Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.
Il progetto Dolomiti Lagorai Bike, comprende 1000 chilometri di percorsi fuori strada tra boschi, pascoli, laghetti alpini e due Parchi Naturali:
L’area abbraccia il Trentino orientale, distendendosi tra le valli di Fiemme, Fassa e Valsugana e i percorsi si spingono sino a duemila metri di quota, tra le cime selvagge della catena del Lagorai, e le vette dolomitiche del Latemar, del Catinaccio e del Gruppo del Sella, riconosciute dall’Unesco patrimonio dell’Umanità. Dei 36 percorsi Mountain Bike 7 sono facili, 16 di media difficoltà e i restanti 13 sono impegnativi. Tutti sono dotati di segnaletica sui crocevia: cartine plastificate, roadbooks, tracce GPS che possono essere scaricate gratuitamente dal sito www.dolomitilagoraibike.it e persino l’Applicazione per iPhone sono gli strumenti messi a disposizione per guidare passo passo, pedalata dopo pedalata, gli amanti della due ruote. Servizi di navetta e di taxi collettivo permettono di raggiungere i punti di partenza delle singole escursioni così come il ritorno in albergo. Impianti di risalita adatti al trasporto bici consentono di affrontare dislivelli importanti e giungere in quota senza fatica.
Fra i percorsi Dolomiti Lagorai Bike ve ne sono due particolarmente spettacolari, facilmente fruibili grazie all’efficienza dei trasporti. Il primo è la Pista ciclabile delle Dolomiti che, lungo i suoi 47 chilometri, collega la Val di Fiemme con la ladina Val di Fassa, attraverso prati, ruscelli e masi di montagna. Dalla pista partono anche tours su strada. La ciclabile è servita per quattro giorni la settimana dal Bike Express Fassa-Fiemme, una navetta dotata di rimorchio per la bici e l’attrezzatura. La ciclabile è adatta a tutti, ai professionisti e a chi vuole pedalare e godersi con spensieratezza il paesaggio.
La ciclopista della Valsugana, invece, congiunge il lago di Caldonazzo con Bassano del Grappa: 80 chilometri circa lungo un itinerario fatto di storia, cultura e natura, a cavallo fra Trentino e Veneto. Pedalando si possono ammirare antichi castelli, come quello di Pergine, e le bellezze di valore inestimabile che costituiscono il patrimonio del territorio.
E’ possibile anche scegliere di fare una sosta presso uno dei centri termali e balneari che si trovano nei pressi dei laghi di Caldonazzo e Levico. La ciclopista della Valsugana coincide, in alcuni tratti, con la via Claudia Augusta, l’antico asse di comunicazione del I sec. d.C., su cui sopravvivono diverse testimonianze storiche e archeologiche.
Sul territorio Dolomiti Lagorai Bike vi sono anche percorsi riservati ai bikers, che prevedono discese adrenaliniche nel bosco, tracciati di downhill e cross country e due itinerari freeride. Inoltre scuole MTB certificate, organizzano corsi di mountain bike e uscite giornaliere guidate.
Le strutture ricettive e turistiche sono tutte a misure di biker: un’infinità di servizi e di opportunità sono interamente dedicati agli amanti delle due ruote.
Fonte tuttogreen
Viaggiare in bicicletta è sicuramente il modo più economico per scoprire luoghi e atmosfere nuove, per apprezzare paesaggi inediti e per riprendere una forma fisica invidiabile dopo mesi trascorsi dietro ad una scrivania. Ma soprattutto, è l’occasione perfetta per divertirsi proteggendo l’ambiente da gas nocivi ed emissioni inquinanti. E può essere una maniera davvero efficace di confezionare un’offerta turistica rivolta a quei segmenti di mercato rappresentati dalle sempre più numerose persone consapevoli dal punto di vista ambientale, che cercano una vacanza a contatto con la natura, come ha fatto per esempio il Tirolo. La Svizzera sembra essere stata inventata proprio per il “cicloturismo”: con 9 percorsi nazionali, 53 regionali e 45 locali è la meta ideale per soddisfare le esigenze di grandi e piccini. Una dei percorsi più affascinanti è il Giro dei Laghi che collega il lago di Ginevra a quello di Costanza, passando per dieci specchi d’acqua e regalando agli esploratori paesaggi da cartolina. Un’alternativa forse più impegnativa ma sicuramente di maestosa bellezza è il percorso del Reno che attraversa il paese costeggiando il fiume dalla sorgente al porto di Basilea. Un circuito di altrettanta bellezza si estende anche lungo il fiume Rodano, attraverso il quale i provetti ciclisti riescono ad immergersi completamente nella natura e nei frutteti del Paese. All’interno del portale turistico My Switzerland si trovano diverse proposte di vacanza in bici nella Confederazione Elvetica. Per quanto riguarda le vacanze in mountain bike, va segnalato in particolare l’innovativo motore di ricerca che consente di selezionare percorsi e proposte in funzione della propria forma fisica e della difficoltà del percorso. Una vacanza in bicicletta può essere anche il modo di riassaporare la vita ad un ritmo più lento. E quando la stanchezza prende il sopravvento non bisogna disperare perché lungo ogni percorso ci sono punti di assistenza e di ristoro, oltre che fermate di bus, battelli e treni.
Fonte: tuttogreen
In Friuli Venezia Giulia è stata progettata la prima pista ciclabile low cost. Questo lungo itinerario di ottantaquattro chilometri, attraversa una terra di confine ricca di fascino, rimasta vergine da costruzioni e insediamenti umani. Inoltre, offre numerose attrattive turistiche, culturali e culinarie che potrebbero favorire lo sviluppo economico del settore turistico della zona. La Regione Friuli e Legambiente, così, propongono un modello di infrastruttura attrezzata a ricevere in Italia quel nuovo tipo di turismo ecologico, che sta prendendo piede all’estero e che appassiona giovani e meno giovani: il cicloturismo. Che il business delle vacanze sulle due ruote (pedalando) sia una prospettiva concreta, ce lo ricordano gli stessi dirimpettai austriaci e svizzeri, che quest’anno stanno strutturando fior di pacchetti di offerte turistiche rivolte a chi vuole stare a contatto con la natura ed il silenzio. La novità della pista “riciclabile” è il riutilizzo delle strade locali meno trafficate e delle vie di campagna, sterrate e silenziose, che necessitano solo di un intervento di manutenzione stradale. I costi delle operazioni, così, si riducono ad un terzo della spesa prevista per la costruzione di una ciclabile ex novo. La pista low-cost friulana, così, potrebbe diventare un modello esportabile anche in altre regioni italiane, perché è indubbiamente un modo efficace di conservare il territorio e, allo stesso tempo, di sviluppare un nuovo sistema economico e turistico legato al rispetto dell’ambiente e del territorio.
Fonte tuttogreen
Tutto quello che serve agli appassionati delle due ruote, punti vendita, assistenza, riparazioni e abbigliamento.