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Giovedì, 06 Dicembre 2012 12:40

Anche Fasano (Br) va in bici

Domenica 9 dicembre, nell'androne di Palazzo di Città, alle ore 10 si terrà la presentazione del progetto CITY4BIKEuna iniziativa dedicata alla mobilità sostenibile.

 

L'iniziativa, lanciata dall'associazione di commercianti Life Class con il patrocinio del Comune di Fasano, prevede il noleggio gratuito di bici di cortesia per uno shopping più pratico, ecosostenibile e salutare.

Ad illustrare i dettagli del progetto il presidente Marco Cedro e il referente della Puglia della società City4Bike, Ferdinando Di Cesare.

In occasione della presentazione dell'iniziativa, la Life Class invita a riflettere sul tema dell'ecosostenibilità cercando di sensibilizzare i cittadini e gli amministratori. A tal proposito interverranno il vice - sindaco Gianleo Moncalvo e l'assessore regionale Fabiano Amati. A coordinare l'incontro il giornalista Alfonso Spagnulo, direttore di

Osservatoriooggi.it.

Per spronare i fasanesi ad utilizzare mezzi alternativi, la Life Class regalerà speciali sconti a coloro i quali domenica decideranno di uscire in bici passeggiando per le vie del paese. I coupon da presentare nei negozi associati per ricevere lo sconto, saranno distribuiti la mattina del 9 dicembre in Piazza Ciaia e saranno validi dal 9 al 16 dicembre.

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20 milioni di sterline saranno stanziati dai Ministeri dei Trasporti e della Salute della Gran Bretagna per finanziare interventi mirati a garantire la tutela dei ciclisti sulle strade; dalla messa in sicurezza di alcuni incroci pericolosi alla realizzazione di nuove piste ciclabili e infrastrutture dedicate (qui il comunicato). I 20 milioni, una cui parte sarà assegnata all'associazione Sustrans, punto di riferimento di ciclisti urbani e cicloturisti britannici, si sommano ai 15 già sbloccati dal Ministero dei Trasporti lo scorso giugno, ed altri 15 per la sola capitale Londra, per un totale investito di 50 milioni. I fondi sono stati ufficializzati lo stesso giorno della pubblicazione da parte dell'Istituto Nazionale per la Salute e l'Eccellenza Clinica (NICE) di una guida per studenti e lavoratori che li esorta ad aumentare i propri spostamenti a piedi e in bicicletta.

 

Secondo il ministro Norman Baker le recenti Olimpiadi e le buone performance dei ciclisti inglesi sono stati gli artefici della riscoperta del piacere di utilizzare la bicicletta in città in molte persone, ed è quindi d'obbligo gestire questa nuova esigenza tutelando nuovi e vecchi ciclisti. E' importante ricordare come i cittadini inglesi siano riusciti ad ottenere tali risultati: da una parte la pressione di alcuni organi di stampa, su tutti il Times con la campagna #cyclesafe, e di alcune componenti parlamentari, come il gruppo di 80 deputati "All Party Parliamentary Cycling", con la campagna Get Britain Cycling, dall'altra alcune circostanze, come i recenti investimenti subiti dal ciclista britannico vincitore dell'ultimo Tour de France, Bradley Wiggins, e del suo coach, a distanza di pochi giorni, che hanno imposto il problema della sicurezza dei ciclisti anche alla stampa e all'opinione pubblica più sorda.

Fonte: amico in viaggio

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Un bel video sulla ripartizione di alcune importanti strade di New York City che sono state arricchite con piste ciclabili, corsie bus, attraversamenti pedonali protetti, verde, aree per bar all'aperto.

 

Interessanti i risultati ottenuti con un crollo del numero degli incidenti e un aumento del gradimento dei cittadini, anche non ciclisti e non pedoni. La velocità delle auto è diminuita, ma non i tempi di percorrenza.

Sappiamo che le dimensioni delle strade nei nostri centri storici non permettono sempre queste soluzioni, ma in tutte le nostre città in periferia ci sono talvolta alcune strade molto ampie poco regolamentate con più corsie di auto e in cui ai pedoni e ai ciclisti vengono lasciati solo spazi residuali. Un altro punto di vista è possibile.

Loro le chiamano "strade complete - non solo piste ciclabili".

Il video dura 11 minuti. L'audio è solo in inglese, ma anche se dovesse sfuggire qualche parola la soddisfazione dei residenti è ugualmente tangibile.

 

Fonte: Fiab

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Andare da Lecce a Venezia e ritorno. Sarà possibile se Ve.Le, la ciclovia ideata dall'Università di Teramo, verrà realizzata. Per farlo servirà la cooperazione di istituzioni, enti, privati e singoli cittadini. Un'opportunità da non perdere per valorizzare il territorio e rilanciare il turismo "slow" in Italia.

1.100 chilometri in bicicletta: da Lecce a Venezia. È questo un nuovo progetto, noto con la sigla Ve.Le, che è nato all'interno del dottorato internazionale in Sociology of regional and local development dell'Università di Teramo.

 

L'ideatore è l'architetto Raffaele Di Marcello che, al momento, sta completando uno studio di fattibilità, che comprende anche una stima dell'investimento economico necessario per realizzare il progetto. Il ricercatore si sta anche occupando di creare un network tra istituzioni, enti, associazioni, imprese e cittadini in modo da attivare politiche di sviluppo sociale.

L'idea prende spunto da VenTo, il percorso ciclabile che dovrebbe collegare Venezia a Torino passando per Milano e che si vorrebbe realizzare in occasione di Expo2015. Un progetto che, nonostante i bassi costi di realizzazione (80 milioni di euro da dividere tra investimenti pubblici e privati) fa ancora fatica a vedere la luce.

La ciclovia che collegherà la Puglia al Veneto è stata disegnata sulla base di percorsi tracciati da Fiab – Federazione italiana amici della bicicletta per la rete cicloturistica BicItalia. Alcuni di questi tracciati sono già realizzati, mentre altri sono in fase di progettazione.

Il percorso preventivo corre, per la maggior parte, accanto alla strada statale n. 16 "Adriatica" e coincide con il ramo n. 6 di BicItalia che collega Santa Maria di Leuca (Le) a Ravenna. Incluse nell'itinerario ci sono diverse aree naturali e il parco nazionale del Gargano, oltre a decine di città storiche e artistiche.

Un'occasione importante per valorizzazione il territorio e fare business. Basta guardarsi in giro per rendersi conto che investire nelle due ruote conviene. Vienna ha guadagnato 71,8 milioni di euro nel 2010 grazie all'indotto derivante dalla ciclovia del Danubio. E anche in Italia, solo grazie alla ciclabile del Garda, si sono avute ricadute economiche per oltre 75 milioni di euro nel 2009.

Un'opportunità da non perdere, dunque, per rilanciare il turismo leggero e "slow" in Italia.

fonte: Virgilio

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Mercoledì, 21 Novembre 2012 12:23

Alcuni consigli utili per la sicurezza in bici

Negli ultimi dieci anni in Italia sono morti 2.556 ciclisti: e spesso, dicono le statistiche, gli incidenti si verificano perchè chi guida non scorge in tempo il ciclista.

 

Ma ci sono dei consigli per ridurre al massimo i rischi.

Le luci non sono un optional, meglio i fanali con la dinamo, luce bianca davanti, luce rossa dietro, che non si scaricano.

Altre soluzioni ecologiche: le pettorine o bretelle rifrangenti.

Sembra una banalità, ma uno degli errori più frequenti è seguire gli stessi itinerari che si percorrono in auto, per avere la mappa delle piste ciclabili in tutta Italia, potete consultare il sito internet: piste-ciclabili.com.

Dai sensi vietati ai semafori: riguardano anche i ciclisti, trasgredirle mette a repentaglio la sicurezza, non violate, quindi, il codice della strada.

Guardate sempre dentro le auto vicine per rendervi conto se chi guida vi ha individuato o è distratto.

Non state troppo a destra: non è un controsenso, perchè se la via ha molte traverse chi si mette nella vostra corsia tende a guardare al centro, per controllare se arrivano auto, e potrebbe non vedervi.

Attenti ai veicoli parcheggiati: osservate se nell'auto ferma c'è qualcuno per anticipare aperture improvvise della portiera.

Ai semafori fermatevi nei punti visibili: piazzatevi davanti e a destra dell'auto o dei camion e segnalate i cambi di direzione.

Attenti agli angoli ciechi, i blind corner: sono gli spazi attorno ai veicoli che non sono visibili dal posto di guida.

Se vi trovate in queste zone il conducente non si accorge della vostra presenza.

Fonte: cervelliamo.blog

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Il Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano - CCiclAT - in merito alle notizie di stampa relative ai rifacimenti degli argini fluviali dei corsi d'acqua teramani, in parte distrutti o danneggiati dall'alluvione del 2009, e alla realizzazione di nuovi argini per migliorare la sicurezza idraulica, lancia un appello a tutti gli organi competenti affinchè, contestualmente alla realizzazione delle nuove opere idrauliche, si preveda la costruzione di percorsi ciclabili sulle sommità degli argini, in modo da creare una rete di mobilità dolce utile per sviluppare l'uso della bicicletta in ambito urbano ed extraurbano e incentivare il cicloturismo.

 

In paesi come l'Austria le piste ciclabili sugli argini fluviali (vedi il Danubio) porta milioni di euro alle economie turistiche, attirando un flusso di cicloturisti che, nel 2010, ha prodotto un indotto per quasi 72 milioni di euro.

In Italia, e in Abruzzo in particolare, la sovrapposizione di competenze e una scarsa collaborazione tra istituzioni, fa si che sia praticamente impossibile utilizzare gli argini e i percorsi in prossimità dei fiumi per realizzare percorsi ciclopedonali, quanto invece esistono già strade percorribili, migliorabili con pochi interventi, che permetterebbero di unire i percorsi costieri con i territori dell'entroterra.

E' di qualche giorno fa l'appello del sindaco di Pineto ai comuni del bacino del Vomano proprio per realizzare un percorso ciclabile lungo quel fiume, ma un progetto analogo dell'Oasi dei Calanchi di Atri si è arenato a causa dei veti posti dal Genio Civile Regionale per questioni di sicurezza e canoni demaniali elevati.

Anche il collegamento ciclabile tra Marche e Abruzzo sarebbe possibile, con poca spesa e in attesa dell'auspicata costruzione del ponte ciclopedonale, realizzando due percorsi ciclabili sugli argini del Tronto (lato S.Benedetto e lato Martinsicuro) per unire le piste ciclabili costiere con la corsia ciclabile realizzata sul ponte carrabile della S.S. 16, ora inutilizzabile perchè raggiungibile dai ciclisti solo attraversando trafficate e pericolose strade dense di traffico.

Il Piano Stralcio di Difesa Alluvioni prevede la possibilità di realizzare piste ciclabili in zone esondabili, adottando opportuni accorgimenti, e quindi non si comprende la difficoltà di utilizzare le sommità arginali (dove la sicurezza è garantita proprio dall'argine stesso) per costruire percorsi ciclabili, magari all'interno di parchi fluviali, che colleghino le eccellenze culturali, ambientali, storiche ed enogastronomiche del nostro territori.

Si chiede quindi alle istituzioni (Regione, Province, Comuni) ma anche alle università (l'università di Teramo ha lanciato, qualche giorno fa, il progetto VE.LE. - ciclovia adriatica da Venezia a Lecce) agli enti preposti (Enti d'ambito, Autorità di bacino, ecc.) di fare in modo affinchè gli eventuali ostacoli normativi e amministrativi vengano velocemente rimossi e si faccia in modo che, con la realizzazione o la sistemazione di arginature e con le sistemazioni fluviali vengano realizzati, in contemporanea, percorsi adatti alle biciclette e ai pedoni.

Fonte: Piazza Grande

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Venerdì, 16 Novembre 2012 11:21

Ven.To anche in Provenza passando per Torino e Cuneo

Si chiama VENTO ed è il progetto di pista ciclabile più lunga d'Italia, 679 chilometri da Venezia a Torino, e una delle più importanti d'Europa. Ma VENTO non è soltanto un collegamento tra Piazza San Marco e la Mole Antonelliana: è un fiume con molti affluenti, come le ciclabili dell'Adige, del Mincio, del Ticino. Raggiunge Milano costeggiando i Navigli e potrebbe toccare Cuneo via Alessandria, scavalcare le Alpi e sfociare in Provenza. Di questo e altro si parlerà giovedì 22 novembre alle 16.30 nella sala congressi del Monastero di Cherasco all'incontro intitolato "Da VENTO alla Provenzale: la riscoperta del paesaggio attraverso i percorsi cicloturistici".

 

L'evento è organizzato dall'Unione del Fossanese in collaborazione con il consorzio Touristlab. Interverranno Paolo Pileri, responsabile di VENTO e docente al Politecnico di Milano, Jean-Louis Adrian, Vice Presidente del Dipartimento di Digne – Alta Provenza, Michele Bossio per il Progetto Stura e i percorsi da Alba alla Valle Stura, Carlo Buffa di Perrero, docente al Politecnico di Torino, Claudia Rosso, direttore di Touristlab, e Aldo Tichy che illustrerà i percorsi cicloturistici da Alessandria alla Provenza.

Il tema sarà dunque l'integrazione tra VENTO e i percorsi cicloturistici in territorio piemontese. Mentre in terra cuneese il percorso è per buona parte pronto, il tracciato da Torino a Venezia è già realizzato al 15%, ma mancano i collegamenti. VENTO utilizzerebbe in gran parte le strade lungo gli argini dei fiumi (circa 284 km.), e l'investimento complessivo sarebbe di 80 milioni di euro, pari al costo di 2 chilometri di autostrada, ma con ricadute economiche ingenti, se si pensa che in Germania le piste ciclabili producono ogni anno 8 miliardi di euro in indotto.

Fonte: quotidiano piemontese

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Mercoledì, 14 Novembre 2012 12:23

Il VEN.TO muove le VE.LE

Un itinerario ciclabile Venezia Lecce di 1000 km? E' il progetto VE.LE, ispirato al progetto Ven.To realizzato dal Politecnico di Milano. In un incotnro verrà presentato Mercoledì 14 novembre a Teramo, presso la facoltà di Scienze politiche - Campus Sant'Agostino, ore 15.00, a raccolta tutti gli attori della costa Adriatica per un turismo sostenibile in bicicletta.

 

Dalla formazione e dalla ricerca universitaria nasce VE.LE. - ciclovia adriatica VEnezia LEcce - un network tra associazioni, enti, istituzioni, società e imprenditori privati, e semplici cittadini, per lo sviluppo e la condivisione di politiche, progetti, idee e azioni e l'ottimizzazione delle risorse, fisiche e culturali, per la mobilità sostenibile e il cicloturismo nell'area adriatica. Il Dipartimento di teorie e politiche dello sviluppo sociale della Facoltà di Scienze Politiche - Università di Teramo, in collaborazione con Ordine Architetti PPC provincia di Teramo, FIAB, SISTUR, CCiclAT e ITACA, chiama a raccolta tutti gli attori del territorio per creare un network che porti allo sviluppo del percorso, contenuto all'interno della rete ciclabile BicItalia (www.bicitalia.org) che, costeggiando il litorale adriatico, unirebbe Venezia con Lecce, creando un itinerario lungo più di 1.000 km lungo il quale sviluppare attività legate al turismo in bicicletta, comprendendo progetti già realizzati ed in itinere, sia per la realizzazione della struttura vera e propria sia per la nascita di attività collaterali e collegati.

Il percorso preventivato corre, per la maggiore estensione (km 1.000), parallelamente alla strada statale n. 16 "Adriatica", e coincide con il ramo n. 6 di BicItalia, che collega Santa Maria di Leuca (LE) con Ravenna, costeggiando la riviera italiana più ricca di spiagge dedicate al turismo balneare attraversando cinque Regioni: Puglia, Molise, Abruzzo, Marche, Emilia-Romagna, per poi inoltrarsi, nel Veneto, nelle lagune costiere fino a raggiungere Venezia.

L'itinerario incontra diverse aree naturali: tre Aree Marine Protette (tra cui l'AMP Torre del Cerrano), un parco nazionale (Gargano), numerosi parchi e riserve regionali e riserve statali, coincidendo, per alcuni tratti, con antichi percorsi di pellegrinaggio, tratturi, itinerari commerciali e culturali, toccando città e paesaggi di interesse storico, paesaggistico e culturale.

Numerosi sono i progetti e le iniziative che Regioni, Province e Comuni hanno messo in atto per la valorizzazione delle percorrenze ciclistiche di queste aree (si veda, ad esempio, la "via verde della Costa Teatina"), mentre associazioni ed Enti hanno prodotto materiale tecnico e turistico che, però, il più delle volte rimane patrimonio di pochi, mentre la creazione di un network comune permetterebbe di condividere le esperienze ottimizzando i risultati.

Ampliare la possibilità di intermodalità bici+treno, creare collegamenti navali con l'altra sponda dell'adriatico che permettano di raggiungere i percorsi ciclabili di Slovenia, Croazia, Montenegro, Bosnia, ecc., realizzare strutture di supporto alle ciclovie quali bicigrill, ciclo officine, strutture ricettive dedicate ai ciclisti, servizi di accompagnamento e guide, contribuirebbe, insieme all'adozione di normative e politiche per favorire la mobilità ciclistica in ambito urbano ed extraubano, alla destagionalizzazione del turismo e all'incremento di quei settori, ora di nicchia, che in altre realtà creano economie anche rilevanti.

A titolo di esempio si può citare il Trentino, che nel 2009, nella sola ciclabile del Garda, ha avuto ricadute economiche dirette garantite dai soli cicloturisti (ciclisti sportivi) pari a circa € 1,7 milioni, mentre la presenza dei turisti ciclisti (turisti che usano la bicicletta sia per svago che per spostarsi da una meta all'altra) è stata pari a 106 mila unità, circa un quarto del totale degli arrivi registrati nell'ambito nel periodo oggetto di analisi, il tutto in grado di garantire una ricaduta economica diretta complessiva di circa € 75 milioni (fonte Osservatorio Provinciale Turismo Trento).

Fuori dai confini nazionali spicca l'Austria, nazione che ha puntato molto sul turismo in bicicletta, che nel 2010, con il flusso turistico indotto dalla ciclovia del Danubio, ha fatturato € 71,8 milioni mentre in Germania le strutture ricettive dedicate ai ciclisti, denominate Bett und Bike, sono passate dalle 216 del 1995 alle oltre 5.000 del 2010 (fonte ADFC - German Cyclists' Federation). Sempre in Germania (fonte Ente Nazionale Germanico per il Turismo) nel 2009 sono stati registrati 22 milioni di pernottamenti relativi a turisti che, a vario titolo, hanno utilizzato la bicicletta, con un fatturato totale di € 1,421 miliardi (€ 3,869 miliardi se si includono anche le gite giornaliere).

Gli studi statistici, economici e sociali dell'Ateneo teramano ben si prestano a fare da collante per tutte le iniziative dei vari territori, creando una rete virtuosa di relazioni, rete che, il 14 novembre prossimo, con un convegno che si terrà, dalle ore 15.00, presso l'aula tesi della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Teramo, verrà proposta agli attori istituzionali e non della regione Abruzzo.

Saranno presenti rappresentanti delle istituzioni, esperti di sviluppo territoriale e scienze del turismo, associazioni ambientaliste, associazioni di settore, imprenditori, aziende e cittadini.

Ospite della facoltà anche il Politecnico di Milano, che illustrerà il progetto di ciclovia Venezia-Torino, denominato VEN.TO., al quale il progetto VE.LE. si è ispiriato, oltre al rappresentante regionale Abruzzo-Marche della FIAB (Federazione Italiana Amici della Biciletta), la principale associazione italiana per la promozione della mobilità ciclistica e dell'uso della biciletta. Tra gli interventi, oltre all'università di Teramo, sono previste relazioni da rappresentanti della Società Italiana di Scienze del Turismo (SISTUR), della Federazione Italiana Amici della Bicicletta (FIAB), dell'Ordine Architetti PPC della prov. di Teramo, del Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano (CCiclAT), del WWF, dell'AMP Torre del Cerrano, dell'associazione ITACA

Invitati gli organi istituzionali di Regione, Province e Comuni costieri abruzzesi, oltre ai Sindaci delle quattro città capoluogo di provincia. Diverse le adesioni già pervenute da istituzioni, università, associazioni di categoria e associazioni. L'incontro è il primo di una serie di appuntamenti che avranno rilevanza nazionale e internazionale.

FONTE: giornale di Montesilvano

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Torino, Roma, Napoli, Milano, Catania, Pavia, Bologna: sono solo le prime delle città italiane in cui i ciclisti urbani stanno organizzando una manifestazione per dire «Ora basta morti in strada». L'iniziativa nasce in seguito al terribile scontro che ha ucciso la diciassettenne lodigiana Altea travolta da un Suv ad altissima velocità mentre era in gita con il suo gruppo scout, domenica scorsa. L'iniziativa si sta diffondendo su Facebook, e in ogni città aderente i gruppi di cicloattivisti stanno ragionando su come svolgere la biciclettata, prevista per venerdì prossimo a partire dalle 19.

 

Il tam tam è partito ieri sui social network e sta crescendo di ora in ora. Complice anche il risalto della reazione di diverse realtà, dall'Associazione nazionale familiari vittime della strada alla Federazione amici della bicicletta, dopo la pubblicazione della lettera del movimento #salvaiciclisti al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il movimento, proprio oggi, ha anche scritto alle ambasciate di Gran Bretagna, Olanda e Danimarca chiedendo supporto nei confronti del governo italiano perché prenda urgentemente misure concrete per fermare le stragi stradali. Finora, a quanto si apprende, ha risposto positivamente l'ambasciata britannica.

A Torino, l'appuntamento è in programma alle 21.30 a partire da piazza Castello, con la partecipazione già annunciata dei pattinatori "Urban Rollers" e di altri utenti della strada sostenibili. A Roma l'appuntamento è per le 19 a via dei Fori imperiali, luogo simbolico per i ciclisti della capitale dopo la morte di una loro amica, Eva Bohdalova, uccisa da un'automobile 3 anni fa e oggi punto di concentramento per ogni iniziativa cicloattivista della capitale. A Milano si sta pensando di creare molte piccole squadre per la creazione di improvvisi flash mob in giro per la città. A Napoli la coincidenza con la partenza della locale "Critical Mass" favorisce l'usuale situazionismo che caratterizza quella particolare biciclettata, che in questo caso verrà dedicata alla ragazza uccisa. A Catania la partenza sarà da piazza Duomo, alle 21,30. Altri appuntamenti sono in programma a Bologna, Pavia e Lecce.

Alla manifestazione aderisce anche Legambiente. «Qualunque sia la causa che determina un incidente è la velocità a determinarne l'esito - sottolinea in una nota Legambiente - Se uno al volante si distrae a 20 all'ora al massimo provoca lividi ed escoriazioni, se si distrae a 50 all'ora uccide un pedone o un ciclista 7 volte su 10. Se davvero gli amministratori pubblici vogliono aumentare la sicurezza degli utenti della strada bisogna immediatamente ridurre la velocità a 30 kmh nei centri abitati con esclusione delle principali arterie di scorrimento. E su tutte le altre arterie - conclude la nota - bisogna utilizzare la tolleranza zero e prevedere sanzioni pesanti per la guida pericolosa, cominciando a far funzionare da subito la patente a punti».

Fonte: La Stampa - Articolo di ROBERTO GIOVANNINI

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Venerdì, 09 Novembre 2012 11:10

A Brescia cresce l'uso della bicicletta

Brescia va su due ruote: al lavoro, a scuola, nel ritorno a casa. Per piacere o per dovere, Brescia sceglie sempre più spesso la bicicletta. Lo dimostra il sesto censimento dei passaggi dei ciclisti, svolto nell'ambito della Convenzione con l'assessorato mobilità e traffico del Comune di Brescia e dell'accordo tra Fiab e Regione Lombardia. La rilevazione è avvenuta, grazie alla collaborazione dei volontari dell'associazione Fiab - Amici della Bici «Corrado Ponzanelli», nella giornata del 20 settembre 2012, durante la settimana europea della mobilità cui Brescia ha aderito nei giorni dal 15 al 22 settembre. «I numeri servono soprattutto a capire un trend che sta cambiando il volto della nostra città» sottolinea Fabio Rolfi, vicesindaco e assessore alla mobilità. QUATTRO le postazioni in cui sono stati eseguiti i conteggi dei passaggi dei ciclisti: via Milano angolo via Luzzago, viale Venezia, via Crocifissa di Rosa angolo via Pisacane, Via Montesuello in direzione periferia e via Trento, angolo via Rocca per la direzione centro. Nelle sei ore dalle 7,30 alle 13,30 si sono registrati complessivamente 3342 passaggi, con un picco di ciclisti (244) tra le ore 7,45 e le 8 e un valore minimo (100 passaggi) tra le 9,30 e le 9,45. Confrontando poi i passaggi dei ciclisti in entrata e in uscita dalla città, si nota che la maggior parte si dirige verso il centro tra le 7,30 e le 9,30, mentre una predominanza di passaggi verso la periferia si registra tra le 12 e le 13,30. Dall'analisi si evince che i bresciani hanno iniziato ad utilizzare la biciletta in alternativa all'automobile, in particolar modo per raggiungere la scuola o il luogo di lavoro. Complice anche la predisposizione di strumenti a sostegno della mobilità ciclabile - bici plan, cicloparcheggi, bike sharing e bicistazioni - il numero di ciclisti a Brescia è in aumento da quattro anni. Si è passati dai 724 passaggi del 2009 ai 1145 del 2012. Il censimento in questo caso si riferisce ai passaggi registrati negli stessi quattro punti della più recente rilevazione, tra le 7,30 e le 9,30. A questi numeri si devono poi aggiungere quelli relativi alle bicilette presenti nei pressi della stazione ferroviaria, dove il movimento di cicli è continuo, favorito dalla presenza della postazione «Bicimia» e dal parcheggio Pensilina. Servizi, questi, che hanno contribuito alla conquista, per Brescia, della medaglia d'oro nella classifica italiana per la ciclabilità stilata da Legambiente e con riferimento al 2011. «C'è ancora del lavoro da fare» ammette Giorgio Guzzoni, presidente Associazione Fiab Amici della bici «Corrado Ponzanelli», facendo notare che manca ancora in città una vera e propria rete capillare e continuativa di piste ciclabili. «La misurazione della lunghezza delle piste ciclabili - spiega Guzzoni - non tiene conto della loro qualità. Per cui il raggiungimento del decimo posto nella classifica italiana per le piste ciclabili, che è comunque un ottimo risultato, non assicura un buon posto in una classifica europea». ECCO DUNQUE che il presidente degli Amici della Bici coglie l'occasione per dare all'assessore alla mobilità, Fabio Rolfi, alcuni spunti operativi per la realizzazione di nuove piste ciclabili o per il ripristino di piste che sono state cancellate, causa anche i lavori per la metropolitana soprattutto nella zona nord, tra viale Europa, via Schivardi e via Triumplina. Di risposta Rolfi anticipa l'approvazione, nei prossimi giorni, di due delibere che riguarderanno la ciclabilità bresciana. «Destineremo tutte le risorse derivanti dalle multe per sosta su pista ciclabile ad un fondo indirizzato alla mobilità sostenibile» spiega il vicesindaco. La seconda novità, da tempo tra le richieste del movimento Salvaciclisti, riguarderà l'approvazione di nuove zone con obbligo di circolazione a 30 chilometri orari e la conseguente possibilità, adeguatamente segnalata, per i ciclisti, di circolare anche contro mano. «Queste scelte - sottolinea Rolfi - vanno nella direzione di consentire alla cittadinanza un miglior utilizzo della bicicletta».

 

Federica Pizzuto - bresciaoggi.it

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