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Per i viaggiatori su ruote uno degli aspetti principali del proprio mezzo è quello riguardante il comfort. Se poi parliamo di biciclette, sono estremamente rilevanti anche le caratteristiche dinamiche del mezzo e l’efficienza della trasmissione. Le biciclette orizzontali (o recumbent) sono molto indicata per il cicloturismo. Le recumbent (ovvero “sdraiato”) costituiscono una famiglia di biciclette in cui i pedali e la sella non sono collocati sull’asse verticale, bensì su quello orizzontale.
Questo comporta i seguenti benefici:
la seduta diventa una vera e propria poltroncina, evitando così irritazioni e dolori perineali;
le braccia non devono sostenere il peso del corpo, quindi i polsi non vengono sollecitati;
le recumbent hanno generalmente un profilo più basso delle biciclette verticali, il che spesso si traduce in una minore resistenza aerodinamica.
In pratica abbiamo una bici che permette di percorrere chilometri su chilometri senza che il peso del ciclista si carichi sulla colonna vertebrale o altre parti “delicate”. La posizione distesa inoltre permette di far forza sulla schiena, trasformando la pedalata in un esercizio di squat, laddove con una bicicletta verticale ci si dovrebbe alzare in piedi sui pedali. Questo va nettamente a favore dei ciclisti più leggeri. Per quanto riguarda l’aerodinamica possiamo fare queste considerazioni: a basse velocità l’energia spesa dal ciclista serve a superare le resistenze meccaniche, ma per velocità superiori ai 12 km/h tutto l’incremento di energia va “sprecato” in resistenza aerodinamica. Pensate che Fred Rompelberg è riuscito a raggiungere con una bicicletta verticale la folle velocità media di 268.831 km/h mettendosi in scia dietro uno speciale dragster che gli annullava quasi completamente l’attrito con l’aria.
Per contro le recumbent presentano anche degli svantaggi:
hanno dimensioni e pesi generalmente più elevati delle biciclette verticali;
hanno una catena molto più lunga. Questo comporta che ci siano guide e rinvii che vanno a ridurre l’efficienza meccanica del mezzo;
risentono maggiormente delle asperità del fondo stradale;
hanno prezzi piuttosto elevati.
I primi due punti stanno a significare una semplice cosa: che se il pianura ed in discesa le recumbent hanno prestazioni decisamente superiori alle altre biciclette (essendo ambiti in cui il principale dispendio di energie è di tipo aerodinamico), in salita sono svantaggiate a causa delle resistenze meccaniche e del peso. In presenza di fondo stradale rovinato, con una bici verticale il ciclista può sollevarsi sulle proprie gambe ed attutire le vibrazioni e gli scossoni. Sulle recumbent ovviamente non si può. Benché ne esistano anche di ammortizzate, le biciclette orizzontali sono mezzi che si trovano a proprio agio su strade ben asfaltate. Un discorso che non abbiamo ancora affrontato è quello sulla sicurezza. Cadere da una recumbent è molto meno traumatico che cadere da una bici verticale, poiché il ciclista si trova più in basso. Anche la posizione assunta su questo tipo di mezzo riduce la possibilità di battere la testa in caso di collisioni. Ma anche sulla sicurezza ci possono essere dei contro: una minore visibilità ed una minore familiarità col mezzo nelle partenze e nelle fermate di emergenza. Tuttavia questi inconvenienti sono relativi: la scarsa visibilità è compensata dalla stravaganza del mezzo, mentre la familiarità si acquisisce con un po’ di allenamento.
Fonte: www.partireper.it