSM. La casa produttrice, a tal proposito, afferma che quest’ultima ha una precisione di circa 650 piedi (200 m), che potrebbero rivelarsi del tutto inutili in un edificio o ambiente denso come può essere il centro di una città.
Fonte: http://www.endoacustica.com