Martedì, 06 Novembre 2012 10:50

Una guida per viaggiare in bici

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Semplici escursioni o veri e propri viaggi, questo e altro ancora possono essere le vacanze in bicicletta. Orientandosi a seconda dei gusti verso itinerari avventurosi e impegnativi, naturalistici e rilassanti o perché no anche cittadini, scoprendo qualche città d'arte italiana o europea, viaggiare in bici potrebbe rivelarsi un'esperienza emozionante e inaspettatamente positiva anche per gli scettici.

 

Il consiglio principale è quello di non lasciare i dettagli importanti del vostro viaggio in bici a caso. Valido in ogni occasione, questo avviso è ancor più rilevante quando si viaggia con una bicicletta e in special modo se all'estero. Sicurezza, documenti e preparazione verso i principali inconvenienti che potrebbero presentarsi renderà di certo la vacanza più serena e tranquilla. Partiamo proprio da quegli aspetti che potranno aiutare a orientare le giornate seguenti nella giusta direzione.

Come prepararsi al viaggio

Innanzitutto la scelta della destinazione. Da questa decisione dipenderanno molte delle possibili necessità di preparazione pre e durante il viaggio. Su tutto conterà la difficoltà del percorso che si desidera affrontare, che potremmo dividere idealmente in: facile, medio e avventuroso. Alla prima categoria appartengono quei percorsi alla portata di tutti, solitamente con la quasi totalità dei tratti in pianura e con spostamenti limitati nella distanza prevista dalle singole "tappe".

Un percorso medio può prevedere alcune difficoltà al suo interno come frequenti, anche se non particolarmente impegnative, salite e terreni non sempre agevoli. Il percorso avventuroso è dedicato solitamente ai veri e propri sportivi e contiene frequenti passaggi in tratti sterrati, salite impegnative e lunghi tratti da percorrere prima del punto di arrivo previsto. In base a queste divisioni possiamo già definire le prime indicazioni per il viaggio.

In primo luogo in funzione del percorso scelto occorrerà valutare una differente tipologia di bicicletta. I percorsi più facili ben si adatteranno a qualsiasi modello di bici, mentre per le scelte più impegnative il mezzo scelto avrà necessità di maggiore disponibilità di "rapporti", resistenza della struttura oltre eventualmente ad ammortizzazione degli urti per i tratti sterrati e diversa ampiezza dei raggi delle ruote.

Protezioni e caschetto sono importanti soprattutto in caso optiate per una vacanza in bici avventurosa e magari con ampi tratti in stile "ciclocross", ma sono ovviamente ben accette in qualsiasi situazione. Oltre a questo, per chi sceglierà di noleggiare il proprio mezzo in loco sarà probabilmente sufficiente portare con sé un po' di disinfettante, garze e qualche cerotto, sempre meglio averli e non usarli che l'opposto, mentre il discorso cambia per chi viaggia con il proprio mezzo.

Sarebbe in questo caso opportuno scegliere di avere a portata di mano un kit di riparazione gomme (comprensivo di camera d'aria di riserva) e un piccolo set di attrezzi (chiavi fisse o a brugola, fili dei freni, un piccolo cacciavite e una pinza), sempre per il motivo che di fronte agli imprevisti è bene farsi trovare preparati.

Solitamente non è richiesta documentazione particolare per il viaggio in bicicletta oltre ai soliti documenti d'identità del viaggiatore, salvo ovviamente condizioni specifiche poste dall'eventuale tour operator di riferimento.

Trasporto Bici o Bike Sharing

Se è molto probabile che chi possiede una bici di alto livello sia più propenso a viaggi in completa autonomia, chi si orienterà per percorsi meno impegnativi potrebbe avere maggiore interesse nel noleggiare una due ruote presso la località di destinazione. Molte le possibilità in Italia come nel resto d'Europa di usufruire di un servizio pubblico di bike sharing.

Ne sono dotate grandi città quali Milano (BikeMi), Roma, Genova, Torino, Brescia, Bari e Salerno, come anche centri più piccoli come ad esempio Trani, Cuneo e Savignano. In Europa risultano attivi servizi di noleggio pubblico di biciclette a Barcellona, Siviglia, Parigi, Londra, Lione e Bruxelles. Si segnala inoltre attivo un servizio di bike sharing in Israele, il Tel-O-Fun a Tel Aviv. Per conoscere eventuali servizi di condivisione attivi nella località scelta rimandiamo a una ricerca su Google così impostata "bike sharing (nome località di destinazione)".

Chi viaggia con bici di proprietà al seguito potrà scegliere tra il trasporto privato in auto o camper (o altro mezzo analogo) oppure affidarsi ai trasporti pubblici. Il mezzo pubblico per eccellenza in caso di "abbandono" a casa della propria vettura è il treno, il servizio che per costi e conformazione si presta maggiormente agli spostamenti con bicicletta al seguito. Meno consueto il pullman, i cui modelli spesso rendono meno agevole se non vietato il trasporto delle due ruote.

Per quanto riguarda il territorio italiano Trenitalia consente il trasporto delle bici su praticamente tutti i treni, attenzione però soltanto nelle carrozze contrassegnate dal simbolo di una bicicletta bianca su sfondo blu. Inoltre sarà utile sapere che qualora ci si doti di un'apposita sacca per il trasporto in treno del proprio mezzo, questo viaggerà gratuitamente su tutti i treni della compagnia, siano essi regionali o nazionali.

I Regionali consentono il trasporto anche a biciclette sprovviste di sacche, ma il viaggio comporterà una tariffa di 3,5 euro (in caso di supplemento bici della durata di 24 ore a partire dalla convalida) o con un biglietto di seconda classe valido per la stessa tratta del proprietario. Sui treni nazionali non è richiesto alcun biglietto in funzione del fatto che è possibile portare la propria due ruote con sé unicamente all'interno dell'apposita sacca.

Se fra le vostre possibili destinazioni avete inserito anche Ginevra o Basilea in Svizzera oppure Monaco di Baviera in Germania sarà utile sapere che Trenitalia conferma la possibilità di trasporto della propria bici su alcuni treni internazionali diretti e provenienti da queste località. Il costo sarà in questo caso di 12 euro, mentre non si fa menzione sulla pagina del sito ufficiale di Trenitalia dell'apposita sacca di cui sopra. Il consiglio è di dotarsi in via precauzionale di quest'ultima o informarsi presso la compagnia su eventuali limitazioni.

Infine per quanto riguarda il trasporto aereo della bici decisamente varie e non sempre convenienti le tariffe delle compagnie. Per quanto riguarda le low-cost si parla di quote che vanno dalle 25 alle 50 sterline (talvolta con costosi servizi di prenotazione telefonica). Gratuito invece il trasporto con la British Airways, a fronte di un biglietto passeggero a tariffa "normale".

Organizzare il proprio viaggio

Se pianificare un viaggio nelle principali città italiane o europee può presentarsi relativamente agevole, occorrerà sostanzialmente solo contattare l'hotel per la sistemazione dell'eventuale bici al seguito (qualora quindi non si usufruisca o non si disponga del bike sharing), differente è il discorso per quanto riguarda i viaggi nella natura o con escursioni fuori porta.

In caso di viaggio fuori dalle "comodità cittadine" sarà opportuno valutare un possibile allestimento della bici che preveda portapacchi, luci e catarifrangenti oltre eventualmente anche a parafanghi e ruote robuste in caso di frequenti escursioni su strade sterrate. Scegliere con accortezza anche i propri bagagli, che devono essere funzionali, ma anche facilmente rimovibili dal portapacchi.

A questo punto ci si dovrà porre una domanda su tutte: sarà un viaggio itinerante o avrà un punto base da cui partiranno le varie escursioni? Sapere di avere a disposizione un luogo relativamente vicino considerato d'appoggio potrebbe consentire una netta semplificazione al momento di stabilire le vostre necessità per la giornata, su tutto il poter alleggerire il vostro bagaglio e portare con voi durante l'uscita solo lo stretto necessario.

Prendiamo in esame principalmente la possibilità che richiederà maggiore impegno da parte dei ciclisti viaggiatori, ovvero la modalità di viaggio "itinerante". Nonostante possa per alcuni rivelarsi emozionante e dare una maggiore sensazione di libertà decidere di volta in volta l'approdo giornaliero, stabilendolo magari in base alle sensazioni che la località di transito riesce a trasmettere, il consiglio per tutti è però quello di pianificare ogni singola località d'arrivo scegliendo opportunamente in base alle proprie potenzialità fisiche.

Andranno evitate tappe troppo lunghe o stancanti, che rischierebbero di togliere piacere al viaggio e rendere l'arrivo in albergo (o altra sistemazione, ad esempio B&B) più difficoltoso di quanto desiderato. A meno che il vostro desiderio sia rivivere le epiche imprese degli atleti del Giro d'Italia, il consiglio è di prendervi il tempo necessario per fermarvi durante il tragitto e ammirare i luoghi che avete scelto di visitare, evitando (qualora non desiderato) di trasformare il vostro viaggio in una "crono a squadre".

Ora un piccolo consiglio per coloro che proprio non vogliono rinunciare completamente alla possibilità di variare il proprio percorso sul posto. Un suggerimento che non rappresenta quello preferibile, ovvero la prenotazione anticipata, ma che può soddisfare coloro che sono maggiormente disposti a "arrangiarsi" e soprattutto non hanno particolari esigenze di budget (i prezzi per il pernottamento potrebbero rivelarsi superiori rispetto alle prenotazioni anticipate).

In alternativa alla prenotazione anticipata di tutte le strutture si potrà estendere il ventaglio di possibilità valutando un maggior numero di hotel o B&B senza effettuare alcuna prenotazione anticipata. Opportuno in questo caso contattarle con il giusto anticipo, qualora possibile almeno la mattina per la sera, così da conoscerne la reale disponibilità e poter adattare la propria tappa alla nuova destinazione.

In ultimo non resta che munirsi dello strumento base per poter pianificare il proprio viaggio a tutti gli effetti, una cartina topografica. Fra le più consigliate troviamo quella pubblicata dal Touring Club Italiano, completa di altimetrie, indicazioni di massima sul fondo stradale e sulle pendenze.

Fonte: greenstyle

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Grazie all'originale idea della startup Old Bond, la bicicletta diventa nuovo strumento di comunicazione pubblicitaria, ecologico e fatto su misura per ogni cliente - Attraverso la proiezione di immagini o video in 3D sulle ruote può essere veicolato qualsiasi messaggio, catturando in giro per le strade l'attenzione di 250mila persone al giorno.

 

La bicicletta è sempre di più il mezzo del terzo millennio: non solo di trasporto, ma anche di comunicazione. Per lo meno a Londra, dove grazie alla startup OldBond ora anche la pubblicità si fa ecologica. L'originale idea è sintetizzata al meglio dallo slogan della piccola società di ideas boutique, come lei stessa si definisce, fondata il 20 giugno 2012 e già vincitrice di diversi riconoscimenti internazionali: "Reinventing the wheel". Reinventare le ruote, quelle delle biciclette a

ppunto, per proiettare immagini, loghi, testi e video in 3D e catturare così l'attenzione dei passanti in tutta la città, o ancora meglio nelle aree target richieste dal cliente che vuole promuovere un prodotto, pubblicizzare l'apertura di nuovi negozi, di eventi sportivi o musicali, spettacoli, anteprime dei film e perché no compleanni, matrimoni, slogan politici e messaggi d'amore per San Valentino.

Il tutto "environmentally-friendly", senza alcun impatto ambientale, e con una capacità di eye-catching superiore ai soliti cartelloni pubblicitari sulle strade, che non godono dello stesso impatto visivo di una o più biciclette che sfrecciano per le strade o che richiamano la folla intorno a uno stationary show, dove lo spettacolo di luci e immagini può essere accompagnato da hostess che distribuiscono volantini. OldBond ha infatti stimato che il 60% dei pedoni è attratto da questa curiosa forma di interazione pubblicitaria, e che un video proiettato su una singola bicicletta in giro per le strade di una città come Londra può essere visto da 250mila persone al giorno, mentre è addirittura del 90% la percentuale di passanti che si ferma volentieri per le performance stazionarie.

La nuova frontiera dell'advertising arriva dunque dalla City, e non è detto che sia diretta solo ad aziende e agenti commerciali: il "wow-effect", come viene definito sul sito di OldBond, potrebbe fare anche le fortune di un politico nei confronti dell'elettore o di uno spasimante verso la sua amata. Una cosa è certa, la qualità del prodotto lanciato dalla giovane fabbrica di idee londinese è di assoluta avanguardia: resistente agli urti e impermeabile, il sistema è durevole, autonomo e adatto a tutte le situazioni climatiche cittadine, e può caricare fino a 1000 immagini (risoluzione 70x70) e video di oltre 90 secondi, per la cui realizzazione c'è anche il supporto dei tecnici di OldBond. Il tutto monitorabile 24 ore su 24 dal cliente grazie al sistema Gps montato sulla bicicletta, che rende visualizzabili gli itinerari in tempo reale.

fonte: firstonline

Lunedì, 05 Novembre 2012 12:29

Percorso per MTB, da Sassi a Superga

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Lunghezza: 16,49 km complessivi

 

Tempo percorrenza: 3 ore

Dislivello: 540 metri effettivi

Difficolta': B.C.A.

Tipo: asfalto 9,99 Km (61%), sterrato 6,50 (39%)

Periodo consigliato: tutto l'anno (meteo permettendo)

Località di partenza: piazza Modena (Torino)

Cartografia: Carta dei Sentieri della Collina Torinese (Le guide di Alp escursionismo) Scala 1:15.000 Vivalda Editori

Descrizione: Azzerare il ciclocomputer davanti ai cancelli della tranvia a dentiera che, nel 1934, prese il posto della funicolare a vapore progettata dall'ingegner Tommaso Agudio (inaugurata nel 1884). Le carrozze d'epoca, ovviamente restaurate, raggiungono Superga coprendo un dislivello di circa 400 metri in poco piu' di 3 chilometri. Iniziamo l'itinerario, percorrendo la strada comunale di Superga, cercando di fare attenzione alle automobili essendo assai frequentata e, inizialmente, piuttosto stretta. L'edificio sul poggio alla nostra sinistra e' l'ex Chiesa Parrocchiale di Sassi, ora adibita ad uso civile. La salita, ripida e tortuosa, si snoda tra numerose ville settecentesche. Poco prima che la strada transiti sotto la dentiera, a lato di una casa recente con civico 99, si prende la pista forestale chiusa da sbarra (1,44 Km) sino ad incrociare il sentiero 29 che va seguito a sinistra (1,93), con discesa ripida. Lo si lascia (2,34 - continuare diritto) poco prima di arrivare al "pont ed la carossera" che consente di superare il Rivo di Costa Parigi e raggiungere l'asfaltata via Croce, che va percorsa a destra. Si racconta che una donna che abitava in una delle ville piu' a monte, era solita ricevere le visite di numerosi corteggiatori, i quali erano pero' costretti a lasciare le loro carrozze in questo punto e procedere a piedi, giacche' a quel tempo la via era piuttosto accidentata. Tale ponte rese possibile l'accesso al prato situato al di la' del rio che venne cosi' impiegato come parcheggio per le vetture, da cui l'origine del nome. Superati alcuni tornanti si raggiunge la Villa Viretti, con annessa cappella: qui si affronta lo sterrato che transita tra due piglie in mattoni recanti il numero 108 (3,76). In questo tratto attraverseremo con alcuni saliscendi alcuni corsi d'acqua, mentre ai lati si staccano i proseguimenti dei sentieri, piuttosto ripidi, numero 29 (3,94 - scalini), 28 (4,22) e 28/29 (4,66). Si arriva nuovamente alla strada comunale di Superga (4,89), dove si riprende la salita. Superata la fermata di Pian Gambino (5,90) e strada Tetti Bertoglio (6,01), si svolta sulla sterrata situata sul lato opposto della strada (6,26 - cartello 241bis) che raggiunge l'ex casa cantoniera della tranvia. Transitati sotto i binari (6,39), si continua seguendo sempre la carrareccia in piano, contrassegnata da segni di zampe di volpe blu su fondo bianco. Si arriva cosi' ad incrociare nuovamente il sentiero 29 (7,05), seguendolo a destra. Poco piu' sotto si noti il sentiero 60 che arriva dalla cascina Catalinette. Affrontiamo ora l'unico tratto non ciclabile dell'intero itinerario: il sentiero sale infatti, con alcuni gradoni, molto ripido. Percorsi 130 metri (7,18) rimontiamo, ad un quadrivio, nuovamente in sella, procedendo a sinistra lungo la GTC, tralasciando alcuni sentieri che scendono lungo il pendio: 7,34; 7,43 (sentiero 62 "degli Asini", cosi' chiamato perche' fu il cammino principale, durante la costruzione della Basilica di Superga, utilizzato dai lavoratori di San Mauro per portare il materiale da costruzione sul dorso di asini e muli); 7,94; 8,20 (sentiero 65). Giunti in strada Moncanino (8,42), nei pressi di villa Trinelli, si continua in salita sino alla strada proveniente da Baldissero (9,47), ove si gira a destra. Percorsi poche decine di metri (9,51), svoltare ancora a destra. La via ora percorsa termina dinnanzi alla Basilica (10,06) ed e' adornata dalle edicole, erette in onore della Madonna tra il 1794 ed il 1796, per scongiurare l'invasione di Torino da parte di Napoleone. La realizzazione fu affidata all'architetto Francesco Dellala mentre gli affreschi ovali furono dipinti da Luigi Piantini. Il piazzale sul quale sorge la Basilica, fu ottenuto abbassando il colle di circa una quarantina di metri. La costruzione dell'edificio, progettato da Filippo Juvarra, avvenne tra il 1717 ed il 1731, in seguito ad un voto fatto da Vittorio Amedeo II nel 1706, durante l'assedio di Torino da parte dei francesi. Le dimensioni dell'opera sono considerevoli: 34 metri in larghezza, 51 in lunghezza mentre la cupola raggiunge i 75 metri di altezza. Nei sotterranei si trova il mausoleo dei Savoia, adorno di pregiate sculture. Al centro del piazzale adibito a parcheggio, e' il monumento (di Tancredi Pozzi) a Umberto I: l'aquila ferita in cima alla colonna rappresenta il re, mentre il guerriero alla base simboleggia il popolo torinese pronto a vendicare l'assassasinio del sovrano (compiuto da un anarchico nel 1900 a Monza). Effettuiamo il giro dell'intero complesso iniziando alla nostra sinistra. Sul retro (10,38), una lapide ricorda la sciagura aerea (4 maggio 1949) nella quale morirono i calciatori del Torino, di ritorno da una partita amichevole disputata a Lisbona. Si salgono quindi alcuni gradini al termine dei quali, nei pressi di una palina segnaletica (10,58) indicante vari itinerari escursionistici, si scende su sentiero sino alla sottostante strada Torino - Baldissero, seguendola in direzione di Sassi (10,98 - a destra). Si svolta quindi sulla sterrata strada Tetti Rocco (11,74) sino al bivio seguente (12,10), dove si scende a destra su asfalto (cartello "solo al n° 30" - l'altro ramo conduce alla vicina borgata Tetti Rocco). Si raggiunge un cancello (12,33), a lato del quale, affrontiamo il sentiero che si inoltra nel bosco con alcuni saliscendi. Si seguono d'ora innanzi sempre le indicazioni del percorso numero 26. Senza lasciarsi ingannare da un sentiero proveniente da sinistra tra 2 piglie in mattoni (12,90), si continua diritto varcando un cancello aperto, raggiungendo l'asfaltata strada Tetti Canera (12,96). Questa scende presso una casa con civico 119 (dal lato opposto e' invece la variante del sentiero 26 che sale alla strada Sassi - Superga). Dalla casa si prosegue sulla carrareccia alla sinistra del cancello di ingresso (13,05). Dopo la cappella del Beria Grande, realizzata nel 1788 dall'architetto Rocca, si costeggiano per un breve tratto le mura della villa settecentesca situata su un ampio pianoro, utilizzata in passato come campo di villeggiatura dai cadetti dell'Accademia Militare di Torino. Pervenuti ad una strada asfaltata (13,43), si va a destra sino ad una casa con civico 79, dove, aiutati anche dai cartelli indicatori, si continua sulla carrareccia alla nostra destra che termina presso una ennesima casa con civico 44 (13,69). Avanzando sulla strada di accesso, si attraversa la borgata Tetti Bertoglio. Poco dopo il ponte sulla statale SS 10 (14,13), ad un bivio, si tiene la stradina che fiancheggia un muro di cinta (14,16), raggiungendo strada Cartman (15,62). Seguirla a destra sino alla strada Mongreno. Ancora a destra (15,62), si attraversa piu' avanti la piazza Giovanni dalle Bande Nere sulla quale si affaccia la chiesa Madonna del Rosario (16,25) sino a raggiungere la strada al traforo di Pino (16,35). A sinistra, in pochi istanti, l'anello si conclude presso la stazione della tranvia (16,49).

segnalazioni:

dopo aver preso la pista forestale al Km 1.44, dopo circa trecento metri, si incontra sulla sinistra una stradina sterrata (freccia rossa nel riquadro a lato) che forse non c'era quando e' stato effettuato il percorso nel 2000. Questa stradina, non segnalata sulla mappa, potrebbe essere scambiata con lo sterrato 29 da prendere poco dopo, specialmente se non si possiede il computer da bici. Questo sterrato tra l'altro scende molto e poi si interrompe, costringendo a risalire la ripida discesa appena fatta.

Lunedì, 05 Novembre 2012 12:12

Percorso Regio Parco - San Mauro T.se

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Lunghezza: 5,11 km

 

Tempo percorrenza: 30 minuti

Tipo: asfalto (4,97 km - 97%), sterrato ( 0,14 km -3%)

Località di partenza: Parco Colletta, vicino sponda fiume Po circa all'altezza di C.so Taranto, nel punto in cui convergono 2 stradine asfaltate (provenienti rispettivamente da Piazza Sofia e Ponte Amedeo VIII sulla Stura) ed una sterrata.

Descrizione:

seguiamo la stradina che procede in direzione della Stura di Lanzo, mantenendoci inizialmente vicino al fiume Po e quindi al torrente affluente. Ad un paio di bivi teniamo la destra (0,49 e 0,63) raggiungendo il ponte Amedeo VIII (0,77 - strada di Settimo). Attraversatolo imbocchiamo subito a destra la pista ciclabile che corre parallela a Lungo Stura Lazio (0,93). Transitati sotto il cavalcavia, continuiamo ancora a destra (pressi cancello di accesso ai pozzi di estrazione dell'AAM), costeggiando il canale derivatore della centrale AEM, situata quasi sul confine del comune di Torino ed alimentata dall'ampio bacino creato dallo sbarramento della diga del Pascolo. Nella parte iniziale, lunga 250 metri, il canale e' piu' largo per limitare la velocita' dell'acqua e consentire quindi la sedimentazione di materiali solidi; nella seconda (lunga 1,3 Km) la sezione si riduce e la velocita' diventa circa il doppio (poco piu' di 5 Km/h). La sua realizzazione ha creato un ampio isolotto dove e' presente la piu' grande garzaia d'Europa dopo quella di Amsterdam (considerando i soli centri abitati), per non parlare poi delle circa 150 specie di uccelli. Passato il cancello del campo sportivo dell'US Ardor (2,46), nata come squadra parrocchiale nel 1937, e quello del Parco del Meisino (3,00), ci allontaniamo dal canale pervenendo ad un trivo dove prendiamo la stradina tutta sulla destra (3,26) che passa tra le case della borgata Bertolla, famosa in passato per i suoi lavandai: qui accorsero numerosi all'inizio del secolo, in seguito all'editto del Comune di Torino che vietava di sciorinare i panni sulle sponde cittadine del Po per non inquinarlo. Essi si stabilirono lungo il corso del Rivo Freddo. I panni lavati nel rio venivano fatti poi asciugare sui campi circostanti che fornivano anche il foraggio per i cavalli utilizzati nel trasporto della biancheria. La professione inizio' a decadere negli anni Sessanta, in seguito all'introduzione delle lavatrici domestiche. Raggiunta la vicina piazza Monte Tabor (3,31), ne usciamo a destra lungo la via omonima. Raggiunta la strada comunale di Bertolla (3,44) la seguiamo di fronte per circa 150 metri imboccando, nei pressi del cartello dell'interno 144, una strada privata sulla destra caratterizzata dalla presenza di numerosi dissuasori. Entrati in territorio di San Mauro questa diventa via Trento. Continuare sempre diritto sino a raggiungere un cartello di precedenza (3,94): a destra, lungo un passaggio pedonale, entriamo nel Parco L'Eliana (dal nome della citta' spagnola con cui S. Mauro e' gemellata) raggiungendo il canale di uscita della centrale. Lo costeggiamo a sinistra, seguendo un vialetto che termina nei pressi di una rotonda (4,82 - piazza Mochino). Qui percorriamo il "ponte vecchio", sfruttando la carreggiata riservata al transito pedonale (l'altra e ' invece destinata alla circolazione a senso unico degli autoveicoli), intitolato a Vittorio Emanuele III e costruito nel 1912. In precedenza, il collegamento era garantito da un sistema di zattere agganciate ad una fune che attraversava il fiume. La maggior parte del traffico transita oggi su quello adiacente, di costruzione piu' recente. Subito dopo questo e' la diga Cimena, dalla quale si stacca un altro corso d'acqua artificiale: quello della centrale idroelettrica di Galleani (frazione di Castagneto Po). Al termine del ponte ci troviamo in piazza Martiri della Liberta' dove concludiamo l'itinerario (5,11). Di fronte a noi e' la chiesetta di San Rocco, antica sede della Confraternita dello Spirito Santo, eretta tra il 1728 ed il 1731. Piu' recenti sono il campanile (anno 1760) e la facciata (1781).

Segnalazioni:

dal punto di arrivo (ponte vecchio di San Mauro) si può proseguire per la pista ciclabile che corre, parallela al Po, sulla sponda opposta. Al termine del ponte vecchio girare a destra nella via di raccordo che porta alla piazza in riva al fiume e percorrere quest'ultima in direzione di Torino. Attraversare il passaggio pedonale della nuova rotonda, alla fine del sottopasso, facendo attenzione alle auto. Da qui, sino al parco del Meisino, inizia una bella pista ciclabile (2 Km ca.) con vista sul Po, che si interrompe (ahimé) all'altezza di un rio: salire per la scala in legno e sbucare, dopo il ponticello, su Corso Casale. Dopo lo spiazzo antistante un concessionario di motocicli c'é un passaggio nella recinzione e si scende sulla parte di pista ciclabile che porta al parco del Meisino. Da qui si può ritornare al ponte di Corso Belgio, costeggiando il Galoppatoio Militare e il Cimitero di Sassi per raccordarsi al ponte pedonale di Parco Michelotti.

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Sono le bici illuminate le protagoniste di "Luci d'Artista" 2012, manifestazione da anni considerata fiore all'occhiello della città di Torino e punto di riferimento del mondo dell'arte contemporanea, arrivata ormai alla XVa edizione. Le installazioni di Luce d'Artista sono ormai un must della stagione di Contemporary Art Torino Piemonte, nonchè simbolo di una concezione "universale" dell'arte, che la porta in contatto diretto con il pubblico.

 

[TO]BIKE, il servizio di bike sharing della città, sarà mezzo protagonista di una delle installazioni di Luci d'Artista 2012. Martino Gamper, artista di Luci in Bici, trasformerà le biciclette del servizio in luminose opere d'arte proiettando video sulle ruote. L'installazione si compone di una sezione fissa in via Carlo Alberto e di una parte itinerante che coinvolgerà tutti coloro che vorranno essere protagonisti di un'opera d'arte.

Prenotandosi online sul sito, infatti, sarà possibile "accendere" ogni sera, per un'ora, una delle [TO]BIKE d'artista.

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Secondo l'ultimo rapporto Aci-Istat sugli incidenti stradali, i morti nell'utenza debole superano quelli delle auto. I ciclisti, in particolare, sono l'unico segmento che ha visto un incremento seppur minimo di uccisioni rispetto al 2010 (282 contro 263), dato che va letto considerando che gli spostamenti in bici sono aumentati mentre l'incidentalità per km percorso è diminuita.

 

Gli incidenti diminuiscono nelle strade extraurbane, ma niente cambia in quelle urbane e l'80% delle vittime in città è da ricondurre all'utenza debole. Le politiche di sicurezza urbana sono totalmente al palo; l'Italia insieme alla Grecia è fanalino di coda in Europa. Complessivamente, con qualche anno di ritardo, ci stiamo avvicinando al dimezzamento delle morti rispetto al 2001 (- 45%), ma il dato è sempre molto sbilanciato verso le quattro ruote (- 56%, dimezzamento abbondantemente superato) a scapito dell'utenza debole (- 37% pedoni, - 13% ciclisti, - 30% motociclisti). ?? Come emerso dagli Stati Generali della bicicletta e della mobilità nuova tenutisi a Reggio Emilia il 5 e 6 ottobre, la soluzione sta solo in interventi sistematici di moderazione del traffico, sistematizzazione delle zone 30, incentivazione dell'utenza non motorizzata (20-20-20 come obiettivo della percentuale di spostamenti in bici, a piedi e con TPL), scuole car free e quant'altro riesca a incidere effettivamente sulla vivibilità del contesto urbano. Primo fra tutti i comuni italiani ad attivarsi in questo senso è stato quello di Milano, a seguito di un

fatto drammatico che ha destato la commozione di tutta la città.

Esattamente un anno fa, il 5 novembre del 2011, moriva infatti Giacomo Scalmani, un ragazzino di 12 anni, travolto e ucciso da un tram in via Solari a Milano, mentre stava tornando a casa sulla sua mountain bike dopo l'oratorio. Nel buio della sera, sotto la pioggia, Giacomo aveva trovato improvvisamente davanti a sé la portiera aperta di un'auto, ed era caduto sui binari proprio mentre stava passando il tram. Una vita perduta per sempre in una tragedia assurda che, forse, poteva essere evitata. Di fronte alla sua morte, il consiglio comunale milanese ha deciso di dare una risposta di grande solidarietà e di affetto, dedicando alla memoria di questo "piccolo angelo in bicicletta" un manuale di sicurezza per i ciclisti.

La città di Milano sta lavorando a una nuova mobilità e l'amministrazione sta pensando a una città dinamica e moderna ma poco inquinata, rumorosa e caotica. Una città all'altezza dei bambini e dei bisogni delle persone. L'intenzione è cioè quella di raddoppiare le piste ciclabili lungo strade a maggiore domanda e integrarle con altre modalità di trasporto, incrementando le zone 30, dove la velocità massima la stabilisce la bicicletta, e installando nuove rastrelliere e sviluppando il bike sharing. Per la prima volta, nel capoluogo lombardo è consentito e gratuito il trasporto delle biciclette sui mezzi pubblici fino alle 7 del mattino e dalle 20 a chiusura del servizio.

Nessun mezzo è però mai abbastanza sicuro se non si rispettano le regole. Ecco perché il manuale, redatto dal Comune di Reggio Emilia e da Fiab Ciclobby (Federazione Italiana Amici della Bicicletta - fiab-onlus. it), rappresenta un aiuto concreto per gestire le situazioni di difficoltà. La guida è un libero adattamento, a cura del Comune di Milano, del materiale contenuto nel sito www.bicyclesafe.com, il cui autore originale è Michael Bluejay.

Quali sono, dunque, le buone regole per andare in bici ed evitare incidenti? Secondo Edoardo Galatola, responsabile sicurezza Fiab, la prima regola da rispettare è considerarsi alla pari di tutti gli altri mezzi circolanti. I ciclisti hanno gli stessi diritti e doveri degli automobilisti e devono quindi evitare incertezze, soggezioni e senso di inferiorità, perché queste sono sempre causa di manovre incomprensibili agli altri veicoli e perciò a volte pericolose.

E' bene indossare il casco quando opportuno perché protegge la parte più preziosa del corpo e questa raccomandazione è particolarmente rivolta ai più piccoli. Altro consiglio della Fiab è quello di controllare costantemente il perfetto funzionamento dei freni, delle luci (anteriori e posteriori), dei catadiottri (posteriori e laterali su ruote e pedali), del campanello e dei pneumatici della bicicletta.

Per inviare in anticipo segnali precisi e con buon anticipo agli altri utenti della strada, usare il braccio teso per segnalare una svolta, ma soprattutto quando ci si sposta al centro della strada per superare auto parcheggiate, e usare il campanello, scegliandone uno molto rumoroso che possa essere udibile a distanza. Nel traffico è sempre opportuno essere vigile e cercare di prevenire le manovre degli altri veicoli, stabilendo un contatto visivo con i guidatori e assicurandosi che abbiano visto la bici e tenendo sotto controllo, con la "coda dell'occhio" o con l'udito, anche ciò che avviene alle spalle.

Mai distrarsi con cuffie, iPod, cellulare e in un incrocio semaforizzato "difficile", ricordare che è possibile svoltare a sinistra anche in due tempi: attraversando l'incrocio stando sulla destra, attendendo il verde nell'altra direzione e proseguendo. Non passare mai con il semaforo rosso. Cercare di non percorrere strade dissestate o molto trafficate e prediligere se possibile un percorso più lungo ma sicuro. Usare i marciapiedi solo se sono larghi a sufficienza, educatamente, andando piano e fermandosi tutte le volte che è necessario: in fondo, si è ospiti! Ogni volta che si condividono degli spazi con i pedoni non bisogna dimenticare che anche loro, proprio come i ciclisti, sono utenti deboli della strada, quindi è bene prestar loro attenzione e non spaventarli.

Importante è rendersi ben visibile anche quando l'illuminazione è scarsa, magari indossando qualcosa di fluorescente, e tenersi a distanza dai mezzi pesanti come furgoni, autocarri, autobus: spesso non vedono i pedoni. Infine, attenzione alle rotaie: la ruota può incastrarsi dentro e far cadere. La cosa migliore è passaci sopra di traverso, con un angolo di almeno 30 gradi, senza frenare bruscamente quando piove. Attenzione anche ai veicoli parcheggiati con qualcuno alla guida, il quale potrebbe aprire la portiera o muoversi in quel momento, e agli scooter e motorini, che spesso superano a destra.

Sara Ficocelli - La Repubblica 5 novembre 2012

Lunedì, 05 Novembre 2012 11:05

La bici-libro, letteratura sul telaio

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Un artista di Jesi, Ugo Coppari, ha inventato la bici-libro ed ha vinto per l'Italia il premio creativi della Benetton. La prima opera letteraria da leggere pedalando è Pinocchio.

Una bicicletta che è un libro, oppure un libro che è anche bicicletta. Di sicuro una due ruote che ha stampati sul telaio i capolavori della letteratura italliana.E' l'intuizione geniale con cui Ugo Coppari, trentenne jesino, ha vinto il concorso per idee creative promosso dalla Unhate Foundation di Benetton. La sua bici-libro, classificatasi prima in Italia e settima nel mondo, si chiama Ryb, acronimo dal doppio senso: ride your book, read your bike.

«È una bicicletta che si fa libro, un libro che si fa bicicletta - spiega Coppari -. Abbiamo quindi pensato di correlare questi due fenomeni per sviluppare un progetto il cui prodotto finale sia in grado di coniugare contemporaneamente la cura del corpo e della mente».

In poche parole su ogni bicicletta sarà stampato un testo, per simboleggiare le esigenze di una società in evoluzione. Ugo Coppari ha in tasca una laurea in comunicazione internazionale e una in filologia moderna. Nel 2006 è entrato a far parte del Comitato Artistico Pgruppe, occupandosi di videoarte ed esordendo con la performance Ototoi. Negli anni successivi ha pubblicato tre opere di narrativa, «Bim bum bam!», «Nove anoressiche» e «Limbo mobile».

Una mente poliedrica e ostinatamente originale, tanto fervida da portarlo fino a Ryb. La bici-libro verrà messa in vendita a marzo del 2013, sia in Italia che nel resto del mondo. C'è già un'azienda pronta a produrla e sul primo modello verrà stampata la fiaba Pinocchio. Coppari si è già mosso per proporla all'attenzione del comitato organizzatore dei prossimi mondiali di ciclismo, in programma in Toscana nel 2013. Anche perché a quanto pare la mascotte scelta per la competizione iridata sarà proprio la celebre marionetta di Collodi.

Fonte: Il Messaggero

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Una targa per fermare i furti di bici, in una città dove un terzo degli abitanti si sposta sulle due ruote per andare al lavoro, a scuola e in stazione. Ad Abbiategrasso circolano ogni giorno 8 mila 802 biciclette: lo dice la Federazione Italiana Amici della Bicicletta. E il problema dei furti peggiora. Solo un centinaio all'anno, circa, le denunce di furto che vengono presentate, ma le biciclette che spariscono sono molte di più. Per provare a arginare il fenomeno il Comune ha creato un ufficio dedicato proprio ai ciclisti: l'ufficio delle Biciclette.

Il primo provvedimento, lanciato in questi giorni, è la campagna «Targa la tua bici», che incentiva ad acquistare (a 9,90 euro) un kit di sicurezza per la propria bici. Il kit comprende una piccola targa da applicare sulla canna. Si tratta di un vero e proprio codice che identifica mezzo e proprietario. Anche se manomessa, la targa lascia una traccia sulla bici. E il codice identificativo viene inserito con il metodo «Bicisicura» nel Registro Italiano Bici, a cui le forze dell'ordine possono accedere 24 ore su 24. Al momento, questo registro raccoglie i dati di oltre 80 mila biciclette in tutta Italia.

In pochi giorni, oltre cinquecento ciclisti hanno fatto targare i loro mezzi. «Vogliamo sempre di più una città che cammina e che pedala - spiega il sindaco Gigi Arrara -. Un tipo di mobilità che rispetta la città e la valorizza». Secondo la Fiab, ogni mattina, tra le 7.30 e le 12.30, a Abbiategrasso circolano 8 mila 802 biciclette. Per il censimento, sono state allestite undici postazioni nei diversi quartieri. Un dato che è costante: già qualche anno fa una rilevazione simile aveva infatti individuato 9 mila biciclette al giorno.

Giovanna Maria Fagnani - corriere di Milano

Venerdì, 02 Novembre 2012 12:28

Cyber cacciatori contro i ladri di biciclette

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ROMA - Armati di smartphone si aggirano per la città a caccia di biciclette scomparse. Quando avvistano una due ruote parcheggiata in modo sospetto puntano il cellulare sull'adesivo che riporta uno strano codice, aspettano qualche secondo e hanno la risposta: quella bicicletta è stata rubata. Li hanno già ribattezzati i cyber cacciatori dei ladri di biciclette, pronti a vigilare nella città. Usano il sito Archiviobici.it e la tecnologia Quick Read Code, un codice a barre applicato sulla propria bici nel quale sono memorizzate informazioni che possono essere lette facilmente dai telefoni cellulari. L'idea è di un consulente informatico romano, membro del gruppo Salvaiciclisti. «Sono tantissime le bici rubate nella Capitale» spiega Stefano Mecchia, 43 anni, che ogni giorno raggiunge sulle due ruote l'ufficio in via Laurentina da Tor de' Schiavi.

 

«Rubata a Prati sabato scorso una Collalti fatta a mano, aiutatemi», «scomparsa la mia city bike, non ha un alto valore economico, ma ci sono molto affezionata», «con dispiacere comunico il furto della mia bici nuovissima parcheggiata all'Eur». I messaggi dei ciclisti romani continuano a scorrere sul forum Ciclomobilisti, decine di richieste di aiuto che denunciano una situazione definita «drammatica» dagli appassionati delle due ruote: 150mila la usano abitualmente, il doppio occasionalmente. E continuano a essere tanti i furti: 12 gli arresti eseguiti da carabinieri soltanto nel 2012. Ladri di biciclette sempre più fantasiosi, come quel padre e figlio di Fondi che ogni mattina arrivavano in centro fingendosi fruttivendoli, e tornavano a casa di sera con il camioncino carico di due ruote. I carabinieri trovarono oltre cento biciclette nel loro garage.

La disperazione per i furti di bicicletta ha promosso la nascita di un metodo 2.0 per difendersi: applicare sul mezzo un adesivo che riporta il Qr code, che solitamente viene nascosto sotto la sella o nella parte bassa del telaio.

Ci si iscrive al sito, compilando una scheda con nome, recapito telefonico, foto della bici, modello e il numero del telaio. «Il sistema genera automaticamente l'adesivo da stampare e incollare sulla bici» spiega Mecchia. Se si subisce un furto, si pubblica l'annuncio e le sentinelle del web si attivano: passeggiando per la città, osservando bici sospette, hanno la possibilità di leggere con il cellulare i dati riportati sull'adesivo e verificare se si tratta veramente di una bici rubata.

Stefano Di Noi, 36 anni, impiegato, si è appena iscritto al sito: «Credo sia un ottimo modo per tentare di prevenire i furti, ho applicato quattro adesivi, un paio in vista, gli altri nascosti» dice l'appassionato delle due ruote che ogni giorno dalla Balduina raggiunge l'ufficio in bici sulla Salaria. Fabrizio Caristi, 53 anni, membro dell'associazione Ciclonauti che gestisce la Ciclofficina popolare a via Baccina parla di «una iniziativa lodevole contro il problema dei furti, sempre più diffuso». I ladri di bicicletta, intanto, sono stati avvertiti: occhio al Qr code, la bici ormai è sotto sorveglianza.

Fonte: il messaggero

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Più di un chilometro e mezzo di discesa "impossibile", saltando tra i palazzi, sfrecciando tra i vicoli e affrontando i gradini (più di 1000) di scale insidiose. E' il Descenso del Cóndor, uno dei percorsi più spettacolari al mondo allestito a La Paz, in Bolivia, dalla Red Bull. Tra i coraggiosi biker che lo hanno portato a termine il più veloce è stato lo slovacco Filip Polc: è sua la pazza corsa che state guardando, ripresa dalla telecamera fissata sul casco. Il ciclista ha chiuso in 2'32".

Guarda il video (a cura di Pier Luigi Pisa)

 

fonte: la repubblica