Mercoledì, 04 Dicembre 2013 07:47

Riciclo creativo. La trasformazione di una macchina in una bicicletta

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Nel giro di un decennio le biciclette da città sono diventate un vero e proprio oggetto di culto sulle quali designer e creativi hanno scatenato genio e intuizioni artistiche.
Ora con Carma Project si parla addirittura di metempsicosi del metallo, da quello delle vecchie automobili, a quello delle bici. Il progetto è semplice: far nascere biciclette nuove di zecca da pezzi di ricambio di vecchie auto. L'idea è venuta a due giovani imprenditori di Lisbona che hanno deciso di mettere a punto una bicicletta con "il karma di un'auto" e con una missione ecologica da portare a termine: quella di compensare i chilometri percorsi dal veicolo da cui è stata creata.
Nella sua "seconda vita" l'automobile reincarnatasi in una bicicletta espierà i suoi peccati contro l'ambiente. L'idea si diffonde: anche a Madrid i rottami delle vecchie auto si trasformano in biciclette. L’idea è dell’agenzia Lola Madrid. In un video molto bello si vedono tappezzerie trasformarsi in sellini, fari diventare riflettori e cinghie di evolvere in catene
Sempre dalla penisola iberica arriva anche il progetto Bicycled che realizza biciclette a partire dagli scarti provenienti da vecchie auto dismesse. L'intento è di realizzare pezzi unici utilizzando il metallo per la struttura, gli inserti morbidi che rivestono gli interni per il sellino, le maniglie delle portiere per i fari e la cinghia di distribuzione come catena per la nuova bici.

Fonte: comune-info.net

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    A partire dagli anni settanta l'amministrazione cittadina ha realizzato una serie di progetti che hanno scoraggiato l'uso dell'auto a favore della bici. Il risultato è che oggi a Groninga ci sono 75mila macchine e circa 300mila biciclette. La bicicletta a Groninga è il mezzo di trasporto più pratico per andare al lavoro, a scuola, all'università o a fare acquisti in centro. Grazie a oltre 145 km di piste ciclabili che scorrono lungo tutte le arterie del traffico, Groninga è a ragione una città importante per i ciclisti.
    "Le aziende devono incoraggiare i loro dipendenti a non usare la macchina e ci sono vari modi per farlo: possono mettere dei parcheggi coperti per le bici, delle docce oppure degli armadietti. Alcune offrono abbonamenti al trasporto pubblico o dei bonus per chi non usa la macchina. L'ideale, però, è rendere difficile parcheggiare", spiega il professor Greg J. Ashworth dell'università di Groninga in questo video realizzato da Streetfilms, che produce documentari sul trasporto sostenibile.


    Fonte: www.internazionale.it

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    "Non c'è nessuna idea di riscaldamento globale o protezione dell'ambiente in loro – dice il responsabile di un produttore di EV indiano – ciò che interessa dei veicoli elettrici è che aiutano a guadagnare di più e fanno spostare più facilmente nelle campagne, dove l'auto privata non ce l'ha nessuno".
    In alcune aree il ritmo di vendita per le due ruote elettriche è salito sino alle 600 unità al mese, non male rispetto alle 2,500 auto elettriche vendute in tutta l'India da Mahindra dal 1990 ad oggi. La stessa SMEV (Society of Manufacturers of Electric Vehicles) riporta il passaggio dalle 40,000 unità di scooter elettrici del 2009 alle oltre 100,000 del 2011: ragioni dominanti sono il prezzo, più basso di una moto tradizionale, e il costo ogni km percorso, circa un terzo di un due ruote a carburante.
    Certo, la strada per un cambiamento globale del mercato dei trasporti del gigantesco Paese asiatico è ancora lunga e disseminata di ostacoli: gli scooter elettrici costano comunque tanto per chi è nel vortice della povertà e le banche non si fidano a prestare loro soldi perché si tratta di veicoli che in India non richiedono immatricolazione e patente, dando quindi poche garanzie di rintracciabilità.

    Fonte: veicolielettricinews.it

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