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Il clima decisamente estivo che – nonostante le previsioni del tempo sfavorevoli - aveva accolto i delegati delle organizzazioni aderenti all’European Cyclists’ Federation (ECF) arrivati a Bratislava per l’Annual General Meeting dell’8 e del 9 giugno, non ha poi accompagnato gli stessi delegati e tutti gli altri partecipanti convenuti da tutti i continenti alla conferenza internazionale “Velo-City” che ha aperto i battenti a Vienna per iniziativa della Municipalità e dell’ECF per tutta la settimana. La giornata di lunedì 10, tuttavia, è stata  pienamente “lavorativa” per gli addetti ai lavori convocati a vario titolo dall’ECF: “Scientists for Cycling Network (Scienziati per la ciclabilità) che raggruppa docenti universitari e ricercatori riuniti tutta la giornata presso il Politecnico di Vienna;  “Cities for Cyclists” workshop, che ha riunito sindaci e assessori di città europee che hanno analizzato gli aspetti politici della mobilità ciclistica in altra sala del  Politecnico di Vienna; infine i rappresentanti nazionali dei coordinamenti della rete EuroVelo che hanno lavorato più a lungo, per confrontarsi sullo stato organizzativo che l’ECF si è data per realizzare, entro in 2020, 70.000 Km di ciclovie di lunga percorrenza di qualità, integrate con stazioni, porti e aeroporti, per connettere in bicicletta da nord a sud e da est ad ovest tutto il continente europeo e assolvere alle seguenti funzioni: sviluppo del cicloturismo che rappresenta un attività in attivo anche in   un periodo di crisi come l'attuale; collegamenti ciclabili extraurbani e intercomunali; attraversamenti ciclabili dei centri cittadini.

Ma la sorpresa maggiore l’hanno avuta gli italiani presenti alla riunione dei rappresentanti dei coordinamenti nazionali di EuroVelo.

Nel presentare le proposte di modifiche e di integrazioni degli itinerari transeuropei in fase di analisi e verifica, Ed Lancaster, assistente del direttore di EuroVelo Adam Bodor, ha illustrato anche due iniziative da tempo avanzate dal coordinatore nazionale di EuroVelo in Italia, Claudio Pedroni: la Ciclovia Adriatica che da Trieste a Santa Maria di Leuca diventerebbe nuovo itinerario europeo di EuroVelo con il n. 9 e l’attraversamento di una ciclovia EuroVelo in Sicilia lungo la costa meridionale e lungo entrambe le coste della Sardegna, come tra l’altro l’associazione FIAB “Città Ciclabile” di Cagliari ha più volte richiesto e che arriverebbe anche in Corsica. "Questo nuovo itinerario – ha specificato Ed Lancaster interpellato specificatamente sull’argomento - potrebbe diventare una nuova ciclovia, assumendo un'altra numerazione, piuttosto che essere un prolungamento dell’itinerario EV 7 che da Capo Nord si ferma a Malta, come erroneamente riportato nella presentazione”.

“Affinchè la proposta sia presa in esame e valutata positivamente – ha precisato tuttavia Ed Lancaster – occorre che sia rispettata la procedura prevista dal protocollo e che la richiesta avanzata dalla FIAB sia supportata formalmente dalle istituzioni locali e territoriali interessate”.

E’ una notizia assolutamente positiva così come veramente inaspettata che ci ripaga da tante fatiche – hanno dichiarato Claudio Pedroni, instancabile coordinatore italiano di EuroVelo e Antonio Dalla Venezia, responsabile FIAB dell’Area “cicloturismo e mobilità extraurbana”.

“Questa apertura dell’ECF - hanno commentato Pedroni e Dalla Venezia - nonostante le procedure sempre più restrittive ci lascia ben sperare. Interpelleremo quanto prima le Regioni interessate dai nuovi percorsi EuroVelo per chiedere la disponibilità a supportare l'iniziativa FIAB con un'adesione formale e per invitare loro a prevedere nella nuova programmazione 2014-2020 adeguate risorse finanziarie affinché anche i tratti italiani delle ciclovie EuroVelo siano concepiti con gli stessi standard europei”.

I ritorni economici degli investimenti nelle ciclovie e nei servizi agli utenti della strada in bicicletta, sia negli spostamenti quotidiani che nel tempo libero, sono ampiamente dimostrati. Ma di questo si parlerà diffusamente nella conferenza Velo-City che fino al 14 giugno attirerà come una calamita rappresentanti della politica, delle istituzioni, della salute da tutto il mondo.

Fonte: Fiab

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Il clima decisamente estivo che - nonostante le previsioni del tempo sfavorevoli - aveva accolto i delegati delle organizzazioni aderenti all'European Cyclists' Federation (ECF) arrivati a Bratislava per l'Annual General Meeting dell'8 e del 9 giugno, non ha poi accompagnato gli stessi delegati e tutti gli altri partecipanti convenuti da tutti i continenti alla conferenza internazionale "Velo-City" che ha aperto i battenti a Vienna per iniziativa della Municipalità e dell'ECF per tutta la settimana.
La giornata di lunedì 10, tuttavia, è stata pienamente "lavorativa" per gli addetti ai lavori convocati a vario titolo dall'ECF: "Scientists for Cycling Network (Scienziati per la ciclabilità) che raggruppa docenti universitari e ricercatori riuniti tutta la giornata presso il Politecnico di Vienna; "Cities for Cyclists" workshop, che ha riunito sindaci e assessori di città europee che hanno analizzato gli aspetti politici della mobilità ciclistica in altra sala del Politecnico di Vienna; infine i rappresentanti nazionali dei coordinamenti della rete EuroVelo che hanno lavorato più a lungo, per confrontarsi sullo stato organizzativo che l'ECF si è data per realizzare, entro in 2020, 70.000 Km di ciclovie di lunga percorrenza di qualità, integrate con stazioni, porti e aeroporti, per connettere in bicicletta da nord a sud e da est ad ovest tutto il continente europeo e assolvere alle seguenti funzioni: sviluppo del cicloturismo che rappresenta un attività in attivo anche in un periodo di crisi come l'attuale; collegamenti ciclabili extraurbani e intercomunali; attraversamenti ciclabili dei centri cittadini.
Ma la sorpresa maggiore l'hanno avuta gli italiani presenti alla riunione dei rappresentanti dei coordinamenti nazionali di EuroVelo.
Nel presentare le proposte di modifiche e di integrazioni degli itinerari transeuropei in fase di analisi e verifica, Ed Lancaster, assistente del direttore di EuroVelo Adam Bodor, ha illustrato anche due iniziative da tempo avanzate dal coordinatore nazionale di EuroVelo in Italia, Claudio Pedroni: la Ciclovia Adriatica che da Trieste a Santa Maria di Leuca diventerebbe nuovo itinerario europeo di EuroVelo con il n. 9 e l'attraversamento di una ciclovia EuroVelo in Sicilia lungo la costa meridionale e lungo entrambe le coste della Sardegna, come tra l'altro l'associazione FIAB "Città Ciclabile" di Cagliari ha più volte richiesto e che arriverebbe anche in Corsica.
"Questo nuovo itinerario - ha specificato Ed Lancaster interpellato specificatamente sull'argomento - potrebbe diventare una nuova ciclovia, assumendo un'altra numerazione, piuttosto che essere un prolungamento dell'itinerario EV 7 che da Capo Nord si ferma a Malta, come erroneamente riportato nella presentazione".
"Affinchè la proposta sia presa in esame e valutata positivamente - ha precisato tuttavia Ed Lancaster - occorre che sia rispettata la procedura prevista dal protocollo e che la richiesta avanzata dalla FIAB sia supportata formalmente dalle istituzioni locali e territoriali interessate".
"E' una notizia assolutamente positiva così come veramente inaspettata che ci ripaga da tante fatiche - hanno dichiarato Claudio Pedroni, instancabile coordinatore italiano di EuroVelo e Antonio Dalla Venezia, responsabile FIAB dell'Area "cicloturismo e mobilità extraurbana".
"Questa apertura dell'ECF - hanno commentato Pedroni e Dalla Venezia - nonostante le procedure sempre più restrittive ci lascia ben sperare. Interpelleremo quanto prima le Regioni interessate dai nuovi percorsi EuroVelo per chiedere la disponibilità a supportare l'iniziativa FIAB con un'adesione formale e per invitare loro a prevedere nella nuova programmazione 2014-2020 adeguate risorse finanziarie affinché anche i tratti italiani delle ciclovie EuroVelo siano concepiti con gli stessi standard europei".
I ritorni economici degli investimenti nelle ciclovie e nei servizi agli utenti della strada in bicicletta, sia negli spostamenti quotidiani che nel tempo libero, sono ampiamente dimostrati. Ma di questo si parlerà diffusamente nella conferenza Velo-City che fino al 14 giugno attirerà come una calamita
rappresentanti della politica, delle istituzioni, della salute da tutto il mondo.
Fonte: Fiab

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Domani si apre la manifestazione Velo City 2013, una kermesse dedicata alla bicicletta e al mondo delle due ruote ecologico. I numeri di questa manifestazione sono certamente interessanti: oltre 1000 partecipanti, la presenza di 60 paesi diversi; 330 presentazioni internazionali; 240 incontri pubblici; 25 relatori internazonali, i Ministri dei Trasporti e dell’Ambiente dei vari Stati, europarlamentari, sindaci di grandi città quali New York, Copenhagen, Stoccolma, Monaco di Baviera, Colonia, Praga, Budapest. Brilla per la sua assenza, però, proprio l’Italia che vi partecipa non come presenza politica ma, diciamo privatamente grazie a una decina di rappresentanti della FIAB.

Vienna ha dedicato il 2013 proprio alla bicicletta tant’è che la città si è posta quest’anno come obiettivo di portare il trasporto in bicicletta, attualmente al 6%, al 10% entro il 2015.

Eppure il programma di Velo-City offre una delle migliori occasioni per conoscere lo stato dell’Arte, la pianificazione, progettazione e gestione del trasporto urbano e extraurbano in bicicletta, il che lascia appunto pensare quale sia poi di fatto la sensibilità dell’Italia rispetto alla considerazione della bicicletta come mezzo di trasporto piuttosto che come mezzo ludico e vacanziero.

Veniamo alla presenza italiana per cui saranno relatori per la FIAB, Andrea Scagni, docente di statistica all’Università di Torino che presenta la “1^ Indagine nazionale sul ciclista urbano” e Valerio Parigi, vicepresidente FIAB, che racconterà “Esperienze di ciclabilità nelle città storiche: il caso di Firenze”; vi partecipa anche il presidente di Fiab Ciclobby Milano, Eugenio Galli. Ma sottolinea FIAB che:

Né tra i relatori, né tra i “semplici” partecipanti, risultano registrati rappresentati del Parlamento o del Governo italiano. Le ultime presenze risalgono all’edizione australiana del Velo-City che si tenne nel 1996 a Perth, all’altro capo del mondo. Dopo di allora il buio assoluto.

Velo-City non è solo conferenze o workshop ma anche una manifestazione che ospita espositori quali Cycling Embassy of Denmark e Dutch Cycling Embassy, ossia i due consorzi pubblico-privati danese e olandese il cui obiettivo è esportare il know-how su cultura e tecnica della ciclabilità urbana ed extraurbana; ma vi sono anche società che si occupano di cicloposteggi oppure le le Ferrovie Tedesche che presentano i servizi offerti ai ciclisti.

Fonte: www.ecoblog.it

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