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Giovedì, 11 Aprile 2013 10:40

1 Bici 1000 speranze

Mauro Talini, il ciclista insulino-dipendente che corre in solitaria dal 1 gennaio 2013 per sostenere i progetti dell’Associazione Internazionale Padre Kolbe Onlus, ha già percorso circa 11000 km in tre mesi ed ha concluso la sua pedalata attraverso il sud America, percorrendo Argentina, Cile, Perù, Ecuador e Colombia. 

Mauro Talini, il ciclista insulino-dipendente che corre in solitaria dal 1 gennaio 2013 per sostenere i progetti dell’Associazione Internazionale Padre Kolbe Onlus, ha già percorso circa 11000 km in tre mesi ed ha concluso la sua pedalata attraverso il sud America, percorrendo Argentina, Cile, Perù, Ecuador e Colombia. Dopo aver raggiunto Panama con un volo aereo, Mauro si rimetterà in viaggio con la sua bicicletta per arrivare all’ultima meta, l’Alaska. In questi tre mesi non è stato tutto facile per il ciclista della solidarietà: pedalare ogni giorno in solitaria, con il caldo o con la pioggia, sullo sterrato o in forte pendenza, con continui saliscendi e anche ad altitudini di 2800 metri, dovendo cercare ogni sera una stanza per dormire o uno spazio in cui piantare la tenda, in paesi stranieri in cui parlano un’altra lingua. Ma non è stato nemmeno tutto difficile: le popolazioni sud americane, nonostante la povertà, sono sempre molto accoglienti e curiose, danno indicazioni, offrono alloggio, cibo, addirittura copertoni per la bici, fanno dei tratti di strada con Mauro o semplicemente si confrontano con lui sulla povertà e sul diabete. Pedalare attraverso le Americhe e vedere paesaggi meravigliosi è di per sé straordinario. Inoltre farlo per sensibilizzare le persone sul diabete, sostenere le Missioni di AIPK Onlus nel segno delle “3S” sport, salute e solidarietà, ha dato a Mauro carica e motivazioni sempre maggiori, e nei momenti di fatica Mauro non è mai da solo, c’è sempre la sua fede che lo accompagna e lo sostiene. Durante il primo tratto del suo viaggio attraverso cinque stati Mauro è stato accolto dalla Viceconsole in Cile Anna Rita Apollonio, dall’Ambasciatore Italiano in Ecuador Gianni Piccato e dalla Console Enza Bosetti, insieme al diabetologo di Quito Dott. Pasquel. Mentre Mauro Talini continua la sua splendida avventura per dimostrare al mondo che il diabete non è un limite, l’Associazione Internazionale Padre Kolbe Onlus dall’Italia, insieme a tutti i volontari e agli innumerevoli sostenitori ha realizzato una campagna di raccolta fondi a favore del Centro Sociale La Città della Speranza a Riacho Grande, San Paolo in Brasile. Il progetto da realizzare riguarda un corso per l’alfabetizzazione all’informatica che permetterà a 180 bambini del Centro di imparare ad utilizzare il computer sia per lo studio sia per una potenziale ricerca di lavoro. Chi vuole contribuire può trovare le informazioni necessarie all’indirizzo www.unabicimillesperanze2013.org. o tramite l’Associazione Internazionale Padre Kolbe A.I.P.K. Onlus Viale Giovanni XIII, 19 40037 Borgonuovo di Sasso Marconi(BO). 

Fonte: Marco Tosatti de lastampa.it
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Mercoledì, 27 Marzo 2013 14:59

EUROPA. CAPITALI A TUTTA BICI

Da Parigi a Vienna, da Amsterdam a Linz, guida alle grandi (e medie) città europee a misura di esplorazione a due ruote. Anche grazie a formule di noleggio sempre più sofisticate. 

«La vita è come andare in bicicletta. Per mantenere l'equilibrio devi muoverti». Lo diceva Albert Einstein in una lettera al figlio Eduard, nel 1930. Noi potremmo aggiungere che per dare anche più equilibrio ad una vacanza, vale la pena andare su due ruote. In punta di pedale si arriva veramente ovunque e si scoprono le città in maniera ravvicinata. Ecco le nostre mete in Europa dove questo economico mezzo di trasporto è non solo protagonista ma anche molto amato, tanto che ci sono persino hotel a misura di "turista-ciclista". 

Parigi
Nella Ville Lumière tutto è all'insegna della ecologia e dei ritmi lenti e si moltiplicano le piste ciclabili: 371 chilometri (è in progetto di aumentare il numero fino a 600 chilometri entro fine anno). Utilizzare questo servizio è semplicissimo dato che ci sono molte stazioni per il noleggio sparse per la città ed è possibile acquistare ticket giornalieri o abbonamenti. Inoltre, durante i weekend, alcuni quartieri come Montmartre, il canale Saint-Martin e le vie lungo la Senna, solitamente riservati al transito di veicoli a motore, si trasformano in vie per altri mezzi di trasporto (non solo la bici, ma anche skateboard e roller). Ogni venerdì sera dall'Hôtel de Ville parte un originale tour gratuito per le strade illuminate. Si replica ogni terza domenica di ogni mese alle 10.30. Tutti gli altri giorni le guide di Paris à Vélo c'est sympa accompagnano i ciclisti in percorsi insoliti alla scoperta di scorci fioriti, atéliers di artisti, cortili nascosti e angoli di città lontani dal traffico. Alla bicicletta provvede Vélib, la formula self service con un parco bici che conta ben 10648 "vetture". Per i più pigri Paris Charms & Secrets propone circuiti romantici a bordo di bici elettriche.
Info: www.franceguide.com.

Valencia
Nella città tra le più verdi d'Europa, andare in bicicletta permette di entrare a contatto con un arcobaleno di colori. Ad iniziare dai giardini del Turia, dove tra un'infinità di alberi e prati, campi da gioco e fontane, si snodano diverse piste ciclabili (10 chilometri). Si va dalla zona del mare fino al Bioparc, una delle attrazioni imperdibili della città spagnola. Un luogo all'aperto senza gabbie ma con barriere naturali, che dà la possibilità di attraversare la savana africana, la foresta equatoriale e il cuore del Madagascar e di conoscere da vicino gli animali che vivono in questi luoghi e gli ultimi nati del parco: la piccola figlia della giraffa "Ramses" e il baby gorilla "Ebo". Con Doyoubike, BEbike e  Valencia Bikes è possibile noleggiare la propria bicicletta con tariffe a partire da 1,90 euro. La sera si può raggiungere Plaza de la Virgin, con la fontana illuminata e si può fare una sosta golosa in uno dei tanti ristoranti che propongono la paella, il piatto valenciano per eccellenza. Tra questi Orio Restaurant, tapas bar tipico, specializzato in "pinchos", stuzzichini su una base di pane.
Info:
www.turisvalencia.es. 

Linz e Vienna. Austria
I ciclisti a Linz hanno sempre la precedenza agli incroci e questo fa capire l'importanza di questo mezzo nella cittadina austriaca. Tutto il centro cittadino di Linz ha corsie ciclabili, semafori per ciclisti e maniglie per sostenersi ai semafori (in modo da non appoggiare i piedi a terra). Ci sono, inoltre, due officine fisse per piccole sistemazioni della bici (mercato Uhrfahr e ingresso del vecchio municipio) con chiavi a frugola, pompe, kit per riparazione della camera d'aria, cacciavite. Nel vecchio municipio sono a disposizione 55 armadietti ad uso dei ciclisti: si possono lasciare gratuitamente le proprie cose e recuperarle durante la giornata. Una buona idea per chi non vuole portarsi dietro tutto il giorno pesi o borse. Sempre gratuitamente ci sono trailer (Carrettini) per trasportare bambini, animali o la spesa. Con la bici si va ovunque, si fa facilmente amicizia, si scoprono angolini deliziosi, si fa sosta in locande dove gustarsi una buona birra artigianale o uno sciroppo di sambuco fatto in casa. Linz, inoltre, è il cuore della pista ciclabile del Danubio, punto centrale del tratto più scenografico della ciclovia, quello tra Passau, in Germania, e Vienna. Sono circa 330 chilometri da percorrere in cinque, sette, dieci, quattordici giorni. Lungo il tragitto ci si ferma in monasteri e chiesette, si assapora la cucina locale e l'ospitalità di fattorie, alberghi a misura di ciclisti o splendi wellness hotel. Le offerte sono tante e a misura di tutte le tasche.
Anche Vienna è a misura di ciclisti: oltre 1.000 km di piste ciclabili e corsie preferenziali. Una bella esperienza è la ciclabile panoramica del Ring, che lungo il maestoso viale, largo fino a 56 metri, costeggia il centro storico, toccando alcune fra le più importanti attrazioni della capitale, tra cui Hofburg, il palazzo imperiale asburgico, il museo delle Belle Arti e quello di Storia Naturale con in mostra grandi scheletri di dinosauri (partenza e arrivo dal ponte Marienbrücke, in un itinerario di 5 chilometri. Le biciclette possono essere noleggiate presso uno dei circa 60 bike-terminal in posizione centrale, di solito nelle prossimità delle stazioni metropolitana, e restituite in qualsiasi altro bike-terminal. Per il noleggio bisogna acquistare una Citybike Tourist Card (€ 2) con cui si può ritirare la bici. La prima ora è gratuita 

Amsterdam
La città delle biciclette d'Europa. Così è chiamata Amsterdam per l'elevato numero di bici in circolazione. I numeri parlano da soli. Si conta che i 750.000 abitanti di Amsterdam abbiano più di 600.000 bici. Un record. Anche la rete di piste ciclabili è piuttosto estesa: circa 400 km, di cui 150 km a senso unico e 250 a doppio senso. Ci sono ben 120 bici d'acqua (pedalò) e esiste perfino un coordinatore per l'utilizzo della bicicletta in costante contatto con l'associazione dei ciclisti e dei quartieri, per garantire sempre sicurezza e comodità. Ovunque si possono noleggiare e c'è anche un grande parcheggio, il "Fietsflat", un edificio di quattro piani (costa circa € 1 al giorno per bici) dove il colpo d'occhio è su una marea di modelli e colori. Certo bisogna fare molta attenzione, soprattutto nell'attraversare. I ciclisti non si fermano mai e vanno sempre velocemente. Anzi, si infastidiscono non poco se qualche pedone "taglia" loro la strada. Vale la pena percorrere il più lungo ponte ciclabile del mondo con una lunghezza totale di 780 metri sul Rijnkanaal, un ponte sospeso con un'arcata di 164 metri. È accessibile solo per pedoni e ciclisti e unisce la "terra ferma" di Amsterdam con il quartiere di Ijburg ricco di isole. Gli abitanti lo chiamano "Palingbrug" (ponte dell'anguilla) per le sue linee serpeggianti. E pedalando si può percorrere la cerchia dei canali, iscritti nel Patrimoni Mondiale dell'Unesco, che quest'anno festeggiano i 400 anni dalla creazione. Ricco il calendario di eventi per i festeggiamenti. Da non perdere una visita al Museo Het Grachtenhuis che, attraverso una mostra multimediale e interattiva (in italiano, con spiritose voci nel dialetto milanese, pugliese, romano) illustra la storia di questi affascinanti navigli. Uno speciale pacchetto lo propone Funactive, in una formula bici più barca. Circa 70 km di facile percorso (4 giorni/3 notti, con guida), attraversando un tappeto colorato di tulipani. Sosta per visitare un mulino a vento (da 379 euro per persona). Anche Klm offre voli a prezzi speciali per la primavera per raggiungere la capitale olandese (in aprile riapre il Rijksmuseum, mentre il primo maggio riapre il Museo Van Gogh).
Info:www.holland.com. 

Malmo
A Malmö, a detta delle mamme, i piccoli iniziano a pedalare forse anche prima di camminare. Una ironia che però testimonia quanta attenzione ci sia verso le due ruote. Nella terza città per importanza in Svezia, affacciata sul Mar Baltico e collegata alla capitale danese Copenaghen, in soli 20 minuti, tramite il ponte sullo stretto di Öresund, gli abitanti si muovono quasi esclusivamente in sella ai loro velocipedi, bambini compresi. Ben 430 chilometri di ampie ciclabili e numerosi ponti dedicati alla mobilità dolce. Così non ci si può lasciare sfuggire l'occasione di prendere una bici a noleggio. Del resto, pedalare è il modo migliore per visitare questa città (nella regione della Scania), che si lascia misurare a giri di ruota, nonostante sia una delle aree metropolitane più dinamiche ed estese del Nord Europa. Quartieri riqualificati, vecchie strutture recuperate e grande attenzione all'ambiente e alla sostenibilità: questo il segreto del make-up di Malmö. La prima tappa non può che essere il quartiere medievale, che si dirama dalla piazza grande di Stora Torget e dalla piazzetta medievale di Lilla Torg, cinta dalle caratteristiche case quattrocentesche a graticcio. Altra zona, altra atmosfera. L'area industriale, Västra Hamnen, che, un tempo, ospitava i cantieri navali della Kockums, costituisce la "città del domani", con edifici dotati di spazi per la raccolta differenziata e fa uso di biogas prodotto come risorsa energetica. Questo moderno e affascinante quartiere, che guarda al mare, è ad alto tasso di vivacità, attorno al celebre Turning Torso. È un titanico grattacielo "a spirale" di 190 metri di altezza e 54 piani (con una torsione di 90° gradi dalla base alla cima), opera dell'architetto spagnolo Santiago Calatrava che si è ispirato proprio ad un torso umano. Rappresenta il simbolo cittadino e si staglia in tutta la sua altezza sull'orizzonte piatto di Svezia e Danimarca. La zona è invasa da centinaia di persone sedute a prendere il sole lungo i gradini che danno sul lungomare. Alla sera, invece, si ritrovano per frequentare i numerosi ristoranti, caffé, bar e locali notturni moderni. Ovunque una marea di bici parcheggiate.
Info:www.visitsweden.com. 

Helsinki
La capitale finlandese è una "metropoli tascabile" (come la definiscono gli stessi abitanti) che ha i suoi punti di forza nella tecnologia, nel design e nella natura. È questo il periodo migliore per visitarla, complici temperature più alte, per girare comodamente in maniera sostenibile (è completamente pianeggiante), con la luce che non finisce mai (il sole nordico soprattutto in estate splende 19 ore su 24). La luminosità cambia di continuo, accende di riflessi ogni cosa e mostra un volto sempre nuovo di negozi, gallerie, case atelier, boutique. In centro si trovano delle citybike gratuite dietro pagamento di un piccolo deposito che poi viene restituito. La maggior parte delle attrazioni turistiche di Helsinki è comodamente raggiungibile e ci sono numerosi parchi, tra cui quello intitolato a Jean Sibelius (sulla via Mechelininkatu), compositore di spicco dell'identità nazionale. Esistono, inoltre, dei veri e propri circuiti, 27 in totale, la cui distanza varia tra i 12 e 25 chilometri, pensati per scoprire la città (peccato che solo 4 siano anche in inglese). Se non vi sentite così sicuri di girare la città da soli, ci si può affidare a Helsinki Cityride che propone un Gran Tour di Helsinki, che si percorre in tre ore, al costo di 39 euro, nolo della bicicletta compreso. Anche i mezzi pubblici sono attrezzati per ospitare le due ruote: nell'area urbana il trasporto è gratuito. Per una sosta golosa e recuperare energia puntate a piazza del Mercato, Kauppatori, a due passi dal porto. Sotto i tendoni dei chioschi, si può ordinare una famosa ciambella munkki, molto zuccherata.
Info:www.visitfinland.com. 

Fonte: viaggi.repubblica.it

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Mercoledì, 03 Ottobre 2012 12:29

Indagine Fiab: il ritratto del ciclista italiano

Esce finalmente l'autoritratto dei ciclisti italiani, non quelli che corrono o si allenano, ma coloro che usano la bicicletta come mezzo di trasporto. Un popolo che - nonostante le difficoltà - cresce e chiede attenzione per il proprio impegno che fa bene alla collettività. Lo ha fotografato la prima Indagine Nazionale FIAB curata dal prof. Andrea Scagni, docente di statistica all'Università di Torino.

 

Dalla Venezia, presidente FIAB: "I dati confermano un aumento di coloro che si spostano in bici per raggiungere i luoghi di studio e di lavoro. E rafforzano il senso delle campagne FIAB per la tutela giuridica dell'infortunio in itinere, per la riduzione dei limiti di velocità a 30 Km orari nelle città, e per la richiesta di risorse e programmi organici e concreti

22/09/12 - In concomitanza con il decennale appuntamento del Censimento nazionale della popolazione svolto dall'ISTAT, FIAB, l'associazione ambientalista nazionale che si occupa da 25 anni di mobilità ciclistica in Italia, ha organizzato a fine 2011 l'indagine statistica nazionale "Raccontaci come usi la bici", curata dal Prof. Andrea Scagni, docente di Statistica all'Università di Torino.

L'obiettivo? Delineare per la prima volta nel nostro Paese, in modo rappresentativo e attendibile, l'identikit di chi va in bici oggi in Italia, raccontarne gioie e dolori, aspirazioni e lamentele. Evidenziando, nel caso, anche le differenze geografiche tra nord e sud, est ed ovest. I dati sono stati rilevati su un campione di oltre 11.000 utilizzatori della bicicletta sparsi su tutta la penisola, sia mediante la distribuzione di questionari "in diretta" a chi stava pedalando per la strada, che tramite una rilevazione telematica online.

Cosa emerge dall'indagine? "Pedalare in Italia è ancora una corsa ad ostacoli - risponde il Prof. Scagni - e solo un ciclista su cinque ritiene che sia tutto a posto. Il resto combatte quotidianamente con difficoltà risolvibili ma che richiedono coraggio di chi amministra localmente e lungimiranza a livello nazionale per promuovere e guidare, con un progetto organico e complessivo, gli sforzi locali. Tra i problemi spiccano il pericolo per la propria incolumità, il cattivo fondo stradale e il rischio di furto".

Nonostante i problemi, però, alla bici non si rinuncia: perchè è bello e piacevole muoversi in questo modo (lo pensa più del 70%) e ne beneficia la salute (67%) ma anche perchè non si inquina (58%) e si evitano i problemi di parcheggio (46%).

L'impressione generale è che ancora una volta la legalità sia una delle parole chiave: troppe bici rubate, almeno una portata via a quasi il 60% degli intervistati e addirittura più d'una a metà di questi. Sembra proprio che vedere la propria bicicletta scomparire nelle grinfie dei ladri sia un passaggio obbligato. Ma legalità vuol dire anche quotidiano rispetto delle regole: sulle strade italiane vige la legge del più forte (e più ingombrante): e così le ciclabili si trasformano regolarmente in parcheggi abusivi.

"L'altra parola chiave che emerge dalle voci dei pedalatori italiani - prosegue il prof. Scagni - è la necessità di "fare sistema": le valutazioni sui diversi aspetti del contesto urbanistico per chi va in bicicletta premiano in modo coerente sempre le stesse aree del paese, in conseguenza di una strategia politico-amministrativa di ampio respiro. Il giudizio è che non si può fare ciclabilità "a pezzi", quando viene comodo elettoralmente o quando capita di avere qualche risorsa che avanza: o l'azione è "di sistema" o, se frammentaria e a singhiozzo, rischia di essere inutile. Alla base quindi, ci deve essere una solida cultura della qualità della vita sostenibile, non l'opportunismo politico del momento".

Ma chi è e cosa fa con la bici il ciclista italiano? " E' significativo - spiega Scagni - che l'uso della bici non conosca limiti di ceto sociale o livello culturale. Tra le professioni emergono quelle impiegatizie. Inoltre, contrariamente ai luoghi comuni legati alla bici come oggetto usato solo per andare al parco la domenica, i ciclisti italiani vanno molto al lavoro in bici (oltre il 60%), e si spostano regolarmente in città con tale mezzo per commissioni e appuntamenti (75%). Resta naturalmente importante l'escursionismo in bicicletta, alla scoperta non invasiva di ambienti naturali e tesori d'arte (praticato da due terzi degli utenti delle due ruote intervistati). E non sono certo i rigori (in Italia tutto sommato relativi) del clima invernale a frenarli: solo un quarto circa dei ciclisti "urbani" desiste dall'uso nella stagione fredda".

Secondo il presidente della FIAB, Antonio Dalla Venezia "la prima considerazione derivante dalla lettura dei dati, disponibili per tutti su internet, è quella che la metà degli intervistati usa la bici per andare al lavoro. Ciò da maggior forza alla campagna che stiamo conducendo sul riconoscimento giuridico dell'infortunio in itinere in bicicletta. La bici quindi appare non tanto come un mezzo per lo svago o solo per acquisti, ma un vero mezzo di trasporto casa-luogo di studio e di lavoro, alternativo ai mezzi pubblici, sempre meno disponibili, e all'auto per via dei costi. Leggendo le motivazioni degli intervistati, vi è sempre più la consapevolezza che muoversi in bici fa bene alla salute e in questo caso chi usa la bici probabilmente è più avanti di quello che pensiamo noi. Un secondo elemento è il rapporto tra ciclisti e professioni: rispetto al campione analizzato, è emerso che i maggiori utilizzatori sono proprio i giornalisti, seguiti da insegnanti e professionisti. Anche in questo caso emerge il fatto che la bici non è più un fatto per "poveri" ma viene usata maggiormente da categorie importanti nella scala sociale degli italiani. Il terzo aspetto che mi preme sottolineare è quello legato alla carenza di infrastrutture e servizi di qualità per i ciclisti nelle citta italiane. I dati confermano quanto già a nostra conoscenza: mancano i cicloposteggi dislocati dove effettivamente c'è la domanda, e sicuri per le bici, vale a dire adeguati a poter legare il mezzo per il telaio e non per le ruote. Infine bocciatura incondizionata per la condizione di pericolosità delle strade italiane che richiede diffusione di zone 30 e interventi di moderazione del traffico".

Dove si pedala bene in Italia e dove invece si soffre? Sono veri i tradizionali luoghi comuni sui presunti paradisi della bicicletta? "Nel complesso - conclude il docente di statistica che ha condotto l'indagine per la FIAB - la corsa alla ciclabilità la vince il Nord-Est: le regioni con i ciclisti più contenti sono Trentino Alto Adige ed Emilia-Romagna. Ma non tutto il nord sta così bene: la Lombardia è decisamente più indietro. Al centro-sud, invece, Puglia e Marche si stanno muovendo, ma la strada è ancora lunga. Tocca ancora pedalare".

 

Fonte: Fiab

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